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27 dicembre 2006

INCREDIBILE, MA VERONA 

Non poteva davvero andare meglio: l'Antonveneta ha conquistato tre importantissimi punti in chiave salvezza e, soprattutto, siamo sopravvissuti ad un altro Natale. Teniamo duro sino all'Epifania e poi, almeno per un anno, non ci pensiamo più. Per risollevare le casse dello Stato noi avremmo la modesta proposta - alla fine meno bizzarra di tante finite in Finanziaria - di tassare gli auguri inviati via sms su larga scala a tutta la rubrica dei telefonini. Ma poi perché nessuna augura mai a noi e alla nostra famiglia i più sinceri e profondi auguri di passare un buon marzo o un buon ottobre?

La Marmi Lanza Verona era, a dispetto di una classifica assolutamente deficitaria, squadra assai accreditata e in molti temevano che il risveglio degli scaligeri potesse iniziare, dopo i primi segnali di ripresa di domenica scorsa contro Piacenza, proprio dal PalaBernhardsson. A scorrere i nomi della formazione gialloblù guidata da Angelo Lorenzetti veniva da chiedersi con quali criteri avessero operato i principali bookmakers, dato che la vittoria veronese veniva quotata ben oltre 2.5...

E invece gli allibratori d'oltremanica si son rivelati ben più premonitori di chi, anche in casa bianconera, avrebbe messo la firma per un solo punticino. Il Sempre Volley ha affrontato la gara di Santo Stefano con carattere spavaldo e fiero, conducendo praticamente sempre le danze e facendo divertire chi ha voluto smaltire i bagordi del pranzo dalla suocera sulle gradinate del palasport.

Mikko Esko, dopo un inizio da brividi (le prime quattro alzate facevano presagire ben altro epilogo: pare che un suo cross sia stato incornato in rete da Gilardino a San Siro), ha preso per mano la squadra e si è confermato - a maggior ragione dimostrando solidità caratteriale - uno dei palleggiatori più interessanti dell'intero campionato. A volte la pallavolo è davvero strana e segue direttrici tutte sue: quel muro che a Latina era stato il fondamentale più deficitario dei bianconeri, si è invece rivelato l'arma in più contro Bernardi & company. Tutti meriterebbero una citazione di merito, ma a noi piace segnalare il mattoncino apportato da Vincenzo Tamburo: non è semplice, specie per un giocatore così giovane e privo di esperienza ad altissimi livelli, entrare in battuta, quasi sempre in passaggi delicati delle partite o per risollevare situazione già ampiamente compromesse. Accanto al nome di Tamburo oggi non trovate alcun punto nei tabellini ufficiali della Lega (ci viene in mente l'aneddoto di Dan Peterson sull'utilità delle statistiche: nella sua Olimpia Milano Vittorio Gallinari entrava e usciva dopo pochi minuti con zero punti, zero rimbalzi e cinque falli fatti in altrettante azioni. Un giocatore da buttare? Assolutamente no, perché nessuno scoutman riportava i bozzi sulle braccia degli avversari...), eppure i suoi servizi hanno mandato in tilt la ricezione gialloblù e consentito a Padova due break importanti, nel primo e nel terzo parziale.

MVP della partita è stato premiato Marco Cosimo Piscopo. E questo ci preoccupa assai perché solo il giorno prima il centralone pugliese era stato nostro ospite in montagna - previa, ovviamente, messa al sicuro dell'argenteria presidenziale - per il tradizionale pranzo natalizio con genitori e nonna e non vorremmo che questa, con la scusa della scaramanzia, diventasse un'abitudine. Perché va bene essere buoni, ma noi per un bel po' di anni abbiamo già dato e abbiamo fatto qualche passo avanti verso il Paradiso. Battute a parte, la presenza in famiglia di Marco è stato un assoluto piacere e, se questi sono i risultati, altro che tagliatelle di Nonna Pina (e poi ci stupiamo se i fondamentalisti islamici ci vedono come un branco di cretini...): il pasticcio e l'arrosto di nonna Mina ci paiono molto più efficaci!

