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30 marzo 2005

CERTEZZA MATEMATICA... O NO? 

Noi lo diciamo sottovoce, anche perché non siamo certo dei geni in matematica né dagli analisti così sopraffini dal valutare tutte le possibili combinazioni di risultati (non crediamo che le frequenti vittorie a Forza4 siano una credenziale tanto attendibile), ma non ci abbiamo dormito la notte e ci pare che la qualificazione ai play-off del Sempre Volley sia un dato certo. L'Edilbasso può essere infatti raggiunta e scalzata dalle magnifiche otto a quota 40 solo da Vibo Valentia (attualmente nona), ma a quel punto è altrettanto sicuro che la Bre Banca Lannutti Cuneo non può superare quota 39 in virtù dello scontro diretto tra i piemontesi e i calabresi. Di sicuro stiamo sbagliando qualcosa, ma per non saper né leggere né scrivere iniziamo già ora a celebrare questo importante traguardo, raggiunto da Padova per il secondo anno consecutivo. Come l'anno scorso, Dall'Olio - uno che alla roulette gioca contemporaneamente sul nero, sul rosso e pure qualche spicciolo sullo zero - anche di fronte all'evidenza della matematica non si arrenderà e continuerà a predicare prudenza, sostenendo che la strada è ancora lunga.

Mentre la squadra è già in viaggio alla volta di Perugia - dove cercherà di conquistare un ancora più storico quarto posto - e gli uffici della società allo Stadio Euganeo sono stati liberati per il fondamentale e ricco d'appeal incontro calcistico tra Italia e Islanda, ci siamo dimenticati domenica di riciclare la solita battuta a sfondo politico, ma rimediamo con qualche giorno di ritardo. Non so se avete notato, ma negli spalti del San Lazzaro c'è stato un po' di panico tra quei tifosi che si dichiarano vicini a Forza Italia: era infatti giunta loro notizia dell'entrata in vigore dell'ora legale.

Ma non si tratta certo della dimenticanza più grave. Nonostante il doveroso risalto dato alla news nell'apposito spazio qui sopra, il Presidente ha clamorosamente mancato di ricordarsi del compleanno della first lady bianconera (che invece ringrazia sentitamente i lettori per gli auguri ricevuti via blog). Siamo sicuri che non sarebbe accaduto se ci fosse stata la pallavolo di mezzo...

29 marzo 2005

DOLCE UOVO DI PASQUA 

Può il mediocre scriba esimersi dall'iniziare il pezzo di questi giorni festivi senza riferirsi all'usata ed abusata immagine della sorpresa nell'uovo di Pasqua? Ovviamente no ed eccoci a scrivere del piacevole dono che l'Edilbasso ha riservato ai suoi (tanti, sempre di più) supporters di ritorno dalla classica gita di fuori porta.

Poco più di un'ora per sbrigare la pratica Marmi Lanza Verona con un rotondissimo tre a zero: i bianconeri sono stati più forti di tutto, sfatando anche il luogo comune che vuole le squadre di volley patavine in difficoltà quando a bordo campo siede Stefano Edel. I tre punti proiettano Padova al quarto posto in coabitazione con l'RPA Perugia e proprio giovedì in Umbria si giocherà una sorta di spareggio per la prestigiosissima posizione a ridosso di Piacenza, Macerata e Treviso. Per quanto la matematica non dica ancora nulla di certo, la partecipazione ai play-off del Sempre Volley pare ormai un dato acquisito e le ultime due giornate serviranno in pratica solo a stabilire quale posizione della griglia occuperà la nostra squadra. Convinto del contrario solo il prudente coach Francesco Dall'Olio, secondo cui è ancora prematuro parlare addirittura di salvezza: vedi mai che ci appioppino una penalizzazione di venti punti per divisa irregolare...

Il derby contro gli scaligeri ha visto una prestazione mostruosa di Domotor Meszaros (91% in attacco!!!), ben supportato da un ispiratissimo Meoni, e la conferma del buonissimo momenti di forma di Morsut e dei due centrali. Sulla strada della piena riabilitazione, dopo i balbettii di metà stagione, anche il libero Marco Vicini. A scopo precauzionale non è stato dell'incontro invece il centrale Davide Tovo; somma delusione per chi si aspettava l'inclusione in organico di Andrea Canazzo: ad indossare la maglia numero dieci in luogo del centrale rodigino è stato il giovanissimo Luca Beccaro, ossia un ingaro spettatore che si trovava nei pressi del San Lazzaro alle sei e mezza del pomeriggio. In virtù del successo dell'iniziativa, le diaboliche menti dirigenziali dell'Edilbasso stanno pensando di mettere all'asta su eBay ogni domenica un posto nei dodici che scendono in campo.

Nemmeno il tempo di festeggiare ed è già tempo di pensare al turno infrasettimanale di giovedì. Siamo contenti di aver finalmente sentito dalla bocca di un giocatore, nel caso specifico Leonardo Morsut - uno che di sicuro raramente dice banalità - a "Zona Volley", parole positive per il susseguirsi ravvicinato degli impegni agonistici: come diceva il compianto Omar Sivori giocare ogni tre giorni significa essenzialmente saltare noiosissimi e stancanti allenamenti per dedicarsi invece all'essenza dello sport, ossia i punti in palio.

L'assenza di squadre italiane dalle final four di Champions League ha un po' oscurato, com'è triste vezzo - causa non elevatissima cultura sportiva media - alle nostre latitudini, il trionfo del Tours nella massima competizione continentale. L'unico motivo per cui qualche mass media ha dato spazio all'evento è ovviamente la presenza di un italiano (Roberto Serniotti) alla guida dei transalpini e così in tante articolesse abbiamo potuto leggere che c'è un bel pezzo di Italia in questa vittoria. A parte che Serniotti ha vinto perché bravo (e comunque non tanto più dei vari De Kergret, Henno e Nikolov) e non perché italiano, non ricordiamo di aver letto molti analoghi pezzi sul forte carattere argentino in occasione delle vittorie nel club e in nazionale delle squadre di un certo Julio Velasco...

