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27 febbraio 2005

L'IMPORTANZA DI ESSERCI 

Non siamo grandissimi esperti di episodi di vita religiosa, ma riteniamo che anche nella vita di Gesù Cristo tra un miracolo e l'altro passassero più di un paio di giorni: ingeneroso, quindi, sarebbe stato chiedere di più all'Edilbasso & Partners Padova in questo week-end lungo di Coppa Italia.

La vittoria di Vibo Valentia su Verona nella prima semifinale aveva illuso qualcuno che ci potesse ancora essere lo spazio per una sorpresa clamorosa, per quanto gli addetti ai lavori fossero concordi nel ritenere che l'unica possibilità del Sempre Volley di sovvertire il pronostico blindatissimo era quella di perdere per tre a uno anziché tre a zero.

Invece tutto è andato secondo copione e la Sisley Treviso si è confermata quell'autentica macchina perfetta, costruita unicamente per vincere. Non che i nostri abbiano giocato particolarmente male, ma la peculiarità degli orogranata è riuscire a punire ogni minima imperfezione del gioco sul campo avversario. Secondo set a parte, i nostri sono infatti anche riusciti a giocare punto a punto per lunghi tratti dei parziali, ma senza dare mai l'impressione di mettere seriamente in difficoltà i cugini ricchi. Perché la cosa incredibile della Sisley è proprio questa: i trevigiani sembrano giocare in assoluta scioltezza, senza fare la minima fatica e potendo premere sull'acceleratore quando vogliono. Farina ha ricevuto alla perfezione anche le battute più insidiose dei nostri bombardieri, permettendo a Vermiglio di giostrare il gioco d'attacco in condizioni ottimali. E poi uno può tirare forte quanto si vuole, ma superare il muro formato da Gustavo e Fei - due che escono da rete con l'ombelico - è comunque un'impresa non da poco.

Ci abbiamo provato a mettere il bastone fra le ruote di questo meccanismo perfetto, ma senza riuscirci. Ai bianconeri non può esser certo rimproverato il massimo impegno: alla fine era già una grossa soddisfazione esser presenti a Forlì. Quasi una sorta di riconoscimento ufficiale che nel volley che conta Padova è presente a pieno diritto. E che qualcosa si stia muovendo, anche a livello di immagine societaria, lo dimostra la presenza di uno stand Edilbasso & Partners tra i padiglioni della kermesse Volleyland: complimenti agli uomini del marketing patavino, perché il nostro era sicuramente uno degli spazi espositivi più belli.

Oltre al volley giocato la due giorni di Forlì ha visto anche una parentesi di tipo politico con l'elezione del nuovo Consiglio Federale. In questi casi si fa sempre un gran parlare di Bulgaria, ma ci sembra che da un bel po' di anni, in numerosissimi campi, sia l'Italia il paese delle consultazioni blindate e dall'esito scontato. L'uomo "nuovissimo" a capo della Fipav è Carlo Magri: ci mancherebbe, dato che era anche l'unico candidato! E per la cronaca è riuscito a prendere - contro nessuno - il 70% dei voti...

Alla fine del derby il morale della truppa era sicuramente basso, ma il ritorno a Padova era già carico della voglia di un pronto riscatto sia in campionato che in Coppa Cev. Specialisti nel trovare qualcosa di buono anche nelle giornate storte, mettiamola così: pensate a cosa sarebbe successo se l'Edilbasso fosse andata in finale col Tonno Callipo e poi avesse perso. Ci si mangerebbe le mani - e non solo - per i prossimi trent'anni; per questo stasera, tutto sommato, non riusciremo a tifare Sisley (il DNA non è modificabile tanto facilmente), ma sotto sotto spereremo che tutto vada secondo pronostico.

25 febbraio 2005

IL SOGNO CONTINUA 

Sul 14 pari del tie break un pensiero ha attraversato tutti gli uomini del Sempre Volley. Ed è salita la paura. Quella di rivivere a distanza di un anno lo stesso film andato in scena a La Spezia, quando una delle più belle gare della gestione Dall'Olio - sempre quarti di finale di Coppa Italia, sempre contro Macerata - si concluse con una dolorosissima, e piena di rimpianti, sconfitta sul filo di lana.

Ma questa volta non poteva finire così e anche gli dei del volley hanno capito che non potevano far uscire di scena una squadra con quelle stratosferiche percentuali di attacco. E infatti, nel giro di pochissimi minuti, una battuta di Simeonov sul 17 a 16 abbatteva "mister secolo" Lorenzo Bernardi e consentiva la liberatoria invasione di campo e l'esultanza di tutti.

Le nuove divise - col tocco di eleganza supplementare rappresentato dalla cravatta di Pupo - hanno portato benissimo, ma sarebbe sciocco ridurre una vittoria di questa portata ad uno stupido elemento scaramantico. Marco Meoni ha condotto in regia con la tranquillità del campionissimo (dall'altra parte della rete il pur bravo Dehne invece ha proprio toppato la partita), Golas e Bontjie - uno soprattutto in attacco e l'altro a muro - hanno spadroneggiato al centro, Morsut e Meszaros hanno chiuso la gara con parametri di efficenza straordinari. E poi, finalmente, si è rivisto il miglior Simeonov: partito un po' in sordina, Vincenzo ha via via preso in mano le sorti dell'attacco bianconero e, nonostante la strettissima marcatura del muro avversario, ha alternato con intelligenza colpi di potenza e di precisione. L'Edilbasso ha poi fatto i conti col riacutizzarsi della lombagia del libero Marco Vicini: ma Andrea Garghella si è dimostrato al solito pronto e ha portato in campo la sua esuberante energia giovanile con cui ha compiuto alcune difese non solo spettacolari, ma soprattutto fondamentali per porre le basi dei break decisivi del terzo set e del tie-break. I giocatori autentici protagonisti, ma un plauso particolare va riservato pure a Francesco Dall'Olio, capace di leggere qualsiasi fase del match con perfetta lucidità: i cambi e i time-out son sempre stati chiamati tempestivamente e la preparazione del match è stata perfetta.

