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25 marzo 2007

UNA LEZIONE SEVERES 

Tutti i riti scaramantici che da qualche settimana venivano portati avanti con la convinzione che potessero servire alla causa della salvezza bianconera non hanno più - con buona pace degli illuministi - ragione di esistere: la Marmi Lanza Verona ha impartito una severa lezione all'Antonveneta, alla faccia delle barbe lasciate crescere, delle tartarughine masai sulle collanine (dono comunque graditissimo a tutta la squadra della dottoressa in viaggio a Zanzibar), dell'in&out che non c'è più sul giornalino con le formazioni, delle statistiche sulla divisa da gioco che ha portato più punti. Da qui alla fine del campionato servono prestazioni maiuscole e punti veri, non congiunzioni astrali buone al massimo per qualche giornalaccio da parrucchiere.

Le recenti buone prestazioni e un certo ottimismo - frutto del buon lavoro settimanale - ravvisabile in palestra ci avevano portati nella città scaligera, accompagnati da un bel numero di tifosi al seguito, con la convinzione di gettare tutto il peso della partita sulle spalle dei padroni di casa. Purtroppo tale speranza si rivelava esatta solo per le prime due azioni dei gialloblù, che, una volta ingranata la marcia, passeggiavano con relativa agilità sul Sempre Volley.

Peter Veres, di cui ricordavamo la carica agonistica, ha sfoderato una prestazione allucinante: aces, muri e attacchi da seconda linea ai limiti della perfezione. E sì che nel riscaldamento aveva tirato fuori quattro-attacchi-quattro: ancora una volta ha avuto ragione quel maestro di sport che è Dan Peterson, assertore del fatto che chi segna sempre da tre nel pre-partita, probabilmente si è già giocato tutti i jolly per la gara... Assieme a Veres, ottimo Daniel Howard, un giocatore che è sempre stato un nostro pallino. A livello di singoli Verona, ad esser sinceri, fra infortuni e altri incidenti di percorso, non offre molto altro ed è qui che si vede il peso di quel signore che guida dalla panchina questa squadra. Perché la Marmi Lanza gioca davvero bene e sembra aver studiato nei minimi dettagli ogni possibile situazione di gioco: si dice che l'allenatore bravo è quello che riesce a far giocare insieme un collettivo senza creare danni, ma noi pensiamo che Lorenzetti rappresenti davvero un valore aggiunto.

Nel nostro campo merita un applauso Giorgio De Togni, un atleta la cui abnegazione e la cui attenzione hanno portato ai progressi sotto gli occhi di tutti. La ricezione ha ballato un po' troppo per permettere a Esko di sviluppare il suo consueto gioco, ma in ogni caso gli attaccanti non sono mai stati un punto di riferimento affidabile e costante. Eppure non appena ai padroni di casa non è entrata la battuta, l'Antonveneta è riuscita a portare a casa un set...

E adesso? Finisse oggi il campionato, Padova saluterebbe mestamente la massima serie. Una cosa che, si spera, nessuno ammette come già decisa oggi. C'è da rimboccarsi le maniche e lavorare molto duramente, ma il calendario offre ancora delle possibilità.

Nel frattempo la squadra troverà il tempo per riflettere. Anche davanti ai quadri di De Chirico, dato che il main sponsor offrirà a giocatori e staff mercoledì sera l'opportunità di una visita guidata alla mostra del padre della pittura metafisica in quel di Palazzo Zabarella. Noi non siamo capaci di "dipingere ciò che non si può vedere", tantomeno di raccontare una vittoria che non c'è stata...

22 marzo 2007

UBI MAIOR, MAGGIORA CESSAT 

L'Antonveneta vince, convince e conquista tre punti d'oro. Non cromato, come quello di certi gioiellacci venduti in televisione, ma zecchino o, meglio, Krommato. Il mercoledì sera al Pala Bernhardsson rilancia le ambizioni salvezza dei bianconeri, ma rimane solo una tappa verso la difficile conquista dell'obiettivo finale.