Vorremmo chiudere il pezzo com'è iniziata la partita, ossia con un intenso e rispettoso minuto di silenzio per degli amici. Ma il flusso degli eventi impone di andare avanti con le stupidate e le piccole cose della vita di tutti i giorni. Una vittoria sportiva non significa nulla o quasi, ma è la piccola e unica risposta che potevamo dare. Ci avevi chiesto, scherzando, un tre a zero. E tre a zero è stato. Col cuore. Per te. Per voi.

23 marzo 2005

POTEVA ANDARE MEGIUS 

Alla fine abbiamo ricevuto il tanto agognato accredito stampa, quindi, per dimostrare di non essere andati lì solo per fare public relations e per accedere al ricco buffet riservato ai giornalisti, apriamo volentieri una parentesi rosa all'interno del nostro blog.

Il Palasport Arcella, gremito come non mai, ha visto ieri il Megius Volley Club Padova opporsi al Fornarina Civitanova Marche per la conquista della Coppa Italia di serie A/2 femminile. L'apporto del pubblico di casa (numeroso, ma al solito, come da tradizione delle platee padovane, alquanto restio a sostenere la squadra con cori nei momenti di difficoltà) e il primato solitario in classifica delle ragazze di coach Daniele Rampazzo non sono stati sufficienti per incutere timore alle avversarie, forse più avezze - specie in alcune individualità davvero interessanti (Antonella Bragaglia e Erma Brinkman su tutte) - a gestire partite con qualcosa di importante in palio. Il Megius è uscito sconfitto seccamente per tre a zero, ma ugualmente a testa alta. La Coppa Italia ha preso - con pieno merito - la strada delle Marche, ma da qui si può e si deve ripartire per soddisfazioni future che certamente non mancheranno.

Solitamente consideriamo la pallavolo femminile una pratica di una noia mortale: abituati alle bordate di Simeonov & C., gli scambi infiniti con la palla che non ne vuole proprio sapere di cadere a terra ci fanno quasi addormentare e quasi sempre ci troviamo a tifare, qualsiasi siano le formazioni in campo, per chi vince il primo set, nella speranza che lo strazio termini quanto prima. Ieri invece abbiamo seguito con apprensione e viva partecipazione - come noi anche Massimo Salmaso (concorde nel giudizio generale sul volley rosa) del Gazzettino, nonostante la delusione per l'assenza dell'annunciata commentatrice Rai Anna Maria Marasi - le vicende del Megius, proprio come se a lottare per quel traguardo ci fosse il Sempre Volley e alla fine ci siamo trovati purtroppo a rivivere le medesime sensazioni di delusione e sconforto successive allo sfortunato week-end di Coppa Cev a Palma di Maiorca. Forse perché in questa squadra e in questa società rivediamo tanti tratti che caratterizzano da anni l'avventura bianconera.

Risultato finale a parte (sul quale forse pende anche la presenza a bordo campo di Stefano Edel, penna prestata dal calcio e decisamente poco fortunato nelle tre partecipazioni da inviato a final four con squadre cittadine coinvolte), sono quindi doverosi i complimenti per un'altra bella realtà che, tra le mille difficoltà economiche che ben conosciamo, tiene altissima la bandiera del volley cittadino. La tre giorni di Coppa Italia è stata organizzata benissimo (complimenti al direttore generale Paolo Carminati e, a cascata, a tutto lo staff), mentre sul campo la squadra è lanciata verso un'inattesa e quanto mai sorprendente promozione nella massima serie. La pallavolo si conferma quindi la regina degli sport all'ombra del Santo: grosse soddifazioni arrivano non solo dall'Edilbasso, ma anche - citando la bellissima e poetica definizione di Mao Tse Tung - sotto l'altra metà del cielo.

Poteva andare Megius. Ma ci saranno altre occasioni per festeggiare. E noi saremo in prima fila ad applaudire. Se poi invece serve un palettaro, ditemi dove inviare il curriculum...



21 marzo 2005

PALAVERDE BIANCONERO 

Alla notizia che Venceslav Simeonov non sarebbe stato della partita, i più pessimisti tra i tifosi bianconeri, alla stregua dei più smaliziati trader borsistici, si sono affrettati a pronosticare l'ennesima facile vittoria della Sisley al Palaverde contro i poveri cugini padovani, vittime predestinate dei campioni d'Italia. Senza sapere che anche gli orogranata dovevano fare il conto con qualche "leggerissima" assenza: Gustavo, Fei e Cisolla hanno infatti seguito sin dall'inizio la gara dalla panchina, mentre nell'ultimo set - quando si dice che piove sul bagnato - anche capitan Papi ha dovuto alzare bandiera bianca per un piccolo accenno di crampi. Che i trevigiani abbiano una panchina lunghssima è cosa risaputa, ma senza dubbio in pochi potevano prevedere che in campionato Gravina, Gaspar, Kovacevic e Casoli sarebbero mai stati in campo contemporaneamente.

Attenzione però a non ridurre la bella vittoria dell'Edilbasso ad una mera serie di circostanze fortunate. Chi conosce da vicino l'ambiente trevigiano sa benissimo che la secca sconfitta dell'andata non è ancora stata digerita dai dirigenti della Ghirada e quindi - nonostante la Sisley possa permettersi senza troppe ripercussioni in classifica ogni tanto delle sconfitte in regular season, specie durante i periodi di maggior carico fisico - non si è trattato, come forse tutta l'Italia pallavolistica immaginerà, di un gentile regalo. Le percentuali finali di Padova fotografano comunque una squadra in salute, attenta in ricezione, presente a muro e efficace in attacco. E, comunque sia, anche cogliere le eventuali disgrazie e disattenzioni altrui è segno di forza e di maturità: quante volte infatti ci siam trovati a rimpiangere le occasioni favorevoli perse per strada? E invece questa volta il palazzetto di Villorba è capitolato in quattro set, per la gioia dei tanti tifosi giunti sino a Treviso per sgolarsi e poter raccontare un giorno di esserci stati quella volta che Padova conquistò sei punti su sei (!!!) nei due derby stagionali. Immaginiamo anche il sorriso larghissimo dei supporter della "curva Somec" questa mattina alla macchinetta del caffé: soddisfazione doppia aver vinto proprio in territorio ben noto, dato che l'azienda si trova in provincia di Treviso.