L'unico dispiacere è che questa prestazione - una delle più belle di sempre della storia patavina - non sia stata seguita dal vivo, per oggettive difficoltà logistiche (la distanza, l'orario, le strade ghiacciate), dai nostri tifosi. E qui si potrebbe discutere dell'opportunità della scelta della Lega relativa alle sedi di gioco. Comprendiamo benissimo le motivazioni del portare il volley di altissimo livello in piazze che ne sono escluse durante l'anno, ma le partite delle 18 si disputano sempre a spalti praticamente deserti. Non certo il massimo per manifestazioni di questa importanza, tanto che inizialmente anche in campo si faticava a percepire l'atmosfera tipica di match così delicati.

Uno dei timori che serpeggiava a fine incontro è che ora Macerata possa covare rabbiosi sentimenti di vendetta in vista di una possibile finale di coppa Cev. Però siamo davvero ben felici di non avere ancora il tempo di pensare a quell'appuntamento e di lasciare questi pensieri al simpatico direttore sportivo marchigiano Stefano Recine (Milano, Ferrara, Palermo, Modena, Macerata: un uomo, una bandiera).

Ora la comitiva bianconera si sposta a Forlì e la società cercherà in qualche modo di favorire coloro che vorranno starci vicini nell'infuocato derby contro la Sisley Treviso di sabato sera: state sintonizzati su queste onde o sul sito ufficiale per i dettagli. La sfida con i cugini trevigiani è sicuramente dal pronostico blindato (vista anche la facilità con cui gli orogranata si sono sbarazzati dell'Itas Trento), ma i nostri cercheranno di fare un altro sgambetto ad una grande del campionato.

Meritatissima la mattinata libera concessa dallo staff tecnico ai giocatori. Quasi tutti gli atleti ne approfitteranno per dormire sino a tarda mattina: va bene così, è il riposo dei giusti. Anzi, dei vincenti.

23 febbraio 2005

ADIEU VECCHIA TUTA 

Partenza fra qualche ora, col legittimo timore di eventuali strade chiuse a causa del maltempo (Dall'Olio d'istinto avrebbe con saggia prudenza anticipato la partenza alle tre di mattina), per il pullman della squadra alla volta di Sansepolcro, sede dei quarti di finale della Coppa Italia. A dire il vero questa dizione rimane valida solo per vetusti e nostalgici romantici come noi, dato che la Lega Pallavolo presenta questo evento - mutuando una triste consuetidne calcistica - solo come Tim Cup Final Eight A1. Una tristezza analoga al vedere, almeno sino ad un paio di anni fa, nel sito del Milan attribuite nell'albo d'oro di Nereo Rocco e Gianni Rivera delle Champions League (ah, chissà come ha reagito da lassù il mitico Paròn)...

Il povero Domenico "Mimmo" Lazzaro, scoutman dell'Edilbasso & Partners, è stato costretto agli straordinari notturni per stampare tutti i dati richiesti dallo staff tecnico per preparare al meglio la sfida alla Lube Macerata: c'è infatti molta incertezza sulla formazione che sarà messa in campo domani dal tecnico Berruto, sia per quanto riguarda l'alzatore (il ballottaggio è tra il brasiliano Mauricio e Dehne, a detta di molti - noi compresi - il miglior palleggiatore di riserva del campionato) che per il ruolo di opposto (Miljkovic o Dennis, con conseguente dubbio tra Bracci e Paparoni per affiancare Bernardi in banda). Non abbiamo voglia di rispolverare vecchie nozioni di calcolo combinatorio, ma le diverse possibilità sono tantissime. Il risultato è un pacco di fogli al cui confronto l'Enciclopedia Treccani ha la stessa sostanza di un Bignami sui Promessi Sposi.

Prima di partire pverso Arezzo c'è stata però una doverosa tappa, di cui dobbiamo necessariamente dar notizia, per i membri della panchina presso l'atelier Sempre Volley. Dopo una vorticosa azione di pressione sulla società, con le legittime istanze della panchina portate avanti dal rappresentante col cognome più pesante, e numerossisime telefonate dalla sede è stato infatti raggiunto in extremis un accordo per la fornitura di adeguate divise eleganti da tempo libero. Accompagnati dal pazientissimo direttore sportivo Stefano Santuz (sì, avete letto bene: direttore sportivo... ma ora non chiedeteci quali siano i confini ufficiali del suo ruolo), il sottoscritto, Francesco Dall'Olio e Simone Roscini si sono recati presso i magazzini Tom di Santa Maria di Sala (marchettone quanto mai doveroso in questo caso) e - sottoposti alle amerovoli cure dei bravissimi commessi - ne sono usciti rivestiti da capo a piedi. La scelta è caduta su un bel completo dal taglio moderno color fumo di Londra (a dire il vero in una giornata assai inquinata, è quasi nero!) con camicia azzurra, mentre la dottoressa Paola Pavan si adeguerà con un tailleur della stessa tinta. Ai confini del commovente la bravura degli addetti del magazzino, capaci di usare sempre le giuste parole ("questo ha un taglio un po' più sportivo", "questa taglia veste con maggior libertà") per giustificare qualche imperfezione di troppo nella linea dei tre malcapitati.

