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30 giugno 2004

MI RICORDO 

Negli anni Settanta uscì negli Stati Uniti un breve libro di memorie a firma di Joe Brainard, intitolato semplicemente "I remember". Si trattava di un elenco di ricordi dell'autore, senza un ordine o un senso preciso; un elenco di memorie di poche righe che iniziavano tutte con le parole "I remember...". L'esperimento ebbe successo, tanto che sulla scia del libro di Brainard altri scrittori si cimentarono nel gioco, avendo tanto più successo quanto più i loro scritti giocavano con la memoria collettiva dei potenziali lettori e i contesti culturali dei paesi di pubblicazione. Non abbiamo certo la presunzione di raggiungere le vette di George Perec in Francia con "Je me souviens" (libro che ci permettiamo di consigliare come godibilissima lettura sotto l'ombrellone), ma lanciamo il sasso per stimolare le memorie pallavolistiche di tutti questi anni di grande volley a Padova.

Mi ricordo quando il Sempre Volley si chiamava ancora Petrarca.
Mi ricordo la mia prima partita sulle gradinate del San Lazzaro.
Mi ricordo quando si giocava sul parquet e sul campo c'erano mille linee di colori diversi.
Mi ricordo Dametto, Castellani, Milocco, Dal Fovo e Paccagnella.
Mi ricordo Petkov rimanere sulla stessa panchina anche al cambio di campo.
Mi ricordo che sulle scalinate in alto c'era gente che fumava.
Mi ricordo che sulle scalinate in alto c'era gente.
Mi ricordo uno del pubblico che tira per la maglia Hugo Conte in battuta.
Mi ricordo la petizione per tenere Tofoli.
Mi ricordo che la Sisley ci portava sempre via i giocatori più forti.
Mi ricordo mio padre in campo scambiarsi un cinque con Giovane e l'azione non era ancora finita.
Mi ricordo che quando arrivava Fracanzani non si vinceva più.
Mi ricordo Bonati entrare solo per alzare il muro.
Mi ricordo una squadra giovanile fortissima con la scritta Transpack sulle maglie.
Mi ricordo il Tre Pini e Venceslao smoccolare quando pioveva dentro.
Mi ricordo Tovo che lancia i gavettoni ai turisti dell'Orto Botanico.
Mi ricordo che il papà di Bovolenta disse che il figlio avrebbe giocato solo a Padova.
Mi ricordo la maglia del Charro con le stelle.
Mi ricordo Youri Sapega, il poeta.
Mi ricordo la Nazionale giocare contro la Francia.
Mi ricordo Angelo Squeo telefonare da Mosca in piena notte per dire che avevamo preso Fomin.
Mi ricordo Isabella e Moira, i gioielli della segreteria prima di Stefania.
Mi ricordo un foglietto delle formazioni finito su Cuore per colpa dell'"onorevole" Verrecchia.
Mi ricordo che sono andato a vedere Gaber al Verdi con Snidero.
Mi ricordo Side Out su Diffusione Europea con Fefè De Giorgi e Beppe Cormio.
Mi ricordo che Prandi non voleva che si dicesse buon appetito a tavola.
Mi ricordo Bartek mangiare da solo a Pontecorvo.
Mi ricordo una cena di Natale con lo sciopero dei giocatori.
Mi ricordo le rivendicazioni sindacali sgrammaticate di Babini.
Mi ricordo Gomma Meneghin vincere da solo un derby.
Mi ricordo i tifosi divisi in due gruppi, il Primo Amore e la Ola Bianconera.
Mi ricordo una litigata a Parma con Flavio Greggio.
Mi ricordo Fabio Capello trattare l'acquisto di Meoni per conto della Mediolanum.
Mi ricordo l'invasione del Forum di Assago con sette corriere piene piene.
Mi ricordo Uriarte al posto di Buck.
Mi ricordo lo speaker prima di questo.
Mi ricordo le finali di Coppa Cev.
Mi ricordo il viaggio a Montpellier.
