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30 dicembre 2004

BONIFICATA LATINA 

Dove un tempo c'era la palude - e, dati i risultati architettonici, forse non si stava tanto peggio - sorge oggi la ridente città di Latina, espugnata ieri sera con un secco tre a zero dagli atleti del Sempre Volley.

Memori delle infelici trasferte degli anni passati, in molti nello staff hanno marcato visita per la visita di fine anno in terra pontina dell'Edilbasso & Partners: come a scuola, presenteranno al rientro dalle lezioni regolare certificato medico sia il direttore sportivo Stefano Santuz che lo scoutman Domenico, mentre una meritata giornata premio è stata concessa alla dottoressa. Nemmeno i giornalisti hanno affrontato la lunga trasferta, lasciando l'onere della cronaca a qualche grigio scribacchino di un'anonima agenzia di stampa. Carlo Vettore c'era, ma in dolce compagnia e chissà se, giustamente, il suo primo pensiero era il campo. Ha però destato particolare clamore soprattutto la mancata presenza del Presidente: la memoria storica collettiva è stata messa a dura prova per trovare indietro nel tempo un'altra sua assenza durante il suo regno. Pare esista una fotografia clandestina di un match del Petrarca del 1987 - un'amichevole in quel di Casalpusterlengo - in cui non si nota a bordo campo nessuno esultare a pugno chiuso oppure inveire in maniera poco elegante contro gli arbitri, ma gli storiografi non concordano sull'autenticità del documento. Tutti gli assenti hanno comunque seguito con apprensione e colorite imprecazioni per i disturbi sulle linee telefoniche l'evolversi della gara.

La netta vittoria dei bianconeri, facilitata anche dall'assenza di Biribanti tra le fila dell'Acqua & Sapone, ha permesso di conquistare l'accesso alla fase finale di Coppa Italia senza contare su alcun aiuto altrui. Padova chiude il girone d'andata al sesto posto, con gli stessi punti dell'esaltante stagione scorsa e tutti sappiamo quanto sia più difficile confermarsi rispetto all'affermarsi. Altra analogia con l'annata passata riguarda l'abbinamento per le final eight di Coppa: ancora una volta la nostra strada in questa manifestazione incrocia nei quarti di finale quella di Macerata. La classifica di metà campionato dimostra una volta di più quanto sia lunga la vista degli addetti ai lavori e dei sedicenti esperti di volley: all'inizio tutti si sperticavano in lodi esagerate per l'oculato mercato di Montichiari, indicando la Gabeca come sicura sorpresa del campionato. Oggi l'Acqua Paradiso, con l'ex Jeroncic, è appena un punto sopra la zona retrocessione: più sorpresa di così...

Il rapido evolversi del match ha regalato senza dubbio un sorriso a tutti quei tifosi che hanno seguito da casa l'ultimo atto del 2004 pallavolistico. I giocatori, grazie alla buona prestazione, hanno anche anticipato di un paio di ore la tabella di marcia del lunghissimo rientro a casa verso Padova. Le vittorie hanno davvero un potere taumaturgico, tanto che le ore lungo l'autostrada quasi non sembrano pesare e nemmeno un estenuante dibattito sul futuro delle comunità montane, trasmesso da Isoradio, è riuscito a toglierci dal volto questo bel sorriso di fine anno.

Buon 2005 a tutti. Sperando che, almeno sottorete, sia bello e ricco di emozioni e di soddisfazioni come questo 2004 ormai agli sgoccioli.

28 dicembre 2004

LA RIPRESA 

Nemmeno il tempo di riprendersi dalle abbuffate natalizie - con effetti quanto mai deleteri: ieri ci è parso addirittura di vedere Enzo Spatalino, il mitico direttore del tg de La8 (di cui siamo grandi fan: certe perversioni non si abbandonano nemmeno durante le vacanze), indossare in onda durante il suo feroce editoriale la cravatta nera dell'Edilbasso - ed è già di nuovo ora di campionato.

Il Sempre Volley parte in queste ore alla volta di Latina, trasferta sempre insidiosa e sotto il profilo sportivo e dal punto di vista organizzativo. L'ultima gara del match di andata determinerà la griglia per l'accesso alla fase finale di Coppa Italia. L'incrocio dei possibili risultati dagli altri campi rende molto probabile l'ingresso di Padova nelle magnifiche otto, ma conviene espugnare il campo dell'Acqua & Sapone per non doversi ridurre a guardare, armati di matita e calcolatrice, un monitor che non si aggiorna mai, in attesa degli esiti di tutta la giornata.