La fretta con cui si è arrivati all'adeguamento dell'ormai famosa delibera della Lega non ha però permesso di celebrare un adeguato funerale alla vecchia tuta, che così viene riposta - forse definitivamente - negli armadi dopo la sconfitta di Vibo Valentia. Un po' ci mancherà quella divisa sportiva dal colore assai indefinito (un verde-azzurrino cui si è più volte tentato invano di dare una definizione precisa, ricorrendo ad espressioni auliche come carta di zucchero - gradazione, un po' come l'indaco, di cui nessuno al mondo conosce l'esatta tonalità - o macchia di petrolio durante un tramonto di mezza estate) e dalla vestibilità paragonabile a quella di un sacchetto della spazzatura. Noi però, così liberi e sbarazzini, ci sentivamo a nostro agio. La divisa elegante è sicuramente bella e, ad esser sinceri, crediamo che faremo anche la nostra discreta figura in panchina. Ma, superato il test di natura estetica, ad altri assai più impegnativi saranno sottoposti giacca e pantaloni: in primis quello di tipo scaramantico, ma soprattuto la resistenza all'esultanza sempre inglese del ruspante Roscini.

21 febbraio 2005

IN VIBO VERITAS 

Il ricordo del tiepido sole calabro si spegne immediatamente col rientro nel triste Nord Italia, stretto - come dicono servizi giornalistici sempre identici sin da quando siam nati (sorpresa delle sorprese: nevica in febbraio!) - nella morsa del gelo: un'ora e mezza di aereo per passare dallo splendido profilo illuminato della costa tirrenica al grigio delle strade bagnate della tangenziale di Padova.

Ancora una volta il Sempre Volley non torna dal sud Italia a mani vuote, ma in questa occasione il bottino conquistato è di un solo punticino. Tutto sommato, comunque, non c'è troppo da rimproverare ai nostri ragazzi: la partita è stata emozionante - finalmente un match spettacolare e bello da vedere - e combattuta punto a punto in tutti i parziali. L'unico rammarico può esser quello di non esser riusciti a sferrare il colpo del ko con i padroni di casa sotto per due a zero, ma il palazzetto di Vibo (il Tonno Callipo vi giocava per la seconda volta) sarà sicuramente un terreno di difficile conquistaper tutti.

Il pubblico giallorosso sostiene con un calore incredibile, e sostanzialmente con correttezza, i beniamini di casa, aiutato anche dalle dimensioni estremamente raccolte del nuovo impianto di gioco. L'unico neo è rappresentato dall'ironia un po' sopra le righe dello speaker di casa, autore, tra l'altro, di una delle scene più tristi cui ci sia mai capitato di assistere, ossia l'intonazione di un coro a favore del presidente Pippo per ringraziarlo di aver donato alla città una bella realtà sportiva. Questa messa cantata ci ha fatto venire in mente che sarebbe ora di finirla di citare i regimi sovietici, quando esistono questi esempi di riverenza clientelare anche appena dietro l'angolo di casa nostra.

Il vantaggio dell'Edilbasso era maturato grazie ad una prestazione precisa ed attenta, ma anche alla scarsa vena del palleggiatore avversario Sottile: l'ingresso in campo al suo posto di un vecchio marpione come Michele De Giorgi ha infatti dato il la alla rimonta vibonense, poi supportata dai colpi di Rosalba e Felizardo. Come detto nulla di particolare si può tuttavia rimproverare ai bianconeri, men che meno di non aver vomitato anche l'anima pur di vincere. Anzi, il tecnico Dall'Olio ha preso un po' troppo alla lettera questo proposito ed è stato vittima di un leggero malessere. L'indagine interna ha escluso qualsiasi forma di sabotaggio alla panchina del mitico Pupo.

E come saranno mai stati assorbiti i dispiaceri della sconfitta? Ovviamente a tavola, come al solito. Pare ormai scontato e ripetitivo scriverlo ad ogni occasione, ma anche in questo weekend Sandro Camporese ha organizzato pranzi e cene davvero con i fiocchi. Carlo Vettore, in special modo di fronte ad un piatto di calamari, ha battuto qualsiasi record mangereccio, tanto che le associazioni ambientaliste sono già sulle sue tracce con feroci accuse di impoverimento della fauna marina dei nostri mari. Oltre alle delizie marine, molto apprezzate anche le arance di Calabria, il cui ricco contenuto succoso è stato ritenuto assai più sostanzioso di un barattolo e mezzo di Vivin C.