Mi ricordo Carlo Gobbi scrivere che Padova è una squadra che non può vincere perché povera.
Mi ricordo lo striscione "meglio poveri... che gobbi".
Mi ricordo che nessuno capiva cosa dicesse Pittera.
Mi ricordo che Pittera ha vinto l'unico trofeo internazionale della storia sportiva cittadina.
Mi ricordo il tifoso numero uno di Cuneo.
Mi ricordo Gigi Schiavon in giacca e cravatta solo per la foto sul giornale.
Mi ricordo Mushenko prendere in braccio il figlio.
Mi ricordo le partite di quattro ore con Pippi e Stelmach che tiravan su tutto e non buttavan giù niente.
Mi ricordo Federica Fontana fare la prima battuta.
Mi ricordo in che stato ha lasciato la casa Vladimir Grbic.
Mi ricordo Colom parlare del Museo Gugghenheim di Bilbao.
Mi ricordo Pasinato vincere due bici Esperia contro la Maxicono.
Mi ricordo i baffi di Plamen.
Mi ricordo le scarpe Kaepa.
Mi ricordo la lunghissima trasferta in pullman a Napoli.
Mi ricordo Nereo Baliello russare in pullman.
Mi ricordo Fei e Salvador al centro e Franceschi opposto.
Mi ricordo Vianello e Modica telefonare da Catania per fare gli auguri di Natale.
Mi ricordo che alcuni si stupivano che avevamo preso Van de Goor.
Mi ricordo che tanti non sapevano che Bas Van de Goor avesse un fratello.
Mi ricordo l'urlo di Meszaros quando si è infortunato all'esordio.
Mi ricordo gli occhi rossi dei dirigenti per il dolore di Dumi.
Mi ricordo una signora dire che i dirigenti vendono i giocatori per comprarsi la macchina nuova.
Mi ricordo che volevo buttare di sotto una signora.
Mi ricordo che tutti pensavano che il cappellino McLaren me l'avesse regalato Gavrilov.
Mi ricordo gli scudetti al fantavolley.
Mi ricordo quando ho mostrato 5.000 lire a Recine e gli ho chiesto se voleva rubare pure quelle.
Mi ricordo il cornetto rosso di un finto presidente.
Mi ricordo Tomalino leggere Diario in trasferta.
Mi ricordo le ragazze pon-pon più tristi della storia.
Mi ricordo le partite viste con Leonardo Favaro, pensando che io sarei diventato presidente e lui direttore sportivo.
Mi ricordo la maglia azzurra di Moretti.
Mi ricordo la mia prima panchina al PalaVerde.
Mi ricordo l'antidoping infinito di Zagumny.
Mi ricordo le presentazioni in Comune.
Mi ricordo i fischi a Giustina Destro.
Mi ricordo Marquet fumare in autogrill.
Mi ricordo una tifosa che mi ha chiesto se ero io quello a vedere Springsteen a Bologna.
Mi ricordo un cartellino giallo.
Mi ricordo il primo messaggio del blog.
Mi ricordo che volevo far il giornalista.
Mi ricordo la refertista che mi fa i complimenti per il sito.
Mi ricordo quando al Palazzetto mi fermano e mi domandano dove credo di andare.
Mi ricordo la dottoressa che mi chiede dove ha già visto quel giocatore lì.
Mi ricordo Vicini dimenticarsi di rientrare in campo.
Mi ricordo Simeonov appoggiarsi per fare stretching.
Mi ricordo Roscini perdere le puntine in campo.
Mi ricordo il pubblico tutto in piedi prima dell'ace dell'ultimo derby casalingo.
Mi ricordo Cavallini telefonare la sera prima della maratona.
Mi ricordo una scommessa con Morsut su chi avrebbe risolto un enigma logico-matematico.
Mi ricordo tutti gli amici che in questi anni sono entrati gratis al San lazzaro.
Mi ricordo che solo uno poi ha fatto l'abbonamento.
Mi ricordo che due tifosi fedeli mandano i fiori a casa ad ogni ricorrenza.
Mi ricordo i giocatori entrare con le bandiere della pace.
Mi ricordo Pupo che mi chiede quanti time out abbiamo ancora.
Mi ricordo che purtroppo prima o poi questo messaggio deve finire.