Il lungo elenco di assenze non ha inficiato i contenuti tecnici della sfida, sebbene sarebbe stato interessante vedere un faccia a faccia diretto tra i due opposti candidati a vestire la maglia azzurra in vista del prossimo ciclo olimpico. Il giovane Orel, alla sua prima esperienza assoluta da titolare, ha retto il campo dignitosamente: le percentuali di attacco alla fine non sono favolose, ma non spiegano del tutto l'intelligenza di alcuni colpi (meglio permettere una rigiocata sul proprio campo che farsi murare sonoramente) e l'attenzione nella tattica di muro. Strepitosa in tutti i sensi, invece, la prova di Leonardo Morsut: il riposo, più o meno forzato, di Palma di Maiorca inizia a dare i suoi frutti. Leo ha guidato da vero condottiero la squadra nei momenti di difficoltà, prendendosi anche la responsabilità degli attacchi decisivi nei momenti topici dei diversi parziali. Da capogiro poi le combinazioni fra capitan Meoni e i due centrali: Golas e Bontjie hanno messo giù praticamente (il polacco invero letteralmente: dieci su dieci!) ogni pallone passatogli tra le mani, a dimostrazione che per vincere una partita che sulla carta si è già messa bene, poi gli attacchi bisogna davvero metterli a terra. A corrente un po' alternata, ma cresciuto alla distanza e con sprazzi da campionissimo, la prestazione di Meszaros. Alla fine, però, il vero quesito degli addetti ai lavori era questo: va bene il tre a uno finale, ma con Stelmach in campo non si sarebbe vinto assai più agevolmente?

Di bene in Megius. Con un titolo degno del Guerin Sportivo degli anni d'oro (nella nostra infanzia siamo stati folgorati da un insuperabile "Mal di Pancev", secondo solo ad un mitico "La coscienza di Zeman"), doverosa parentesi finale dedicata alle ragazze del Volley Club Padova. Non solo le rappresentanti del volley cittadino sotto l'altra metà del cielo stanno conducendo con pieno merito il campionato di A/2, ma hanno anche conquistato, contemporaneamente alla nostra vittoria nel derby, l'accesso alla finalissima della Coppa Italia di categoria. Martedì sera alle otto e mezza saremo quindi sicuramente - sia che ci venga o meno generosamente elargito un accredito stampa - al Palasport Arcella a tifare calorosamente per il Megius, nella speranza che la società di Lino Borgo e Romeo Zilio (uno che in quanto a vulcanicità assomiglia molto ad un Presidente che conosciamo assai bene) possa portare a casa la prima di una lunga serie di meritatissime soddisfazioni. Spinato e compagne di sicuro arriveranno all'appuntamento preparate al meglio: lo può confermare un vecchio allievo di coach-professor Daniele Rampazzo.

16 marzo 2005

ANCORA DERBY 

Ritrovato in quel di Piacenza lo spirito di gruppo, i ragazzi di Francesco Dall'Olio si preparano ad un'altra sfida sulla carta impossibile: domenica andrà infatti in scena al PalaVerde l'ennesimo derby tra Edilbasso e Sisley.

Di sicuro i presupposti del match sono assai differenti rispetto a quelli della stagione passata, quando i trevigiani erano in formazione rimaneggiata e reduci da un periodo alquanto balbettante (culminato con la clamorosa eliminazione dalla Champions League ad opera del Tours), mentre i padovani tentavano, sull'onda di alcune importanti vittorie, l'aggancio all'alta classifica. Qualcuno riteneva i bianconeri addirittura favoriti per quella partita e infatti dalla città del Santo molti tifosi decisero di seguire fiduciosi la squadra sino a Villorba. Risultato? Un'asfaltata senza precedenti: ricordiamo solo che molti amici riuscirono a tornare a casa, farsi una doccia, prepararsi un the e gustarsi tranquillamente in tempo le immagini dell'incontro su Rai Tre, trasmesse in differita di appena una cinquantina di minuti.

Nel frattempo prosegue con ritmo spedito l'opera di ammodernamento della Lega Pallavolo. In quest'ottica - e non certo per creare un altro po' di poltrone da spartire, come invece sostengono i maligni - da qui a breve verranno istituite ben otto Commissioni di consulenza su diversi progetti o temi di studio. Probabilmente nemmeno alla Nasa esistono così tante ramificazioni di ruoli e pianificazioni, ma evidentemente il movimento del volley è talmente complesso da render necessari questi "tavoli di esperti" (sic). Che poi, nella nostra modestissima esperienza universitaria di uditori di questo genere di incontri, l'unica cosa concreta che ci ricordiamo è l'invidia per le bottiglie di acqua minerale fresca di fronte ai relatori: mai, in tanti anni, che sia uscita un'idea realizzabile e innovativa...

Comunque le prime tre Commissioni sono già al lavoro: quella Ammissione Campionati, quella Planning (i primi incontri, tra l'altro, serviranno a chiarire di cosa diavolo dovranno occuparsi) e quella relativa all'Attività Giovanile. Sorpresa delle sorprese: nonostante ciascun gruppo sia composto da una quindicina di persone (dirigenti, collaboratori, segretari, rappresentanti degli atleti, allenatori, presidente, amministratore delegato e... project leader. Anche in questo caso vai a capire di cosa si tratta), per ora il Sempre Volley non ha alcun rappresentante in nessuna di esse. Certo, qualora istituissero la Commissione Gestione Cambi e Time Out si spera venga presa in considerazione la candidatura a project leader di un potenziale candidato bianconero...