La giornata si è chiusa firmando dediche (è anche questo è un triste segno dei tempi: può un umile bloghettaro atteggiarsi a Umberto Eco?) agli amici sul volume dedicato alla storia della pallavolo a Padova e che ci ha visto collaboratore di Massimo Salmaso. "Una rete, una città, una storia" sarà venduto anche in occasione delle prossime partite al PalaBernhardsson e presto pure on-line, una volta superate alcune formalità tecniche. Non sappiamo se sia un prodotto di qualità o meno - ovviamente ci auguriamo di sì - ma crediamo che chi regala ogni settimana un pezzetto di cuore alle sorti di questa realtà sportiva non possa lasciarselo sfuggire, almeno come ennesimo atto d'amore.

Il prossimo appuntamento agonistico, l'ultimo dell'anno solare, è per sabato al PalaTrento contro l'Itas Diatec di Marco Meoni. Il trenta a Trento: pare uno slogan di marketing e invece è campionato.

17 dicembre 2006

LAT(T)INA VUOTA 

Una delle trasferte logisticamente più scomode del campionato (per quanto allietata dalla visione all'andata di un capolavoro quale "Serpico": un applauso a Tamburo per la scelta da cinefilo, a dispetto degli orribili film d'azione che solitamente accompagnano i lunghi viaggi) si risolve con un nulla di fatto per la causa della classifica della nostra Antonveneta Padova: Latina vince 3-1 e mette in cascina altro fieno per la corsa salvezza.

Il risultato lascia senza dubbio l'amaro in bocca, anche perché il SempreVolley ha avuto più di un'opportunità per portare a casa minimo minimo un prezioso punticino. Un vero peccato non aver capitalizzato la straordinaria (nel senso di eccezionale, non di evento raro...) giornata di grazia dell'opposto Christian Pampel - noi non capiremmo nulla di volley, ma, per non saper né leggere e né scrivere, continuamo a registrare le buone prestazioni del teutonico sui campi piccoli, quelli con ridotta via di fuga oltre le linee di gioco - e in ogni caso una più che dignitosa prova collettiva.

E' mancato, vizio non nuovo, il cosiddetto killer istinct: terzo e quarto parziale sono stati forniti su un piatto d'argento al sestetto pontino, che - per amor di onestà - si è rivelato assai solido e del tutto meritevole dell'appellativo di squadra rivelazione di questo scorcio di stagione. L'alzatore Mattera non sarà appariscente come altri colleghi di ruolo, ma è ordinato ed efficace, a dispetto della scarsa esperienza a questi livelli.

La Maggiora non ha sbagliato quasi nulla (solo la battuta ha sofferto di qualche errore di troppo, circostanza comunque quasi obbligata per una squadra che forza così tanto il servizio), ma anche i ragazzi di Schiavon hanno viaggiato su buoni numeri: è solo mancata un po' di fisicità, specie a muro, e di brillantezza nei passaggi chiave. Ad essere oggettivi ci sarebbero quindi tutti i motivi per vedere il famoso bicchiere mezzo pieno, ma tornare a casa senza punti dalla bella città fondata da Mussolini (omaggiato dai molti calendari in vendita nelle edicole della città, dove alla richiesta del Corriere - in luogo della Repubblica in sciopero - ci è stato dato il Corriere dello Sport...) ha comunque un retrogusto parecchio amaro.

In Lazio non si è visto, come invece annunciato durante la cena natalizia, il lider maximo (oddio, di questi tempi forse sarebbe più beneaugurante utilizzare un'altra etichetta piuttosto che quella riservata al desaparecido Fidel), fermato in settimana da un piccolo incidente di lavoro. Ci dicono che addirittura i cronisti di Sky si siano premurati di augurargli una pronta guarigione, mentre di diverso tenore è stata la richiesta prepartita - peraltro potenzialmente esaudita - degli atleti su un diverso utilizzo dei fondi altrimenti destinati al viaggio (per i comuni mortali la sola benzina, cui vanno aggiunte un paio di multe per eccesso di velocità e il solito assai poco scaramantico buffet di paste). Siamo certi che i giocatori, così come hanno cercato di contattarlo prima del match, lo abbiano fatto anche alla fine...

