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14 aprile 2005

SIPARIO 

Come un treno che arriva a destinazione. Come un autobus che finisce la sua corsa al capolinea. Come il sole che tramonta. Come i titoli di coda al termine di un film. Come il sipario che si chiude al termine di una piece teatrale. La sconfitta al tie-break al PalaEvangelisti di Perugia di ieri sera scrive definitivamente la parola fine sulla stagione agonistica 2004/05 dell'Edilbasso & Partners.

Quello che doveva essere il quarto di finale più equilibrato dei play-off si è invece concluso in sole tre partite, per quanto il cappotto rifilato dagli umbri ai nostri ragazzi non sia assolutamente veritiero circa l'equilibrio che ha contraddistinto l'intera serie. Sarebbe però anche un'inutile bla bla bla arrampicarsi sui singoli episodi sfortunati e sui presunti torti subiti (anche ieri una decisione arbitrale estremamente dubbia sul 10-9 dell'ultimo set: si poteva andare a +2) oppure iniziare a costruire ipotetici scenari basati su un'infinita serie di se e di ma, perché quando una squadra ti batte quattro volte su quattro nell'arco di dieci giorni - consideriamo pure la gara della penultima giornata di regular season - bisogna solo applaudire l'avversario. Il più grosso merito dell'RPA LuigiBacchi.it è stato quello di rimanere costantemente ancorata alle partite, macinando il proprio gioco regolare anche nei momenti in cui avrebbe potuto prendere il sopravvento la delusione: basti pensare che l'Edilbasso ha sempre vinto il primo set, ma non è mai riuscita ad assestare successivamente il colpo del ko. Ferdinando De Giorgi, poi, si è confermato non solo uomo fortunato (due semifinali in due anni non possono essere sempre frutto del caso e delle circostanze), ma anche fine stratega: la preparazione a muro di queste sfide è stata ineccepibile (ieri, per esempio, tutti gli ultimi dieci attacchi dei patavini sono stati letti senza troppe difficoltà: o bravi loro o troppo prevedibili noi) e la gestione dei cambi sempre efficace.

In campo bianconero più di tante analisi sui singoli e sulla rpestazione specifica vale l'irreale e carico di drammaticità silenzio che si respirava in spogliatoio a fine gara. Gli occhi lucidi, i volti tirati, le smorfie di delusione, la sensazione di aver dato davvero tutto: tutte cose che valgono più delle (effettivamente modeste) percentuali di attacco e della vivisezione alla lente di ingrandimento di ogni singola azione. In particolare nulla può esser rimproverato nell'occasione a Francesco Dall'Olio: ha condotto questo gruppo sino alle soglie dei limiti tecnici e caratteriali della squadra. E' mancato solo lo scattino in più per salire l'ennesimo gradino verso obiettivi ancora più ambiziosi, ma - la storia lo insegna in tutti i campi della vita - spesso anche le sconfitte più brucianti sono una tappa obbligatoria della crescita. La sfida di ieri è stata sicuramente la migliore di questo gruppo di incontri, ma ugualmente non è bastato e le prove di appello sono finite.

Ora ci mancheranno, almeno sino alla ripresa del campionato, tante cose. Le giornate vissute in funzione di un impegno agonistico, le trasferte su e giù per lo stivale, le soste in Autogrill con i compagni di viaggio Stefano Santuz e Paola Pavan, i menù predisposti ad arte da Sandro Camporese, le nottatacce per consegnare in tempo l'"In & Out" a quella simpatica (giovane e dinamica) canaglia di Carlo Vettore, gli articoli di Mattino e Gazzettino sbirciati in anteprima dai pc di Andrea Schiavon e Massimo Salmaso, le proteste a bordo campo di Beppe Cormio, le dichiarazioni di fuoco e sempre inopportune (ma spesso terribilmente azzeccate) del lider maximo Maurizio Sartorati. E tantissime altre cose che sicuramente ci verranno in mente non appena schiacceremo il tasto che mette on line questo articolo. Ma soprattutto ci mancheranno i sogni di vita e di sport di questi dodici mandoloni alti chi più chi poco meno due metri, capitanati alla grande da Pupo e Roscio e vero motore della nostra passione. Alcuni di loro erano forse all'ultima apparizione in maglia bianconera, altri invece faranno parte anche del prossimo ciclo del Sempre Volley: di sicuro oggi, a guardarsi indietro, ci si accorge che è stata percorsa insieme tanta strada. Ed è stata proprio una bella strada.

