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29 gennaio 2004

STATISTICHE 

Un paio di giorni fa il giornalista del Gazzettino Massimo Salmaso, autentica memoria storica della pallavolo petrarchina (colleghi e amici si interrogano spesso sulla quantità di RAM della sua mente) ha pubblicato un interessante articolo, consultabile qui, ricco di dati statistici e curiosità numeriche sulla nostra squadra.

Grazie al suo encomiabile lavoro di ricerca, veniamo a sapere che la gara contro Trento sarà la settecentesima in serie A della nostra società: un traguardo, per quanto solo simbolico, sicuramente importante e ricco di significati; L'augurio di tutti è che sia degnamente festeggiato dai giocatori con una bella prestazione.

Viene però ingiustamente trascurata un'altra ricorrenza: scorrendo l'almanacco dei ricordi, si può infatti osservare che quella contro l'Itas Diatec sarà la panchina numero 40 per il palettaro, con un buon record di 17 vittorie e 22 sconfitte [risultato più frequente: 0-3 (10 volte); risultati meno frequenti: 3-1 e 2-3 (5 volte)]. Esistessero ancora le care vecchie guide Panini di una volta - contenevano davvero dati d'ogni tipo, nulla a che vedere con i prodotti approssimativi e pieni di errori oggi in circolazione - potremmo sapere quante palette ha sollevato in questi due anni, quanti time-out ha chiesto, quante bottiglie d'acqua ha bevuto, la percentuale di vittoria delle scarpette argentate portafortuna e persino quante volte ha finto di ascoltare la dottoressa nelle sue interminabili chiacchiere. Ma, nonostante questi numeri senza dubbio importanti, rimangono ancora lontanissimi i suoi sogni più reconditi: uno striscione da parte dei tifosi (possibile, pagando qualcuno), finire su cacciagossip.it (impossibile), diventare giornalista partendo da un blog (chimera), esser riconosciuto da qualcuno (magari in un'altra vita).

La settimana di avvicinamento alla sfida contro la capolista prosegue regolarmente. L'infermeria si sta finalmente svuotando e si spera di affrontare gli ultimi allenamenti a ranghi completi. Ai box finisce invece il Presidente, messo ko da una brutta influenza: mentre in sede ringraziano e riescono a lavorare per un paio di giorni con un po' di tranquillità, ci si chiede chi eventualmente potrà ricoprire domenica il ruolo di fustigatore ufficiale di arbitri, giocatori e santi vari. Pare che Carlo Vettore (potevamo non nominare in un post il giovane e dinamico addetto stampa?) si sia autocandidato, ma è stato giudicato ancora troppo inesperto e il suo progetto di compiere, armato di forbici, un attentato ai baffi del boss di Trento Mosna eccessivamente audace. Comunque, dato che nella bacheca del sito ufficiale - finalmente animata, dopo l'intervento al pepe verde della webmaster - ci si scambia formule di cortesia d'ogni tipo (pare che a giorni compia gli anni anche un'anziana donna delle pulizie dell'Antonianum: facciamole sentire il nostro affetto!), se qualcuno vuole augurare la pronta guarigione al lider maximo, lo spazio dei commenti del blog è sempre aperto...

27 gennaio 2004

UN RISULTATO BUGIARDO 

La sfida di Macerata si chiude con un'onorevole sconfitta per i nostri ragazzi. Il secco tre a zero finale è risultato fin troppo bugiardo, a fronte di una gara combattuta e sempre sul filo dell'equilibrio.

C'è chi storcerà la bocca di fronte all'ormai cronico mal di trasferta dei nostri ragazzi, ma anche questa settimana le attenuanti non mancano. Ci sono stati i postumi di qualche acciacco muscolare, l'influenza e la conseguente impossibilità di allenarsi in settimana a ranghi completi; inoltre pure la coppia arbitrale ci ha messo del suo, interpretando in maniera pedissequa il regolamento e fischiando ai nostri alcune infrazioni con eccessivo rigore. In ogni caso non è nel nostro stile gridare al complotto o parlare di odioso clima persecutorio, tantomeno paragonare queste situazioni a periodi storici fortunatamente lontani: lasciamo uscite così eleganti a personaggi che ricoprono cariche istituzionali più importanti.

