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16 ottobre 2006

BUIO PESKO 

L'Antonveneta Padova si congeda dal campionato - perché, come noto, scatta la lunga pausa che porterà ai Mondiali nipponici - con la prestazione sinora più scialba delle prime sette giornate: al di là del rotondo tre a zero finale a favore della Gabeca, per la prima volta i ragazzi del Sempre Volley sono incappati in una serata di black-out totale, non dando mai l'impressione di poter tener testa ai monteclarensi. Peccato, perché ad oggi non si era proprio mai avuto nulla da recriminare sull'atteggiamento con cui gli uomini di Gigi Schiavon scendevano in campo.

Il sestetto di Julio Velasco (cui un emozionato Michele Baggio ha stretto la mano quasi in venerazione) si è dimostrato molto organizzato in tutti i fondamentali. Al solito desta sempre curiosità - e un pizzico di orgoglio - osservare che compagini così attrezzate e che puntano così in alto sembrano succursali della Padova pallavolistica: dall'altra parte della rete c'erano gli ex Jeroncic, Veres e Meszaros (MVP dell'incontro). Metà squadra costruita quindi con atleti scoperti o valorizzati all'ombra del Santo...

In casa bianconera è compito arduo stilare una lavagna con buoni e cattivi. Complessivamente molto positiva la prestazione di Kromm, ma la nostra squadra è una macchina in cui tutte le parti del motore devono girare a pieno regime per camminare spedita. Mancano infatti le individualità capaci da sole di trascinare alla vittoria di un set o, meglio ancora, di un match. Con una sola bocca da fuoco in attacco non si può certo percorrere molta strada. Andrae e Pampel - forse inconsciamente già con la testa alla manifestazione mondiale - hanno viaggiato su numeri mediocri, ma nemmeno da ricezione, difesa e muro è arrivato il contributo sperato.

A vedere il bicchiere mezzo pieno (noi però, nella vita, siamo pessimisti di natura e se proprio dobbiamo vederlo mezzo pieno... è pieno di veleno!) si può sperare in una semplice giornata storta e anzi - nelll'ambito di una squadra così rinnovata, giovane ed inesperta - appare sorprendente che ci sia stata nei primi mesi una sola occasione di sbandamento totale. A leggere la classifica arrivare alla pausa con cinque punti e una vittoria non è poi così drammatico, anche se probabilemtne il bottino poteva essere un po' più prezioso sfruttando l'inevitabile e prevedibile fase di assestamento delle big del campionato.

Il periodo di riposo cade comunque propizio per tutti quei giocatori che in pratica stanno svolgendo - causa impegni con le nazionali - attività agonistica ininterrotta da una marea di mesi. Ci riferiamo ai vari Garghella, De Togni, Tamburo, Jago, Andrae, Pampel, Kromm, ma in particolar modo a Mikko Esko. Tra parentesi nel primo pomeriggio di domenica abbiamo condotto la macchina del numero 7 fino al PalaGeorge e l'approccio easy, così tipicamente scandinavo, di Mikko ci ha fatto riflettere sul grado di civiltà media del nostro paese: passi che qui da noi non si possano prendere i quotidiani nei baracchini per strada come in tutta Europa (il primo di certo si porterebbe via con una monetina l'intera mazzetta!), ma il fatto che Esko volesse lasciarci le chiavi già inserite nell'auto lasciata per una notte nel parcheggio del PalaBernharsdsson ha rafforzato il nostro desiderio di trasferirci quanto prima a Helsinki, Oslo o Stoccolma...

L'alzatore finlandese - quello che manifesta in maniera più esplicita alcuni momenti di comprensibile stanchezza - non potrà che trarre giovamento da qualche giorno di riposo. Peccato che la partenza del trio teutonico impedirà di lavorare al meglio e con la squadra al completo, perché - e l'exploit di Latina (5 preziosissime vittorie!) lo dimostra al 100% - il poter provare con continuità i meccanismi di gioco è una componente fondamentale per l'ottenimento di buoni risultati.