La ripresa del campionato, oltre a permetterci di tornare a vivere lo sport che tanto amiamo, magari ci consentirà di evitare pure la visita di qualche fastidioso parente con regalo tardivo: anche per quest'anno siamo riusciti ad evitare l'ultima fatica editoriale di Bruno Vespa, per quanto, da appassionati di storia, il titolo "La storia d'Italia da Berlusconi a Berlusconi" aveva un che di curioso.

Piccolo appunto sulla terribile tragedia che ha colpito l'Asia. Avete visto più servizi televisivi e letto più articoli di giornale sulle sorti di Maldini, Inzaghi, Sposini, Fede e Lucarelli oppure sulle conseguenze del disastro per le popolazioni locali? E di fronte a decine di migliaia di vittime sono così importanti i disagi dei turisti in partenza da Malpensa e Fiumicino? Se i mass media sono lo specchio di una nazione, siam messi proprio bene...

20 dicembre 2004

REGALO DI NATALE 

Sotto l'albero di Natale l'Edilbasso regala ai suoi tifosi non i soliti libri (vorremmo conoscere almeno una persona che abbia avuto il coraggio di aprire in vita sua uno di quei volumi - tipo Vespa, Forattini o Alberoni - che persone poco avezze alle librerie di solito scelgono come dono letterario per le feste), ma tre importantissimi punti. Finalmente, dopo le imprese esaltanti e gli altrettanto clamorosi e inspiegabili passi falsi, quella con l'RPA-LuigiBacchi.it Perugia è stata una gara "normale", condotta dai nostri sin dall'inizio con pglio autoritario e senza cali di tensione.

La formazione umbra, nonostante la miglior classifica (risultato anche di alcune favorevoli combinazioni di calendario), è sicuramente squadra al livello dei bianconeri e con una struttura di gioco piuttosto simile. Noi prima del match ci eravamo professati decisamente ottimisti circa l'esito positivo dell'incontro e, se solo avessimo un po' più di coraggio (e se qualcuno ce lo consentisse...), ora staremmo festeggiando una discreta vincita alle scommesse sportive.

Il tre a zero rifilato agli uomini di Fefè De Giorgi (l'occhio clinico della dottoressa ci suggerisce di segnalare la tintura dei capelli dell'ex palleggiatore petrarchino) consente ai nostri di scalare una posizione di classifica, ma non di festeggiare matematicamente l'accesso alle finali di coppa Italia. Al termine della partita, con un occhio ai risultati degli altri campi e dopo la risoluzione di complesse equazioni di quarto grado (purtroppo Leonardo Morsut era già sotto la doccia e noi avevamo lasciato a casa il pallottoliere), si è concluso che manca ancora un punto - a meno che oggi Vibo non perda il posticipo - per essere certi dell'ammissione alle final eight.

Decisamente confortante il colpo d'occhio offerto ieri dal pubblico del San Lazzaro. Certo, a riempire le gradinate c'erano anche i festosi bambini del minivolley e, soprattutto, i dirigenti del Perugia, al solito saliti a Padova in numero spropositato. Ma c'erano soprattutto i tifosi, quelli veri e quelli calorosi. Finalmente anche nel nostro palazzetto inizia a sentirsi un tifo allegro, sarcastico e scanzonato che, fino a quando non supera i confini del confronto civile, è sempre piacevole. Il coro "Pupo butta la pasta" quando la vittoria è ormai dietro l'angolo, per quanto ben poco scaramantico, strappa ben più di un sorriso. E con un sorriso stampato sul volto ci avviamo tutti alle feste dei prossimi giorni.

17 dicembre 2004

PASSAGGIO AI QUARTI 

Si è concluso come previsto, con una vittoria netta davanti a pochi intimi, il turno di ottavi di finale di Coppa Cev contro gli ucraini del Law Academy Kharkiv. E sulla strada delle ambite final four sarà ancora una volta Ucraina: nei quarti, infatti, la Somec affronterà il Mariupol, capace di eliminare gli svizzeri del Losanna.