E ora sotto col lavoro in vista dei due appuntamenti agonistici sotto l'albero. Siamo già pronti a leggere le lamentele di chi dice che il carrozzone dovrebbe fermarsi in occasione delle feste natalizie. Noi, assolutamente d'accordo con la filosofia che ispira la Premier League inglese, pensiamo invece che se di spettacolo stiamo parlando, allora è giusto che si faccia tutto il possibile per venire incontro alle esigenze del pubblico pagante. E poi volete mettere la soddisfazione di avere una bella scusa per evitare la visita della suocera a casa: mi spiace, cara signora, ma il 26 c'è Antonveneta-Marmi Lanza Verona al PalaBernhardsson.

13 dicembre 2006

CHRISTMAS TIME!
Libri e beneficenza sotto l'albero
 

Anche quest'anno ci siamo cascati: sembra ieri che abbiamo sistemato in armadio le t-shirt a maniche corte (ma forse è stato l'autunno davvero tropicale a trarci in inganno) e invece è già arrivato il Natale.

Si tratta di una festa senza dubbio bella e ricca di significati profondi (per quanto fatichiamo a scorgerli tra le luci dei centri commerciali), ma che comporta anche obblighi strazianti. Pensiamo, per esempio, a quei poveri genitori - solitamente armati di videocamere e macchine fotografiche, nemmeno fossero novelli Spielberg o Toscani - costretti a massacranti recite scolastiche e saggi di fine anno e sempre pronti a individuare chissà dove inesistenti talenti dei loro pargoli. Ne abbiamo visti parecchi esemplari anche al raduno di mini-volley di domenica pomeriggio al PalaBernhardsson e ci siamo domandati quali siano gli aspetti negativi del calo demografico.

Come se non bastasse, il Natale 2006 ci regala non uno, ma ben due cine-panettoni (per fortuna, invece, il consueto libro di Bruno Vespa è sempre uno): ci dicono infatti che Boldi e De Sica si siano artisticamente - per quanto suoni bizzarro l'avverbio accostato a questi due nomi - divisi. Probabilmente a uno sono toccati i rutti e all'altro i peti...

Tutto questo preambolo (invecchiamo e diventiamo sempre più brontoloni) per dire che, come in qualsiasi classe o ufficio o gruppo di amici, anche per il Sempre Volley è arrivato il momento della tradizionale cena natalizia, svoltasi ieri sera nei locali dell'hotel Campanile.

Vestiti tutti uguali per dimostrare un doveroso spirito di riconoscenza verso alcuni sponsor e fornitori (capiamo che in fondo è grazie a loro - ma anche al lavoro di chi lavora, no? - se sussite l'oggetto di queste righe, ma temiamo il momento in cui in omaggio a qualche negozio di ferramenta si fingerà di usare continuamente cacciaviti e chiavi inglesi), giocatori e dirigenti - noi abbiamo dovuto stirare in tutta fretta l'abito del sarto Alfonso ché lo avevamo usato pure la sera prima per giocare a calcetto... - dell'Antonveneta hanno cenato e scambiato con un selezionato gruppo di amici i consueti auguri di fine anno.

Ma la cena è stata soprattutto l'occasione per dare risalto a due belle iniziative. La prima è Garghy4Kenya, il progetto benefico nato da un'idea del nostro libero Andrea Garghella e della sua ragazza e che ora non si limita più alle aste su eBay di abbigliamento sportivo e cimeli delle passate stagioni. Per sostenere i progetti della comunità Papa Giovanni XXIII che opera in Kenya (precisamente nella baraccopoli di Soweto e in alcuni villaggi Masai) sono ora disponibili anche delle eleganti magliette. I dettagli per ordinarle sono in questa pagina.