In casa Antonveneta non c'è comunque tempo per le facce tristi e i musi lunghi. Anzi bisogna prepararsi a sfoderare i migliori sorrisi: martedì ci si ritrova sul set fotografico per scattare qualche foto. Dubitiamo però fortemente sull'uscita di un dvd con il backstage...

10 ottobre 2006

UN ANGELO ALLA TAVOLA DI VERONA 

Una volta tanto ci affacciamo in casa d'altri, anche perché per alcuni versi ci pare di vivere un simpatico deja-vu. Dovrebbe essere questione di ore l'annuncio dell'ingaggio di Angelo Lorenzetti sulla panchina della Marmi Lanza: chissà se i dirigenti veronesi - di sicuro non Lorenzo Bernardi, che giovedì sera era vicino a noi all'Arena di Verona per il concerto di Bruce Springsteen - si sono recati nei giorni scorsi in incognito in una pizzeria del ferrarese e hanno discusso di allenamenti, programma delle amichevoli e scelte di mercato...

Perché - e il lettore più attento lo ricorderà sicuramente - l'anno scorso, quando Mauro Berruto si dimise, il buon Angelo era ad un passo dall'accasarsi al Sempre Volley, ma poi il vincolo con la Federazione e l'attività della nazionale juniores ebbero la meglio sull'offerta patavina.

Noi avevamo già scritto un post chilometrico per esternare la gioia per il suo ritorno e la gratitudine verso un personaggio che è stato di certo, fra quelli transitati all'ombra del Santo, dei più interessanti e dallo spessore umano più spiccato. Ora quell'articolo, assieme a pochi altri, giace nella cartelletta dei pezzi mai pubblicati; chissà, magari un domani verrà riciclato da qualche editore come materiale extra per un'edizione de-luxe di questo blog, un po' come le expanded versions dei dvd o le bonus tracks di un disco: solitamente infimo materiale di scarto e di nessun interesse, buono solo per soddisfare l'ansia collezionistica dei fans più accaniti.

In ogni caso che Lorenzetti torni in sella ci fa solamente piacere, perché è un amico e perché si tratta di un ottimo tecnico. Certo, a poche settimane dal Mondiale e con un impegno già assunto (Angelo avrebbe dovuto seguire per l'Italia un girone, fra l'altro assieme al nostro Federico Cian: ora è molto probabile che, da solo, lo scout bianconero si perda nei meandri della metropolitana di Tokyo e debba reinventarsi una carriera da venditore ambulante di sushi), la scelta ci lascia un po' interdetti e non ci pare il massimo del protocollo, ma ormai abbiamo da tempo capito che la nostra rigidità su questi aspetti è qualcosa di assolutamente anacronistico.

In casa Antonveneta riprendono oggi (Gigi Schiavon ha saggiamente concesso un giorno in più di riposo) gli allenamenti in vista dell'ultima fatica prima della lunga pausa di campionato. La Gabeca Montichiari del divin Velasco e degli ex Veres e Meszaros è squadra temibilissima, ma capace di alti e bassi notevoli: la secca batosta di domenica al Palaverde, cui - ci dicono testimoni oculari - è seguita un bella ramanzina negli spogliatoi, avrà alimentato in Gavotto & c. un immediato desiderio di rivalsa, ma i bianconeri devono tentarle tutte per congedarsi dalla prima fase del torneo muovendo la classifica.

A dare una mano ci proveranno anche i tifosi. Con la collaborazione della società, che mette gratuitamente a disposizione il pullman, i ragazzi della Tana Bianconera stanno organizzando la trasferta nelle lande bresciane. Con soli 6 euro si potrà passare un pomeriggio in compagnia e gustarsi una partita che si preannuncia interessante. Per informazioni e prenotazioni bisogna chiamare al più presto il numero 3202729663. Ci auguriamo che le adesioni siano tantissime e che tutti gli appassionati riconoscano che l'unico modo per sostenere la squadra è quello di remare nella medesima direzione.

