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31 marzo 2006

CLAMOROSO: DINEIKIN, 216 CM PER ABBATTERE LA SISLEY 

Anticipiamo di 24 ore - doveva esser dato rigorosamente domani - questo annuncio perché non stiamo davvero più nella pelle.

Negli anni Settanta si teorizzava la fantasia al potere e purtroppo quello, per molti ambiti della vita pubblica, è rimasto solo uno slogan. Però il Sempre Volley, nonostante tutte le difficoltà economiche degli ultimi anni, riesce sempre a stupire tutti e tirare fuori dal cilindro qualcosa di inatteso. Questa volta però i tipi del Giotto l'hanno combinata davvero grossa...

Nella notte fra domenica e lunedì il direttore sportivo Stefano Santuz e il presidente Maurizio Sartorati si son recati in gran segreto a Roma per incontrare due emissari della Dinamo Mosca (il direttore generale Igor Peskcic e il procuratore Vladimir Aprilovski) e discutere il clamoroso ingaggio a gettone del fortissimo opposto russo Stanislav Dineikin. Il giocatore infatti, reduce dalla deludentissima apparizione dei moscoviti alle final four di Champions League, avrebbe manifestato il desiderio di interrompere anzitempo il contratto col suo attuale club e di tornare a giocare immediatamente in Italia. Vani sono stati i tentativi dei dirigenti della Dinamo di far rientrare la volontà di Stas e così, grazie all'intermediazione di Sergio Busato, è saltato fuori il nome di Padova.

Occasioni del genere devono essere prese al volo, nonostante l'operazione si presenti come tutto tranne che economica: si parla di 25.000 dollari per la sola partercipazione al derby con la Sisley e nessuna opzione sull'anno successivo (pare che il giocatore si sia già promesso a Modena). Dineikin vestirà la maglia numero undici, ereditando il numero che fu di Simeonov, e si allenerà con i nuovi compagni già a partire da oggi. Tutte le operazioni relative al transfer internazionale e al tesseramento sono già state sbrigate nei giorni scorsi con la massima discrezione, ma - ripetiamo - qualsiasi ufficializzazione della notizia potrà, per stretti motivi di calendario, esser data solo domani.

Con tutta probabilità le foto di Stanislav con la nuova maglia saranno scattate nel ristorante di pesce prediletto dal Presidente: d'altra parte è il первое април!


28 marzo 2006

TUTTI A TREVISO!!! 

Si avvicina l'ultima giornata di campionato. Il Giotto Padova sarà di scena sul campo più ostico di tutta la massima serie: il PalaVerde di Treviso. Fra i ragazzi del Sempre Volley e la tanto agognata salvezza non un avversario qualsiasi, ma la Sisley fresca vincitrice della Champions League. A noi le sfide difficili piacciono molto, ma è sempre meglio affrontarle con un (pacifico) esercito numeroso.

La società, consapevole di quanto tutte le componenti possano essere utili nel raggiungimento dell'obiettivo, ha deciso di agevolare l'afflusso in massa di tifosi nella Marca offrendo un pacchetto comprensivo di viaggio in pullman e ingresso alla partita all'incredibile prezzo di 5 euro. Senza nemmeno l'obbligo di acquistare a bordo alcuna batteria di pentole...

Questa volta è davvero obbligatorio esserci. Perché, lo diciamo con un minimo di immodestia, questa società lo merita. Perché in gioco c'è un pezzetto di storia sportiva cittadina. Perché c'è un cuore grande - quello di atleti, dirigenti, tifosi, giornalisti, appassionati, amici e chi più ne ha più ne metta - che in questo momento batte all'unisono. Perché a volte le storie possono essere davvero a lieto fine. Perché potrebbe esserci una mega-gavettonata. Insomma, ognuno trovi il suo perché e si sbrighi a telefonare in sede allo 049 603149 per prenotare il proprio posto.

Non saranno tollerate assenze ingiustificate. Chi manca sia costretto a mangiare a vita pane e Cisolla. E su questo infame gioco di parole potete rendervi conto di quanto la tensione pre-gara faccia venire meno la nostra già scarsa lucidità mentale.

27 marzo 2006

CERCO E TOVO LA VITTORIA 

A una giornata dalla fine del campionato il Sempre Volley può guardare dietro di sè due squadre in classifica. Non significa ancora nulla, ma lo scenario è sicuramente il migliore che si potesse auspicare prima di Giotto - Tiscali e Itas - Benacquista.

Perché al PalaBernhardsson vanno sostanzialmente in scena due partite e non una. Ma nemmeno questo invoglia i padovani a riempire gli spalti: la prossima volta proveremo a dare due euro a ciascun spettatore... Comunque gli amici di sempre son dentro lo scatolone ed è assieme a questi che vivremo con passione questo finale di stagione.

La prima sfida è quella contro gli isolani, vinta dai patavini al termine di un incontro non troppo spettacolare e caratterizzato da una fitta coltre di tensione; la seconda si gioca su Internet, ma non è un videogame: tutti davanti allo schermo di un computer ad attendere il risultato finale dal PalaGhiaie di Trento di Meoni (cui fra poche ore, come da scommessa in settimana, offriremo un pranzo) & C.

Gli uomini di Gigi Schiavon sono scesi in campo contratti: bastava guardare i volti dei giocatori durante il riscaldamento per rendersene conto. E anche durante la settimana di allenamenti la comparsa di malanni e acciacchi più o meno lievi è parsa più una somatizzazione dell'importanza della posta in palio che una reale urgenza medica. Comprensibile comunque per un gruppo così giovane e inesperto: paradossalmente con queste caratteristiche è più facile affrontare con sfrontatezza Cuneo e Modena che giocarsi il tutto per tutto in uno scontro diretto.