Due sconfitte contro formazioni del calibro di Piacenza e Macerata non autorizzano certo a parlare di crisi: non è quindi necessario che la squadra affronti un lifting (ma sì, lasciamo anche questo ad altri figuri), ma deve solo ritrovare un buon ritmo in palestra e magari anche un pizzico di buona sorte.

Prima di rimandarvi ad altri aggiornamenti nei prossimi giorni, raccogliamo l'appello di Carlo Vettore. Questa settimana non sono previste né cene offerte dai dirigenti, né ritrovi dei tifosi: aiutiamo quindi il giovane e dinamico addetto stampa a trovare altri appuntamenti mondani per non perdere il ritmo delle sue uscite (e pantagrueliche mangiate). Chiediamo solo la cortesia di non segnalare le feste dei club di Forza Italia per i dieci anni del partito: pare, infatti, che i tramezzini e i pasticcini siano di plastica. Come il partito stesso, del resto.

22 gennaio 2004

UN SIMPATICO CONVIVIALE 

Non è vero che tutti i dirigenti sportivi sono come Luciano Moggi: alcuni dicono perfino la verità e, talvolta, mantengono pure le promesse! Con una mano sul cuore, e l'altra sul portafoglio, il Direttore Generale Beppe Cormio ha signorilmente pagato martedì sera pegno, onorando una scommessa fatta con la squadra alla vigilia della trasferta di Cuneo. In caso di vittoria cena di pesce doveva essere e cena di pesce è stata!

Il Presidente si era molto attivato presso i giornalisti per regalare un po' di pubblicità al locale - si dice essere uno dei suoi ristoranti preferiti e che ne abbia sinceramente a cuore le sorti - che ha ospitato quello che gli uomini di comunicazione del Sempre Volley hanno definito con una soluzione linguistica d'altri tempi (immaginiamo Carlo Vettore recuperare e spolverare il vetusto vocabolario della nonna dalla mensola) un piacevole "conviviale". Dato che il nostro recondito sogno nel cassetto è far parte della galassia degli scriba (mai definizione del giornalismo fu più azzeccata di quella dello scrittore Luca Goldoni: sempre meglio che lavorare!), ottemperiamo al diktat presidenziale e vi diciamo che potete recarvi con fiducia al "Porteghetto" di Arzerello di Piove di Sacco.

E' probabile che i giocatori, reduci dalle fatiche dell'allenamento, avrebbero preferito la cucina abbondante e alla buona di posti quali "Gigi il Troione" o "Santelmo il Cafonazzo" - dove quintali di gamberi triocchiuti friggono tranquillamente nell'olio di scarico dei camper di un vicino camping - piuttosto che le soluzioni delicate e anche esteticamente raffinate presentate dal titolare Luca e dal suo staff, ma alla fine della serata la soddisfazione era evidente. L'apprezzamento di Sandro Camporese, poi, è sinonimo di qualità certificata, altro che le stellette della guida Michelin o del Gambero Rosso...

Tra una pietanza e l'altra, la cena è stata, come spesso accade in queste occasioni, l'occasione per un ricco revival di aneddoti pallavolistici, tra cui la triste storia strappalacrime di un giovane e dinamico addetto stampa abbandonato in un freddo Palasport alle final six di Coppa Italia di qualche anno fa. Da allora Carlo ha affinato la sua innata dote di esser presente a qualsiasi cena o buffet, purché offerta da altri. Eroe indiscusso dei racconti è stato però l'indimenticato opposto bulgaro Ljubomir Ganev: grandi risate con le sue mille avventure, sportive e non. Probabilmente nella pallavolo odierna mancano personaggi del genere, capaci di catalizzare simpatie e interesse anche al di fuori della cerchia degli appassionati, ma io penso che a Padova potremmo avere in casa il suo potenziale erede per qualità tecniche, intelligenza e scaltrezza: parlo ovviamente di Vincenzo Simeonov. Con la speranza, per i suoi futuri allenatori, che li faccia dannare un po' meno.