Ci giungono infatti voci di alcune tensioni - in materia siamo esperti: noi in politica stiamo attendendo con ansia la nuova scissione che porterà alla nascita dell'ennesimo partitino di sinistra, nel quale ovviamente ci collocheremo all'interno della corrente di minoranza... - che ci sarebbero state al termine del match con Cuneo: lungi da noi assumere una posizione (anche perché non sappiamo, né ci interessa granché, cosaè successo), ma ci pare che tutto si possa dire ai volonterosissimi ragazzi della Tana tranne che tacciarli di scorrettezza o di scarsa apertura verso gli altrui (graditissimi) contributi. Gli spalti del PalaBernhardsson sono molto larghi e c'è spazio per tutti, ma sarebbe sciocco che qualcuno volesse appuntarsi la patente di unico rappresentante del tifo buono e giusto. Ci possono essere talvolta ineleganti cadute di stile e i dovuti distinguo, ma se a Padova si è vinto in decadi diverse il premio per il pubblico più corretto significa che l'educazione di fondo è piuttosto diffusa e non appannaggio di pochi.

Chiudiamo in bellezza gioendo per l'enorme successo dell'iniziativa benefica di Andrea Garghella su eBay. Abbiamo provato ad aggiudicarci qualche oggetto (l'elenco delle aste e tutti i dettagli del progetto sono disponibili qui), ma fortunatamente c'è sempre stato qualcuno più generoso di noi. Il libero dell'Antonveneta fornisce anche a chi non vuole perdersi nei meandri della case d'aste più grande del mondo l'opportunità di fare del bene. E' stato infatti acceso un conto corrente legato all'iniziativa; ai nostri tempi le nonne davano sempre 50.000 lire di mancia (ed erano rigorosamente per comprarsi "il gelatino"): ok l'inflazione e il passaggio all'euro, ma siamo sicuri che qualcosa avanza pure oggi. Le coordinate sono le seguenti: c/c n. 000075409821 intestato a Andrea Garghella presso Poste Italiane (ABI: 07601 CAB: 12100 CIN: V) - causale: offerte pro Kenya.

08 ottobre 2006

PRANDI I PUNTI E SCAPPA 

Nell'anticipo televisivo - con una curiosa scelta di Sky per quel che riguarda lo sciopero dei giornalisti: il commento c'era, ma senza la voce tecnica del Zorzi o Bertoli (notoriamente iscritti all'Ordine)... - all'Antonveneta non riesce lo sgambetto ai danni di una quotatissima Bre Banca Lannutti Cuneo.

Nulla da dire sul risultato finale: gli uomini di Silvano Prandi, per inciso i nostri favoriti per la vittoria dello scudetto, hanno giocato molto bene, trovando comunque dall'altra parte della rete una squadra battagliera e in grado di giocarsela (quasi) sempre punto a punto.

In casa Sempre Volley qualche rammarico perché una volta tanto non ha funzionato il muro: davvero troppo pochi gli attacchi piemontesi fermati o almeno sporcati per sperare di invertire il trend del match. Attacco e ricezione hanno retto fondamentalmente su buoni numeri, ma contro Giba e soci serviva qualcosa di più dell'ordinaria amministrazione. Tra l'altro Lasko ha azzeccato la prima partita buona del campionato. I pochi passaggi a vuoto dei bianconeri, oltre ad un servizio assolutamente deficitario, sono costati tantissimo, ma non è certo il caso di drammatizzare.

In tribuna vip abbiamo scorto il divino Velasco, giunto a Padova per studiare i prossimi avversari. Non sarebbe male congedarsi dal campionato, prima della lunghissima pausa di due mesi, con una bella sorpresa...

05 ottobre 2006

RIDURRE IL CUNEO 

Ne parlava uno schieramento politico - quello masochistico, per intenderci: difficile trovare un tema meno immediato e comprensibile per le masse... - in campagna elettorale: una delle priorità è abbattere il Cuneo (fiscale). Ci proverà anche, in ambito sportivo, l'Antonveneta nell'anticipo pomeridiano di sabato.