In occasione della trasferta di Palma di Maiorca alcune persone ci hanno suggerito nuove possibili rubriche - gettonatissima quella per cuori solitari - per arricchire il blog: ci stiamo pensando. Altri invece ci rimproverano di utilizzare talvolta vocaboli troppo ricercati e complessi: ovviamente si tratta di una clamorosa montatura, perché di nostro conosciamo le solite cinque parole in croce e ci affidiamo al dizionario per arricchire un po' queste righe. Tuttavia riteniamo utile iniziare a studiare meglio la nostra bella lingua. La prima lezione riguarda un termine poco noto, ma di strettissima attualità:



14 marzo 2005

SEGNALI DI RIPRESA 

Di questi tempi in casa Edilbasso & Partners bisogna accontentarsi dei segnali e se qualcuno cercava una risposta positiva, soprattutto in termini di atteggiamento del gruppo, al deludentissimo week-end di Coppa Cev, a Piacenza ha visto una squadra viva, battagliera e in grado di lottare per lunghi tratti ad armi pari con la capolista. Nel nostro piccolo già sabato, dopo aver assistito ad un allenamento di rifinitura molto buono, avevamo colto nell'aria qualche segnale di pronto riscatto ed eravamo pronti a scommettere su un dignitoso esito della sfida a Cavallini & C.

Tutti aspetti positivi che però, a fronte del tre a uno finale per i padroni di casa, non portano punti in classifica: a quattro giornate dalla fine della regular season c'è un affollato assembramento di squadre dal quarto al decimo posto e bastano una vittoria inaspettata o un inatteso passo falso a creare fluttuazioni improvvise tra i quartieri nobilissimi della graduatoria e la zona anonima di chi non disputerà nemmeno i play-off. Eventualità che sembra alquanto improbabile - immaginiamo che i nostri circa cento lettori maschili siano a contatto con circa duecento oggetti scaramantici - per Padova, visti anche gli incroci del calendario, a patto di giocare come ieri anche contro avversari sulla carta alla portata dei bianconeri.

La sfida del nuovissimo PalaBanca (un impianto costruito in fretta e furia e che, con l'inevitabile usura del tempo, concorrerà col San Lazzaro per il titolo di più brutto palasport d'Italia) sarà a lungo ricordata per il più incredibile errore arbitrale cui abbiamo mai assistito. Chi ci conosce bene è perfettamente a conoscenza del nostro rifuggire qualsiasi forma di vittimismo legata alle decisioni errate dei direttori di gioco, ma sicuramente una svista clamorosa - una palla out di almeno mezzo metro - in occasione di un set point di un parziale ai vantaggi (25-24 del secondo set con i nostri già avanti per un set a zero) non può avere lo stesso peso specifico di un errore in una fase più tranquilla della partita. Stigmatizziamo sia l'aggressivo capannello dei giocatori attorno al segnalinee che la successiva e prolungata reazione veemente del Presidente (i cui atteggiamenti, degni eredi dei migliori exploit dei vari Costantino Rozzi, Romeo Anconetani e Luciano Gaucci, potranno pure essere autentici e piacere al popolino per la loro sanguigna genuinità, ma gran poco rispecchiano l'insieme di valori sportivi che il Sempre Volley vuole trasmettere all'esterno), ma non possiamo domandarci come mai i due arbitri non abbiano avuto il coraggio di invertire un'indicazione così palesemente errata del giudice di linea. Portato a casa il regalo, la Copra ha potuto poi sfruttare il nervosismo in campo patavino e far suo abbastanza agevolmente il terzo set: le partite non si fanno con i se e con i ma, però sul due a zero la musica sarebbe probabilmente stata assai differente...

Ciò che ci fa sorrider - un sorriso amaro, ovviamente, com'è nel nostro stile - maggiormente è che certe lezioni di stile e bon ton arrivino dai dirigenti della Copra Piacenza. Persone, per esempio, abituate a sbraitare sistematicamente (quindi non in buona fede, ma, per intenderci, alla Recine) su ogni pallone dubbio e che farebbero meglio a pensare all'atteggiamento dei propri ragazzi prima di attribuire lezioni di galateo da non si sa quale cattedra. Sempre un piacere poi vedere un tipo come il direttore generale biancorosso Giorgio Varacca (uno da cui non compreremmo neppure una bicicletta usata: in primo luogo perché di sicuro ci rifilerebbe un rottame e poi chissà a quanto la fatturerebbe...) ridersela sotto i baffi: immaginiamo, perché in Italia lo sport è una faccenda seria, che si tratti solo di una curiosa omonimia col dirigente coinvolto in un paio di crac finanziari nella defunta Maxicono Parma.

A questo punto sarebbe davvero stimolante ritrovare la Copra, magari proprio al primo turno dei play-off. I piacentini hanno senza dubbio una squadra molto valida e spettacolare, ma con precisi e ben identificabili punti deboli. Padova può ripartire da questa buona prestazione per prendere lo slancio necessario per affrontare al meglio il rush finale di fine stagione: la prossima tappa, praticamente impossibile, è quella del Palaverde. Ma chissà che, oltre ai segnali, non arrivi da Treviso anche un insperato punticino.

11 marzo 2005

DALLA COPPA ALLA COPRA 

Smaltite le fatiche dell'infinito viaggio in Spagna, con l'approssimarsi della sfida alla Copra Piacenza si torna in pieno clima campionato.