A volte ci si pongono pure domande inutili. Ad esempio e il blog ora cosa farà? Continuerà a tenervi compagnia, se avrete la pazienza e la simpatia di continuare a seguirci. Magari prendendosi qualche giornata in più di pausa tra un pezzo e l'altro, perché, in fondo, iniziano i week-end di sole e, soprattutto, inizia il nuovo tour di Bruce Springsteen. Occasioni per parlare ancora di pallavolo e di stupidate però se ne troveranno di sicuro e quel che è certo è che la pallavolo di vertice a Padova non spegnerà le proprie luci.

Cala il sipario, quindi. Metaforicamente, ovvio. Per quanto ci sia stato il concreto rischio - e per fortuna possiamo scriverne scherzando - che calasse in maniera assai più seria. Alle tre di notte, sulla strada del ritorno poco prima di Altedo, la gomma anteriore sinistra della macchina guidata dallo scoutman Mimmo esplodeva a dicreta velocità, costringendo i malcapitati passeggeri (gli altri due erano il sottoscritto e lo scriba Andrea Schiavon), superato lo spavento, ad un pit-stop notturno lungo l'A13, al freddo, nel buio più pesto e evitando i camion che sfrecciavano a velocità folle a pochi metri. Il sipario diventava fortunatamente siparietto quando, eseguito il lavoro alla stregua di meccanici di F1 (sì, ma della Minardi: perché comunque, tra smadonnamenti vari, non era proprio un gran bel vedere), il povero Mimmo scivolava su un tombino assolutamente invisibile sul ciglio della strada e franava lungo un piccolo avvallamento. Qualora ce ne fosse bisogno, la conferma che la truppa bianconera non era affatto seguita da una buona stella.

11 aprile 2005

SPALLE AL MURO 

E' vero: l'Edilbasso è ad un passo dall'eliminazione dai play-off scudetto (una circostanza che secondo coach Montali, non uno qualsiasi, renderebbe quasi fallimentare la stagione del Sempre Volley) e il sentimento prevalente non può che essere quello della delusione. Dopo aver mancato di un niente la vittoria in quel di Perugia, i bianconeri hanno ceduto anche ieri al Palasport San Lazzaro e ora l'RPA LuigiBacchi.it può chiudere definitivamente la serie già mercoledì in Umbria o comunque con una sola vittoria nelle prossime, eventuali, tre sfide.

Il tre a uno di ieri, con i primi set tutti ai vantaggi, ha confermato la natura estremamente equilibrata di questo abbinamento di quarti di finale, ma anche la maggior capacità degli umbri di gestire i passaggi critici di una partita. La formazione guidata da De Giorgi - tecnico su cui, evidentemente sbagliando, non avremmo mai scommesso un centesimo - è squadra molto lineare e dal rendimento costante, anche se forse con vette inferiori a quelle dei bianconeri. Ma i picchi dei patavini, primo set a parte, non si sono purtroppo visti e rimangono scritti solo sulla carta.

Sulle ali di una perfetta combinazione tra Sintini e Lebl e con un Hernandez a tratti immarcabile, il risultato di ieri è stato alla fine ineccebile. Quasi inevitabile, anche: e se n'era accorto pure il pubblico di casa, attanagliato, proprio come la squadra, già sull'uno a uno da una sensazione di smarrimento mista a paura. A livello tecnico-tattico c'è ben poco altro da dire: Dall'Olio ha fatto tutto il possibile per raddrizzare l'incontro, ma alla fine non è lui a dover attaccare, difendere e murare. La gestione delle fasi calde di una partita - e ci torna in mente anche il tie-break di Palma di Maiorca - rimane uno scoglio piuttosto arduo per i nostri ragazzi e in questo si evidenzia tutta l'inesperienza ad altissimi livelli di gran parte della rosa. E meno male che c'è almeno capitan Meoni, lui sì abituato a questo genere di situazioni...