Tuttavia i ragazzi non si sono persi d'animo nemmeno quando le cose parevano complicarsi e questa è un'ottima prova di maturità. Dopo un primo parziale portato a casa con autorità il Giotto ha iniziato a balbettare in maniera preoccupante. Massimo Botti da buon capitano ha allora trasmesso ai suoi la giusta grinta, invitando al contempo a tessere con calma la trama del proprio gioco. A finalizzare ci pensava principalmente Bjorne Andrae, ma anche l'altro tedesco Pampel ha risposto presente quando chiamato in causa. Spendiamo un paio di parole anche per Davide Tovo: di sicuro non è stato l'MVP del match, ma il suo ingresso ha cambiato l'inerzia della partita. Tutti comunque, senza esclusione, meritano una parola di elogio. E l'onore delle armi deve essere concesso anche alla Tiscali Cagliari di Massimo Dagioni, arrivata a Padova per giocare e non già in vacanza (come ha fatto anche Montichiari a Santa Croce, venendo per questo presa a sassate dai civilissimi ultras toscani).

Da Roma abbiamo saputo che la Sisley Treviso è campione d'Europa. Dopo una semifinale stellare (i trevigiani sabato avrebbero sconfitto anche una selezione di Marte, Giove e Saturno), pure l'Iraklis Salonicco si è dovuto arrendere agli uomini della Marca. Siamo davvero felicissimi per questo trionfo italiano (guarda cosa ci tocca dire...) e, senza alcun secondo fine, diciamo con tutto il cuore che ora i vari Papi, Fei e Vermiglio devono godersi questo prestigioso successo e riposarsi almeno sino a lunedì prossimo. Giusto?

24 marzo 2006

SE MI SALVO...
un nuovo contratto con gli italiani
 

L'Italia, si sa, è popolo di poeti, santi, navigatori... e creduloni. Non si spiegherebbe diversamente il proliferare di maghi, cartomanti e faccendieri sulle tv locali o la presenza di uno spazio dedicato all'oroscopo sulla carta stampata e in coda ai principali telegiornali nazionali.

Molto diffusa è anche la scaramanzia e non mancano certo, anzi sono particolarmente diffusi, nel mondo dello sport tutti quei gesti atti ad allontanare e scongiurare una circostaza negativa e avversa e a propiziare la riuscita di eventi positivi.

Pur ritenendoci figli più dell'Illuminismo che della superstizione popolare, fin dal principio della stagione ritenevamo che il difficile obiettivo della salvezza richiedesse l'intercessione presso gli dei dell'Olimpo sportivo. E, come in ogni invocazione che si rispetti, non ci si può certo presentare dinanzi a chi muove i fili del destino a mani vuote...

Ecco perché, disposti a scommettere l'impossibile sulla permanenza del Giotto in serie A/1 e rilanciando un'idea che serpeggia da qualche settimana anche fra i ragazzi della Tana bianconera, abbiamo pensato di elencare tutti i sacrifici e le promesse solenni che giocatori, tecnici, dirigenti e tifosi del Sempre Volley sono disposti a sottoscrivere in vista dell'obiettivo massimo. Un'apposita tabella terrà traccia di tutti gli impegni: un tempo la solennità era sancita dal "carta canta" (o dallo studio di Bruno Vespa, ma è un altro discorso), chissà se un domani si dirà lo stesso per il Web.

Nel frattempo il palettaro apre le danze offrendo il proprio lobo per un orecchino (crescere proprio no, eh?). E magari qualcuno potrebbe chiedere al Presidente cosa intende fare della sua barba...

E voi cosa mettete sul piatto della bilancia?

23 marzo 2006

RUSH FINALE 

Nelle ultime sere il nostro sonno non è stato turbato tanto, as usual, dai tormenti e dai rimorsi alimentari per l'ennesima spaghettata aglio, olio e peperoncino o per un panino con la salsiccia di troppo, bensì da un altro tipo di pensieri. Ci troviamo a rigirarci sudati fra le lenzuola, inseguiti da una ridda di numeri, tabelle, formule di calcolo combinatorio e ipotesi di scenari futuri.

Il tutto è ovviamente strettamente collegato al rush finale per la salvezza. Conditio sine qua non - che non vuol dire "siamo qua noi", come affermò con evitabile sicurezza il presidente del Bologna Dall'Ara, accompagnandolo ad un "e se non bastasse fiat lux, faccia lei"! - di tutti i ragionamenti è la vittoria piena sulla Tiscali Cagliari.

Certo, ci si dirà che la formazione di Dagioni arriverà a Padova con ben pochi stimoli, dato che agli isolani manca solo la certezza matematica di una probabilissima retrocessione. Noi però, fedeli alla linea del pessimismo cosmico leopardiano, temiamo assai le squadre tranquille e che possono giocare in scioltezza e non possiamo che rammentare la disgraziata stagione di Babini sulla panchina del Sempre Volley, quando tutti - ma proprio tutti - davano per già acquisiti i tre punti contro la derelitta e già retrocessa Roma. Risultato? Giocatori del calibro di Paolucci, Sottocorona e Vusurovic camminarono agevolmente sulle macerie di Gavrilov e compagni... E' per questo che è necessario trovare un difficile equilibrio tra la giusta tensione pre-partita e la consapevolezza di poter aver la meglio, esprimendo la qualità di gioco esibita contro Cuneo e Modena. In questo una discreta mano può arrivare dal pubblico, che si spera numeroso e vicino come nelle ultime occasioni.

La speranza è quella di poter parlare domenica sera da terz'ultimi in classifica. Oltre al Giotto, anche l'Itas Trentino, per quanto già sicura dell'accesso ai play-off, deve fare il proprio dovere, battendo la Benacquista Latina. I vari Meoni, Morsut e Cormio sono già stati subissati di sms e telefonate di stampo vagamente minatorio, ma sull'impegno e la lealtà sportiva degli ex-padovani non abbiamo alcun dubbio. Da qui in avanti si aprono tutte le possibilità del mondo.

E' vero che per sperare in una Sisley meno arrembante (e tutta concentrata su massacranti, ma tutte da verificare, sedute di pesi in vista della lotta scudetto) dobbiamo confidare in una vittoria di Perugia nel recupero di mercoledì con i cugini, ma questo determinerebbe anche una Tonno Callipo (ormai esclusa dalle prime otto) senza obiettivi in quel di Latina all'ultima giornata. Insomma, un gran casino.