Ci bacchettavano - giustamente - per non scrivere più i pezzi pre-partita e invece, tra un concerto di Springsteen e l'altro (maledette esigenze televisive: e noi che avevamo già preparato la trasferta a Perugia per sabato, per non soffrire troppo di astinenza dopo le puntate di ieri e oggi a Udine e Verona. Adesso ci toccerà aspettare la fine di ottobre per seguire il Boss in Danimarca...), eccoci comunque qui.

I ragazzi di Gigi Schiavon preparano la sfida al solito con un occhio agli avversari - con la speranza che la Bre Banca Lannutti possa soffrire lo sballottamento fra campionato e Coppa (i cuneesi raggiungeranno Padova direttamente dalla capitale serba Belgrado, dove hanno agevolmente piegato il Vojvodina Novi Sad) e che magari Wout Wijsmans si prenda qualche altro giorno di riposo per riprendersi dall'infiammazione tendinea al ginocchio sinistro - ma soprattutto guardando in casa propria.

L'allievo prof di Trebaseleghe ha sempre figurato contro il maestro Silvano Prandi (solo l'anno scorso ricordiamo all'andata il sonoro e inatteso successo dopo le dimissioni di Berruto e al ritorno la più bella gara dell'anno a livello tecnico e tattico del Giotto Padova) e si spera che la tradizione continui anche nell'imminente incontro del PalaBernhardsson. In casa Antonveneta si respira un clima assai positivo: i tre punti di Vibo Valentia, per di più ottenuti convincendo sia sul piano tecnico che su quello della tenuta nervosa, hanno galvanizzato l'ambiente (comunque sereno, come dimostrano i festeggiamenti del compleanno di Vincenzo Tamburo e dell'esordio in A di Michele Baggio) e chissà mai che non si possa ulteriormente muovere la classifica nei due match - sulla carta a pronostico chiuso - che precedono la pausa di campionato.

Quel che rimane della Gazzetta dello Sport, seguita a ruota da tanti altri media sportivi (è questo il punto: non pretendiamo che Novella 2000 parli della tecnica di schiacciata o della correlazione muro-difesa), dedica spesso lo spazio riservato alla pallavolo alle avventure di Maurizia Cacciatori in un reality televisivo. Per fortuna questo blog non deve vendere nulla e non ha particolari esigenze di audience/tiratura: un bel "echissenefrega" alle vicende di un gruppo di patetici semi-vip su un'isola deserta.

02 ottobre 2006

VIBO, MORTO O X (PIU' FORTI DEL BLACK-OUT) 

Per qualcuno, probabilmente esagerando, la sfida dell'Antonveneta alla Tonno Callipo Vibo Valentia era già di quelle - e siamo ad ottobre!!! - che valgono una stagione: dentro o fuori, vivi o morti. In qualsiasi caso il Sempre Volley torna dalla Calabria con tre punti molto importanti - e molto convincenti - in valigia.

A regalare la prima vittoria stagionale - e la prima della storia contro la squadra di Pippo Callipo - agli uomini di Gigi Schiavon ci pensa una prova corale di altissimo livello e, soprattutto, un Christian Pampel che risponde con numeri da extraterrestre alle prestazioni deludenti delle ultime prove: un opposto che chiude col 72% in attacco tappa la bocca a qualsiasi detrattore. Ma è tutta l'Antonveneta, confermando una solidità caratteriale che non è venuta meno nemmeno nelle uscite meno felici, ad esser piaciuta. Bjorne Andrae si sta cucendo addosso i panni del leader, reclamando i palloni più importanti e spronando i suoi nei passaggi più difficili. Mikko Esko, cui si chiede di stringere i denti ancora un paio di settimane prima di respirare un attimo, ha potuto sviluppare il suo gioco preferito, quello imprevedibile e ad una velocità folle, il tutto grazie ad una ricezione molto precisa. Noi la buttiamo lì: l'insistenza con cui gli avversari cercano in battuta Kromm non li porta ad un numero incredibile di errori oppure a tirare più piano?