Nonostante con tutta probabilità i favori del pronostico arrideranno ancora una volta ai bianconeri, già a leggere la formazione si nota come il Markokhim Mariupol sia squadra di ben altra caratura rispetto al Law Academy Kharkiv e i più ferrati conoscitori della storia pallavolistica petrarchina non rimarranno certo insensibili nello scorgere in rosa il nome di quell'Oleg Mushenko che, giovanissimo e molto acerbo, giocò a Padova nell'MTA allenata da Sapega. Il ragazzo allora dimostrò di avere un braccio piuttosto potente, anche se viene ricordato principalmente per i missili terra-aria con cui colpiva regolarmente in partita la gigantesca forma di formaggio gonfiabile posta a bordo campo.

Poco da dire sulla partita di ieri: praticamente preventivato il passaggio del turno con il risultato netto della gara di Este, la Somec ha affrontato in scioltezza quello che si è rivelato essere poco più che un buon allenamento. Sugli scudi Davide Tovo, top scorer della serata. Nel terzo set, a qualificazione matematicamente acquisita (per quanto Dall'Olio ancora temesse un possibile cavillo internazionale che prevedesse la disputa di una decina di set), spazio a quelle che solo per comodità vengono definite seconde linee: Strenghetto e Orel non tradiscono la fiducia riposta in loro e regalano alcune giocate di buona fattura.

Il relativo scarso interesse per il risultato sul campo ci ha permesso di concentrarci un po' di più per conoscere meglio i volonterosi ragazzi del Law Academy. A parte le inevitabili ingenuità tecniche e qualche carenza a livello di fondamentali ci è parso di intravedere qualche giocatore di discreto interesse, soprattutto quel Mykola Pavlov cui De Gregori dovrebbe aver pure dedicato una canzone ("hanno ammazzato Pavlov, Pavlov è vivo") e autore di famosi esperimenti su come i cani reagiscono agli stimoli.

Non ci siamo fatti sfuggire poi la possibilità di avere qualche notizia, direttamente dal di dentro, sulla delicata situazione socio-politica che sta attraversando l'Ucraina. Kharkiv è città assai vicina al confine con la Russia e ancora piuttosto legata a meccanismi economici di dipendenza da Mosca non troppo dissimili da quelli vigenti in pieno regime sovietico. Piuttosto naturale quindi che le simpatie dei nostri avversari andassero principalmente al candidato Yanukovic, ossia quello filo-russo e travolto dalla pacifica protesta della piazza di Kiev. Gli amici del Law Academy vivono con preoccupazione la probabile vittoria dell'esponente dell'opposizione filo-occidentale Yushenko e si sono dimostrati in ansia per il possibile coinvolgimento di qualche loro alto dirigente nelle accuse di brogli e corruzione. Li abbiamo rassicurati noi, dall'alto del nostro sistema giuridico avanzatissimo. Corruzione? E che problema c'è: si temporeggia un po', si solleva qualche eccezione e in men che non si dica il reato è prescritto. Se poi l'imputato si chiama Previtosky ancora meglio: un intero Parlamento promulgherà una legge apposta per lui.

16 dicembre 2004

SOMEC, ESORDIO OK 

Si è consumato ieri sera a Este, con la sfida di andata degli ottavi di finale di coppa Cev al Law Academy Kharkiv (sì, lo sappiamo, in questi giorni lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili), il rientro nelle scene europee del Sempre Volley Padova. Il nervosismo e la tensione per questo appuntamento si sono prolungati un po' troppo a lungo, se è vero che i ragazzi del Somec (sponsor di denominazione dei bianconeri per l'avventura continentale) hanno a sorpresa regalato agli ucraini il primo set, facendo correre a tutti - in concomitanza con le notizie della clamorosa eliminazione dell'Itas Trento dalla medesima manifestazione - un brivido lungo la schiena: qualcuno già mormorava che la frase "uno spettro si aggira per l'Europa" se non è nata proprio dalle parti di Kiev, poco ci manca.

Il nuovissimo PalEste - la nostra miopia ci aveva fatto scorgere lungo la stada i cartelli di un imbrobabile "Palette", regalandoci per un attimo l'illusione che qualcuno si fosse finalmente degnato di dedicare un impianto sportivo al misconosciuto compito del palettaro - è davvero struttura con i fiocchi: funzionale, spaziosa, elegante e con soluzioni architettoniche all'avanguardia. Tra l'altro bisogna anche riconoscere i meriti della nostra dirigenza, abilissima nello scovare nella provincia patavina una palestra che avesse le mura intonate con gli stessi colori aziendali della Somec. Qualche maligno tuttavia sussurra che nella notte molti dipendenti di Villa Italia si sono improvvisati imbianchini per regalare questa piccola soddisfazione al nuovo sponsor. Volendo si sarebbe potuto sfruttare lo spazio circostante a disposizione per innalzare anche un'altra tribuna e aumentare ulteriormente la capienza, ma siamo certi che, qualora - come temiamo - la maggioranza di governo rimanesse questa anche nella prossima legislatura, non mancherà l'occasione di un nuovo condono edilizio, sempre buono per qualche ritocco al di fuori del Piano Regolatore.