Lasciamo quindi al destino i verdetti e spendiamo due parole finali sull'iniziativa benefica in collaborazione con eBay.it - nella figura di Iryna Pavlova, bravissima addetta stampa della società, in grado di scovare fra milioni di oggetti strampalati le nostre prime inserzioni e promuoverci poi nello spazio apposito dedicato alle aste di beneficenza - che ci ha visto come ideatori. Domani scadranno le ultime sei aste e personalissime e sofisticate proiezioni (molto più affidabili di alcuni sondaggi americani citati a vanvera da qualcuno) ci fanno affermare che la cifra raccolta a favore di AMIP (Associazione Malattie Invalidanti Padova) supererà i 1000 euro. Il riscontro è stato davvero ottimo e l'interesse ha ampiamente valicato l'area di penetrazione abituale di questo blog: maglie e borse son finite non solo a Padova (la grande sensibilità del nostro pubblico rispetto a questo genere di iniziative non è stata certo una sorpresa), ma anche in Campania, Sardegna e Lombardia e addirittura in Spagna, Olanda e Germania. Di questo bel risultato dobbiamo ringraziare prima di tutto coloro che si sono aggiudicati almeno un oggetto, spesso valutandolo prescindendo da bieche considerazioni materiali. In tanti alla fine hanno pure aggiunto qualcosa al prezzo finale, a mo' di offerta libera. Ma diciamo grazie anche a quelli che hanno semplicemente partecipato con un'offerta e sono alla fine rimasti a bocca asciutta: non mancheranno in futuro le occasioni per rifarsi. Le operazioni di solidarietà richiedono, oltre che spirito di iniziativa e un'idea iniziale, anche un supporto logistico: e allora grazie a Stefania, Samuela, Mario e Carlo per le operazioni di inventario, di magazzino e per le foto a supporto delle inserzioni. Noi abbiamo curato la parte informatica e le operazioni di spedizione e pagamento, resistendo alla tentazione di scappare col malloppo. Grazie infine a Sara per la maglia di Pampel e a Gigi Schiavon per essersi privato di un po' di materiale personale (sarà contenta la moglie per gli armadi un po' più liberi, ma immaginiamo sia sempre difficile privarsi di reperti legati a prestigiosi ricordi personali) per arricchire il piatto degli oggetti offerti.

In definitiva eBay è uno strumento portentoso per raccogliere fondi. E se lanciassimo una raccolta per comprare la gara con la Sisley???

21 marzo 2006

RAK N' ROLL 

Un piccolo - e speriamo non inutile - mattoncino nella costruzione della salvezza del Giotto Padova è stato aggiunto anche ieri sera, al termine di un'emozionante maratona contro la Cimone Modena.

Per la seconda giornata consecutiva il Sempre Volley tiene testa con onore ad una big del campionato, ma sul filo di lana esce sconfitta al tie-break. Troppo poco? Forse, ma anche il segnale che le potenzialità per rimanere nella massima serie ci sono tutte. Magari aver visto questo atteggiamento pure contro Vibo, Montichiari, Perugia...

Le premesse della gara con gli uomini di Velasco, dopo un'ottima settimana di allenamenti affrontata con le giuste intensità e concentrazione, non erano comunque delle migliori: al risultato negativo di Tiscali - Codyeco, si era aggiunta domenica una mini-epidemia influenzale (vedi il destino beffardo di tenerli tutti insieme in ritiro?) che ha coinvolto Olli, Hietanen e Piscopo. Gli ultimi due comunque raccoglievano le forze residue per presentarsi in campo e dar man forte ai compagni.

Che la posta in gioco fosse alta lo dimostra anche il bel colpo d'occhio del PalaBernhardsson: in parecchi arrivano dalla città della Ghirlandina, ma sono soprattutto i padovani a rinunciare al lunedì sera televisivo per presenziare in quella che può essere una partita chiave per il destino degli uomini con le stelle sul petto. Ora non possiamo che sperare di veder ripetuto questo atto di fede - grazie anche all'ingresso con biglietto simbolico - anche domenica contro Cagliari...

La gara è un continuo altalenarsi di emozioni: il Giotto si aggiudica il primo parziale con la forza del carattere, la Cimone il secondo con la maggior cifra tecnica. Successivamente la truppa di Schiavon sembra ripetere i consueti peccati di gioventù quando dilapida nel terzo set un vantaggio ultra-sicuro, da 19 a 10 a 19 pari. Mikko Esko, comunque ottimo nella sua regia, in questi frangenti dimentica del tutto la possibilità di ricorrere al primo tempo, ma, una volta tanto, con un colpo di coda finale la squadra si porta sul due a uno. E' Peter Veres a trascinare i suoi: il magiaro stringe i denti per il dolore al ginocchio, ma l'odore dell'agonismo fa sparire tutto. Nel quarto set Modena si sveglia e così è, ancora una volta, tie-break. La spunta il Cimone, anche grazie ad un attacco giudicato erroneamente fuori di Piscopo (ribadiamo che gli errori arbitrali saranno tutti uguali, ma in prossimità del match-point pesano un po' di più...) e ad un rocambolesco ace di Sartoretti (da un po' di giornate ci chiediamo se è stato depenalizzato, oltre al falso in bilancio, anche il fatto di pestare la linea al servizio...).

La domanda che serpeggia alla conclusione è quella di tanti pomeriggi e serate: occasione sprecata oppure no? Gli addetti ai lavori, tra cui - graditissimo - l'ex libero bianconero Luca Moretti, sostengono che si tratta di un punto guadagnato e che l'occasione di mettere la freccia e la possibilità di passare Latina in classifica con una vittoria da tre punti non è uno scenario del tutto negativo. Anche noi la pensiamo così; al solito ricorriamo ad una metafora cestistica: mancano pochi secondi alla sirena e la nostra squadra è sotto di due. Due punti significano un solo possesso di distacco, ossia un'unica azione d'attacco di differenza. Poi, però, i canestri bisogna farli e su questo siamo tutti d'accordo. L'importante è che i nostri, e non solo (qualcuno si attivi presso capitan Meoni per Itas - Benacquista!), facciano il loro dovere...

