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30 settembre 2005

ANNUNCIAZIÒ, ANNUNCIAZIÒ 

"Visto dalla panchina", il mio blog personale che nel tempo - grazie all'affetto e al sostegno di chi passa di qui - è diventato una sorta di sito sottoufficiale del Sempre Volley, raddoppia!

A partire da lunedì infatti il diario virtuale del dirigente accompagnatore del Giotto Padova - on line ormai dal dicembre 2003 e con medie di accessi superiori alle 100 unità giornaliere (ma in prossimità delle partite i contatti sono quasi il doppio!) - si arricchisce di una nuova prestigiosissima firma: Mauro Berruto.

L'allenatore dei patavini si è dichiarato entusiasta di poter collaborare, compatibilmente con gli impegni sportivi della squadra, al blog con uno spazio tutto suo di cadenza settimanale, intitolato "L'altro lato della panchina".

Al motto di "due penne in panchina sono meglio di una!" e accomunati dalla passione per la scrittura (Berruto è fra l'altro autore del romanzo "Andiamo a Vera Cruz con quattro acca", mentre il sottoscritto ha riversato su Internet i propri sogni di giornalismo), io e Mauro cercheremo di raccontare con ironia e passione le vicende pallavolistiche del Sempre Volley in campionato e in coppa Cev, ma non solo. Lasciando, come sempre, assoluta libertà ai tifosi e ai lettori di interagire attraverso lo spazio dei commenti.

Personalmente questa collaborazione mi inorgoglisce molto e sono certo che sarà un'altra delle tante piccole stranezze che rendono questa società un po' diversa e, permettetici di dirlo, speciale rispetto a tutte le altre. Ringrazio Mauro per aver reso possibile il concretizzarsi di questa idea estiva, nata un po' per caso: nella nuova e inedita veste di editore gli garantisco massima libertà e autonomia, sia per quel che riguarda i tempi che i contenuti. Anche, eventualmente, di fare un uso criminoso di questo spazio, come Luttazzi, Biagi e Santoro. Che diamine: qui siamo su Internet, oasi di libertà, non ad Arcore!

29 settembre 2005

CIAO POETA 

Dopo Arkadiusz Golas, un'altra stella del firmamento pallavolistico patavino saluta tutti. Pochi istanti fa ci è infatti giunta la notizia dell'improvvisa scomparsa, in seguito ad un malore, di Youri Sapega.


Il campionissimo sovietico, oggi in forza alla Dinamo Mosca e alla federazione russa in qualità di dirigente, aveva deliziato gli spettatori del San Lazzaro per tre stagioni dal 1991 al 1994, per poi intraprendere, sempre a Padova, la carriera di allenatore. Ricordiamo ancora una telefonata nel cuore della notte dell'allora direttore generale Angelo Squeo per annunciarne, ovviamente raggiante, l'acquisto: Sapega era una colonna dell'invincibile CSKA Mosca e i suoi movimenti erano rappresentati in qualsiasi manuale della pallavolo giocata. Portarlo nella città del Santo era stato un grandissimo colpo di mercato e, se la burocrazia del vecchio regime non si fosse messa di mezzo, il suo compagno d'avventura sarebbe stato Fomin.

Centrale dotato di una tecnica sopraffina, è stato senza dubbio, assieme a Kiraly, il giocatore più forte mai sceso su un parquet italiano. Erano i tempi delle ricchissime Parma, Ravenna, Modena, Milano e Treviso e solo questo ha impedito a Youri di arricchire il suo già vastissimo palmares personale. La coppa Cev del 1994 - unico trofeo della storia del Petrarca/Sempre Volley, oltre che unico alloro continentale a squadre conquistato da una compagine cittadina - porta in ogni caso la sua indissolubile firma.

I ricordi personali che ci legano a Youri sono davvero tantissimi, anche perché, sia da giocatore che successivamente, il numero 7 petrarchino è stato uno dei pochi amici veri e intimi, almeno nel mondo del volley, del Presidente: tra i tanti, una cena nella sua casa di Albignasego (quella che per oscuri scherzi del destino sarebbe poi stata affittata al padovano doc Meoni) con un palettaro, ancora adolescente e piuttosto maldestro, che fece cadere tutte le medaglie olimpiche. Ma anche un paio di maglie CCCP ricevute in regalo, assieme ad alcune manciate di spille comuniste. E ancorale chiacchierate con la giovanissima moglie Lada e la nascita del primo figlio Sasha, cui ora ci stringiamo in un tanto virtuale quanto inutile abbraccio fortissimo.