Ma il vero argomento principe del week end, quello che ha tenuto banco nelle discussioni di tutti, è stato il tema delle divise societarie. Seppur manchino solo tre giorni all'entrata in vigore delle disposizioni della Lega, navighiamo ancora in assenza di disposizioni precise e l'idea di scender in campo vestiti tutti diversi ci pare francamente un po' più che ridicola, oltre ad esporre la società - sempre che ci tenga un minimo alla propria immagine esterna - ad un legittimo spernacchiamento generalizzato. Inevitabile lo scaenarsi di una ridda di voci, dalle più fondate a quelle meno attendibili. Purtroppo il paparazzo Cece, webmaster del sito personale di Andrea Garghella (www.garghy.it), è riuscito a rubare uno scatto delle prove in sartoria e così ci vediamo costretti a pubblicare questa foto, affinché non finisca nelle mani sbagliate. Atteso a giorni il responso della Lega per l'omologazione dell'abbigliamento scelto.



17 febbraio 2005

VVV: VERSO VIBO VALENTIA 

Solo poche ore dividono i ragazzi dell'Edilbasso dall'imbarco aereo alla volta di Vibo Valentia, dove i nostri cercheranno di infilzare - siamo sicuri che i mass media legati a tutte le squadre di A/1 hanno dato fondo alla loro più sfrenata fantasia e usato quest'espressione - il Tonno Callipo per confermare l'eccellente quarto posto solitario in classifica.

A dire il vero la conoscenza della geografia (siamo un po' fuori, per raggiunti limiti di età, dalle recenti direttive in materia scolastica, ma forse la recente riforma Moratti l'ha addirittura abolita) è per molti un tallone d'Achille e non tutti sanno con precisione dove si trovi sulla cartina il luogo della prossima partita dei bianconeri: alcuni giocatori pensavano addirittura di andare in Spagna (già pronti a gustare la celebre paella valentiana) per una trasferta di Coppa Cev... Noi ci siamo anche sforzati di colmare questa lacuna e di preparare questa trasferta pure dal punto di vista culturale-turistico, ma anche scandagliando a fondo Internet non abbiamo trovato nulla di meglio che questa ridente immagine del Municipio del comune calabro: quasi da rimpiangere le bellezze architettoniche di Latina...



La neo-promossa formazione del presidente Callipo è comunque una delle più belle sorprese del campionato e, conquistata con largo anticipo la salvezza, cerca ora un posto tra le magnifiche otto che accederanno ai play-off. Guidata da un allenatore esperto come Daniele Ricci e supportata dall'entusiasmo della comunità locale, può davvero farcela. Inoltre si tratta di una delle società più cortesi del campionato e infatti attendiamo già con ansia di fare il pieno di prodotti ittici per i prossimi mesi.

Nessuna novità sul fronte del look dello staff bianconero, ma più ci pensiamo e più quella della Lega ci pare una decisione assurda. Non tanto per la scelta - più o meno apprezzabile a seconda dei gusti in fatto di abbigliamento - di indossare una divisa, quanto perché questa opzione viene imposta dall'alto e per di più giunge quasi alla fine della stagione agonistica. Sarebbe davvero bello dar seguito alla provocazione antimaschilista - ma davvero a nessuno pare assurdo che la Lega dia per scontato che non ci possa essere un'allenatrice a guidare una formazione di serie A? - di scendere sul taraflex tutti in gonna, ma forse il tempo storico di queste manifestazioni dal sapore sessantottino è scaduto da un pezzo. Oppure, più semplicemente, non si ha il coraggio di un gesto così clamoroso.

Viste sui giornali le foto dell'allegra visita-passerella degli atleti del Sempre Volley alla ditta Somec per rendere doveroso omaggio all'azienda che ha legato il proprio nome all'avventura europea degli uomini di Dall'Olio. Non possiamo fornirvi ulteriori dettagli dell'incontro, se non quelli riportati dalla stampa. Ecco, magari quando qualcuno - sottobanco, ovviamente - afferma che questo blog personale dovrebbe essere (ancora) più aziendalista si ricordi pure di chi c'era e chi non c'era.

Nelle ultime settimane si è parlato su queste frequenze anche di bel gioco. Orbene, dopo l'impresa dell'anno scorso contro la corazzata Sisley, quest'anno abbiamo assistito - sempre fantozzianamente sprofondati in poltrona - alla vittoria in Champions League del Tours contro la Copra Piacenza, ossia la squadra che sta dominando la regular season italiana a suon di rotonde vittorie. La formazione francese non è certo dotata di attaccanti dalla potenza devastante (certo, ha un libero eccezionale e un palleggiatore che amiamo alla follia come il rasta Loic De Kergret), ma esprime forse il miglior gioco del continente, a dimostrazione che una certa impostazione tattica può comunque sopperire ad alcune carenze tecniche. Per associazione di idee a noi è venuta in mente la bella MTA Padova allenata da Gigi Schiavon: una formazione piacevole da seguire, probabilmente quella dotata del gioco più vario e spettacolare fra quelle che hanno animato il San Lazzaro nelle ultime stagioni. Certamente l'estetismo fine a se stesso - Zeman docet - non serve ad arricchire la stanza dei trofei, ma alimenta piacevoli ricordi: d'altra parte anche nel calcio nessuno ricorda il Nottingham Forest di Brian Clough, vincitore di una clamorosa Coppa dei Campioni, mentre tutti gli appassionati hanno impresso nella memoria il Brasile di Zico, Falcao e Socrates.