Il secondo progetto porta invece la firma del veterano dei giornalisti padovani di volley e autentica memoria storica delle vicende bianconere, Massimo Salmaso. Si tratta di un volume - davvero mancante nel panorama editoriale e doveroso omaggio ad una realtà che attraversa oltre mezzo secolo di storia, non solo sportiva, cittadina - che ripercorre la storia della pallavolo a Padova, partendo dagli albori delle prime squadre del Gruppo Sportivo dei Vigili del Fuoco e arrivando sino ai giorni nostri. In mezzo ci sono i ruggenti anni del Tre Pini, l'epopea del Petrarca e i tanti campioni transitati all'ombra del Santo. Abbiamo avuto anche noi l'onore - e ringraziamo chi di dovere per questa splendida opportunità - di partecipare in minima parte alla stesura di "Una rete una città una storia", di cui presto potrete prenotare una copia su queste frequenze. A nostro avviso il prodotto è davvero interessante e piacevole. Nel frattempo vi regaliamo in anteprima assoluta la copertina del libro, brillante sintesi di un'ipotetica azione di gioco fra tre campioni della nostra città e della nostra società.



Tornando alla cena, indubbio MVP della serata il fisioterapista Matteo Zenato che ha vestito i panni di Babbo Natale con trasporto (altro che prima scaligera dell'Aida...), interpretando alla perfezione il metodo Stanislavskij e cancellando così dalla memoria collettiva l'esibizione di due anni or sono di Filippo Strenghetto (parecchi bimbi quella sera smisero di credere a Santa Claus).

In mezzo a tutto questo arrivasse anche qualche punticino da Latina...

11 dicembre 2006

DI PINTO AL MURO 

Dolce il ritorno al campionato per l'Antonveneta Padova: prima vittoria casalinga stagionale e Prisma Taranto, possibile/probabile diretta concorrente per la salvezza, agganciata in classifica a 8 punti. E soprattutto possibilità di utilizzare il gioco di parole del titolo, unica cosa decente che ci sia venuta in mente negli ultimi due mesi.

Il PalaBernhardsson è animato dai tanti ragazzini che hanno partecipato al raggruppamento di minivolley: forse non hanno visto una partita dai contenuti tecnici eccezionali, ma di sicuro hanno capito che forzare la battuta (21 aces complessivi!) è un po' più utile di affidarsi al servizio tattico...

L'Antonveneta si presenta in campo con un nuovo sponsor sui pantaloncini. Non capiamo mai se gli esperti del marketing siano degli autentici geni o se certi effetti siano semplicemente il frutto del caso, ma la foglia d'acero del logo Canadiens nei pressi delle pudenda faceva apparire i nostri come dei novelli Adamo.

I reduci del Mondiale pagano un po' di inevitabile stanchezza e la perdita dei meccanismi di gioco con compagni che non vedevano da due mesi, ma ben vengano questi appuntamenti se questo è l'effetto su Andrae e Kromm. Soffre un po' di più Pampel, sostituito da Eerik Jago, atleta per il quale l'aggettivo sorprendente inizia ad essere francamente riduttivo.

Quando Felizardo ha sbagliato il servizio che ha regalato il definitivo 3-1 ai bianconeri a metà campo è esplosa la gioia. Ed è partita la corsa al campo da parte di tutti quelli che si sentono in qualche modo coinvolti nella costruzione dei destini della squadra. Noi, invece, istintivamente ci siamo recati subito verso una precisa seggiola del palasport per battere un cinque alto con i vicini di posto di Paolo.

Anche quest'anno quindi la tradizionale cena di Natale viene anticipata da una vittoria (l'anno scorso fu quella con Cuneo, la stagione prima con la Sisley) che permette di affrontare l'appuntamento con maggiore serenità e il sorriso sulle labbra. Poi però c'è subito da pensare alla trasferta di Latina: il treno per la salvezza deve compiere ancora un lungo viaggio e l'importante era non mancare la prima fermata.

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