L'Edilbasso occupa ancora la quinta posizione della classifica, ma il calendario propone ora due sfide sulla carta quasi impossibili mentre dietro squadre in buona forma come Modena e Vibo Valentia sgomitano per trovare un posto tra le prime otto: nessuno deve quindi considerare come già acquisito l'accesso ai play-off e strappare qualche punto in campi difficili potrebbe risultare alla fine decisivo.

Se a Padova ancora non si è smaltita la delusione per l'infausto esito della due giorni di Coppa Cev, non è che in altre piazze la situazione sia tanto migliore. A Trento, per esempio, è saltata la panchina del professor Silvano Prandi, autentico mostro sacro della pallavolo italiana: non conosciamo i retroscena interni dell'Itas Diatec, ma di certo la società del patron Mosna non ha brillato per eleganza sia nei comunicati stampa che nelle dichiarazioni, ricche di una poco riuscita ironia, in tv. Con Sky a fare da tappettino (ma in pratica era una questione di famiglia tra i due Dallari) e nessun giornalista che si sia sognato di chiamare in causa l'assente su cui si stava gettando allegramente fango oppure porre qualche domanda scomoda alla dirigenza di sicuro non priva di colpe. La Sisley Treviso, ancora sconfitta dal Lokomotiv Belgorod, esce invece malamente di scena dalla Champions League principalmente in virtù dell'imbarazzante gara di andata in Russia in cui ha raccolto la miseria di 48 punti in tre set: se anche una corazzata come quella orogranata fatica nelle competizioni internazionali e paga lo scotto di tanti impegni ravvicinati (era reduce dalla cavalcata vincente in Coppa Italia), allora la situazione del volley italiano non è davvero delle più rosee. Per finire ci segnalano a Modena una curiosa protesta dei giocatori che, per criticare il comportamento della società, hanno deciso di astenersi - comunicandolo su carta intestata Daytona! (paradosso nel paradosso: forse non avevano nemmeno i soldi per comprare un banale foglio protocollo in una tabaccheria...) - da qualsiasi intervista e manifestazione pubblica: succedesse una cosa simile nell'NBA... Di fronte a tutte queste situazioni un po' sorridiamo ripensando ai presunti casi padovani: piccole incomprensioni, normalissime nelle altre realtà, ma ingigantite in mancanza di altro materiale da scoop.

Tornando al volley giocato ci segnalano da Piacenza gli acciacchi di Bovolenta, Marshall e Anderson. La speranza è che coach Travica sia abbastanza previdente da risparmiarli in vista dei prossimi impegni della Copra.

08 marzo 2005

EDIZIONE STRAORDINARIA:
PALMA DE MALLORCA CEV CUP FINALS 2005
 

Quello di Palma di Maiorca è stato un fine settimana lungo, anzi lunghissimo e purtroppo contrassegnato dall'ultimo posto: quella patavina è stata infatti l'ultima delegazione a raggiungere nel primo pomeriggio di venerdì la capitale delle isole Baleari, l'ultima sul campo con due sconfitte che definire deludenti è davvero poco e, infine, anche l'ultima a tornare a casa.


Una palma di Palma.

Sovvertendo l'abituale ordine cronologico di un diario, partiamo dalla fine. Un ritardo nell'atterraggio del volo da Palma a Barcellona per un minuscolo incendio nei pressi della pista di arrivo ha fatto perdere la coincidenza aerea alla comitiva della Somec e così cinquantuno persone tra atleti, staff, dirigenti, giornalisti e tifosi al seguito si son trovate di fronte all'assoluta incapacità della compagnia Iberia nel trovare una rapida alternativa per un atterraggio diverso in Italia. A facilitare le cose, nella clamorosa disorganizzazione generale, l'atteggiamento pacato del nostro gruppo: il giornalista Stefano Edel e il tifosissimo Paolo Morandi erano già pronti a dichiarare guerra alla Spagna, rivendicando - tra un'invettiva e l'altra - la superiorità delle penne alla matriciana sulla paella e i gol di Paolo Rossi al Santiago Bernabeu di Madrid nel lontano mondiale del 1982. Scongiurato l'intervento della guardia civil a cavallo (ma ci chiediamo cosa sarebbe successo se nel disguido fossero incappati Bruno Basso e Maurizio Sartorati, già particolarmente sereni per i risultati sul campo), l'unica soluzione trovata è stata quella di pernottare nella città catalana. Un finale di viaggio accolto proprio a malincuore (un po' come la designazione di Palma per le Final Four), specie da chi non era oberato da imminenti impegni lavorativi. Nella notte la truppa bianconera ha così potuto ammirare - guidata da un Leonardo Morsut che, smesse le vesti del giocatore (invero indossate gran poco, come vedremo avanti), si è improvvisato ottimo Cicerone - le bellezze della città disseminata dalle testimonianze del genio architettonico di Antoni Gaudì. L'unico rammarico consiste nella mancata illuminazione della Sagrada Familia (i meno ferrati in storia dell'arte pensavano si trattasse di una replica del quartiere della periferia patavina), la misteriosa e imponente cattedrale incompiuta, ma il fascino di Barcellona regala sempre emozioni incredibili. Tanto che alla fine in pochi hanno visto con così tanto dispiacere lo slittamento di un giorno del rientro in Italia: semmai più di qualcuno ha oggi storto la bocca per il regolare atterraggio su Venezia, nella remota speranza che qualche altro inconveniente tecnico regalasse un insperato sbarco a Parigi, Londra, Stoccolma oppure Amsterdam (nel caso, però, sarebbe stato assai rischioso un antidoping al termine della prossima sfida di campionato).


Accrediti stampa per testate poco note in Spagna.

A gioire del giorno di vacanza supplementare anche i dipendenti della Somec, perché, si sa, quando i gatti sono in giro i topi ballano... In viaggio erano infatti presenti i figli dei fratelli Sossai e alcuni dirigenti della ditta, tutti responsabili nelle più disparate aree aziendali: in pratica, oltre alla figura barbina rimediata sul campo, i pazientissimi e simpatici manager di San Vendemiano hanno anche dovuto sopportare qualche disguido nella normale vita d'impresa. Ma, siamo sicuri, anche questa è stata un'occasione per conoscersi meglio e piacersi vicendevolmente sempre di più.