20 marzo 2006

VISTO DA UN'ALTRA PANCHINA 

L'attesa della partita odierna fra Giotto Padova e Cimone Modena - per nulla confortata dai risultati degli altri campi: stante la vittoria di Santa Croce a Cagliari, la corsa è su Latina, ma è necessario iniziare a pensare di far punti in tutte le tre gare residue - è stata riempita nel week-end ancora da (e come poteva essere diversamente?) pallavolo!

Rinunciando al classico sabato pomeriggio in tuta a fare zapping tra una gara di Premier League del Manchester United, l'anticipo di campionato fra Treviso e Montichiari e la sfida al vertice di basket fra l'amata Armani Milano e la Montepaschi Siena (in queste circostanze è assolutamente provato che i gol e le azioni più emozionanti si realizzano quando si è sintonizzati su un altro canale), il palettaro ha fatto il proprio esordio in serie C per seguire da vicino le giovani promesse del vivaio del Sempre Volley.

Anche il Somec, come i fratelli maggiori della serie A, naviga nelle zone basse della classifica e ogni punto risulta prezioso nella complicata sfida salvezza. Alla palestra Gozzano della Guizza (potenzialmente non avremmo dovuto nemmeno fare la fatica di prendere la macchina) il nucleo dell'under 20 bianconera ha affrontato l'Olimpia di San Giovanni Lupatoto, uscendone sconfitta al tie break dopo esser stata in vantaggio per due a zero. Va bene lo spirito di emulazione e prendere come esempio la prima squadra, ma non era certo il caso di imitare così bene le gesta di Botti & c. in quel di Cuneo...

Ci è molto piaciuto vivere dall'interno l'atmosfera dei campionati cosiddetti "minori" e di sicuro non mancheremo di avvicinarci nuovamente ai vari Pippo, Fede, Alberto, Fabrizio, Edoardo, Pietro e Davide. Non abbiamo notato particolari differenze con il palcoscenico maggiore: l'atmosfera in panchina è quella elettrica si sempre e la grinta, l'attaccamento ai colori e l'entusiasmo degli allenatori Mariella Cavallaro (siamo pronti a scommettere che non ha chiuso occhio per la sconfitta, ripensando come in un incubo all'incredibile sequenza di murate presa dai suoi giocatori...) e Michele Meoni non hanno nulla di diverso da quella di Gigi Schiavon e Simone Roscini. Ok, non ci sono le palette, le borracce, il tabellone coi nomi e i time-out tecnici, ma l'odore (buono) del campo è il medesimo.

Certo, la crisi generale del movimento pallavolistico ha reso queste serie simili più ad un cimitero degli elefanti che a serbatoi di giovani promesse e in quest'ottica per il Sempre Volley è sicuramente più importante la valorizzazione e la crescita in prospettiva futura degli atleti che il risultato immediato. Gli scaligeri con un pizzico di esperienza in più e qualche colpo da marpioni hanno avuto la meglio e regalato a noi la possibilità di passare all'incasso per il kebab che rappresentava il ricco premio partita promesso ai giovani bianconeri in caso di vittoria. Dai tempi della mitica formazione giovanile con Meoni, Tovo, Vianello, Baggio, Baroldi, Padovani, Marini e Levorin forse non è cambiato molto, se non che allora ci sembrava che ci fosse un po' più spirito di squadra. Ci dicono che non esistono più le pizze a fine gara e così ci siamo ritrovati a dare una mano al custode - non ce ne vogliano i lavoratori socialmente utili, ma abbiamo capito perché le società insistono tanto per gestire in prima persona le palestre... - a smontare la rete e sistemare i pali. Ma forse anche questa dimensione casereccia e un po' improvvisata ha un suo fascino e emana odore di sport autentico. Quello (ancora) lontano dai contratti professionistici e da tutte le sue problematiche.

14 marzo 2006

VOLLEY OLTRE LE SBARRE 

A poco più di un anno di distanza dalla nostra prima visita, abbiamo oggi nuovamente varcato le porte della casa circondariale Due Palazzi di Padova.

L'occasione è offerta anche questa volta dalla collaborazione fra la sede locale dell'attivissimo Centro Sportivo Italiano e l'associazione Tangram, già da tempo promotrice di diverse iniziative all'interno del carcere della città. Se dodici mesi fa a circa 30 detenuti era stato concesso di frequentare il corso per poi ottenere l'attestato di arbitro, per quest'anno si è pensato di offrire ai reclusi l'opportunità di diplomarsi allenatore. Facile facile la battuta e ottima scelta: da tecnici si guadagna sicuramente di più. E si evita di rubare, magari di nuovo.

Cento le ore di corso previste, divise fra teoria e pratica, con lezioni di due ore per ben tre volte la settimana. In pratica, grazie alle riforme del ministro Moratti, un protocollo assai più impegnativo e serio di un qualsiasi corso universitario attuale...

E, come nelle accademie più prestigiose, i docenti ordinari (i bravissimi Michela Gamba e Fabio Baldin) hanno lasciato spazio per una lezione speciale ad un professore prestigioso: Luigi Schiavon. Il coach del Giotto Padova, accompagnato per l'occasione anche dal capitano della squadra Massimo Botti e dal veterano Davide Tovo, ha parlato per qualche minuto del ruolo dell'allenatore, delle prorie motivazioni e della passione, identica sia che si tratti di un taraflex di serie A che di un campetto di periferia.