Mikko ha utilizzato assai poco i centrali, ma - per quanto possa sembrare strano - questa volta la scelta tattica si è rivelata azzeccata e intelligente: non perché De Togni e Piscopo avessero le polveri bagnate, ma perché i centrali del team di De Rocco continuavano a saltare sulle finte dei nostri, regalando così un più agevole muro a uno agli schiacciatori. Per poter parlare di perfezione è mancato forse solo un muro più presente, per quanto gli attaccanti giallorossi abbiano subito 7-stampate-7.

La trasferta calabra sarà comunque ricordata soprattutto per il black-out che ha interrotto il gioco sull'undici pari del quarto set con l'inerzia del match, guarda caso, a favore degli ospiti. Fidarsi è bene, ma appena è saltata la luce Gigi Schaivon ha recuperato il suo preziosissimo (anche perché contiene tutte le varianti di divise degli ultimi 40 anni di volley) zaino e lo ha portato accanto a sé. Da buon meridionale (e se lo dice lui...) Piscopo ha affermato di conoscere assai bene questi mezzucci, ma noi, che fondamentalmente crediamo alla buona fede della gente, preferiamo attenerci alla tesi ufficiale del calo di tensione elettrica in tutta la città...

A quel punto i nostri sono tornati in campo ancora più carichi e hanno sbrigato la pratica in una decina di minuti. Meglio così, anche perché il countdown per raggiungere a tutta birra l'aereoporto di Lamezia Terme per il volo di ritorno scorreva inesorabile...

In questa due giorni calabra ci ha fatto molto piacere salutare Lorenzo Cavallini, ex capitano bianconero e persona fra le più squisite del mondo della pallavolo. Cava è stato designato capitano anche da Stelio De Rocco, ma dice di avere accettato solo per poter scambiare due chiacchiere in più con l'amico Tovo durante il classico lancio della monetina ad inzio match.

Per il resto tutto si è svolto secondo copione. Giorgio De Togni, durante il volo di andata, ha finito in men che non si dica il suo volume sul sudoku (e poi dicono che gli atleti non leggono: l'alternativa era la rivista Tuttocellulari), trovando alla fine un po' arida la trama del libro. Il menù in albergo era al solito di altissimo livello, mentre l'allenamento mattutino ha visto il solito goffo - ma lodevole - tentativo dello staff al completo di improvvisarsi racattapalle: sarà stato qualche postumo di sonno non ancora smaltito oppure il piede non esattamente educato, ma una svirgolata dello scout Federico Cian ha rischiato di mettere fuori uso le caviglie di mezza squadra. Il fisioterapista Valter Daniele ha salutato con calore alcune sue amiche del posto: insomma, come si diceva, non cambia mai nulla.

Da parte nostra durante lo zapping pomeridiano, cercando di battere la crescente ansia pre-partita, ci è capitato di imbatterci in Buona Domenica e ci è scesa un po' di tristezza sulla deriva culturale del mondo occidentale. Anche se l'ex fidanzata di Cassano aveva i suoi perchè...

La gara contro il Tonno Callipo regala agli annali anche l'esordio nella massima serie di Michele Baggio. Per lui solo due battute, ma pure l'importante rottura del ghiaccio. Un giusto riconoscimento per un ragazzo che sta vivendo con entusiasmo incredibile e applicazione assoluta questa avventura. E forse anche una sorta di riconoscimento familiare, dopo che il fratello Valter - ah, dove sarebbe arrivato se avesse deciso di fare il libero... - è stato una punta di una delle più belle squadre di sempre del settore giovanile petrarchino in quella nidiata di campioni (Meoni, Vianello, Tovo, Baroldi, Marini, Padovani, Levorin) che il Presidente considerava al tempo una sorta di seconda famiglia.

Al ritorno la soddisfazione era davvero tanta, anche perché si sono ricevute confortanti risposte ad alcuni quesiti. Nel solito pub, luogo del dopo gara a notte fondissima, lo staff tecnico ha fatto l'ultimo brindisi seduto al tavolo con la bandiera canadese. Stelio De Rocco, però, non aveva nulla da festeggiare...

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