La Maggiora Latina, dopo un girone d'andata strepitoso e un eccellente comparsata alle finali di coppa Italia, è in questo momento forse la squadra meno brillante del campionato: probabilmente già salva e senza possibilità di agguantare i play-off, la compagine pontina vivacchia in attesa della fine della stagione. A ciò si aggiunga l'assenza nelle ultime settimane del lungagnone Vissotto - da noi visto all'opera in quel del torneo natalizio di Anversa già nel 2005 - alle prese con una borsite e, come ci ha confidato nel tunnel del San Lazzaro, poco propenso a subire spregiudicate infiltrazioni per recuperare più in fretta. Al suo posto ha giocato Francesco Mattioli e non il simpatico Paolo Cipollari. Meno male: avesse giocato il figlio dell'alto dirigente della società laziale, avremmo preteso anche noi il posto in squadra...

Il risultato del mix tra questa situazione e l'inevitabile tensione in casa Sempre Volley è stato quello di una gara molto contratta e dominata più degli errori che dal bel gioco. Bravissimi i ragazzi dell'Antonveneta a gestire a proprio favore i momenti chiave di ogni parziale, trovando all'interno del proprio bagaglio tecnico (ricordiamo l'impressionante filotto in battuta di Kromm nel primo set, ma anche un muro di De Togni, un contrattacco di Pampel e una ricezione di Quarti al momento giusto) la via d'uscita a situazioni che in altre occasioni erano state gestite meglio dagli avversari di turno.

Vladi Grbic, che alla sua età sta disputando una delle migliori stagioni della carriera, ha provato a spronare i suoi compagni (o da quelle parte si dirà "camerati di squadra"?), altro che amicizia personale con capitan Tovo... Ma dall'altra parte Mikko Esko era in giornata ispirata (ha addirittura servito con regolarità i suoi centrali) e tutta l'Antonveneta molto concentrata.

Il tre a zero finale potrebbe essere molto utile anche in chiave di quoziente set e quoziente punti, anche se già rabbrividiamo di fronte ad un finale di stagione fatto con la calcolatrice in mano. In coda si è fermata Verona, ma continua a stupire Vibo Valentia. La corsa a tre vede un altalenarsi di posizioni incredibili.

Domenica altro giro, altra corsa.

19 marzo 2007

UN PUNTO TARANTOLATO 

C'è stato un momento in cui i nostri sguardi d'intesa - invero da perfezionare: ad un certo punto qualcuno credeva che stessimo prenotando un paio di capricciose - con gli uomini dello staff a bordo campo (il team manager Sandro Camporese e lo scoutman Federico Cian) per sapere i risultati dagli altri campi ci ha regalato l'illusione di una domenica molto propizia per la causa bianconera: i nostri conducevano per due a uno sulla Prisma Taranto, mentre tanto Verona quanto Vibo Valentia erano sotto con il medesimo punteggio. Solo mezz'ora più tardi però la soddisfazione per l'importante punticino conquistato dall'Antonveneta al PalaFiom si scontrava con le vittorie al tie-break di Marmi Lanza e Tonno Callipo.

Dalla città jonica il Sempre Volley torna comunque con la conferma di trovarsi in un buon periodo di forma: quattro punti nelle ultime due gare e set sei vinti nelle ultime tre apparizioni. Non sappiamo ancora se questo impegno sarà sufficiente o meno, ma la strada è certamente quella buona. La squadra del mago di Turi Vincezo Di Pinto è stata ad un passo dal lasciare l'intera posta ai patavini e si è salvata in corner grazie al servizio forzatissimo (ma quando non entra i rossoblù esprimono un gioco davvero miserello, soprattutto se confrontato col tasso tecnico a disposizione) e alla fortuna di giocare in un impianto - ci chiediamo cosa succederebbe se il taraflex del San Lazzaro fosse steso alla meno peggio con dei pezzi di nastro adesivo a tenerlo unito - fatto apposta per favorire i battitori in salto.

L'intera compagine bianconera si è espressa bene: Piscopo ha ben figurato sotto gli occhi della famiglia, Esko ha ricevuto gli applausi della parte più dotta e sportiva del pubblico (tra cui ci spiace non annoverare il fine intellettuale che ha inguiriato a pochi centimetri dalla panchina intere generazioni dei Roscini in stretto dialetto pugliese e al termine si è giustificato dicendo che rientra tra i doveri dei professionisti dello sport anche l'essere offesi da persone frustrate durante il resto della settimana), mentre gli attaccanti teutonici hanno peccato solo in continuità e a tratti sono risultati fallosi oltre la media.

