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16 giugno 2005

GENTE CHE VA. E ALTRA GENTE CHE VA 

Per i tifosi del Sempre Volley, di questi tempi, leggere le notizie del mercato pallavolistico è ogni volta un autentico colpo al cuore. La casellina delle partenze si ingrossa giorno per giorno sempre di più, comprendendo anche nomi che sino ad un attimo prima sembravano al riparo da qualsiasi rischio. Pare esista un destino ineluttabile e crudele che assegna i nostri giocatori più preziosi ad un'altra città, ad un'altra squadra. E al dispiacere per l'innegabile impoverimento tecnico della squadra si aggiunge la perdita sul piano umano perché, quasi sempre, chi passa da Padova lascia e riceve anche un pezzettino di cuore.

Al riguardo tante parole andrebbero spese per i probabili addii del capitano Marco Meoni e di Leonardo Morsut, due tra i pochissimi amici veri conosciuti nel mondo dorato della pallavolo. Ma, proprio per questo, alcuni ricordi e pensieri rimangono strettamente personali, un po' come quelle fotografie che si appiccicano al frigorifero, tenute sù semplicemente da una calamita e alla cui visione si associano immediatamente tanti momenti condivisi. Non vogliamo nemmeno astenerci - per quanto tale pratica sia purtroppo molto di moda in Italia... - da un caloro saluto ai due centraloni Bontjie e Golas, certi che andranno prestissimo ad ingrossare quel vasto insieme di campionissimi scoperti e poi lanciati da Padova nell'Olimpo del volley mondiale.

Al di là delle singole voci di mercato su questo o quel giocatore, sarebbe poco onesto non affrontare a questo punto un discorso di carattere generale. La domanda è quella solita, ormai ricorrente nelle estati sottorete padovane: come mai all'ombra del Santo non si riesce mai a consolidare quanto di buono fatto in passato (nello specifico le ultime due splendide stagioni) e si deve praticamente ogni volta ripartire da zero? Non siamo affatto tra quelli che si autoincensano definendo i dirigenti di Padova i migliori del mondo - assai bravi però sì, specie Stefano Santuz - perché riescono ogni anno a fare le nozze con i fichi secchi: in fondo se in tanti anni non è mai arrivato uno sponsor di quelli che cambiano radicalmente il budget a disposizione e di conseguenza gli orizzonti di classifica un motivo ci sarà pure... Ciò che è certo è che il quadro istituzionale e imprenditoriale attorno alla massima realtà sportiva della città è alquanto desolante. Non deve esser certo il Comune a finanziare direttamente una realtà semi-professionistica (troviamo in generale molto sciocco invocare l'aiuto pubblico per delle realtà che operano nell'ambito delle attività ludiche, tra l'altro in un Paese ove la ricerca scientifica è ai minimi termini e le scuole cadono a pezzi), ma di sicuro potrebbe esercitare con maggiore forza la sua capacità di influenza presso ambienti preclusi attraverso i normali contatti. Ci riferiamo in particolar modo al sistema creditizio: troviamo un po' triste e paradossale che il marchio Antonveneta, colosso bancario padovano appetito anche a livello internazionale, campeggi sulle maglie della Sisley Treviso, storica rivale dei bianconeri, e addirittura di Vibo Valentia (radicamento nel territorio?).

In questo quadro piuttosto desolante c'è una cosa che aiuta a risollevare il morale. E non poco. Si tratta dall'affetto sincero, dimostrato nei messaggi di questo forum e anche altrove, dei tifosi veri, quelli che soffrono per le vicende di questi colori e sono pronti a sostenerli in qualsiasi condizione. Sono queste persone il vero e principale motore dell'avventura Sempre Volley, perché, diciamolo chiaramente, non ci sarebbe alcuna razionalità nel tirare avanti la carretta in queste condizioni. Principalmente per loro anche questa volta sarà allestita una formazione il più possibile dignitosa, arrembante, simpatica e grintosa. Certo, cambieranno gli obiettivi e le prospettive, ma in fondo l'importante è lottare per un obiettivo. Che questo si chiami scudetto o semplicemente salvezza all'ultimo pallone, la sostanza non cambia e l'odore degli abbracci e degli appalusi finali, così come la consapevolezza di aver svolto un buon lavoro, è sempre il medesimo, a qualsiasi livello. L'importante è remare tutti nella medesima direzione (magari con la speranza che non ci siano anche qui emuli di Rutelli...) e quel che verrà verrà: in fondo, se l'allenatore fresco vincitore della coppa Cev si dice disponibile ad intraprendere questa sfida anche a queste condizioni e se nell'ambiente comunque in tanti anni non si è mai levata una sola voce negativa nei confronti di questa piazza, bisogna far tesoro di questi segnali e rimboccarsi ancora una volta le maniche. Magari si perderà qualcuno per strada, ma si tratta degli stessi che erano saliti solo all'ultimo momento, nella speranza (assai mediocre) di aggregarsi al carro dei vincitori.

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