Attendiamo con ansia che arrivi la partita di domenica. Ma ancora di più - non c'entra niente e non serve a niente, ma ci va di dirlo chiaramente - aspettiamo, assieme a molte altre belle persone, che torni Giuliana. Che torni Florence. Che torni Hussein. Che tornino tutti quelli che si ribellano alla guerra, semplicemente raccontando la realtà. Che tornino tutti gli ostaggi. E che magari tornino anche le truppe che stanno occupando militarmente un paese solo formalmente sovrano.

15 febbraio 2005

PADOVA VENDE MODA 

E' arrivata come un fulmine a ciel sereno. E, attaccati alle vecchie abitudini come sono i membri del Sempre Volley (un po' come Franco Carraro alla poltrona della Federcalcio), la decisione ha subito creato scompiglio tra gli uomini bianconeri.

Stiamo parlando della temutissima delibera numero 7 del 4 febbraio 2005 della Lega Pallavolo Serie A, con cui si istituisce l'obbligo di indossare giacca, pantaloni e scarpe uguali - fortunatamente il documento non parla, come invece erroneamente riportato da alcuni organi di stampa, di cravatta - per ciascun tesserato (non atleta) autorizzato a sedersi in panchina, con la sola eccezione del massaggiatore, che può continuare ad utilizzare la tuta sportiva della squadra. I destinatari di questa decisione sono quindi essenzialmente quattro: l'allenatore, il viceallenatore, il dirigente accompagnatore e il medico.

Già qui si evidenzia il primo problema di questa scelta, oltre a smascherare il carattere sessista e la superficialità con cui la Lega è giunta a questa decisione: è evidente che i consiglieri degli uffici di via Gnudi danno per scontato l'assoluto maschilismo che putroppo vige negli organici della serie A, non contemplando la possibilità che in panchina vi siano rappresentanti di sesso femminile. A Padova si ricade invece, non senza un pizzico di orgoglio per questa originalità, proprio in questa casistica, stante la presenza in organico della dottoressa Paola Pavan. Si aprono quindi due opzioni: un look androgino (e invero poco valorozzante) per la simpatica Paola oppure la clamorosa e un po' polemica scelta di far scendere Pupo, Simone e il sottoscritto in campo con gonna e scarpe coi tacchi, in maniera da rispettare l'obbligo dell'abbigliamento uguale per tutti. A proposito di scarpe coi tacchi ricordiamo ancora i buchi lasciati sul parquet da Vicenza dagli improbabili trampoli dell'ex allenatrice della Minetti Simonetta Avalle: il respondabile del San Lazzaro Alessandro La Torre avrebbe di sicuro sparato a vista.

Al di là di questa incongurenza che oseremmo definire sociologica, ci permettiamo di criticare anche il contenuto sostanziale della delibera. Ma c'è davvero il bisogno di impacchettare i rappresentanti a bordo campo in divise più o meno eleganti? E poi perché quest'obbligo arriva solo ora, quasi al termine della stagione agonistica? C'è chi, dietro questa improvvisa fretta, vede l'ennesima ingerenza delle esigenze televisive.

Comunque l'Edilbasso è già all'opera per ottemperare a questo fastidioso obbligo: è già partita la caccia ad un fornitore che si presti a vestire da capo a piedi gli uomini dello staff. Impossibile ricorrere invece al guardaroba personale dei soggetti coinvolti, nella speranza di trovare un abbigliamento consono: le divise eleganti negli armadi dei nostri si contano sulle dita di una mano e richiamano ricordi ormai lontani, come la prima comunione del figlio, il matrimonio di un parente o la laurea. Non è trapelata ancora nessuna indiscrezione su quali tagli e colori verrano adottati: a livello di preferenze, si è esposto il solo Simone Roscini rivelando una predilezione per lo spezzato. Ma forse, dato che si era a tavola, si riferiva allo spezzatino.

Il nuovo look della panchina bianconera si rifletterà comunque in un inevitabile aumento dei prezzi dei biglietti di ingresso al Palsport San Lazzaro per poter godere di questo spettacolo supplementare oltre a quello offerto dai giocatori. Domenica scorsa nelle gradinate del palazzetto giravano i volenterosi ragazzi che diffondono l'utilità della clown therapy nelle corsie degli ospedali: tra due settimane Dall'Olio, Roscini e Sartorati jr. offriranno probabilmente una nuova occasione per ridere di gusto.

14 febbraio 2005

LA METAMORFOSI 

Fortunatamente noi non abbiamo tempi da rispettare e rotative in attesa per la pubblicazione di questi inutili articoli: immaginiamo, infatti, che ieri i giornalisti si siano trovati a dover interamente riscrivere i loro pezzi. Perché, sino a metà del terzo set, si era infatti assistito ad una delle più brutte prestazioni casalinghe del Sempre Volley (almeno quello targato Edilbasso & Partners) e le statistiche evidenziavano un'impietosa superiorità dell'Itas Diatec Trentino in tutti i fondamentali.

Poi, fortunatamente, la metamorfosi, coincidente con l'ingresso in campo di Leonardo Morsut. Non è stata certo solo l'entrata del giovane schiacciatore padovano a cambiare volto alla partita, ma di sicuro la sua determinazione ha funto da volano per un cambio di atteggiamento di tutta la squadra, finalmente capace di sfruttare anche le defezioni nella metà campo avversaria. Per una volta solo ordinaria la prova di capitan Meoni, incapace di gestire con la consueta magia la distribuzione del gioco: ma, d'altra parte, quando si è campioni si abitua sin troppo bene la propria platea, rischiando di far apparire quasi come deludenti delle prestazioni per cui ci si dovrebbe baciare le mani se riguardassero altri palleggiatori. Double-face la lettura della partita di Simeonov: buoni i numeri complessivi, ma davvero tanti errori. Sarà stata colpa di qualche postumo del mal di schiena.