La "trasferta" di Este, in un ambiente magari ancora poco avezzo a manifestazioni di questo livello, e le novità imposte dal regolamento internazionale hanno portato un po' tutti a reinventare il proprio ruolo, arricchendolo di nuove funzioni: Carlo Vettore, per esempio, si è improvvisato speaker, regalando ai presenti - eccola l'unica nota forse negativa: ci saremmo aspettati qualche centinaio di spettatore in più e meno male che ad animare i presenti ci hanno pensato gli storici supporter della vicina Pozzonovo - un'impeccabile e professionale pronuncia russa per la formazione ucraina (e siamo certi che da lassù il compianto Nando Martellini, capace di trasformare la storica Italia-Corea del 1966 in un'interminabile sequenza di monosillabi, ha approvato); Giuseppe Cormio e Stefano Santuz si sono adoperati per verificare che il campo fosse a norma (oppure, come mostrano le foto, si sono cimentati in una gara di salto con l'asta?); Francesco Dall'Olio ha dovuto affrontare da solo l'esame in inglese del riconoscimento dei giocatori; infine Filippo Strenghetto è dovuto pure scendere in campo. Solo noi, come al solito, non abbiamo fatto niente: ma invece di non farlo dalla panchina, ci siamo posizionati in tribuna stampa. Per fortuna che dietro le panchine girava l'insostituibile Mario Rengruber, sempre attento affinché non ci fossero intoppi di tipo logistico.



La gara non ha offerto grandissimi spunti tecnici, nonostante la buona volontà e la voglia di ben figurare con cui i ragazzi provenienti dall'est sono scesi in campo: troppo ampio però il divario fra le due formazioni. A maggior ragione, quindi, è stata inaspettata la sconfitta del Somec nel primo set, dettata probabilmente, oltre che dal nervosismo, anche dalle tanto annunciate difficoltà di ambientamento con il pallone in uso a livello europeo (Mikasa anziché Molten): nella nostra beata ignoranza pensavamo fosse quadrato oppure che parlasse, invece apparentemente è semplicemente diverso nei colori. Altra maliziosa spiegazione di questa temporanea battuta d'arresto è quella dell'ordine aziendale calato dall'alto e che avrebbe imposto di preservare qualche minimo motivo di interesse per la gara di ritorno, nella speranza di portare a casa un incasso decente. Nei successivi parziali tutto è tornato alla normalità, grazie anche all'innesto di un ottimo Andrea Garghella (nostro MVP, almeno per le poche azioni che abbiamo scorto tra una chiacchiera e l'altra) entrato al posto di Stelmach già nel corso della prima frazione di gioco.

Stasera si replica al San Lazzaro. Ci si chiede se Dall'Olio, magari a qualificazione matematicamente acquisita, darà maggior spazio a quei giocatori che in campionato trovano qualche difficoltà a rimanere in campo con continuità. Sarebbe forse la giusta gratificazione per chi si impegna con regolarità in allenamento, ma è anche vero che incombe la delicata sfida di campionato con Perugia ed è ugualmente opportuno mantenere alta la tensione agonistica dei titolari. Siamo certi che l'allenatore, come al solito, opterà per la scelta più giusta e saggia. Qualcuno ha anche ventilato l'idea, ma è più un sogno, dell'iscrizione a referto del giovane Andrea Canazzo, uno degli idoli dei più affezionati lettori di questo blog.


13 dicembre 2004

PANDORO INDIGESTO 

Sarebbe stato troppo facile (e piacevole), dopo aver scherzato sul radicchio, tornare da Verona con una bella indigestione di pandoro, invece dalla città scaligera i nostri portano a casa unicamente una sonora sconfitta. Inutile, dopo undici gare di campionato e un eloquente record di 8-3, continuare a parlare della Marmi Lanza come di una bella sorpresa: per quanto ci sia un notevole balzo qualitativo tra A/1 e A/2 non si vincono trenta gare su trenta per caso e l'ossatura dei gialloblù era sin dall'anno scorso quella di una buona formazione della massima serie.