Ma la vera perla della serata porta la firma di Simone Roscini che, sorseggiando una gustosa grappa, ha deliziato i presenti con una delle sue celebri massime. Invitiamo i lettori che volessero intraprendere la carriera di allenatore a custodire gelosamente questi segreti del mestiere, per quanto si parli già di un pannello al San Lazzaro che recherà a futura memoria la scritta riprodotta a caratteri cubitali e si sia scatenata una guerra fra le maggiori case editrici italiane per avere l'esclusiva di un futuro libro del nostro vice allenatore. La lezione è questa: "La battuta, per molti giocatori, è figlia dell'attacco". Si mormora di una certa agitazione anche in Vaticano perché, secondo alcune fonti, potrebbe trattarsi addirittura del terzo segreto di Fatima.

Sulla squisita crema brulé al caffè si spengono le luci del festoso ritrovo. Un branzino e una coda di rospo sono stati spazzati via senza pietà: i nostri eroi faranno lo stesso anche con i prossimi avversari?

19 gennaio 2004

GIU' IL CAPPELLO 

Non è stata una maratona quella contro Piacenza, ma un incontro rapido e praticamente senza storia. A volte non si può far altro che inchinarsi con sportività di fronte alla superiorità dell'avversario: certo - anche con un fondo di verità - si può disquisire su un atteggiamento iniziale che poteva essere un po' più arrembante oppure appellarsi alla doppia improvvisa assenza di Simeonov e Garghella, ma tutto ciò finirebbe per oscurare la prestazione davvero eccellente della CoprAsystel Piacenza.

La squadra di Velasco è stata superiore in tutti i fondamentali e ha messo in scena un autentico party cubano con Marshall e, in particolare, un devastante Osvaldo Hernandez; il tutto orchestrato magistralmente dalle mani di Nikola Grbic. Il tecnico argentino questa settimana non avrebbe avuto certo nulla da obiettare contro i microfoni televisi durante i time-out perché in giornate come quella di ieri, in cui tutti gli ingranaggi girano alla perfezione, c'è ben poco da dire ai propri ragazzi.

In definitiva si è trattata di una semplice battuta d'arresto, forse anche prevedibile in virtù della caratura dell'avversario e della nostra situazione d'emergenza. Un po' come quando si parcheggia la macchina in palese divieto di sosta davanti ad un cancello e si cerca di impedire l'arrivo del carro attrezzi pagando comunque l'euro di sosta al parchimetro: raramente lo stratagemma funziona, come ha sperimentato in settimana l'appiedato Krystof Stelmach...

Archiviata la giornata poco felice dei nostri ragazzi, è già tempo di imboccarsi le mani in vista della prossima difficilissima trasferta a Macerata, con la speranza che per lo staff medico sia finalmente una settimana tranquilla dopo i recenti straordinari.

Un piccolo appunto di politica sportiva, argomento barboso e senza dubbio poco interessante per i più. Venerdì scorso è stato eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione della Lega Pallavolo. Nel direttivo entrano Mosna, Caserta, Gabana e Varacca: personaggi dai curricula molto ricchi, soprattutto sul fronte delle dichiarazioni roboanti ma un po' meno su quello dei risultati concreti, se si eccettuano la sparizione del volley da Milano, il finto acquisto di Fabio Vullo e la mancata iscrizione di Parma al campionato 2002/03. Una voce anonima ci dice che una delle prime dichiarazioni sia stata la promessa di una Lega senza più personaggi interessati unicamente ai ritorni economici e ai giochetti di Palazzo. Evidentemente i posti sono già tutti occupati.

13 gennaio 2004

INVISIBILI? 

E' abbastanza scontato che gli organi di informazione concentrino la propria attenzione sugli eventi e i personaggi di maggior interesse popolare. Avete forse mai visto una foto del dirigente accompagnatore o letto una dichiarazione del palettaro?

Questa legge non scritta dei mass-media vale ancor di più a livello sportivo e quindi non è una sorpresa nè uno scandalo che, per esempio nel calcio, Sky offra per i diritti televisivi di Juventus, Milan e Inter circa dieci volte tanto ciò che propone a squadre di minore appeal e seguito. Meno giusto è invece fingere con ipocrisia che tutte le partecipanti ad un campionato godano della medesima dignità e così ci pare una presa in giro quando Sandro Piccinini, conduttore di "Controcampo", lancia appena alle 0.40 gli ultimi tre servizi della giornata per "rispetto dei tifosi" di Empoli, Ancona e compagnia bella. Rispetto?

Per fortuna nella pallavolo la situazione è assai diversa...