Comunque a tener banco e a spaccare l'opinione pubblica, almeno tra gli addetti ai lavori, sono ancora una volta le scelte tecniche dell'allenatore Francesco Dall'Olio. Di sicuro i risultati gli danno per l'ennesima volta ragione, anche se un genio - assai rimpianto - del giornalismo sportivo come Beppe Viola una volta disse ad un tecnico di calcio che si vantava di aver azzeccato tutte le sostituzioni che forse aveva sbagliato la formazione iniziale... Da parte nostra ci auguriamo, anche in un'ottica di valorizzazione del patrimonio della società, che Leo abbia fugato tutti i dubbi e possa affrontare il finale di stagione con la dovuta tranquillità e la consapevolezza di godere di tutta la fiducia del caso. Pure l'uscita di scena di Meszaros ha generato qualche stupore, per quanto Krystof Stelmach continui a dimostrarsi giocatore eterno e dal rendimento sempre affidabile: voci di corridoio affermano che il polacco dorma nel freezer di casa per preservarsi al meglio e venga scongelato dalla moglie solo un paio d'ore prima degli appuntamenti agonistici.

Con questa sofferta ma gustatissima vittoria Padova conquista la quarta posizione in solitario e inizia nel migliore dei modi il rush finale di questa stagione. Pupo ha regalato ai ragazzi una mezza giornata di riposo supplementare: forse, però, più che studiare i prossimi avversari, il tecnico modenese ha bisogno di qualche ora in più per dare un'occhiata al proprio guardaroba. Importanti (e tristi) novità si profilano, infatti, all'orizzonte: in settimana i dettagli di un'assurda decisione della Lega Pallavolo.

10 febbraio 2005

VAMOS A LA PLAYA 

Tra le polemiche, vere o presunte, della partita precedente e il lancio del pacchetto turistico per accompagnare la Somec nel fantastico e difficile viaggio alle Baleari all'assalto della Coppa Cev si rischia quasi di dimenticare che a giorni il San Lazzaro ospiterà quella che da qualche stagione è ormai la sfida più sentita, almeno in termini di presenze sugli spalti, dopo il derby con la Sisley.

Ma andiamo con ordine: dalla sede del Sempre Volley giungono finalmente i dettagli sul viaggio per seguire a fianco dei bianconeri le final four di Palma di Maiorca. Il pacchetto prevede il volo andata/ritorno da Venezia (si parte il 4 marzo e si torna il 7), il pernottamento con prima colazione in un residence quattro stelle, la cena del giorno d'arrivo e i trasferimenti in pullman tra l'hotel e l'aereoporto. Il tutto alla modica cifra di 480 euro a persona. Per ulteriori dettagli e per prenotare (posti limitatissimi!) si può telefonare sino a lunedì in sede ai seguenti numeri: 049 603331 oppure 049 603149.

Avremmo voluto scrivere che nella quota è compresa pure la successiva partecipazione a "Mi manda RaiTre" per protestare oppure che la cifra serve in realtà a finanziare, con un mega crestone, principalmente il viaggio di Meoni & c. (per ogni tifoso prenotato riusciamo a imbarcare due giocatori), ma poi ci accusano di scherzare troppo. Vi assicuriamo invece - qualora ce ne fosse bisogno - che in segreteria si è lavorato alacremente per offrire ai tifosi le migliori condizioni possibili, sia a livello tariffario che logistico: non si contano infatti le telefonate fatte, i contatti presi e i preventivi visionati. Tutto questo nella speranza di poter condividere con chi ci è costantemente vicino con sana e autentica passione una splendida avventura sportiva.

Tra i voli reali da prenotare per la penisola iberica e quelli pindarici pensando a quanto sarebbe bello rientrare in Italia con un bagaglio in più (pensare che la Coppa Cev 1994 si trova nella taverna di casa Sartorati e ogni tanto il Presidente si inginocchia a contemplarla, recitando una sorta di personalissimo e improbabile rosario), c'è però da rivolgere l'attenzione all'Itas Diatec Trentino, il prossimo avversario dell'Edilbasso in campionato.

Una formazione sicuramente costruita per puntare ai massimi traguardi, ma che ha sinora sofferto di qualche alto e basso di troppo. Un'arma in più per Padova potrebbero essere i numerosi contatti del vice allenatore Roscini con i corregionali Tofoli e Sorcinelli: peccato però che ultimamente il simpatico Simone appaia un po' distratto (pare che una sera, a tavola, non abbia parlato di volley addirittura per tre minuti e ventisette secondi: nuovo record personale) e digiti freneticamente i tasti del cellulare per inviare sms poetici. San Valentino si avvicina, ma forse Cupido ha già scoccato qualche freccia...

08 febbraio 2005

SCAMBIO DI PERSONA 

A differenza di altre piazze pallavolistiche, quella di Padova non si è mai segnalata per la presenza di uno spogliatoio piuttosto bollente o di una pressione esterna notevole: assai rare nel corso di tanti anni le polemiche o i casi pronti ad esplodere. E infatti l'affaire Simeonov, dopo un chiarimento tra il giocatore e il tecnico, è già sulla via dello spegnimento, tanto che Rai Tre ha deciso di non dar corso all'idea di richiamare in servizio Corrado Augias per la messa in onda di una puntata speciale di Telefono Giallo.