Campionato assai strano questo, con tante squadre racchiuse in un paio di punti e che lottano indistintamente per la zona salvezza e l'accesso alle final eight di coppa Italia. In questo momento l'Edilbasso & Partners è dentro il lotto delle magnifiche otto, ma è necessario far punti contro Perugia e Latina (trasferta natalizia storicamente molto ostica per i bianconeri) per non perdere questo importante traguardo.

Poco da dire sul match di ieri: secondo set a parte, la squadra ha giocato alla pari, ma è mancata nei momenti topici e Verona ha dimostrato in quei frangenti di meritare ampiamente la posta piena: Granvorka, alleggerito della responsabilità di essere il martello principale di una squadra, pare un altro giocatore rispetto a quello di Padova, Lasko è molto più che una giovane promessa, Howard e Semenzato sono una coppia di centrali di sicuro valore e Nuti il classico palleggiatore affidabile, sempre ignorato in carriera - senza un motivo preciso - dai grandi giri di mercato.

Un particolare dispacere nel non poter dedicare una bella vittoria a Sandro Camporese, il team manager ieri assente per motivi familiari. Abbiamo provato in tre a sostituirlo (incredibile: per una volta, al ritorno, abbiamo fatto davvero il dirigente accompagnatore!), ma non siamo nemmeno riusciti ad organizzare la cena post-partita. L'idea di tornare al Mandrillo è stata, chissa perché, scartata all'unanimità.


11 dicembre 2004

PADOVA DA BERE 

Per una volta tanto, nonostante il nostro desiderio ossessivo di scrivere e una certa tendenza alla prolissità, non riusciamo davvero a trovare le parole per descrivere la cena natalizia di ieri al "Mandrillo" di Rubano. E' stata una serata "divertentissima" e "riuscitissima", almeno a sentire i dispacci ufficiali, e un po' ci sentiamo come l'onorevole Sandro Bondi quando si trova a difendere le posizioni del Presidente del Consiglio (a proposito: c'è chi, nella vita, tende all'assoluto; il nostro premier, invece, all'assoluzione...). Il locale è uno di quelli trendy e fighetti - almeno crediamo, perché noi raramente andiamo oltre le pizzerie con le tovagliette di carta, i pub fumosi e un buon kebabaro notturno - dove già il buttafuori all'entrata con l'auricolare ti aiuta ad immergerti in una bella atmosfera tipica della Milano da bere degli anni Ottanta.

Su un maxischermo scorrono le esaltanti immagini dell'ultimo derby con la Sisley, così giocatori, dirigenti, giornalisti, sponsor e tifosi possono rivivere le emozioni di domenica scorsa nell'attesa di gustare le prelibate pietanze previste dal menù. Qualcuno a tavola - per il secondo anno consecutivo siamo stati aggregati con sommo orgoglio al gruppo della carta stampata - sostiene che la ristopizzeria in questione sia stata addirittura insignita nella guida Michelin delle mitiche due forchette, ma forse confondeva il giudizio critico della temuta guida rossa con la realtà concreta, dato che per l'intero pasto non è affatto consentito il cambio delle posate. Chissà cosa avrebbe pensato il povero Luigi Veronelli, l'anarco-enogastronomo recentemente scomparso...

Ma queste occasioni sono principalmente una felice occasione di socialità e permettono alla nostra società di avvicinarsi ulteriormente ai propri sostenitori. E in quest'ottica rientrano anche le scanzonate - da far invidia al Bagaglino - gags della serata, come l'improvvisa apparizione di un bel piatto di radicchio o la simpatica presentazione sul palco della squadra. Ma forse noi siamo troppo fedeli alle tradizioni e un po' ci è mancato il consueto e noiosissimo discorso presidenziale (Davide Tovo, vero veterano di queste cene, è in grado di recitarlo a memoria) in attesa del brindisi finale. Una particolare nota di merito deve essere riservata a Filippo Strenghetto nelle inedite vesti di Babbo Natale della serata. L'alzatore infatti, dopo regolarissimo sorteggio (voci di corridoio parlano di dodici bigliettini col suo nome), è stato incaricato di distribuire la ricca confezione di omaggi a tutti i presenti e già si registra su eBay la vendita a prezzi da capogiro dei portachiavi con l'effigie dei giocatori bianconeri.