Alla fine, semplicemente: ricordatevi di ricordare. Fa bene all'anima.

27 giugno 2004

FINE DELL'ASTINENZA 

Evitiamo subito le facili battute di qualche malizioso commentatore del blog: si parla di pallavolo. Soprattutto e finalmente pallavolo giocata, perché Italia-Serbia di venerdì sera a Verona, gara valida per le qualificazioni di World League, ha permesso a molti di riassaporare la tensione agonistica che solo il rettangolo di gioco può offrire.

Il Sempre Volley ha spedito al palazzetto scaligero una delegazione alquanto misera: non i massimi dirigenti, impegnati chissà dove, ma due mezze calzette - il loro ingaggio parla chiaro - come il palettaro e la dottoressa. Tuttavia non si è trattato di una spedizione inutile, dato che la simpatia e il fascino della nostra rappresentante femminile hanno al solito fatto centro sui giudici di linea e garantiranno nel prossimo campionato un bottino di punti non inferiore a quello di tanti atleti, tra l'altro pagati assai più profutamente.

All'entrata avvistati Bruno Da Re, ancora rammaricato per il mancato passaggio di Simeonov in maglia orogranata, e coach Zanini, che curiosamente non stava litigando con nessuno. Numerosi invece, e salutati con estremo piacere, i tifosi padovani al seguito della Nazionale.

La gara, nonostante il risultato tirato, non ha offerto spunti tecnici importanti. L'impressione è stata che le due squadre non abbiano voluto scoprire tutte le carte in vista delle vicinissime Olimpiadi. In particolare molto imprecisi i due palleggiatori (Vermiglio e Grbic), ma è stata ugualmente festa grande per il giovanissimo, colorato e rumoroso pubblico del PalaOlimpia.

Tornando per un attimo in casa nostra, segnaliamo che Simeonov ha finalmente ottenuto il passaporto italiano. Siamo contenti di leggere che il nostro opposto ha chiesto di non italianizzare il proprio nome di battesimo: abbiamo ancora nelle orecchie le orribili invenzioni lessicali di Tullio Lauro, che nelle sue telecronache cestistiche non esitava a battezzare degli improbabili Gregorio (Gregor) Fucka, Danilo (Dan) Gay e Michele (Mike) Iuzzolino. Saremmo curiosi di sapere cosa diventerebbe Domotor in caso di naturalizzazione...

Il ritorno a casa da Verona è stato segnato dall'immancabile sosta in Autogrill. Un Campagnotto e un Camogli per non perdere le care e vecchie abitudine: Dio, quanto ci manca il campionato.

24 giugno 2004

VICE MEONI 

Mancano ormai pochissimi tasselli per avere il quadro definitivo dell'organico Edilbasso per la prossima stagione agonistica.

Oggi si è risolto ufficialmente anche il mistero del secondo palleggiatore: non sarà l'esperto Ferrioli - come poco attendibili piste di mercato riportavano - a sostiuire Erardo Meggiolaro, bensì un prodotto del volley locale. L'alzatore vice Meoni sarà infatti Filippo Strenghetto, lo scorso anno al Tmb Monselice in serie B1.

Del giocatore sappiamo poco (la foto però la trovate qui, mica sul sito ufficiale!), ma nei prossimi giorni avremo sicuramente maggiori dettagli tecnici al riguardo. L'unica voce (ufficiosa) è che sembra che Filippo non abbia un proprio sito Internet: qualche anima pia tra i lettori del blog si offrirà certo per colmare questa imperdonabile lacuna.