Tuttavia questa vicenda ci offre il fianco per discutere un po' di pallavolo. Pare strano, ma anche questo ogni tanto capita in un blog interamente dedicato all'Edilbasso. Sappiamo che queste righe sono spesso lette da addetti ai lavori, tecnici, giornalisti e persone che comunque vivono il volley con passione e intensità. La loro opinione - massì, anche quella dei simpatici ignorantoni che urlano dagli spalti del San Lazzaro! - sarebbe di sicuro interessante e gradita.

Personalmente siamo rimasti un po' stupiti dal tanto clamore suscitato dalla sostituzione di Venceslav, dato che in quelle circostanze - con l'italo-bulgaro che non metteva giù un pallone - la scelta di Dall'Olio ci è parsa tecnicamente ineccepibile. Certo, vedere l'opposto della Nazionale sedersi in panchina per fare posto ad un giocatore semisconosciuto a certi livelli fa una certa impressione, ma in campo non esistono intoccabili, tanto meno sulla base di un curriculum. Una sostituzione, poi, può essere un ottimo pungolo per riattivare stimoli magari sopiti ed ottenere una reazione agonisticamente rabbiosa in occasione del successivo incontro.

In quanto al possibile misunderstanding circa il rientro in campo di Simeonov a tie-break iniziato possiamo assicurarvi che la confusione in panchina, specie durante le convulse fasi finali di una partita, è tanta e può benissimo darsi che Pupo e Vincenzo semplicemente non si siano capiti e che quindi le loro versioni a freddo dell'accaduto, come riportato dalla stampa, risultino diversissime. Ben diverso sarebbe il caso - e probabilmente lo condivideremmo - qualora il coach non fosse rimasto soddisfatto dal non vedere in uno dei suoi atleti più rappresentativi i famosi occhi di tigre di velaschiana memoria.

Un'altra, ma meno fondata, spiegazione del giallo invece risiede in un clamoroso scambio di persona: prima dell'ultimo set il tecnico bianconero mi ha chiesto come mi sentivo e io gli ho rivelato il mio leggero fastidio alla schiena per aver dormito sul fianco sbagliato. Vuoi vedere che l'allenatore ha fatto confusione fra me e Simeonov?

Tornando seri, a noi nel match contro Montichiari ha sorpreso maggiormente l'esclusione ad oltranza di Leonardo Morsut. A volte - e sappiamo che questo giudizio non è solo nostro - abbiamo l'impressione che lo schiacciatore padovano sia giudicato in maniera estremamente severa al primo manifestarsi di qualche imprecisione in attacco o in ricezione e che poi venga dimenticato in panchina, senza possibilità di appello. La qualità dei sostituti - nel caso l'eterno Stelmach - è fuori discussione, ma rinunciare alla potenza esplosiva di uno dei pochi talenti della pallavolo nazionale può essere un azzardo.

Non è tuttavia un semplice stop casalingo ad inficiare l'ottimo lavoro svolto, non solo in questo campionato, dall'intero staff tecnico. Giocare a fare i commissari tecnici è sempre stata una passione degli italiani e questo blog non vuole certo sottrarsi a questa tradizione, seppur nella consapevolezza che discutere davanti ad una macchinetta del caffé è ben diverso che fare le proprie valutazioni sulla base di una settimana di lavoro in palestra e di una mole infinita di dati.

Poi francamente un po' ci fa sorridere sentir parlare ad ogni sconfitta di mancanza di continuità (anche in caso di sette vittorie in nove gare!) per una squadra che comunque occupa stabilmente una posizione di classifica probabilmente superiore a quella del sue reali potenzialità, sia tecniche che economiche. Poi si può discutere all'infinito sulla qualità del gioco, senza nascondere il fatto che l'Edilbasso non è certo fra le squadre più belle da vedere del campionato (ma qui abbiamo una personalissima convinzione sulla diversa impostazione fra le squadre allenate da ex-giocatori e le altre). Bisogna però sempre fare i conti col materiale a disposizione: a nessuno viene in mente di contestare alla Sampdoria nel calcio o all'Armani Jeans Milano nel basket il fatto di fare del collettivo la propria arma più efficace, magari sacrificando sull'altare dei risultati (entrambe, seppur non accreditate dei favori del pronostico, occupano i quartieri alti della classifica) un pizzico di spettacolarità.

07 febbraio 2005

BALLO IN MASCHERA 

Per il week-end di Carnevale Edilbasso Padova e Acqua Paradiso Montichiari non hanno dimostrato di possedere tanta fantasia e hanno deciso di dar vita al loro party in maschera proprio al Palasport San Lazzaro, travestendosi da squadre di pallavolo: difficilmente, a memoria, rammentiamo un match dai contenuti tecnici così poveri come quello di ieri.