Ad una cert'ora Francesco Dall'Olio, visto il pericoloso protrarsi della serata, ha ordinato il coprifuoco per i giocatori. Questo ci ha aiutato a ricordare che comunque già domani sarà di nuovo tempo di campionato, in quel di Verona. Il mandrillo è una scimmia africana, ma con questo termine si indica metaforicamente anche una persona particolarmente libidinosa. L'augurio di tutti è che questa vis sia soprattutto fame di ulteriori vittorie e soddisfazioni sportive. Anzi più che fame direi sete: specie dopo il risotto più salato del mondo...


09 dicembre 2004

FRATELLI D'ITALIA 

I prossimi giorni si preannunciano ricchi di impegni, non solo sul piano strettamente sportivo, per l'Edilbasso & Partners.

Si parte domani sera con il tradizionale appuntamento della cena natalizia bianconera, pericolosamente a ridosso di una delicata sfida di campionato: numerosi sono i dirigenti che si sacrificheranno per non appesantire troppo la dieta dei giocatori, facendosi carico di consumare anche le generose porzioni a loro riservate. I ragazzi del Sempre Volley, dopo il derby con la Sisley, completeranno infatti domenica il loro mini-campionato con le squadre venete, affrontando al PalaOlimpia di Verona quella Marmi Lanza che è sinora una delle più belle soprese del torneo.

Nemmeno il tempo di rifiatare e sarà già tempo di calarsi nell'atmosfera europea con la doppia sfida di mercoledì a Este e giovedì al San Lazzaro agli ucraini del Law Academy Karkhiv. I risultati in Champions League e Coppa Cev delle altre squadre italiane (vittoria sofferta per Macerata, sconfitte per Treviso, Piacenza e Trento) devono suonare come un invito a non prendere sottogamba l'ottavo di finale contro un avversario espressione di una scuola pallavolistica non particolarmente sopraffina.

Dopo dieci anni di assenza dalle competizioni continentali c'è notevole attesa per questo rientro nel palcoscenico europeo. I regolamenti internazionali non permettono la presenza del dirigente accompagnatore in panchina, ma in settimana sono stati ingaggiati alcuni campioni della briscola per impartire un corso intensivo al sottoscritto e a Francesco Dall'Olio sul correto utilizzo dei moti. In questo modo basterà un veloce sguardo tra la panchina e la mia postazione affinché il coach sia sempre al corrente del numero di time-out residui. Peccato, però non essere a bordo campo: la vacanza-studio estiva a Oxford non è servita a nulla e nei mesi scorsi abbiamo invano ripassato con Pupo la perfida lingua d'Albione ("How many time-outs I have ancor?" "One or two, I don't ricord very well").

Altro problema logistico da risolvere con una certa urgenza è quello relativo al cerimoniale da seguire in queste circostanze. Pur non essendoci un particolare obbligo al riguardo, sembra che in società esista una linea a favore dell'esecuzione degli inni nazionali prima della partita. Sperando davvero di non doverci sorbire quell'orribile marcetta che è "Fratelli d'Italia" (ci permettiamo di ricordare ai lettori che il "parapà parapà parapappa pappà pà" che solitamente viene cantato a squarciagola negli stadi e nei palazzetti italici non fa parte del testo originariamente composto da Goffredo Mameli), abbiamo chiesto alla potente lobby dei nostri più affezionati lettori qualche titolo che potrebbe essere utilizzato in sostituzione per l'occasione.
Inno



Quale canzone prima della sfida agli ucraini?




Fratelli d'Italia (Mameli)
Italia (Reitano)
W l'Italia (De Gregori)
Bella ciao (tradizionale)
L'internazionale (tradizionale)
Inno alla gioia (Beethoven)
La terra dei cachi (Elio e le Storie Tese)
Risultati


06 dicembre 2004

DERBYSSIMO 

In qualche storia - non molte, ma ogni tanto capita - Paperino riesce ad avere la meglio sul cugino ricco, fortunato e un po' antipatico Gastone. Ed è quello che è incredibilmente successo ieri pomeriggio al San Lazzaro, dove l'Edilbasso ha schiantato la Sisley Treviso con un tre a zero tanto bello quanto inatteso.

Già, perchè mentre i bianconeri erano reduci da un periodo non proprio brillante, i trevigiani guardavano tutti, al solito, dall'alto della classifica. Gli dei dell'Olimpo però ogni tanto si divertono a mischiare gli elementi e hanno fatto sì che sembrasse Padova la squadra schiacciasassi e Treviso la vittima predestinata. Di sicuro a rendere assai più elettrica l'atmosfera ci hanno pensato anche i 4.000 spettatori, accorsi certo per vedere i campioni della Nazionale in maglia orogranata, ma anche per restituire al Palasport quelle caratteristiche di inviolabilità che nelle ultime uscite casalinghe si erano un po' affievolite.