23 giugno 2004

PARENTESI CALCISTICA 

Un blog sulla pallavolo, certo. Ma concedeteci questa piccola divagazione calcistica: d'altronde se tutti i quotidiani nazionali aprono con il calcio anziché con la tragica situazione internazionale, può ben farlo anche questo misero angolino della blogosfera.

Si dice che l'Italia sia il paese dei 57 milioni di Commissari Tecnici della Nazionale: di sicuro, però, ci vien da pensare che in panchina non abbiamo mandato il migliore.

Temevamo già, al fischio finale, l'alzata di scudi contro il discusso 2-2 (ma perché, l'atteggiamento della Bulgaria nel secondo tempo è stato forse professionale?) del derby nordico, invece fortunatamente i giornalisti sportivi si son dimostrati corretti e estremamente lucidi nell'analisi: in virtù del gioco espresso meritavamo ampiamente di tornarcene a casa e gli Dei del calcio se ne sono ricordati. Ora finalmente chi si sente più uomo di tutti gli altri può andarsene in Sardegna e sfoggiare con Briatore - tra intellettuali ci si intende - il nuovo cerchiello per capelli.

Tra giocatori che sputano sentenze, sbagliando allo stesso modo gol e congiuntivi, e altri che sputano e basta, siamo quindi fuori dall'Europa. Con tutta la fatica che avevan fatto Ciampi e Prodi per portarci, ma forse questo è un altro discorso...

Già che ci siamo ricordiamo che siamo ancora in campagna elettorale. Domenica c'è il ballottagio per la Provincia di Padova e già si temono nuovi brogli da parte di quei furbacchioni degli scrutatori di sinistra: noi, ligi al silenzio imposto dalla par condicio, teniamo le nostre idee ben chiuse in Frigo.

20 giugno 2004

FAIR PLAY 

Com'è normale che sia, in questi giorni le notizie riguardanti il mondo del volley sono quasi completamente oscurate dall'attenzione mediatica attorno agli Europei di calcio.

Sfuggono così ai più le ripetute vittorie della Nazionale di Montali nella prima fase della World League (venerdì prossimo, tra l'altro, gli azzurri saranno a Verona per affrontare la Serbia-Montenegro): nella pallavolo non c'è bisogno di alcun catenaccio, chi merita di più solitamente porta a casa la vittoria, nel gruppo i giocatori si alternano tra campo e panchina senza troppe polemiche e sotto rete non volano sputi in direzione degli avversari.

Ormai definito quasi del tutto il mercato patavino, è interessante osservare i movimenti riguardanti vecchi amici. Di pochissimi giorni fa, per esempio, è la notizia che Luca Moretti, qualche anno fa nelle vesti di libero all'ombra del Santo e reduce dall'ottima stagione come coach bolzanino, sarà il prossimo allenatore della storica Zinella Bologna. Lo sponsor della squadra felsinea è la Cesare Ragazzi: pare che Luca non abbia avuto troppe difficoltà a superare nel gradimento dello sponsor l'altro candidato alla panchina, Antonio Babini.

Fortunatamente il fair play nella pallavolo è concetto talmente radicato da non esser quasi mai messo in discussione. Per questo possiamo permetterci di sorridere di fronte alle illazioni di stampo tipicamente calcistico circa un'eventuale combine tra Svezia e Danimarca per un 2-2 che eliminerebbe l'Italia da Euro 2004. Forse siamo traditi dalla memoria, ma non ci sembra proprio che siano questi paesi due nordici la patria del totoscommesse, dei salti in lungo taroccati o del doping di squadra. Alla luce di tutto questo non nascondiamo un'istintiva simpatia per la Bulgaria nella gara di martedì prossimo: ma Simeonov per chi tiferà?

16 giugno 2004

ARIA NUOVA AL CENTRO (E ANCHE IN COMUNE!) 