Non citiamo i quotidiani locali o le emittenti radiofoniche e televisive cittadine - che svolgono, con passione e competenza, attività al tempo stesso di informazione e di supporto - ma osserviamo cosa succede, per esempio, al Tg3 Veneto durante l'edizione di maggior ascolto, quella delle 19 e 30.

Domenica, proprio mentre dagli spalti del San Lazzaro ci esaltavamo tutti per l'incredibile filotto di servizi vincenti con cui Meszaros & co. portavano il Sempre Volley a condurre 2-0 su Modena, la conduttrice del telegiornale informava dell'inattesa sconfitta della Sisley a Gioia del Colle e, solo mentre i titoli di coda incombevano minacciosi, ricordava che nel frattempo anche in quel di Padova si stava giocando. Un aggiornamento sul risultato era forse chieder troppo?

Ma per il coriaceo aficionado patavino, abituato a ben altre difficoltà, la speranza è l'ultima a morire e quindi eccolo seguire fiducioso l'edizione di lunedì, certo di rivedere le gesta esaltanti dei propri beniamini. Il titolo del servizio, "week-end alterno per lo sport veneto", pareva proprio quello giusto. E, infatti, ecco scorrere sullo schermo le immagini della vittoriosa Benetton (Treviso) di basket e quelle della Sisley (Treviso) dalla terra di Puglia (proprio qui, dietro l'angolo: vuoi mettere le immani difficoltà nel mandare una troupe al Palazzetto di Padova oppure recuperare il segnale della ripresa satellitare?). Punto. Stop. Per il Tg3 Veneto non esistono altri eventi sportivi degni di nota, nemmeno un misero accenno alla nostra vittoria...

Orbene, dato che queste dimenticanze avvengono con preoccupante frequenza, perché non ricordare civilmente con una garbata mail alla redazione veneta del Tg Regionale che esistono altre realtà sportive, magari al di fuori dell'orbita Benetton, da seguire con costanza e attenzione?

E, se proprio dev'essere l'odiosa legge del più forte a trionfare sempre, almeno per questa settimana potremmo toglierci lo sfizio di dire di dare un'occhiata alla classifica!

12 gennaio 2004

FORTEZZA SAN LAZZARO 

Anno nuovo, abitudini vecchie: il Palasport San Lazzaro resiste agli assalti anche della Kerakoll Modena e si conferma fortino inespugnabile per tutte le squadre di passaggio a Padova. Unanime al termine della gara la soddisfazione di giocatori, società e tifosi e un'incontrovertibile certezza: il contemporaneo ritorno del palettaro in panchina e dei tre punti in cascina allontanano per sempre il fantasma di Sandro Camporese dalla panchina.

Un 3-1 segnato principalmente dalle fiammate individuali più che da un'esaltante prestazione collettiva, ma l'Edilbasso ha quasi sempre dimostrato di poter controllare il match con relativa agilità. Sugli scudi, ovviamente, Domotor Meszaros (e questa volta ha davvero messo a segno pure un paio di battute tattiche!), ma a tratti anche Simeonov, Jeroncic e la regia, spesso davvero impeccabile, di un rigenerato Coscione.

Le telecamere di Sky sono una vetrina per tutti: a bordo campo giacche e cravatte si sprecano, soprattutto tra i giovani, determinati e dinamici addetti stampa. Notevole la cornice di pubblico, addirittura stoica considerando le scelte musicali ancora una volta imbarazzanti dello speaker Ascani, evidentemente insensibile agli schiaccianti risultati del sondaggio qui ospitato giorni addietro.

Inizialmente desta smarrimento il nuovo look di Leonardo Morsut; per un attimo Francesco Dall'Olio ha pensato di aver finalmente a disposizione il dodicesimo uomo della rosa e si affrettava a chiedere lumi a Stefano Santuz circa l'identità del nuovo arrivato. Possiamo svelare che sono ancora una volta gli alti ideali ad aver mosso il nostro Re di Fiori, sbarbatosi pur di accaparrarsi un paio di storiche scarpe della benemerita Nike (multinazionale da sempre attenta al tema del lavoro minorile) provenienti dalla collezione privata di capitan Cavallini.

La festa finale è più discreta del solito: non certo perché queste vittorie iniziano ad essere una felice consuetudine, ma per una forma di rispetto verso la difficile situazione in casa gialloblu. Da Padova partì la cavalcata di Angelo Lorenzetti ai vertici della pallavolo italiana e siamo sicuri che non sarà la battuta di arresto all'ombra del Santo a interromperla.