Al termine della parte teorica, qualche esercizio con la palla e poi una partita vera. L'anima di Gigi - non certo una sorpresa per noi che abbiamo la fortuna di conoscerlo da tempo - non ha tardato ad emergere: interrompeva continuamente le azioni per spiegare agli allievi le posizioni corrette da tenere e i movimenti da fare, non mancando di intervallare la propria spiegazione con aneddoti coloriti e battute assortite. Molto apprezzata soprattutto la risposta a chi gli chiedeva di rimanere per un po' di tempo a far compagnia agli ospiti della prigione: "sono già sposato!". Le tre ore sono così volate in un attimo, in uno scambio di emozioni davvero ricco ed intenso. Gli aspiranti allenatori si sono dimostrati attenti, interessati e vogliosi di imparare. Anche sereni, volendo. E di certo, a ragazzi sensibili e intelligenti come Davide e Massimo, a contatto con una realtà come questa non può esser certo sfuggita una certa incongruenza con alcune lamentele relative al ritiro forzato in vista del rush finale per la salvezza...


Al solito, prima di uscire da un luogo simile, i pensieri scanzonati si fanno da parte in favore di riflessioni più serie. La vita non è un fumetto e qui dentro non ci sono gli emuli della Banda Bassotti pronti a calarsi lungo i muri con le lenzuola annodate. I muri sono grigi e spenti, un po' come le ore che passano via sempre uguali quando la porta si chiude. Qui c'è gente che ha sbagliato e che con tutta probabilità ne è perfettamente consapevole. In un mondo che sempre più fatica a tollerare le situazioni di marginalità (di queste ore le tristissime scene fuori dagli uffici postali, con file di uomini trattati come pezzi di un magazzino in attesa di essere catalogati), ci sono persone che lottano e stringono i denti per recuperare la dignità e - come fra l'altro dovrebbe essere nello spirito dei sistemi penali europei - per ottenere una seconda possibilità per il futuro. Lo sport quindi può servire sia come occasione di svago, ma anche come strumento per veicolare nel mondo di fuori valori quali l'accettazione delle regole, la convivenza di gruppo, lo sforzo per ottenere dei risultati.

Noi speriamo che la collaborazione del Sempre Volley in iniziative del genere diventi ancora più organica, al di là di queste piacevolissime occasioni "spot". Sia sul piano della presenza fisica (siamo certi che a turno a tutta la squadra farebbe bene un giretto da queste parti) che di quella materiale, a partire da un'adeguata fornitura di abbigliamento sportivo e materiale tecnico. Dall'altro lato, come diceva giustamente la responsabile di Tangram Lara Scrittori, ci auguriamo che in carcere questi momenti diventino una delle tante possibilità a disposizione dei detenuti e non un'alternativa a scapito di altre. Perché, sia chiaro, i problemi esistono soprattutto nella quotidianità della vita oltre le sbarre e a nulla serve farsi belli solo quando arrivano la squadra di grido, le telecamere di Sky o i taccuini dei giornalisti.

Siamo orgogliosi di esserci mischiati per qualche ora a quella parte di umanità che si è trovata o è stata costretta a vivere ai margini della cosiddetta società "per bene". Perché, come diceva Fabrizio De André, possiamo anche crederci assolti, ma siamo tutti coinvolti.

13 marzo 2006

BICCHIERE MEZZO WOUT? 

Il Giotto Padova si conferma avversario capace di esaltarsi contro la Bre Banca Lannutti Cuneo. Nel palazzetto piemontese infatti gli uomini di Gigi Schiavon offrono una delle più belle prestazioni dell'anno, bissando quasi in tutto la splendida prova dell'andata. Qual è la differenza? Alla decima d'andata furono tre inaspettati punti in classifica, oggi solo uno.

Un punto che porta con sé qualche rimpianto, perché chi ha seguito sul Televideo o su Internet l'andamento del match avrà visto anche un clamoroso 14 a 10 per il Giotto nel corso del tie-break. Questa volta però non si è trattato della solita incapacità di gestione dei momenti caldi dei parziali, ma è stata un'incredibile serie in battuta di Omrcen (come nei precedenti parziali molti filotti erano stati firmati da un incredibile Wout Wijsmans) a far sfumare una vittoria che quasi tutti davano ormai per assodata. Si son messi di mezzo anche gli arbitri: non con decisioni clamorose, ma facendo pendere ogni volta la bilancia del dubbio a favore dei padroni di casa. Continuamo poi a nutrire una certa curiosità verso il fatto che giocate identiche vengono fischiate a Esko e Piscopo e non a Vermiglio e Giani. Gli animi si sono surriscaldati, ma quest'anno non abbiamo dovuto esibirci nella replica di uno storico placcaggio a metà campo ai danni del Presidente, gesto che ci garantì una chiamata al draft della NFL da parte dei Miami Dolphins...

Alla fine restano i complimenti, sinceri ma fondamentalmente inutili, di uno sportivissimo Silvano Prandi e di quella parte di pubblico più obiettiva. Perché qualora Padova fosse tornata a casa con i tre punti non avrebbe rubato assolutamente nulla. MVP dell'incontro Peter Veres, a dimostrazione che i giocatori di carattere se ne infischiano dei problemi fisici (quanti ne abbiamo visti nel corso degli anni risparmiarsi...) quando la posta in palio è alta. Ottima la prestazione pure di Pampel, forse servito poco in relazione alla buona vena in attacco. Ma son piaciuti il collettivo e l'idea di squadra che il taraflex ha restituito.

Il punticino raccolto può sembrare a prima vista poca cosa e in qualche modo deludente. Noi invece vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno: innanzitutto i risultati degli altri campi dimostrano che in questo finale di stagione tutte le squadre lottano per un obiettivo (dal primo posto alla salvezza, passando per l'accesso ai play-off) e quindi è probabile che la quota per non retorcedere si abbassi rispetto alle previsioni di due settimane fa. La prestazione offerta con Cuneo e l'opportunità di giocare in casa la delicata sfida con Cagliari regalano al Giotto qualche concreta speranza di salvarsi. Fra l'altro il calendario domenica offre un Cagliari-Santa Croce al cardiopalma: anche a costo di passare momentaneamente ultimi in classifica, la soluzione preferibile sarebbe quella che vede i sardi far propria l'intera posta. Lo ribadiamo: secondo noi il quadro della graduatoria si è sensibilmente modificato e certo non a sfavore dei nostri colori. Rimane ferma la necessità di vincere lo scontro diretto, ma quello è sempre stato un requisito basilare.