L'imprevisto fuori-programma allla fine si è dimostrato, oltre che un piacevole diversivo turistico, anche un modo per cancellare subito il ricordo della pessima prestazione sportiva offerta sul campo dal Sempre Volley. E qui veniamo alla cronaca sportiva più stretta. Potranno dirvi tante cose, anzi tantissime: dal calendario così ricco di impegni ravvicinati all'innegabile questione della panchina corta, dalla scelta di anticipare anziché posticipare la gara di campionato con Modena alle difficolta di adattamento alle traiettorie del pallone Mikasa, dalle problematiche logistiche al sorteggio maligno che ci ha subito visti di fronte ai calienti padroni di casa, passando per i numerosi e preventivabili errori arbitrali. Si può optare per uno qualsiasi di questi alibi, ma si nasconderebbe la più semplice delle verità, ossia il totale fallimento sportivo della spedizione in Spagna.

Nessuno pretendeva di tornare in Italia con la Coppa Cev in valigia né si ignoravano tutte le insidie di questa intensa due giorni, ma l'accesso alla finale era davvero l'obiettivo minimo. Anche perché, sinceramente, prima gli spagnoli del Son Amar, seppur sopportati da un tifo incredibile, e poi i francesi del Lille Tourcoing hanno alla fine dimostrato un tasso tecnico analogo a quello di una formazione del campionato di A/2 italiano e forse nemmeno delle migliori. Certo il Mallorca contro Somec e Lube ha probabilmente tirato fuori dal cilindro le prestazioni della vita, ma questo non significa certo nascondere il fatto che per strada qualche errore, forse anche grave, è stato commesso.


Tutto pronto per la semifinale.

Il dubbio fondamentale è chiedersi se la Somec ha affrontato queste gare sfruttando tutte le armi a propria disposizione, sia tecniche che caratteriali. Se da quest'ultimo punto di vista non si può far altro che appellarsi all'orgoglio di ogni singolo giocatore - e nel caso l'atteggiamento con cui si è scesi in campo nella finalina (per quanto in qualsiasi manifestazione sportiva la sfida per il terzo e il quarto posto è quanto di più assurdo e inutile ci possa essere) è davvero qualcosa di vergognoso, come rivelato con un pizzico di rabbia e di delusione da un invece generosissimo capitan Meoni - relativamente al primo punto si arriva dritti dritti alla questione che tanto ha appassionato, forse con qualche prevedibile forzatura giornalistica nei titoli, gli inviati di lusso di Mattino e Gazzettino, Stefano Edel e Adriano De Grandis. Ci riferiamo, ovviamente, alla decisione del tecnico Dall'Olio di non schierare, nemmeno per un secondo di gioco, Leonardo Morsut, affidandosì così per il ruolo di seconda banda esclusivamente ai pur volonterosi Stelmach e Garghella. Una scelta - ci preme ribadirlo - esclusivamente tecnica, perché lo schiacciatore padovano aveva ricevuto l'ok dei medici per scendere in campo. Non sempre - anzi quasi mai - concordiamo con le reazioni a caldo, magari sull'onda emotiva di una sconfitta, del Presidente e per questo, sfruttando una certa confidenza, lo abbiamo allontanato di peso dall'area dei giornalisti dopo la batosta in semifinale, ma una volta tanto sposiamo in pieno la linea della delusione societaria per l'atteggiamento di Pupo. Questo soprattutto in virtù della completa fiducia riposta dalla struttura del Sempre Volley nel proprio staff medico (certe dichiarazioni vanno anche lette nell'ottica di una doverosissima difesa della professionalità di Paola Pavan e Luigino Zulian): perché qui non si discute se sia giusto o meno far giocare Morsut (Dall'Olio è pagato per prendere queste decisioni e capisce di volley più di tutti i dirigenti e i tifosi messi insieme), ma piuttosto di assumersi, ciascuno nel suo campo specifico, le responsabilità delle scelte. Perché se i medici dicono che un giocatore è disponibile al 100%, poi non si può affermare in conferenza stampa che la sua esclusione è dovuta essenzialmente a problemi di natura fisica...


Un turista nella hall dell'albergo.

Di sicuro, comunque, come sempre nello sport, non esiste controprova e non può esser la sola assenza di Leo la spiegazione del naufragio della barca bianconera. In entrambi i match si è assistito ad una battuta per nulla efficace e a percentuali di attacco imbarazzanti (contro i francesi non si è riusciti nemmeno nell'intento che secondo gli amici di Macerata era ampiamente sufficiente per vincere: buttare la palla al di là della rete...), tanto da chiedersi secondo quali criteri sono stati assegnati i premi individuali di miglior battitore e miglior attaccante, andati rispettivamente a Simeonov e Meszaros: evidentemente la sangria a disposizione dei votanti era particolarmente forte.


Un giudice di linea iberico dalla mascella inquietante.

L'ultimo posto finale nell'atto conclusivo dell'avventura europea è il modo peggiore per ricompensare l'affetto e l'attaccamento del manipolo di tifosi che si è sobbarcato un viaggio di oltre 1.300 chilometri per sostenere la causa bianconera. Non una voce di protesta si è levata, anzi sino all'ultimo non è mancato un applauso, un coro (e non era certo facile farsi sentire in quella bolgia) o un incoraggiamento. Un riscatto sportivo è quasi doveroso nei confronti di questi fedelissimi. Grazie, grazie, grazie.


La curva dei generosissimi tifosi padovani.