Marco Meoni distribuiva magicamente palloni a tutte le sue bocche da fuoco e il muro della Sisley non poteva far altro che alzare, smarrito, bandiera bianca. Krystof Stelmach, il "nonno", sembrava un ragazzino indemoniato: il muro a uno su Fei e un attacco da seconda linea su una difesa spettacolare le perle di una prestazione da incorniciare. Si mormora che l'antidoping sia già sulle sue tracce. Ma proprio nessuno - i centrali Golas e Bontje efficaci in attacco per tutta la partita, Vicini preciso in ricezione, Morsut e Simeonov col proprio consueto sostanzioso bottino di punti - ha mancato di fornire il suo preziosissimo contributo e anche Andrea Garghella ha firmato un momento importante del match, segnando un ace fondamentale con la sua sempre insidiosissima battuta.

Quando l'ultimo pallone è caduto a terra si è scatenata la festa. Ammettiamo che l'esultanza disordinata, sbracata e un po' eccessiva di giocatori e staff assomiglia più a quella della Longobarda di Auronzo Canà che all'atteggiamento rispettoso degli avversari che si dovrebbe mantenere in questi casi, ma, scomodando Lucio Seneca, semel in anno licet insanire. Per la Sisley questo probabilmente rimarrà un piccolo incidente di percorso e verrà dimenticato in fretta, allontanato da nuove vittorie sulla strada di altri trofei da conquistare. Nemmeno noi vogliamo che vittorie come questa siano casi isolati e eccezionali, ma almeno per questa settimana lasciate che il piccolo Davide possa bearsi di aver sconfitto il gigante Golia.

03 dicembre 2004

FOTOCRONACA DAL DUE PALAZZI 

Sembra un po' strano parlare così poco di pallavolo agonistica proprio nelle ore che precedono quella che è con tutta probabilità la sfida più sentita dell'anno dalle parti di Villa Italia, ossia il derby contro la Sisley Treviso. Eppure non si è ancora spenta l'eco dell'emozionante esperienza della visita al carcere Due Palazzi di Padova e, per questo, speriamo di fare cosa gradita nell'offrire ai nostri lettori questo fotoservizio che coglie solo alcuni dei tanti momenti memorabili di questa giornata. Purtroppo, al solito, ci siamo serviti di servizi gratuiti per trovare uno spazio che ospitasse le immagini, ma siamo certi che con i grandi risparmi consentiti dalla prossima Finanziaria - per la nostra fascia di reddito circa mezzo euro al giorno - nel giro di un paio di decenni dovremmo essere in grado di usufruire di un server decente. Ci scusiamo quindi in anticipo per eventuali disguidi nella visualizzazione.

Cliccando sulla thumbnail si accede alla foto in formato non compresso. Buona visione!




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19 - promosso
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01 dicembre 2004

IL MIO FISCHIO LIBERO 

Fra due giorni questo blog compie un anno di vita. 365 giorni segnati, com'è normale che sia, da alti e bassi - sia sportivi che personali - ma che hanno permesso a questo diario di ritagliarsi un piccolo spazio tra le letture abituali di tanti navigatori, siano essi amici, tifosi o semplici visitatori passati di qui quasi per caso. In queste righe con tutta probabilità non troverete né alta letteratura né pensieri particolarmente originali o brillanti né considerazioni sportive sconvolgenti, ma possiamo assicurarvi che sono scritte con l'anima e il nostro grazie va a tutti quelli che se sono accorti.

Non poteva esserci regalo più gradito che abbinare questa ricorrenza ad un'esperienza profonda e significativa. Questa mattina una delegazione dell'Edilbasso & Partners ha fatto infatti visita al carcere Due Palazzi di Padova per la consegna dell'attestato di abilitazione al ruolo di arbitro CSI di pallavolo a undici detenuti che hanno seguito all'interno della prigione l'apposito percorso formativo. Un corso reso possibile principalmente grazie al sostegno del Comitato Provinciale di Padova del Centro Sportivo Italiano e all'attivismo dei volontari dell'Associazione Tangram.