Lo sconforto è inevitabilmente il sentimento prevalente, ma l'errore più grande sarebbe quello di affrontare la trasferta di mercoledì col destino già segnato. La serie, per quanto qualcuno cercasse di stemperare la tensione pensando ai prossimi fine settimana liberi, non è assolutamente finita e l'impegno morale dev'esser quello di far di tutto per ritrovarsi sabato per un'infuocata gara-4. Vietato abbattersi.

08 aprile 2005

L'EQUILIBRIO 

Dobbiamo ammetterlo: aspettavamo con tanta ansia l'inizio di questi play-off, ma si è partiti proprio col piede sbagliato. E non ci riferiamo all'esito sportivo, ma alla delusione per la mancanza di una manciata di secondi in ricordo del Principe Ranieri: eppure Alberto di Monaco amava così tanto la pallavolo... Ora ci auguriamo solamente che la folla di lettori di Gente e Oggi che certamente affollerà il Principato per dare l'estremo saluto al regnante non blocchi gli eleganti boulevards di Montecarlo alla ricerca di una bella foto-ricordo (o feticcio di cattivissimo e poco rispettoso gusto?) con la salma.

Al termine di un viaggio snervante - sia per la squadra che ha percorso la trafficatissima autostrada che per la dirigenza che ha invece optato per i crateri (un evidente omaggio dell'Anas alle formazioni rocciose di origine vulcanica che costeggiano la carreggiata) della superstrada E45 - è andato ieri in scena a Perugia il primo atto della sfida di quarti di finale dei play-off scudetto 2005. E, tra due squadre che hanno finito la stagione regolare con gli stessi punti e che sia la gran parte degli addetti ai lavori e i bookmakers giudicano di caratura assai simile, non poteva che finire al tie-break: secondo molti tutta la serie si snoderà lungo il filo di un estremo equilibrio.

A spuntarla è stata l'RPA LuigiBacchi.it (si discute tanto della carenza di sponsor a Padova, ma non è che in Umbria se la passino tanto meglio, se lo spazio principale della maglia è appannaggio di un rivenditore locale di autocarri), ma non nella maniera netta di appena una settimana fa. Anzi, si può tranquillamente parlare di gentile concessione dell'Edilbasso, che in almeno due parziali - ma soprattutto nel quinto e decisivo set - ha dilapidato un vantaggio consistente, gestendo in maniera non ottimale gli attacchi decisivi. Simeonov a parte, infatti, le bocche da fuoco bianconere sono incappate in una giornata non troppo brillante, evidenziando forse anche un'inedita, almeno nella nostra metà campo, paura di vincere o meglio quello che viene definito, con gergo poco tecnico ma senza dubbio efficace, il braccino.

Non mancano tuttavia i motivi per guardare con fiducia all'immediata rivincita di domenica pomeriggio: la compagine di Fefè De Giorgi si è confermata formazione ampiamente alla portata dei nostri, a patto di non farsi sopraffare dalla delusione per l'occasione mancata. E' quindi necessario raccogliere a sè tutte le forze, di natura sia fisica che morale. In questo sarà fondamentale anche l'apporto del pubblico e ci si aspetta, nonostante il blocco del traffico, un Palasport San Lazzaro gremito come in occasione delle partite di cartello. La società ha saggiamente deciso di ritoccare addirittura al ribasso i prezzi dei biglietti, nella speranza di non ripetere il mezzo flop commerciale dello scorso anno, quando la gara di quarti di finale contro Piacenza fu vista essenzialmente dai soliti encomiabili fedelissimi e poco più. Al PalaEvangelisti per creare calore attorno alla squadra i tifosi ricorrono perugini al mezzuccio (tra l'altro espressamente vietato dal regolamento, ma evidentemente i delegati tecnici chiudono un occhio... e anche un orecchio!) di collegare i tamburi a degli amplificatori, così quattro gatti fanno fittiziamente lo stesso rumore di una gradinata piena; dimostriamo che a Padova, solo con mani, voce e cuore, è possibile ricreare il clima di una torcida brasiliana.