C'è anche un motivo scaramantico per cui gioire: il Sempre Volley abbandona finalmente quota 17, cifra che già nella disgraziata stagione European condannò i patavini agli inferi della serie A/2. Il lungo viaggio di ritorno (ovvia la scelta dell'iPod rispetto alla visione di un imbarazzante "Zorro") porta con sé anche la meritata e momentanea interruzione del ritiro: la squadra tornerà in albergo solo giovedì sera. A questo punto dovrebbe esser chiaro che non si tratta affatto di una misura punitiva, ma la semplice richiesta di uno sforzo in più per presentarsi quanto più uniti possibile al rush finale. E se i risultati son questi...

10 marzo 2006

UNA BELLA DICHIARAZIONE 

Attesa, forse anche auspicata, arriva una dichiarazione che ci sentiamo di condividere al 100% da parte di un atleta del Giotto Padova.

Questa mattina abbiamo ritirato dal benzinaio (piccola parentesi sul costo del carburante: tutti a dire che aumenta, ma noi paghiamo sempre i soliti 20 euro...) la nostra copia gratuita de il neonato "Il Padova" - anche se per noi amanti della carta stampata la diffusione di un quotidiano per strada ci induce a riflettere sullo stato della lettura in Italia - e abbiamo letto con piacere queste parole di Andrea Garghella.

"E' una scelta che non vedo come una punizione: siamo giocatori professionisti e questi sono i lati negativi che noi dobbiamo sopportare e insieme superare. Esistono i momenti di festa, ma anche quelli in cui ci si deve fermare un attimo a riflettere perché reduci da una brutta figura. Prendiamo atto di una decisione fatta dalla società che cerca di stimolarci in un momento così delicato, volenterosi di uscirne al più presto. Ci assumiamo le colpe com'è giusto che sia. Voglio chiarire che non abbiamo preso la manifestazione sotto gamba: una finale europea è un appuntamento importante, che non capita di giocare tutti i giorni, soprattutto nella propria città. L'impegno non è mai mancato dall'inizio del campionato e tanto meno nella Final Four. Mi dispiace che sia risaltato questo al termine della competizione, visto che ci tenevamo a fare bella figura di fronte al nostro pubblico, che ringrazio per averci sostenuto fino alla fine".

Il giovane libero del Giotto si conferma ragazzo maturo e intelligente. Fa piacere poi constatare che da qualche parte sia emersa la volontà di smentire un'eventuale frattura fra la società e il gruppo di atleti. Questa intervista non cambia certo il valore tecnico della squadra, né aumenta le residue speranze di salvezza, ma apre la strada ad una consapevolezza: sino alla fine a remare nella stessa direzione si è in parecchi.

08 marzo 2006

MACERATA LUBER ALLES 

Il PalaBernhardsson si conferma terreno fertile per la Lube Macerata che, due giorni dopo la conquista della Coppa Cev, fa suoi anche i tre punti in palio nel posticipo di campionato.

Molta curiosità attorno alla reazione dei ragazzi del Giotto dopo l'inqualificabile prestazione di domenica e la scelta societaria di ordinare il ritiro a tempo indeterminato. Da questo punto di vista non sono arrivati punti in classifica, ma almeno si è visto qualche timido segnale di risveglio. Certo ci risulta difficile affermare che la Lube abbia giocato col motore a pieno regime (inevitabile il rilassamento dopo la conquista del prestigioso trofeo continentale), ma almeno il Sempre Volley ha alzato bandiera bianca combattendo, diversamente da quanto successo spesso nell'ultimo mese.

Questo non significa che tutti i problemi siano stati risolti né che questa sia la strada migliore per farlo, però si è vista una reazione. Magari anche rabbiosa verso se stessi o, più probabilmente, verso la società. Ma reazione. Alla resa dei conti di fine campionato potrebbe non essere sufficiente, ma si salvaguarderebbe un aspetto importantissimo: la dignità.

Massimo Botti ha guidato i suoi con un atteggiamento che avremmo voluto vedere sempre in lui, anche se capiamo che a volte non è facile mantenersi propositivi quando l'ambiente intorno non è recettivo al 100%. Anche i compagni del capitano ci son sembrati tutti molto concentrati e aggressivi, per quanto in alcuni la tensione alla fine si sia rivelata controproducente. Ci siamo illusi che Matti Hietanen potesse essere il jolly di un match iniziato male, ma, dopo il fuoco effimero del terzo set, ci ha pensato Angel Dennis a rimettere la partita sui binari che hanno portato i tre punti in casa marchigiana.

Il vero capolavoro lo hanno comunque realizzato i pochi appassionati presenti. Già l'atto di presenza in una serata come questa è un discreto titolo di merito, ma quel tifo incessante e incondizionato è stato qualcosa di incredibile. Non il minimo accenno alla figuraccia europea, ma cori per tutti, anche quelli che proprio non giravano, e l'invito a non mollare mai. Un bell'esempio per chi in campo dovrà, come minimo segno di rispetto, sputare sangue sino all'ultimo pallone.

A fine partita il rientro mesto in hotel per tutti. Siamo al secondo giorno di ritiro effettivo e ci hanno fatto un po' sorridere i saluti alle mogli e alle fidanzate come se si stesse partendo per una pericolosa missione di guerra. Forse noi che facciamo mestieri "normali" abbiamo una percezione un po' diversa della realtà delle cose e non capiamo proprio quale sia la stranezza di una situazione di responsabilità che richiede un sacrificio intenso, ma limitato nel tempo. Sospendere gli stipendi sarebbe stato sì un gesto esclusivamente punitivo e comunque, seppur comprensibile sulla spinta dell'emotività, di bassa lega: ma qui a nessuno interessa fare dei dispetti a qualcuno, ma semplicemente tentarle tutte per rimanere nella massima serie. E comunque un albergo di medio-alta categoria con ristorante e tv satellitare non ci pare certo una miniera di carbone...