Saremmo curiosi di vedere oggi all'opera un giocatore come Sapega; la sua ricezione ai limiti della perfezione metterebbe in seria difficoltà qualsiasi allenatore: quale pazzo lo sostituirebbe in seconda linea per inserire il libero?

Golas e Sapega, Sapega e Golas: due centrali, il passato e probabilmente il futuro della pallavolo mondiale. Col cuore affranto non possiamo fare altro che stringerci al presente per andare avanti.

26 settembre 2005

FALSA PARTENZA 

Tanta attesa per, alla fine, scontrarsi con la dura realtà. Sia chiaro: nessuno metteva in dubbio l'innegabile maggior tasso tecnico - inutile confrontare i budget a disposizione delle due società: in pratica Paperino che va a far visita al deposito di Paperon de' Paperoni - dell'Itas Diatec Trentino, ma il fatto di trovarsi di fronte ad una squadra che si allenava al completo solo da alcuni giorni aveva alimentato qualche speranza in casa Giotto. Anche la bella prestazione della Codyeco Santa Croce, iniziata con tre-attacchi-tre di un finalmente sorridente Tomalino (per lui sabato più punti che nelle ultime due stagioni) e giunta a sole due azioni (23-19!) da una clamorosa ma meritata vittoria con i campioni d'Italia della Sisley, illudeva qualcuno che la prima giornata di campionato potesse propiziare qualche risultato contro-pronostico.

La gara di Trento si è invece chiusa con un rotondo tre a zero e un Sempre Volley che ha progressivamente spento la luce, alzando completamente bandiera bianca in un terzo parziale assolutamente senza storia. Buone però le indicazioni del primo set, con Padova sempre nella scia dei padroni di casa e un paio di episodi sfortunati (alcune battute di André si sono rivelate insidiose solo grazie al contributo del net) che hanno determinato il 26-24 finale per i trentini. Ottime le prestazioni degli ex Meoni e Morsut (anche lui cresciuto di tono muscolare in maniera evidente: tanto lavoro d'estate oppure questi ragazzi fuori da Padova fanno merenda a pane e creatina?), ma le doti tecniche e la professionalità dei due saranno una piacevole novità per il pubblico di Trento, non certo per noi.

Come detto, dopo il primo set Padova è un po' sparita dal campo, cedendo progressivamente in tutti i fondamentali. A muro e in difesa la squadra ha evidenziato palesi difficoltà, facendo perdere progessivanmente sicurezza anche a Esko, che comunque, a sprazzi, ha fatto vedere di saper prendere in mano la squadra e giocare un gioco molto spinto e rischioso, quello che potrebbe rivelarsi fondamentale per l'annata patavina. Molto bene anche Veres, insufficiente solo al servizio, ma in virtù dei rischi presi per tentare una difficile rimonta.

La gara è iniziata con cinque minuti di ritardo per una sacrosanta protesta degli arbitri: i fischietti di serie A attendono infatti ancora i rimborsi della passata stagione. Si tratta di una situazione alquanto paradossale in quanto le società per poter disputare ciascun incontro di campionato devono pagare una tassa gara, pena l'impossibilità materiale di scendere in campo: e allora questi soldi dove fanno a finire? Coppola e Cammera, comunque, hanno poi fatto molto poco per rendersi simpatici e ci chiediamo quale formale e sciocca dimostrazione di potere sia domandarsi se Berruto e Roscini - come se non li avessero mai visti, poi... - possiedono tutti i requisiti tecnici (il famoso patentino di terzo grado) per allenare in serie A.

Come sempre a Padova ci si abitua a guardare anche e soprattutto il lato buono delle cose. Questa secca sconfitta non ha affatto determinato un clima mesto all'interno del gruppo, ma è stata trasformata in un salutare contatto con la situazione che da qui in avanti bisognerà affrontare per conquistare ogni sacrosanto punto: chiamatela "sputare sangue" (Dan Peterson), "occhi della tigre" (Julio Velasco) o "cuore e passione" (Giampaolo Montali), ma la sostanza è chiara.

Il finale di serata è contrassegnato da un folle viaggio in tre, dal San Lazzaro alla Guizza, sulla Smart di Rodrigo Gil: qualche giocatore si è improvvisato paparazzo per scovare l'identità dei tre sventurati. Il nostro ufficio legale è già allertato per smentire qualsiasi ilazione: in ogni caso Amedeo Goria - Iene docet - ha fatto molto peggio.