La giornata è iniziata con una lunga serie di pratiche burocratiche da sbrigare, primo ostacolo tra il mondo esterno e quell'universo dietro le sbarre che a volte è vicino a noi solo in termini di spazio. Mano a mano che ci si addentra all'interno della casa di reclusione accresce questo senso di distacco, amplificato dal rumore delle serrature che si chiudono e dalla luce che deve farsi largo a fatica tra le grate.

Tutti questi pensieri svaniscono però di fronte all'atteggiamento dei detenuti, giunti nella palestra del carcere per una partita dimostrativa. L'abbigliamento non è certo quello delle grandi occasioni (difficile trovare due divise uguali, se si eccettuano due censurabili magliette dell'Inter) e i palloni sembrano esser sopravvissuti ad una gara nell'Est Europa degli anni Settanta, ma a colpire sono solamente gli occhi vispi e la voglia di fare di questi ragazzi. Per questa occasione speciale le due formazioni, denominate con una bella dose di ironia "Free" e "Titanic", si affidano alla guida di Francesco Dall'Olio e Leonardo Morsut e si affrontano in un match con qualche inevitabile ingenuità tecnica e tattica, ma senza esclusione di colpi. E da parte dei nostri rappresentanti non potrebbe esserci dimostrazione migliore della serietà con cui è stato preso questo impegno: entrambi spiegano i segreti del riscaldamento pre-partita, parlottano fitto durante i time-out, addirittura protestano per qualche decisione arbitrale dubbia. Alla fine, per la cronaca, vincerà Pupo per due a zero: la classe, in panchina, non è acqua.

Per una volta lasciamo volentieri in un angolo le considerazioni leggere, sebbene non sarebbero certo mancate le battute su uno sport che offre diversi scherzi linguistici in tema: dal ruolo - gettonatissimo - del libero agli attacchi che scavalcano il muro, passando per il fallo di invasione che diventa magicamente di evasione.

Al termine della gara si svolge, alla presenza del direttore del carcere Salvatore Pirruccio, la cerimonia di premiazione sia per chi ha già concluso tutto il corso sia per chi ha raggiunto il monte ore necessario per ricevere un primo attestato di frequenza. Il freddo e il grigiore della palestra un po' stridono con l'atmosfera di festa della giornata, ma forse servono anche a ricordare che si è pur sempre all'interno di una struttura particolare e mentre noi di lì a poche ore ci immergeremo nuovamente nei nostri agi, tra quelle mura si consumeranno di nuovo giornate sempre uguali. Ed è per questo che non smetteremo mai di applaudire sia l'impegno di chi si prodiga per organizzare attività di questo tipo (che vanno nella direzione di un contenuto educativo piuttosto che punitivo della pena detentiva) sia l'entusiasmo di chi, suo malgrado, si trova per gli eventi della vita ad esserne protagonista. Perché in fondo noi crediamo fortemente alle possibilità di reinserimento sociale di questi individui e dedichiamo volentieri loro questo brano de "La città vecchia" di Fabrizio De André, sempre pronto nelle sue canzoni ad eleggere a protagonisti gli umili ed i deboli:

"...se tu penserai, se giudicherai da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo..."

Di queste ore ci rimarrano impresse tante cose: dai rimproveri scherzosi del detenuto Daniele a Leo Morsut per i suoi errori nell'ultima partita ai caldi applausi strappati dalla semplice promessa di Giuseppe Cormio, a nome della società, di fornire materiale tecnico adeguato per quest'attività sportiva, dalle foto scattate che giovanissimi ragazzi mi hanno chiesto di sviluppare quanto prima per poter mandare un loro sorriso a casa alle legittime rivendicazioni di chi vuole che occasioni come queste diventino la regola e non una piacevole eccezione, sino al conclusivo e assordante liberatorio fischio finale con i fischietti da arbitro appena ricevuti.

Fuori dal Due Palazzi, di nuovo liberi, non può sfuggire una considerazione in vista del derby di domenica. Forse la strada per tornare alla vittoria non passa tanto per fantascientifici laboratori medici, allenamenti preparati sin nei minimi dettagli, statistiche computerizzate o l'ultimo modello di Nike, ma per il recupero di quello spirito - che è la vera essenza dello sport - dimostrato dai vari Giuliano, Diego, Sheng Yuon e tutti gli altri. Le scarpe consumate, gli improbabili pantaloncini, i palloni lisi, i brividi di freddo, la mancanza di spogliatoi: nulla in confronto alla loro voglia di vincere. Sul rettangolo di gioco e fuori.

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