05 marzo 2006

I DIARI DEL CEV 

1. Sabato: LISKRA DI PESCE

Nell'attesa della seconda semifinale, inauguriamo l'efficientissima connessione wireless (per quanto immaginiamo che molti dei nostri lettori si trovino a pochi metri da noi sugli spalti e allora l'unica soluzione sarebbe che anche loro venissero al palasport col pc e facessero continuamente reload per controllare quello che stiamo scrivendo...) del PalaBernhardsson per commentare la sconfitta del Giotto Padova.

Da venerdì stazioniamo praticamente ininterrotamente dalle parti di via San Marco e ad un certo punto abbiamo pure detto, constatando l'impegno di tutti quei collaboratori che per la riuscita di questo evento hanno davvero gettato cuore e anima oltre l'ostacolo (e non vi diciamo le acrobazie cui costringe la Cev per l'osservanza di alcuni ridicoli adempimenti burocratici), che il risultato sportivo sarebbe stato secondario rispetto a quello organizzativo.

Invece ora, dopo aver visto che tutto è andato più o meno per il verso giusto (con generale apprezzamento per i lavori di trasformazione dello scatolone e i complimenti per l'organizzazione), ci troviamo intrisi di amarezza perché domani, ad un anno di distanza dalla deludente trasferta di Palma di Maiorca (e anche quella sera a "consolare" gli animi affranti c'era solo la finale del Festival di Sanremo), il Sempre Volley si troverà a disputare ancora un'inutile finale per il terzo e quarto posto.

Il tre a zero per l'Iskra Odintsovo non ammette molte interpretazioni. I russi si sono dimostrati squadra di assoluto livello (a nostro avviso non partono affatto battuti in finale) e hanno concesso ben poco ai patavini. Non una prestazione mostruosa, ma con la chiara impressione di aver dosato le forze, calibrandole sulla capacità di resistenza dell'avversario. Il Giotto non ha giocato male (almeno non come nelle recenti esibizioni con Vibo Valentia e Perugia), ma non ha nemmeno sfoderato quella prestazione di carattere che sarebbe stato lecito aspettarsi in una gara di tale livello, per di più davanti al pubblico di casa. Nel momento in cui i padroni di casa hanno avuto la possibilità di portarsi a casa il secondo parziale, riaprendo così un match la cui inerzia sino a quel momento pareva indicare una rapida conclusione a favore dell'Iskra, non c'è stato il coraggio di spingere e di rischiare qualcosa. Si è semplicemente atteso l'errore dell'avversario con una serie di battute imbarazzanti, che non farebbero paura nemmeno in una partita scapoli-ammogliati in spiaggia. E infatti l'errore non è arrivato, anzi un centrale di 217 centimentri come Alexey Kazakov andava a nozze con una ricezione (inevitabilmente) perfetta. Non pervenuto in campo Bjorne Andrae, mentre Pampel e Veres hanno provato a tenere in piedi la baracca. Troppo poco.

Ora si spera, differentemente da quanto accaduto l'anno scorso, che venga almeno onorata la presenza a queste Final Four. Nelle quali, lo diciamo con abbastanza tristezza, è mancata anche la città di Padova. Oggi sul Mattino Stefano Edel chiedeva giustamente di non sprecare quest'occasione come vetrina per la realtà, sportiva e non solo, della nostra città. Ecco, secondo noi, quell'occasione non è stata colta sino in fondo. Gli spettatori sono stati poco più di quelli di una normale partita di campionato, mentre stiamo parlando delle finali europee della seconda manifestazione per club del continente. Ma forse oggi Padova offriva molte alternative: lo struscio in centro, lo shopping all'Ikea, lo spritz in piazza... In più nell'esatto momento in cui scriviamo pare di essere a Macerata.

Evidentemente quelli - tanti, tantissimi - che hanno acquistato il biglietto in prevendita erano i soliti amici del Sempre Volley. E a loro verrebbe da chiedere: ma questa città ci merita? Ci tiene ad una realtà sportiva di questo livello?

2 Domenica - L'ARMATA BRANCALEONE

Che figuraccia.

Il Giotto Padova saluta la Coppa Cev 2005/06 con un'esibizione a dir poco imbarazzante. I francesi del Paris Volley ci mettono poco più di un'ora per abbattere le fragili difese del Sempre Volley e lasciare ai padovani la più amara delle medaglie di legno.

Tolti anche dell'incombenza relativa agli inni nazionali (il delegato tecnico non li ha voluti), anche quest'anno per noi il compito più difficile delle final four di Coppa Cev è stato quello di allontanare di peso il Presidente, già lanciato nelle sue dichiarazioni di fuoco ai giornalisti un decimo dopo che era caduto l'ultimo pallone.

Spiace ripetersi, ma certe prestazioni sono più che altro uno schiaffo in faccia a chi si è dedicato giorno e notte alla riuscita di questa due giorni. Che poi sono le stesse persone che si dannano l'anima - anche sbagliando, s'intende - per garantire la sopravvivenza del grande volley a Padova.

In cambio società e tifosi (encomiabile una volta di più l'assenza di contestazioni verso i beniamini locali) hanno ricevuto tre set affrontati senza il minimo mordente. D'accordo: le finali per il terzo e il quarto set sono quasi sempre un'assurdità sportiva, ma queste considerazioni dovrebbero allora valere anche per i francesi. Che invece hanno affrontato la sfida delle 14.30 con entusiasmo e il consueto gioco regolare, fatto di un rendimento costante e di una particolare attenzione alla correlazione muro-difesa.

Risulta difficile restringere al novero delle considerazioni tecniche e tattiche una partita che ha visto due set concludersi a 14 e a 13 (cl rally point system evento rarissimo fra due squadre dello stesso livello). Non c'è stato un minimo scatto d'orgoglio nemmeno quando i parigini hanno iniziato ad irridere gli avversari, cercando le giocate più difficili. Non era necessario: quasi sempre bastava tirare la palla al di là della rete per far punto.