23 settembre 2005

VERSO L'ESORDIO 

Il conto alla rovescia è finalmente quasi terminato e manca solo una manciata di ore all'esordio stagionale del Giotto Padova. Sarà quindi il campo a fornire una conferma oppure una smentita a tutte le buone impressioni fornite sinora in allenamento e nelle amichevoli dagli uomini di Mauro Berruto.

Da Trento giungono notizie contrastanti circa lo stato di salute complessivo dei primi avversari patavini: voci di corridoio - smentite tra l'altro dal diretto interessato - danno addirittura per incerto l'utilizzo di uno dei due grandi ex del match, Leonardo Morsut. Nel caso dovrebbe giocare al suo posto Krystof Stelmach. Oppure siamo noi a dover ancora entrare a pieno titolo nell'ottica della nuova stagione?

Ma più che sulle eventuali disgrazie nel campo avverso bisogna guardare in casa propria: episodi sporadici a parte, sostanzialmente ognuno è artefice del proprio destino. In casa Giotto tutto bene o quasi: qualche giocatore riporta i segni di alcuni scontri in mezzo al campo con Tovo, ma si tratta di ordinaria amministrazione: una sorta di iniziazione per testare la tempra dei ragazzi.

Tutto è pronto per il battesimo del campionato anche a livello mediatico. Questa sera debutta la nuova versione di "Zona Volley", la trasmissione ideata e condotta da Carlo Vettore. Nuova impostazione, nuova grafica, contenuti: il raggio di azione degli argomenti trattati si estende al Megius e alle altre squadre padovane che militano nelle categorie inferiori, facendo così del programma una sorta di tg sulla pallavolo locale. Notevole l'esposizione mediatica del giovane e dinamico addetto stampa: la trasmissione andrà in onda ogni venerdì alle 20.30 su La8, alle 21.30 su Veneto Free Channel, il sabato alle 01.30 e alle 08.30 su Telechiara (intervallata, al solito, da un rosario riparatore per gli smadonnamenti del Presidente), alle 13.30 su ancora su Veneto Free Channel e infine alle 14 su La10. Niente niente che poi il buon Vettore fonda un partito?

21 settembre 2005

NUMERO 16. PER SEMPRE 

All'alba di domani mattina un aereo alla volta di Varsavia porterà al legittimo proprietario la maglia numero 16 del Sempre Volley.

La dirigenza tutta del Giotto ha infatti deciso, certa anche di interpretare al meglio anche la volontà dei tanti tifosi e appassionati che in questi giorni hanno voluto manifestare in varie forme il proprio cordoglio, di ritirare la maglia indossata nella scorsa stagione da Arkadiusz Golas.

Di solito queste operazioni vengono fatte a celebrazione di una grande carriera che va a concludersi per raggiunti limiti di età, mentre questa volta tra l'atleta e la sua completa affermazione a livello mondiale si è messo di mezzo il destino. Il grande Carmelo Bene sosteneva che gli infortuni irreversibili dei campioni in grado di far sognare il pubblico altro non sono che vendette degli dei dell'Olimpo, invidiosi di tanta bellezza artistica e armonia dei gesti.

Al tuo funerale c'è chi troverà un po' di conforto nella fede e nella preghiera, altri, come noi, continueranno nel buio a cercare inesistenti risposte a tanti perché. Arki, ovunque tu sia, questa maglia è tutta per te. Usala al meglio. Ma c'è bisogno di spiegartelo?


La foto è del nostro tifoso e amico Luigi

19 settembre 2005

PIACERE, GIOTTO PADOVA 

Pur essendo al lavoro già da parecchie settimane, il Giotto Padova ha compiuto venerdì mattina - con la presentazione ufficiale alla città, alle istituzioni e alla stampa - l'ultimo atto formale prima dell'inizio della stagione sportiva vera e propria.



Nella suggestiva cornice - si scrive sempre così, ma questa volta è proprio vero - della Sala del Romanino dei Musei Civici agli Eremitani il veterano Davide Tovo ha ascoltato per l'ennesima volta il discorso d'inizio anno del Presidente Sartorati e delle autorità cittadine (anche in questa occasione assente però il sindaco Zanonato: eppure quest'anno aveva presenziato pure alle vernici delle squadre di badminton e dressage, nonché alle finali del torneo condominiale di ramino), magari invidiando un po' i tanti stranieri della formazione che possono cavarsela semplicemente annuendo ogni tanto con la testa, ma perdendo questo fiume di parole in fondo sempre uguale. Massima attenzione e allerta invece da parte degli addetti del museo, probabilmente timorosi che Piscopo potesse disegnare un paio di baffi su una tela del Tiepolo. Il centrale pugliese, d'altra parte, di fronte alle spiegazioni delle guide, era convinto che Giorgione fosse il soprannome di un nuovo centrale particolarmente alto comprato dal Sempre Volley.