Per l'Edilbasso inizia invece l'avvicinamento al trittico di sfide impossibili contro Piacenza, Macerata e Trento. Il sogno continua.

08 gennaio 2004

A RUOTA LIBERA CON... LEONARDO MORSUT 

Nemmeno troppo appesantiti dai bagordi natalizi, i giocatori hanno ripreso gli allenamenti in vista della gara di domenica contro la Kerakoll Modena dell'amico Angelo Lorenzetti. Attendendo la ripresa del campionato, poco prima dell'amichevole di rifinitura contro i cugini di Treviso [ndR, prima lezione assimilata dagli amici giornalisti all'apertura del blog: tenere buono tutto il materiale possibile per gli inevitabili momenti di blocco creativo. In realtà  la chiacchierata risale infatti a metà  dicembre...] abbiamo avvicinato il nostro "Re di Fiori" Leonardo Morsut per scambiare due parole.

Allora Leonardo, sappiamo che già  prima di essere rivelato al mondo su queste pagine come "Re di fiori", hai avuto altri soprannomi: Leone, Petrarca...
...e pure "frate", risalente ai tempi della prejuniores: evidentemente dev'esserci stato un fraintendimento di barbe!

A bruciapelo: quale posizione occuperà secondo te l'Edilbasso a fine campionato?
Ti consegno la risposta in busta chiusa, altrimenti rischio davvero il linciaggio. Ho un'idea abbastanza precisa, ma ormai la scaramanzia ha talmente preso piede all'interno della nostra squadra che se la mia profezia non si realizzasse, sarei immediatamente defenestrato...

Il migliore e il peggior allenatore avuto?
A parte l'attuale, ho già manifestato più volte la mia grandissima stima per Aleksander Skiba. Il peggiore? Non è propriamente un allenatore, ma direi l'attuale DS Santuz nella gestione del dopo-Babini qui a Padova due anni fa. Forse rischio qualcosa con questa risposta, ma tanto ho un triennale...

E dei palleggiatori cosa mi dici?
Il migliore con cui ho attaccato una palla è stato senza dubbio Tofoli. Ero ad un collegiale con la Nazionale Juniores e abbiamo fatto un allenamento con alcuni membri della Nazionale maggiore: ho avuto la fortuna di finire in squadra con Paolino... Il peggiore è stato invece un vecchio compagno dei tempi delle giovanili: Carlo Mario, non proprio le stesse mani!

Il giocatore più simpatico e quello più antipatico?
Il più simpatico è il nostro Gus-Tovo. Per l'antipatia bisogna distinguere tra atteggiamento in campo, e allora di antipatici ce ne sono davvero tanti, e comportamento al di fuori del perimetro di gioco. Per esempio Vermiglio e Castellano, con i quali ho poi un rapporto normalmente amichevole, in campo non ispirano certo tanta simpatia.

Certo che Castellano (vedi intervista a Andrea Garghella) è già a due segnalazioni: ma è davvero così insopportabile?
In campo sicuramente: è molto grintoso e tende ad eccedere un po' troppo nell'esultanza. Poi fa un sacco di punti e non si riesce a capire come...

Passiamo ad un argomento purtroppo sempre attuale: il doping. Esiste nel volley?
No, non almeno nell'accezione comune...

Io non credo che il problema risieda tanto nei limiti consentiti dai regolamenti, quanto nella cultura che un certo sistema produce e trasmette. L'integrazione spinta in tal senso non è comunque una forzatura del significato originario dello sport?
Per quanto mi riguarda assolutamente no, ma rispondo a titolo personale. Trovo assai diverso lo spirito con cui prendo integratori per recuperare più velocemente o per evitare di farmi male durante il periodo di carico di pesi rispetto a chi fa uso di aiuti esterni esclusivamente per migliorare la propria prestazione, rendendola indipendente dai meriti personali. Per quel che riguarda lo spirito sportivo penso che siamo i primi a tradirlo quando protestiamo eccessivamente, e magari in malafede, per una decisione arbitrale...