A livello logistico e di anedottica, la trasferta nell'isola è stata il solito campionario di episodi divertenti e interminabili chiacchierate. L'albergo che ospitava le squadre è stato alla fine promosso, con un voto - quello più atteso e temuto - di sufficienza piena, ma senza infamia e senza lode, alla cucina locale. L'organizzazione a buffet non è stata particolarmente gradita da Simone Roscini, non tanto per le continue tentazioni offerte dalla miriade di vassoi dai primi al dolce a disposizione degli ospiti, ma per lo sforzo supplementare di doversi alzare ogni volta da tavola per riempirsi il piatto. Uno sforzo ogni volta compensato da una porzione un po' più abbondante del solito. Il team manager Sandro Camporese si è dovuto invece arrendere ai menù imposti dall'organizzazione internazionale e non ha così potuto sfoggiare il suo talento al riguardo. Non possiamo rendervi invece conto della festa conclusiva di domenica sera presso il locale Son Amar, gestito dallo sponsor della squadra spagnola, e capace di oltre 2.000 coperti: un posto intimo, di quelli che piacciono a noi. In realtà una volta tanto eravamo anche stati invitati a questa imperdibile occasione mondana, ma siamo rimasti intrappolati in una interminabile camminata lungo la costa dalla bellissima cattedrale di Mallorca all'hotel (secondo le indicazioni di un passante non più di tre/quattro chilometri: ma quelli spagnoli, forse ci è sfuggito, equivalgono a circa quindici dei nostri!) in compagnia di dottoressa, fisioterapista e scoutman. Se bisognava espiare in qualche modo la sconfitta, noi quattro abbiamo già sicuramente dato.

Dopo la cena alcuni giocatori hanno pensato bene di sfogare (...) la propria delusione agonistica in discoteca. Un Carlo Vettore particolarmente allegro, di ritorno all'alba, ci ha svelato alcuni retroscena divertenti che per amor di discrezione facciamo passare sotto silenzio (contatteremo i diretti interessati per un'adeguata ricompensa). Una tifosa padovana, ci dicono, ha anche dovuto respingere le avances di Mastrangelo: ma come, con così tanti bei ragazzi che vestono i colori della Somec, proprio l'intelletuale della Lube dev'essere oggetto di tante attenzioni?


Reazioni allo sfogo del presidente Sartorati: Simone Roscini studia in vista di nuove ed esotiche destinazioni di lavoro, Sandro Camporese è pronto per fare il gondoliere a Venezia.

L'allegra combriccola e la vita di squadra già ci mancano, seppure il lungo viaggio si sia concluso solamente da poche ore. Con un ultimo episodio sintomatico: il pullman guidato dal mitico Giuliano Colcera è partito dall'aereoporto Marco Polo lasciando a terra il buon Carlo Vettore. Nemmeno la sorella e la nonna se ne sono accorte: da compagni di stanza storici del giovane e dinamico addetto stampa, comprendiamo benissimo il loro far finta di nulla.

03 marzo 2005

ADELANTE, ADELANTE SI PARTE! 

Il principale dubbio che attanaglia la comitiva della Somec in partenza per Palma di Mallorca non riguarda tanto il pieno recupero fisico di Leonardo Morsut per la sfida di sabato quanto la composizione della valigia: costume da bagno sì o no? Le previsioni metereologiche relative all'isola delle Baleari non annunciano nulla di buono: le temperature diurne faticano a toccare i 10°, mentre di notte la colonnina di mercurio scende spesso sotto lo zero. Speriamo vivamente di non dover rimpiangere una finale organizzata tra le nebbie della Val Padana.

Le final four di Coppa Cev non godranno purtroppo di copertura televisiva internazionale ed è un peccato che Sky, sull'onda dell'ottimo lavoro - disguidi tecnici a parte - fatto con il campionato italiano, non abbia deciso di seguire una manfestazione che comunque vede presenti due squadre nostrane. Non essendoci la Sisley, poi, è assolutamente escluso che ne parli il Tg3 regionale. L'unico modo quindi per seguire in diretta il cammino dei bianconeri nella sfida continentale sarà quello di sintonizzarsi sulle frequenze di DiRadio. Dal Palasport di Palma Carlo Vettore racconterà la semifinale di sabato (ore 17.30) e il giorno successivo, si spera, l'eventuale finale. Il palettaro sarà invece libero di scorazzare a bordo campo, in quanto il regolamento internazionale non prevede la presenza del dirigente accompagnatore in panchina: una malsana idea era stata quella di sfruttare questa libertà per dei commenti tecnici con qualche retroscena dalle panchine, ma, così ci è stato detto, sussistono irresolvibili problemi di fili. Nemmeno cavi, fili...

L'ostacolo sulla strada per la finale è rappresentato dalla squadra dei padroni di casa, il Son Amar Palma de Mallorca. Gli iberici hanno appena conquistato la Coppa del Re e in campionato stanno viaggiando da un paio di mesi a colpi di tre a zero. Nelle loro fila militano alcune vecchie conoscenze del campionato italiano (Falasca, Gatin e Antiga) e in più godranno del sostegno del pubblico del Palau d'Esports. Il sito ufficiale della squadra isolana è www.voleibolportol.com, dove però non vi è traccia di alcun blog del loro delegado a los palettas.

Per quel che riguarda tutte le informazioni e curiosità relative a questa due giorni di Coppa è attivo da qualche settimana l'ottimo sito ufficiale curato dagli organizzatori delle finali. Curiosamente come uomo-immagine della Somec è stato scelto Andrea Garghella, mentre l'allenatore della Lube risulta essere un inedito Marco Ferruto. Scorrendo distrattamente le pagine relative alla sistemazione logistica ci ha attanagliato un dubbio: sarà un caso che l'albergo dei delegati Cev sia in prima fila sulla principale spiaggia dell'isola, mentre quello delle squadre si trovi invece in posizione molto più defilata?