Capita, invero raramente, che i telefonini dei dirigenti del Sempre Volley diventino roventi per questioni diverse e forse più importanti del volley. E' stato il caso della giornata di lunedì, quando le telefonate per conoscere in tempo reale l'andamento dello spoglio delle schede per l'elezione del nuovo sindaco di Padova si sono succedute a ritmo vertiginoso. Dislocati strategicamente in postazioni diverse - sedi istituzionali e di partito, uffici elettorali, redazioni di giornali - parecchi uomini Edilbasso hanno seguito da vicino il susseguirsi dei risultati: in questa sede non possiamo certo svelarvi le preferenze politiche di ognuno, ma a notte fonda i sorrisi si sprecavano, nemmeno si fosse vinto un derby con la Sisley.

Passato il lungo weekend elettorale, si torna comunque a discutere di pallavolo e più precisamente di mercato. E' praticamente questione di ore l'ufficializzazione della cessione di uno dei grandi protagonisti della scorsa stagione: si tratta - purtroppo, aggiungiamo noi - di Gregor Jeroncic, assai vicino ad accasarsi a Montichiari. Nulla si può rimproverare al giocatore - professionista esemplare, ma giustamente attratto da un ingaggio cui a 30 anni è proprio difficile dir di no - ma è sostanzialmente esente da critiche pure la società, che diversamente avrebbe rischiato di perdere gli introiti della cessione, qualora avesse trattenuto (e magari controvoglia) sino alla conclusione del contratto il centrale sloveno.

Naturalmente in casa bianconera non si è stati semplicemente a guardare, ma sono state tempestivamente battute diverse piste per individuare un'alternativa di livello. Al solito il palettaro ha carpito dalla sua fitta rete di informatori segreti qualche informazione supplementare: ancora una volta Padova batterà la strada di un giovane dalle potenzialità estremamente interessanti. Come per Golas - l'altro nome nuovo della prossima stagione - quindi spazio alla linea verde. Verde e arancione, forse?

Qualcuno forse storcerà la bocca di fronte a questa operazione di mercato. Ma il veto alla cessione di Simeonov impone di far quadrare in qualche modo il cerchio: al riguardo, al di là delle giustificate reazioni emotive dei fedelissimi, si registrano anche voci di tifosi che non avrebbero certo disdegnato un sestetto con Lasko e Jeroncic in campo, anche considerando la tranquillità economica futura che la cessione dell'opposto avrebbe garantito. E siccome l'estate è la stagione principe dei sondaggi - ve ne segnaliamo uno, interessantissimo, sul sito personale di Andrea garghella per eleggere il miglior giocatore mai passato da Padova - testiamo l'umore ai lettori del blog.


Simeonov

Alla luce delle offerte della Sisley per Simeonov, la società ha fatto bene a tenere l'opposto italo-bulgaro?


No
 Risultati


11 giugno 2004

CAMPAGNA ABBONAMENTI (SENZA SMS) 

I mezzi del Sempre Volley, si sa, son quel che sono. Niente manifesti giganti, niente spot televisivi e nemmeno - pare sia l'ultima novità - sms inviati in barba a qualsiasi legge della privacy a tutti i potenziali tifosi della squadra patavina.

Siamo quindi, da questo misero palchetto, a ricordare che è già partita la campagna abbonamenti bianconera per la stagione 2004/05. I prezzi sono al solito decisamente convenienti: 100 euro per l'abbonamento intero numerato e 40 euro - ormai al mercato non ci comprate nemmeno tre zucchine - per quello ridotto (under 18, tesserati Fipav, universitari, possessori di Carta Giovani e Carta Argento).

Tutti i dirigenti dell'Edilbasso sperano in un'adesione massiccia e tempestiva dei tifosi: alla luce dell'interruzione della trattativa per la cessione di Simeonov, nonostante le cifre astronomiche messe sul piatto dalla Sisley, urgono nuovi fondi per completare le piscine nelle rispettive case di residenza e per saldare le ultime rate dei viaggi esotici già programmati.