Un piccolo appunto sul percorso motivazionale che ha condotto al match di ieri sera. Qualcuno aveva mosso qualche critica - probabilmente anche corretta - al timing delle recenti esternazioni presidenziali (quelle, per intenderci, indirizzate al "silenzio assordante" delle istituzioni cittadine), giunte proprio alla vigilia della sfida che poteva valere il quarto posto assoluto in classifica. Con coerenza dobbiamo però segnalare che non è stato il massimo nemmeno leggere nella mattinata di ieri, proprio alla vigilia della partita, le affermazioni di coach Dall'Olio, quando dice che "d'ora in avanti è tutto guadagnato": frasi forse poco consone a creare un clima carico per un evento di questa importanza. A meno che la sconfitta per tre a due non vada letta come un bel punto guadagnato in chiave salvezza...

Musi lungi, anzi lunghissimi, nella strada del ritorno a Padova. E forse anche esagerati perché una squadra che vuole iscriversi a pieno titolo nel registro delle grandi deve implementare anche una certa cultura della sconfitta, senza passare senza mezzi termini dall'esaltazione sfrenata alla delusione più cupa. Noi rimaniamo estremamente fiduciosi per il proseguio della serie. E, a dire il vero, anche oltre. Tanto che proprio da questo blog partirà a breve, se tutto dovesse andare bene, una nuova iniziativa: giocatori, dirigenti, tifosi e simpatizzanti si preparino a mettere sul piatto una loro promessa/impegno nel caso in cui...

05 aprile 2005

VITTORIE SCHIACCIANTI 

E' stato proprio un buon giorno. Nessuno si aspettava una vittoria così netta in termini di punteggio. Ma, soprattutto, le notizie più sorprendenti e inattese arrivavano dalla Puglia e dal Piemonte (ndr: a dire il vero anche dal Lazio e dalla Liguria, ma così ci salta la metafora). Stiamo parlando, of course, di pallavolo - in effetti anche a vedere il Tg4 di ieri sera non è che vi fossero altri eventi di rilevanza nazionale, chessò qualche tipo di consultazione elettorale... - e della piena vittoria dell'Edilbasso & Partners sull'Acqua & Sapone Latina (tre a zero: prevalenza bianconera sia sul piano dei set che dei punti complessivi), della contemporanea debacle, più o meno voluta, di Trento in casa della già retrocessa Taranto e del sorprendente raggiungimento al fotofinish dei play-off da parte di Vibo Valentia, corsara in quel di Cuneo.

Alla luce dei risultati di ieri i bianconeri chiudono la stagione regolare agguantando un quarto posto sostanziale a pari punti con l'RPA Perugia, ma in virtù della vittoria in più saranno proprio gli umbri a godere del vantaggio di un'eventuale bella casalinga nei play-off. Il turno di quarti di finale non vedrà al via né Cuneo né Modena, due compagini che in quanto a budget sopravanzano Padova e non di poco. Per l'ennesimo anno è questo il risultato che inorgoglisce maggiormente tutti coloro che si sentono vicini alla realtà del Sempre Volley. Però, per quanto abituati ai miracoli, sarebbe bello per una volta non limitarsi alle nozze con i fichi secchi, ma avere tra le mani il materiale per tentare un ulteriore salto di qualità. Pare, invece, che le istituzioni preferiscano dedicare le proprie attenzioni al più visibile e redditizio carrozzone del Calcio Padova: ah, che entusiasmanti le sfide di serie C in un Euganeo deserto con Acireale, Lumezzane, Sambenedettese, Giulianova e Fermana...