Un motivo in più, qualora ce ne fosse bisogno, per cercare in tutti i modi di tornare a casa con un bagaglio a mano in più è l'entusiasmo dimostrato dalla ditta Somec dei fratelli Sossai nell'avventura pallavolistica. Questo accordo di sponsorizzazione, foriero di soddisfazioni sia per la Somec che per la società, ha un'innegabile e forse inedito valore aggiunto. Spesso, dopo una sconfitta deludente, i più ingenerosi tra i tifosi invitano gli atleti ad andare a lavorare: presto, fatto! I nostri infatti hanno già preso qualche lezione per un futuro nei reparti produttivi di San Vendemiano...



Dal volley internazionale a quello di casa nostra, ma con una notizia che può aggiungere ulteriore entusiasmo al clima già carico del gruppo in partenza. Ci riferiamo naturalmente all'inserimento nella lista dei convocati per la Nazionale dei "nostri" Meoni, Morsut e Simeonov. Tre giocatori di Padova nel gruppo azzurro: una bella soddisfazione sia per i diretti interessati che per chi ha creduto in loro e permesso di esprimersi nel migliore dei modi. Che sia di buon auspicio.

02 marzo 2005

LA COPERTA CORTA 

Dopo la delusione per la sconfitta patita ieri sera al San Lazzaro dall'Edilbasso ad opera di una lanciatissima Daytona Modena, si è aggiunta la beffa nel constatare come gira il mondo (o forse, più semplicemente, l'Italia): controllando come da abitudine notturna sul Televideo le notizie della giornata, ci siamo imbattutti in sottofondo in un delirante monologo di Paolo Bonolis che si chiedeva se era giusto mandare avanti la baracca dello spettacolo - il trito e ritrito show must go on - di fronte alla perdita di un così grande personaggio. Eravamo convinti si stesse parlando di Mario Luzi (per i più distratti: si tratta del poeta maestro dell'ermetismo e non della voce storica di "Tutto il calcio minuto per minuto") e solo dopo qualche minuto abbiamo capito che ci si riferiva invece ad Alberto Castagna. Massimo cordoglio per i familiari del trapassato (come per quelli di tutti gli altri illustri sconosciuti deceduti in questi giorni), ma a noi questo dubbio non ha sfiorato nemmeno per un nanosecondo.

Come detto, il Sempre Volley cade con un tre a uno senza troppe attenuanti ed ora vede accorciarsi pericolosamente la classifica alle sue spalle. Considerando il calendario non esattamente agevole con le prossime visite alle corazzate Piacenza e Treviso, bisogna iniziare a non dare troppo per scontato l'accesso ai play-off.

Eppure Padova aveva iniziato assai bene, con un primo parziale pressoché perfetto sotto le bordate in attacco di Meszaros e le battute devastanti di Simeonov. Nel secondo set i canarini hanno poi fatto di tutto per mettere su un piatto d'argento ai nostri la possibilità del due a zero, ma, come spesso accade quando si tratta di dare l'ultima spallata agli avversari agonizzanti, i bianconeri non son stati capaci di assestare il colpo del ko. Riduttivo sarebbe addossare tutte le responsabilità al calo innegabile di Dumi Meszaros, perché un po' tutta la squadra ha via via spento la luce. Per amore del dibattito riportiamo che più di qualcuno dei moltissimi osservatori presenti a bordo campo - mai cosi affollata la tribuna stampa ed è stato un piacere rivedere tanti volti amici - ha anche ipotizzato che a questo punto della carriera è un po' un suicidio partire con Stelmach titolare e tanto valeva tentare di rischiare la carta di Garghella titolare in banda, date anche sia la maturità raggiunta dal giovane Andrea sia le ottime performances dello schiacciatore polacco a partita in corso. Ovviamente, però, questi discorsi son sempre facili col senno del poi...

Dal pareggio in poi la Daytona è andata via dritta sulle ali della sicurezza ritrovata (si tratta della quinta vittoria consecutiva), mentre Dall'Olio può a ragion veduta recriminare sulla stanchezza accumulata nella lunga serie di incontri ravvicinati, affrontata per di più senza avere l'intero organico nelle migliori condizioni fisiche. Ieri poi - quando si dice che piove sul bagnato - è stato tenuto precauzionalmente a riposo Leonardo Morsut, che già aveva stretto i denti pur di essere in campo a Forlì: in serata, comunque, il cardinale Navarro rassicurava tutti affermando che il buon Leo aveva già compiuto i primi esercizi di riabilitazione. Gran lavoro quindi per lo staff medico, anche in vista della vicinissima trasferta di Palma di Maiorca: a dire il vero la dottoressa Pavan ieri ha dovuto prestare le proprie amorevoli cure non solo ai giocatori, ma anche al mio personale strumento di lavoro. Dopo una sostituzione non troppo gradita, infatti, la paletta numero 15 è stata divelta con un comprensibile gesto di rabbia da Meszaros: si parla di frattura composta prossimale al punto di giuntura. Prontamente immobilizzata la parte lesa con una fasciatura alla meno peggio, si attendono ora i responsi della Tac per conoscerne i tempi di recupero.

Nonostante la diversa classifica c'è da spaventarsi a guardare il diverso organico di Edilbasso e Daytona, considerando che da una parte siedono regolarmente in panchina tipi come Felipe e Cernic. Non ce ne voglia il nostro idolo Canazzo (nemmeno omaggiato di una tuta uguale a quella dei compagni), ma c'è una certa differenza.

Si chiude quindi amaramente una giornata iniziata con la premiazione del nostro visitatore n. 30.000 e la soddisfazione di un simpaticissimo striscione per il palettaro. Per fortuna l'amarezza si cancella velocemente tra questi piacevoli ricordi e la fretta di preparare la valigia per l'imminente trasferta in terra iberica. Venerdì mattina presenteremo le Final Four di Coppa Cev, nella speranza di potervi poi aggiornare dalla Spagna con buonissime notizie.

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