Si potrà dire che i nostri hanno sentito troppo la pressione dell'evento giocato in casa (sinceramente però - ma magari ci sbagliamo - in questi giorni non abbiamo respirato in spogliatoio la tensione del grande evento, a meno che con "grande evento" non intendiamo la festa al Crib di Maurizio Vianello, oggetto di quasi tutte le conversazioni che abbiamo intercettato...), ma la scelta di fare l'atleta professionista comporta, come minimo, responsabilità di questo tipo. Se no si può sempre cambiare mestiere, ma non si creda che un fornaio, un ragioniere o un geometra non affrontino ugualmente i loro bei pesi.

Ora il pensiero deve necessariamente essere rivolto alla salvezza. Che rimane obiettivo primario e per il quale ogni singola possibilità deve essere tentata. Per questo la società - difficile pensare che dopo ciò che è successo non venisse presa alcuna decisione - ha deciso di portare la squadra in ritiro a tempo indeterminato già a partire da stasera. Non si tratta di una scelta punitiva (in quel caso basterebbe e avanzerebbe una buona dose di calci nel sedere e chi si è visto si è visto...), ma un tentativo di serrare le fila in vista del rush finale di campionato.

A Padova non c'è mai stata pressione di alcun tipo sui giocatori, nemmeno quando le cose andavano malissimo. In questa situazione si è semplicemente deciso di tirare una linea e di chiedere per poco meno di un mese un'attenzione esclusiva su quella che per la società (e forse per qualche giocatore) è una questione di vitale importanza. Potrà essere una scelta sbagliata, inutile o forse anche controproducente, ma di certo la linea morbida adottata sinora non ha portato grandi frutti.

Ora ci gustiamo, con un occhio ai risultati di campionato, la finale tra Lube Macerata e Iskra Odintsovo (ma com'è scritto nelle t-shirt della manifestazione?). Sperando di vedere, finalmente, della bella pallavolo.

01 marzo 2006

SETTIMANA EUROPEA 

Accantoniamo per un attimo i dispiaceri del campionato e - come sta facendo anche la squadra, passata da lunedì ad allenarsi con i palloni Mikasa anziché Molten - tuffiamoci interamente nella settimana europea che culminerà con la disputa delle Final Four di Coppa Cev al PalaBernhardsson di Padova, di cui si è disputata da poco la conferenza stampa di presentazione.

Il tabellone della competizione, in verità sinora assai benevolo col Giotto, offre ai patavini la semifinale senza dubbio più ardua. L'Iskra Odintsovo è squadra di primissima fascia e schiera nelle sue fila, tra gli altri, anche il lunghissimo centrale Alexey Kazakov (217 centimetri già visti in azione a Modena e Trento e nostro pallino in un lontano FantaVolley culminato con lo scudetto nazionale), un talento puro come Pavel Abramov (inseguito invano anche dalla nostra società quando le quotazioni degli atleti ex sovietici erano ancora quasi accessibili) e l'inossidabile Guido Gortzen. Più agevole si presenta invece sulla carta il compito della Lube Macerata, impegnata contro i francesi del Paris Volley.

Sappiamo che molti appassionati sognano un derby italiano in finale per quell'oscura ragione che una squadra "odiata" in campionato diventa improvvisamente alfiere dell'orgoglio nazionale nelle manifestazioni internazionali. Noi non capiamo fino in fondo questo atteggiamento (e infatti uno dei nostri ricordi calcistici più felici è un inaspettato gol di Magath in una finale di Coppa Campioni fra Amburgo e Juve) e non vediamo la sostanziale differenza fra la felicità eventuale di un gruppo di parigini e quella di un gruppo di marchigiani per una semplice sfida sportiva: in questa vita ci basterebbe, e non è affatto semplice, esser contenti per le nostre faccende...

Quest'anno le esperienze europee del Sempre Volley hanno sicuramente fornito più soddisfazioni di quelle entro i confini del Bel Paese, come dimostrano sia il cammino in Coppa - per quanto una paradossale e alquanto cialtrona decisione della Confederazione Internazionale ha cambiato a torneo in corso (quindi certe cose non accadono solo ai sistemi elettorali dei paesi democraticamente meno evoluti...) le regole di qualificazione nei match di andata e ritorno e con queste nuove norme il Giotto sarebbe uscito di scena già a Salonicco! - e l'esperienza al torneo natalizio di Anversa. Speriamo che la tendenza sia confermata anche nelle sfide di sabato e domenica che porteranno alla conquista del Trofeo Maap (lodevole l'iniziativa dei Mercati AgroAlimentari di sponsorizzare il torneo: trattandosi fra l'altro, di frutta e verdura, in caso di brutta figura dei nostri è già pronta la materia prima da lanciare in campo!).

Molto saggia la decisione della Fipav provinciale di sospendere nel week-end i campionati minori. Essendo il pubblico pallavolistico composto in buona parte da praticanti, questa scelta dovrebbe agevolare l'affluenza dalle parti di via San Marco. La prevendita dei biglietti e degli abbonamenti è andata piuttosto bene, ma ribadiamo che una manifestazione di questo livello (a nostro avviso un vanto per la città intera, ben oltre il piccolo e dignitoso orticello del volley) merita il tutto esaurito - anche perché c'è da fare bella figura di fronte alle telecamere di SportItalia che irradieranno in diretta e in chiaro buona parte delle Final Four - e quindi invitiamo tutti a prenotare il proprio posto in prevendita: tutte le informazioni sul portale dedicato alla manifestazione oppure telefonando alla segreteria del Sempre Volley.

Si ferma il campionato, ma non la nostra iniziativa benefica su eBay, i cui dettagli sono sempre disponibili qui. Ancora poche ore per aggiudicarsi gli oggetti relativi al terzo lotto di aste e poi saranno on-line nuovi capi d'abbigliamento, fra cui una curiosa maglia "sbagliata" di quest'anno (sul petto è indicato il numero 14 di Luca Cibin e sulla schiena l'1 di Andrea Garghella... generosità massima: due liberi al prezzo di uno!).

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