Il match del San Lazzaro non ha offerto, com'era prevedibile, contenuti tecnici troppo prelibati: l'Acqua & Sapone ha provato ad onorare l'impegno, ma senza troppa convinzione (il fatto che Molteni, pronto a partire per le vacanze, avesse pinne e boxer nella borsa la diceva lunga sulle motivazioni dei laziali) e il primo set è stato a tratti imbarazzante. Nei successivi due parziali c'è stata un po' più di lotta, ma l'impressione è stata che Padova fosse in grado di accelerare e decidere i ritmi della gara a proprio piacimento. Nella mediocrità son piaciute alcune singole azioni, specie per l'affiatamento di gruppo: encomiabile al riguardo l'atteggiamento di Simeonov che, nonostante i postumi di qualche acciacco fisico, si è dimostrato caratterialmente un vero uomo-squadra. MVP del match, comunque, il polacco Golas.

Prima della gara doveroso minuto di silenzio per il Papa. Non tiriamo fuori la solita retorica sullo Stato laico, perché in fondo un momento minimo di raccoglimento e preghiera non è certo un fastidio e un grosso sacrifio, nemmeno per chi non crede. Sarebbe sciocco fare a meno di constatare la caratura storica e la portata morale del personaggio. Ci chiediamo solo perché la disposizione del Coni/Lega Volley chiedesse espressamente allo speaker di ricordare al pubblico l'amore di questo Pontefice per lo sport. Scelta piuttosto provinciale e forse pure un po' offensiva nei confronti dei destinatari del messaggio: crediamo che chi si sente colpito in maniera profonda e autentica da questa scomparsa non ha certo bisogno di simili pretesti per ricordare le gesta di Giovanni Paolo II. Sarebbe come, per assurdo, se gli elettricisti si sentissero in lutto solo perché alcune biografie non autorizzate affermano che il giovane Karol riparava tostapane e frullatori in un retrobottega di Varsavia...

Finale di serata festoso per la truppa bianconera. Da buona tradizione nei momenti euforici, il Presidente ha invitato tutti, anche i più perfetti sconosciuti che avevano la fortuna di incocciarlo nel suo tragitto verso la macchina, per una pizzata in allegria post-partita. Al termine della quale una leggera brezza salutava la fine della stagione regolare: non si trattava però di un vento freddo e fastidioso, ma di una calorosa carezza. Forse era il Vendola del sud...

04 aprile 2005

TRA CORDOGLIO E IPOCRISIA 

Difficile che qualcuno non lo sappia, ma ricordiamo che l'ultima giornata di regular season - con l'Edilbasso di fronte all'Icom Latina per confermare il quinto posto dell'anno scorso - si disputa questa sera alle 20.30.

In occasioni del genere - ci riferiamo ovviamente alla scomparsa del Papa, ossai una persona che, dal nostro umile punto di vista laico, si è battuta come poche altre contro le guerre e la povertà - è difficile esprimere un'opinione e probabilmente a pochi interessa sapere il nostro giudizio, tra l'altro a forte rischio fraintendimenti, sulla sospensione di tutte le manifestazioni sportive del week-end nel territorio italiano. Il dolore è una questione strettamente personale e al riguardo tutte le opinioni sono legittime. Osserviamo solo che i bar, i cinema e gli esercizi commerciali erano tutti aperti e che oggi quasi tutti i mass media allegano un supplemento (a pagamento) sulla vita del Pontefice. Poi in quasi tutti gli Stati (tranne Polonia, Messico e Filippine!) la vita è andata avanti normalmente, delegando alla sensibilità individuale - quanto ci piacerebbe che invece del cordoglio istituzionalizzato ci fosse un giocatore che in piena libertà affermasse di non sentirsela di giocare... - i momenti di riflessione e cordoglio.