I bianconeri, sconfitti al tie-break, portano comunque all'incasso un prezioso punto e agguantano Trento addirittura al quarto posto, ma questa è davvero l'unica nota lieta della giornata. Ancora una volta, quando si tratta di dare continuità ad una serie di prestazioni positive, i nostri si smarriscono e non riescono a fare quell'ulteriore salto di qualità che li proietterebbe nell'Olimpo del volley nazionale. Sia chiaro, questa è e rimane essenzialmente una squadra operaia e quando tutti gli ingranaggi non girano alla perfezione si evidenziano alcuni limiti strutturali. In particolare il Sempre Volley lega molto del suo destino sportivo all'efficacia della battuta e quando il servizio non entra - come nel match di cui stiamo parlando - bisogna solo iniziare a confidare in qualche carenza dell'avversario. E qui, volendo iniziare un discorso più generale, viene da chiederci se il rally point system premia veramente le squadre più belle da vedere: l'Edilbasso gioca una bella pallavolo oppure, mutuando una celebre espressione calcistica, si affida - magari grazie all'estro di Meoni un po' meno - prevalentemente ad un semplice "palla alta e pedalare"?

Può darsi che l'alternanza del risultato con continui capovolgimenti di punteggio e la frequenza di azioni confuse e contestate abbia divertito il pubblico sugli spalti, ma la gara è stata un'autentica sagra degli errori, tanto che a livello individuale risulta complicato segnalare qualche prestazione al di sopra delle altre. Forse i soli Kostantinov e Gavotto da una parte e Bontjie dall'altra si sono mantenuti costantemente sopra la sufficienza. Buono anche l'ingresso in campo di Orel, chiamato a sostituire - prima per scelta tecnica, poi per infortunio (della serie "i misteri della panchina") - uno spento Simeonov e al giovane opposto non si può certo rimproverare la cattiva gestione di alcuni scottanti palloni quando ha tirato dritto per dritto sulle mani del muro avversario. Nel grigiore generale cade, per una volta, forse anche il tecnico Dall'Olio, ostinato nel non offrire una seconda chanche a Leonardo Morsut: di sicuro le statistiche di giornata dello schiacciatore 110-e-lode non erano esaltanti, ma, come dice Dan Peterson (guru del basket allenato, ma le sue considerazioni valgono per qualsiasi sport), i numeri non sono affatto esaustivi e non spiegano certo tutte le complessità di una partita.

Spiace non aver offerto un pomeriggio di festa a tutte le persone presenti al Palasport. Notiamo con piacere che questo blog stimola un vivace dibattito nella tifoseria, se è vero che le ragioni di uno striscione esposto ieri sono da ricercare addirittura in una discussione nata nello spazio dei commenti di "Visto dalla panchina". Non entriamo nel merito della questione, ma la cosa ci regala un pizzico di orgoglio. E poi queste differenti visioni del tifo ci divertono perché ci ricordano le assai più tristi frastagliature interne alla sinistra italiana: ormai non si contano più le diverse correnti di pensiero del tifo padovano e manca ancora all'appello la minoranza trotzkysta e per ora sotterranea della clandestina Brigata Canasso...

L'unico ad aver trovato un po' di sollievo alla sconfitta dell'Edilbasso è stato il giovane e dinamico addetto stampa Carlo Vettore, immortalato dal sito cacciagossip in una simpatica posa. Gli usuali compiti potevano attendere: l'ospitalità prima di tutto (stano però: una foto con Carlo Gobbi non l'ha mai fatta...).


03 febbraio 2005

CHESTIT ROZHDEN DEN, VENCESLAV! 

Inutile nascondersi: è il giocatore simbolo dell'Edilbasso e quello che meglio rappresenta il recente rilancio della pallavolo cittadina. I tifosi impazziscono per lui, a Pozzonovo verrebbe eletto sindaco con una maggioranza - e mai come in questo caso il termine risulta tanto azzeccato - "bulgara" e i giornalisti lo hanno eletto miglior giocatore dello scorso campionato. Stiamo parlando ovviamente di Venceslav Simeonov, l'opposto bianconero che oggi soffia su una torta con 28 candeline. Eccezionale in campo e sempre simpatico e disponibile fuori.



Nel frattempo si avvicina il nuovo appuntamento agonistico del Sempre Volley: al San Lazzaro arriva l'Acqua Paradiso Montichiari, squadra di bassa classifica, ma accreditata ad inizio campionato di giudizi lusinghieri da parte degli addetti ai lavori e reduce da due ottime vittorie contro Treviso e Verona. Fossimo regionalisti (a proposito di Regione: per il Carnevale, attenzione al finissimo calembour, meno galan(i) e più frittelle!) ci augureremmo un pronto riscatto dell'orgoglio veneto contro la formazione lombarda: in realtà, da semplici tifosi, ci basta che i nostri confermino il buono standard tenuto in occasione delle ultime uscite.

La società intanto si dimostra ancora una volta, seguendo una tradizione consolidata, molto attenta al sociale: ieri una delegazione di atleti (Marco Meoni e Leonardo Morsut) ha fatto visita al reparto di Oncoematologia Pediatrica dell'Ospedale di Padova. Sicuramente un'esperienza importante e di reciproco scambio tra persone in grado di comunicare molto col proprio esempio. Lo dice chi proprio alla Città della Speranza ha passato un anno della propria vita, in qualità di obiettore di coscienza: ecco, se tra tanti difetti riuscite a scorgere anche qualche qualità umana nel palettaro, essa probabilmente arriva proprio da lì. Nella trasmissione settimanale "Zona Volley" (sugli schermi de La8 ogni venerdì alle 20) andrà in onda un ampio servizio sulla visita dei due giocatori in ospedale.

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