La tua stagione sportiva è sin qui caratterizzata da numerose ottime prestazioni. Qualche pensierino alla Nazionale e alle vicine Olimpiadi di Atene?
Il pensiero è sicuramente presente, nonostante una concorrenza molto agguerrita. Magari le Olimpiadi 2004 sono un sogno irrealizzabile, però ciò non significa che ci rinunci in partenza e che non lotti con la palla fra i denti sino all'ultimo per mettermi in luce.

Tu sei sicuramente uno dei giovani più interessanti del campionato. Non ti infastidisce questo continuo parlare dei grandi vecchi del volley e il relativo silenzio sulle giovani leve?
In effetti è una situazione che si trascina da parecchio tempo e fa parte di un modo di pensare tipicamente italiano per cui vale di più un ex-campione piuttosto che un futuro tale; tuttavia mi pare che sia un discorso che vale soprattutto per la stampa e per chi vive abbastanza all'esterno del nostro mondo piuttosto che per gli addetti ai lavori.

Qui a Padova sei praticamente considerato un figlio. Però, ammettiamolo: quanto è fastidioso il Presidente quando se ne sta appollaiato dietro la panchina?
No, non molto... Tranne quando mi tira i capelli nodosi tra un set e l'altro!

Il tuo futuro pallavolistico: ti piacerebbe diventare una sorta di bandiera della pallavolo patavina oppure preferiresti già nell'immediato confrontarti in una realtà di vertice, in grado di lottare per lo scudetto?
Sinceramente devo dire che il pensiero di restare a Padova anche per l'intera carriera mi ha sfiorato più di una volta, ma il mio futuro, anche extrapallavolistico, è così incerto che fare programmi a lunghissimo termine mi fa abbastanza ridere.

A proposito: campione in campo e studente modello fuori... Hai già scelto dove concentrare le tue indubbie qualità?
Si tratta di un dubbio che ha caratterizzato la mia vita negli ultimi due/tre anni e a cui ancora non sono riuscito a rispondere; l'ipotesi di lavoro per ora è di continuare a giocare finché posso ai massimi livelli e poi mi ritirerei in laboratorio, per prendere le varie forme di riconoscimento necessarie alla carriera di ricercatore. Nel frattempo, l'ipotesi di una seconda laurea, magari in Matematica, si sta facendo largo tra le possibilità.

Siamo passati dalla pallavolo alla sfera privata. Single o fidanzato?
Felicissimamente fidanzato da cinque anni con Sabina.

Quasi scontato: sinistra o... estrema sinistra?
Estrema sinistra, ci mancherebbe!

E ora le classiche scelte per l'isola deserta: disco, film e libro...
Nell'ipotesi, la questione più dolorosa, oltre ovviamente a non poter portare la morosa, sarebbe quella di limitare la scelta a tre soli superstiti tra tanti amati. In ogni caso non potrei proprio rinunciare ad una copia in vinile di "Sergent Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei Beatles e all'ennesima visione de "L'attimo fuggente" di Peter Wier con Robin Williams. Almeno per i libri, in virtù del mio passato di prigioniero politico, chiedo la libertà di portar con me due titoli: l'"Ulisse" di James Joyce e il testo di Biologia dello Sviluppo di Scott F. Gilbert ("Developmental Biology").

Brandendo con una mano la paletta e con l'altra il prossimo rinnovo contrattuale, chiudiamo con l'ultima e ormai classica domanda: in cosa consiste il fondamentale ruolo del palettaro?
Tirarti su quando vieni cambiato e fatto sedere in panchina, con occhiate di profonda e sentita comprensione fraterna.

Ringraziandoti per la chiacchierata, hasta siempre compagno Leo!

Però, però, però...

"Compagno sì, compagno no, compagno un caz" cantava il buon Ricky Gianco e a noi è pervenuta da fonte anonima questa foto in cui il no-global Leo appare ben soddisfatto di esporre uno splendido gadget griffato dalla multinazionale del consumo equo e solidale Coca-Cola e una bellissima agenda della giunta progressista di Padova, guidata dal sindaco Giustina (Mal)Destro. Inoltre attendibili testimoni oculari affermano che, mentre la città si fermava in occasione dell'ultimo sciopero, il nostro atleta se ne stava spaparanzato in piscina ad ordinare l'ennesimo cocktail e un nuovo piattino di salatini al cameriere... Speriamo si tratti solamente di invidiose voci maligne e che il buon Morsut non smarrisca la buona strada.



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