Nel minuto di silenzio odierno penseremo a tante cose. Alla spettacolarizzazione del decesso di un anziano sempre sotto i riflettori, alle sue scelte controverse, alla sua coerenza, alle sue battaglie. E magari dedicheremo dieci secondi anche alle povere (in tutti i sensi e ininfluenti sullo schacchiere politico-economico del pianeta) vittime delle varie tragedie naturali del Sud-Est asiatico.

01 aprile 2005

VIAGGI & MIRAGGI 

A notte fonda si torna, amaramente, da Perugia senza aver vinto un tubo. Anzi, a voler esser precisi l'unica cosa lieta della penultima giornata di regular season è proprio il tubo di Baci Perugina che viene distribuito dai giocatori e dai dirigenti della società di casa agli avversari in occasione del saluto iniziale.

L'Edilbasso abbandona quindi il sogno, a lungo accarezzato, di agguantare il quarto posto. Onore e merito all'RPA di Ferdinando De Giorgi che con il tre a zero sui bianconeri, frutto di una prestazione impeccabile, si issa matematicamente alle spalle di Piacenza, Macerata e Treviso. Dobbiamo ammettere che pensavamo che la classifica degli umbri fosse un po' bugiarda e "gonfiata" da una serie di circostanze fortunose (spesso hanno affrontato avversari decimati dagli infortuni), così come non abbiamo mai creduto troppo allo spessore di Fefè nel ruolo di allenatore: è necessario ricredersi perché la preparazione tecnico-tattica della partita da parte degli umbri ha rasentato davvero la perfezione. Un sorriso per Padova arriva comunque dai risultati degli altri campi: il quinto posto - onorevolissima conferma del già eccezionale risultato dell'anno scorso - è ampiamente alla portata di mano di Meoni & C., in quanto basterà portare a casa la vittoria casalinga contro una demotivata Icom Latina. In questo caso sarà proprio Perugia ad incrociare la strada dei bianconeri nel primo turno dei play-off: un avversario ostico, ma di sicuro sulla carta non insormontabile. E al quale certamente ieri non abbiamo offerto molti punti di riferimento: sarà difficile giocare così male un'altra volta.

Sul piano dei singoli ben poco da dire: Meszaros non ha ripetuto la prestazione ai limiti della perfezione offerta contro Verona e anche le altre bocche da fuoco del Sempre Volley si sono presentate al PalaEvangelisti con le polveri bagnate. Dall'altra parte della rete Perugia ha sporcato a muro quasi tutti i palloni e poi ha contrattaccato in scioltezza con Hernadez, Swiderski (giocatore che a noi piace molto e che qualcuno bollò frettolosamente come non adatto al campionato italiano) e Lebl. Bravissimi poi i perugini anche a sembrare molto più carichi e motivati dei nostri a livello mentale, nonostante un Palasport semideserto, circostanza alquanto curiosa per una sfida che valeva una posizione assolutamente impensabile per entrambe le squadre ad inizio stagione.

Mentre a Padova, specie negli ambienti istituzionali, non si è ancora spenta l'eco per l'eccezionale soddisfazione di aver ospitato una gara di calcio internazionale di cartello come la sfida tra Islanda e Italia (anche se a legger la formazione degli azzurri potrebbe trattarsi benissimo della Nazionale Idraulici), tra i tifosi bianconeri sale la preoccupazione per il costante disinteresse del mondo politico e imprenditoriale cittadino per la nostra bella realtà sportiva di vertice. Qualcuno avanza anche, come soluzione estrema, l'idea dell'azionariato popolare. Nonostante si tratti di una soluzione che certamente stuzzica le corde - a noi carissime - di una visione dello sport romantica e passionale, non possiamo non notare che in tutta Europa e in tutte le discipline questa formula viene applicata con successo solo in realtà non proprio marginali come Real Madrid e Barcellona (per la cronaca qui, invece, si fatica a far sottoscrivere 50 abbonamenti a 100 euro...). Ci si penserà comunque sicuramente, pur con tutte le difficoltà di realizzabilità del progetto. Ma le voci che dovrebbero rispondere agli SOS dovrebbero essere inizialmente altre. E invece tacciono.

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