Alla fine della fiera non c'è comunque nemmeno troppo tempo per riflettere se il punto conquistato sia buono o meno (noi comunque accettiamo la suggestiva analisi di chi ci ha detto che in fondo Verona ha fatto due punti con una squadra di bassa classifica, mentre noi ne abbiamo conquistato uno fuori casa contro una formazione da play-off) perché il tempo è quantomai tiranno.

Fra poche ore al PalBernhardsson sarà di scena Latina. La squadra pontina appare un po' scarica, ma non bisogna abbassare la guardia. Poi sarà sfida dell'anno a Verona.

12 marzo 2007

CHE TIBERTIMENTO! 

Gigi Schiavon non poteva ricevere regalo più bello per i suoi 40 anni festeggiati per la sedicesima volta consecutiva: i ragazzi dell'Antonveneta, dopo un lungo digiuno, tornano al successo e in un colpo solo si ritrovano in una posizione di classifica che garantisce la salvezza virtuale.

I tre punti contro l'Acqua Paradiso Montichiari sono la giusta conclusione di una buonissima settimana di allenamenti (cui peraltro, causa impegni di lavoro, non abbiamo praticamente mai assistito: se questi sono i risultati, al PalaBernhardsson non ci passiamo più...) e ridanno forza ad un gruppo che è stato bravo a non scoraggiarsi dopo settimane in cui sembrava che la qualità dell'impegno non pagasse proporzionalmente.

Peccato per le gradinate semi-deserte, riempitesi solo con il passare dei set. Ci dicono che un mega-ingorgo in tangenziale abbia paralizzato la città: vuoi vedere che con l'arrivo del bel tempo la gente si rintana all'Ikea?

Bisogna ammettere che una volta tanto anche il Sempre Volley ha pescato il jolly di un avversario in non perfette condizioni fisiche. La Gabeca ha infatti rinunciato alla coppia di centrali Jeroncic - Forni, per quanto la panchina bresciana - forse la più lunga dell'A/1 - arriva molto vicina alla possibilità di schierare un sestetto che non sfigurerebbe affatto nella massima serie. Non serve comunque sommermarsi troppo sulle disgrazie degli arancioni del divin Julio Velasco (i suoi guantini bianchi sfoggiati nella rifinitura di domenica mattina ci hanno fatto pensare più che ad un probabile problema dermatologico al tristissimo inserviente de "Il pranzo è servito"), perché è stata brava l'Antonveneta a disputare una gara ordinata e precisa e a mettere in difficoltà gli avversari, soprattutto il palleggiatore Suxho sostituito da Tiberti. Anche l'ex più amato, Domotor Meszaros, non ha brillato particolarmente.

Bianconeri ottimi in tutti i fondamentali, con una citazione di eccellenza per il muro (il solo Piscopo ne porta a casa otto: quasi più del numero di sue fidanzate mensili...). L'ultima vittoria dei nostri risaliva alla sfida natalizia con Verona: a questo punto, anziché lamentarsi per l'assai sospetto timing dello scambio Veres-Bernardi, conviene forse augurarsi che Mister Secolo (purtroppo scorso: il tempo passa) inizi ad indossare anche le casacche delle prossime avversarie del Sempre Volley.

Anche in occasione di quella vittoria al PalaBernhardsson si parlò del libro "Una rete, una città, una storia". Ieri nello scatolone di via San Marco è andato in scena un festosissimo amarcord cui hanno partecipato un centinaio di ex giocatori, dirigenti e allenatori. E' stato bello rivedere una marea di volti amici e constatare l'affetto di tutti per questi colori che ti entrano fin dentro la pelle. L'età media, nonostante l'orgogliosa presenza di un Luca Cibin che scherzava sul suo essere già un ex, non era propriamente bassina (ma questi hanno una salute di ferro e francamente quelli meno in forma erano i due autori del volume), ma Davide Tovo ci ha sussurato in un orecchio che lo preoccupava assai il fatto di aver giocato assieme a buona metà dei presenti.

Il Presidente, in occasione del saluto introduttivo, ha detto che c'eravamo, ci siamo e soprattutto che, comunque vada, ci saremo. I giornalisti hanno subito battuto il pezzo, tanto poi - e un ex presidente del consiglio insegna - si può sempre dire di esser stati fraintesi: ci saremo o ci saremmo?

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