In atttesa degli ultimi fuochi di mercato, l'attenzione si sposta sia sulle prossime scadenze elettorali che sulle avventure pallonare dell'Italia agli Europei di Portogallo. Le granitiche promesse di Totti ("mai in un'altra squadra italiana che non sia la Roma") iniziano, dopo pochissimi giorni, già a sgretolarsi ("io al Milan? Mai dire mai..."); per i tifosi rossoneri un buon segno: il Pupone si è gia adeguato al comportamento tipico del suo nuovo presidente.

08 giugno 2004

POCHE NEWS SOTTO IL SOLE 

Davvero ben poco di nuovo sotto il sole.

Dalle sedi di Sisley ed Edilbasso tutto tace per quel che riguarda l'affare Simeonov, ma anche dalle altre piazze le notizie scarseggiano e quasi sempre hanno ben poca attendibilità: di questi tempi tocca accontentarsi, come scoop, della fine dell'idillio amoroso tra Maurizia Cacciatori e il cestista Gianmarco Pozzecco.

I rumours danno invece ormai per certo il trasferimento dei diritti sportivi di A1 da Parma a Taranto: ci chiediamo chi, alla prossima rinascita del volley nella città ducale (magari ancora con Varacca massimo dirigente), oserà nuovamente dire che si sentiva la mancanza di quella piazza. Si prospetta quindi quest'anno una doppia trasferta in terra pugliese: immaginiamo la felicità di Carlo Vettore nell'apprendere la notizia, proprio nel momento in cui stava uscendo dal trauma per la stoica radiocronaca di Gioia del Colle, portata a termine tra un ricco campionario di colorite offese. Perché in certe piazze lavorare non è affatto semplice: pensate che, quando si viene accoltellati, ben che vada si riceve una denuncia per porto abusivo d'armi.

Il premio coerenza del periodo va invece assegnato ad Antonio Caserta, uno dei due soci dell'avventura piacentina della CoprAsystel: in un'intervista di un mese fa su Volleyball.it tranquillizzava i piacentini circa il suo rinnovato impegno nel progetto triennale a fianco di Molinaroli, ieri invece spiegava agli stessi i motivi del suo addio al volley maschile.

Mancano pochi giorni alle consultazioni elettorali e, com'è giusto, questo blog non intende schierarsi a favore di alcuno schieramento. Ieri ad esempio era in visita a Padova il nostro Presidente del Consiglio e noi vogliamo seguire il suo monito di dedicarci ai temi importanti della società piuttosto che alle facili polemiche: ad un malcapitato giornalista che gli chiedeva di eventuali tangenti, è stato il premier stesso a dirgli di occuparsi d'altro perché ne aveva proprio le tasche piene! In fondo i forzitalioti da veri liberali ci perdoneranno anche quest'ultima battuta. Berlusconi e i suoi avranno anche tanti difetti, ma sono come Re Mida: tutto quel che toccano diventa loro.

04 giugno 2004

GIURAMENTI SOLENNI 

Si chiude una settimana dominata essenzialmente dalle trattative di mercato.

I tifosi attendono col fiato sospeso una risposta definitiva in merito alla trattativa della Sisley per assicurarsi l'opposto Simeonov. I sognatori confidano nella permanenza dell'italo-bulgaro anche a fronte di offerte astronomiche e di valide contropartite tecniche, mentre i realisti valutano con occhio attento la sopravvivenza di una realtà pallavolistica di alto livello anche nel medio-lungo termine.

Di sicuro ad oggi non si può dire quale delle due tendenze prevalga in seno alla società. In molti ci chiedono un pronunciamento netto; bene, possiamo dirvi di aver udito con le nostre orecchie Maurizio Sartorati, Giuseppe Cormio e Stefano Santuz pronunciare queste perentorie parole: "Simeonov non si muoverà da Padova, lo giuriamo sulla testa dei figli". Peccato si riferissero a quelli di Berlusconi, sopravvissuti a bugie ben più grosse.

02 giugno 2004

CIAO CAPITANO 

Si celebra oggi la Festa della Repubblica. Come ormai triste abitudine da quando il Presidente Ciampi - impegnato in questi giorni a distribuire onoreficenze, nemmeno fossero i premi di un gratta e vinci: passi per Guccini, Vecchioni e Battiato (che piacciono pure al Palettaro), ma quale sarà il contributo alla nazione di Milly Carlucci? - ha insistito per il ripristino di questa festività, le istituzioni decidono di celebrarla attraverso una parata militare per le strade di Roma. Peccato, perché ci sembrava che l'Italia si fondasse sul lavoro e che l'articolo 11 della Costituzione recitasse qualcosa sul ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei problemi: evidentemente oggi il nostro Paese non ha nulla di meglio da mettere in mostra che una sciocca e anacronistica celebrazione dei mezzi militari.

Noi, nel nostro piccolo, preferiamo approfittare del giorno festivo per celebrare un giocatore che con tutta probabilità l'anno prossimo non farà parte della rosa Edilbasso. Si tratta di Lorenzo Cavallini, il centralone di Correggio a Padova dal 2001. Ci mancherà parecchio il Capitano. Davvero tanto.

A volte il mondo dello sport obbliga a scelte in cui le ragioni del cuore devono necessariamente lasciare spazio a considerazioni di altro tipo: magari le squadre si potessero costruire solo sulla base della simpatia e delle doti umane dimostrate! In quel caso un posto per Cava nel sestetto sarebbe sempre garantito. Ma ciò non significa nemmeno sottovalutare l'apporto tecnico offerto da Lorenzo in queste tre stagioni: un rendimento sempre in linea con le attese e una lunga serie di prestazioni da incorniciare. Cava - e con umiltà e intelligenza è il primo ad ammetterlo - non ha il talento naturale di Fei o l'infinita classe di Sapega né le doti fisiche di Martinelli, ma senza dubbio entra di diritto nella galleria di centrali che hanno fatto la storia pallavolistica di Padova. Sempre un po' trascurato nelle considerazioni di inizio anno di sedicenti addetti ai lavori, Lorenzo ha sempre chiuso le sue stagioni ai vertici delle classifiche di rendimento di ruolo. Non dimenticheremo nemmeno la sua grinta, la sua umiltà, il suo saper trasmettere - a seconda delle occasioni, interpretando alla perfezione il ruolo di faro della squadra - grinta oppure tranquillità ai compagni.

Quest'anno, complice qualche fastidio fisico di troppo, si è seduto in panchina con più frequenza che in passato, ma non per questo ha lesinato consigli a chi lo sostituiva o non si è sentito parte fondamentale della splendida stagione della squadra. La sua simpatia (finalmente qualche cena post-partita in cui veniva bandito l'argomento pallavolo!) e l'immensa disponibilità al di fuori del campo di gioco ne hanno gisutamente determinato l'elezione a idolo assoluto dei tifosi. Personalmente voglio ricordare anche la telefonata, inattesa e sincera, a poche ore dalla partenza della mia prima maratona. E poi l'aver acccettato due estati fa di rimanere a Padova nonostante offerte migliori per riconoscenza verso la sereita dell'amnbiente o ancora il non aver espresso alcuna forma di rancore pubblico ala notizia che i programmi societari erano altri: piccole cose, ma che valgono forse più di un muro decisivo o di una veloce positiva.

Le strade tra il Sempre Volley e Lorenzo Cavallini si dividono, ma a volte esistono fili dell'anima - invisibili, ma molto resistenti - che legano al di là dei vincoli ufficiali. Uno di questi è già teso: ciao, Capitano, e un immenso in bocca al lupo per una carriera e una vita ancora ricchissima di soddisfazioni.

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