Particolare emozione ha suscitato la presentazione della nuova maglia. Purtroppo non si è realizzato il sogno di riprodurre fedelmente su tessuto la volta stellata giottesca, ma non si può certo imputare all'Erreà - sponsor tecnico patavino - di non esser riuscita ad emulare il Maestro del Trecento. Tutti i presenti hanno sottolineato l'importanza di questo abbinamento tra sport e cultura, ma, in fede al motto business is business, Jens Bernhardsson, nuovo sponsor e nuovo socio dell'avventura bianconera, ha detto di prestare attenzione soprattutto alle "chiappe" (cit.) dei giocatori dove campeggia uno dei marchi delle sue aziende.


La festa è stata guastata nel finale dalla tragica notizia che ben sappiamo. Ognuno nel cuore ha perso una parte di sé: chi un compagno di squadra, chi un avversario, chi un amico fraterno, chi un idolo, chi un figlio acquisito. Ma queste sono tutte cose che vanno, anche con difficoltà, elaborate principalmente dentro di sé. Nel pomeriggio la squadra si è allenata ugualmente, perché, giusta o sbagliata che sia, banalmente, questa è l'unica cosa possibile da fare in queste situazioni. Ed ecco perché siamo tornati anche noi su quella giornata, scrivendo il nostro diario, coem al solito leggero e scanzonato. Tra appena sette giorni scatta il nuovo campionato: nessuno vuole dimenticare, ma forse il pianto vero non ha lacrime, né spettatori, né rifugio. Di certo non su un campo di pallavolo.

16 settembre 2005

SILENZIO 

Doveva essere una giornata di festa. E per un bel po' lo è stata. Ora non lo è più.

Ciao Arki.

14 settembre 2005

UNA SERATA SPECIALE 

Prima ancora di presentarsi ufficialmente - venerdì a mezzogiorno, presso il Museo Civico degli Emeritani - alla città, alle istituzioni e alla stampa ieri un'ampia delegazione del Giotto Padova è stata invitata da un gruppo di tifosi per un'allegra serata in compagnia.



Si tratta dello storico gruppo di supporters del Volley Pozzonovo, già prontissimi ad un'altra annata di caloroso e sempre corretto sostegno ai colori bianconeri. E' incredibile pensare come in un piccolo comune di meno di 4.000 abitanti si sia sviluppata in maniera tanto diffusa - e in queste situazioni solitamente è un miracolo strappare spazi e consensi al calcio - una passione così autentica e genuina per una squadra che gioca a 30 km di distanza: eppure, guardando i volti dei presenti alla tavolata, quasi non ci si accorge della differenza tra i campioni affermati della serie A e chi ne apprezza o sogna di emularne le gesta. Ed è questa la parte più bella e più pulita del mondo della pallavolo, per fortuna nemmeno così rara: probabilmente, anzi di sicuro, non tutti i piccoli di Pozzonovo diventeranno delle stelle, ma di certo cresceranno in un ambiente in grado di tirare fuori tanti altri valori positivi, utili in campo e fuori. E per noi essere un esempio da imitare è allo stesso tempo uno stimolo e un grande onore.



Entusiasmo alle stelle per tutti i presenti: applausi scroscianti per il nuovo tecnico Berruto e per il neo capitano Botti, ma omaggi e ovazioni anche per Andrae, Pampel, Cibin (praticamente l'eroe di casa, essendo originario di Monselice) e i veterani Tovo e Roscini. Se poi anche il palettaro riceve un regalo e si mette a firmare il libro degli autografi, allora questi tizi sono davvero pazzi per il Sempre Volley.

12 settembre 2005

NELLA TERRA DEI GONZAGA 

Il memorial "Roberto Iori" di Suzzara ha rappresentato per il Giotto Padova non solo un'ulteriore tappa di avvicinamento al campionato, ma anche la prima uscita lontana dalle mura amiche per la truppa agli ordini di Mauro Berruto: oltre ai meccanismi in campo la due giorni mantovana ha consentito quindi anche di consolidare lo spirito di gruppo e di testare le regole di condotta volute dal nuovo coach. Non ci sono stati contusi, né sono volate le sedie; si può quindi dire che tutto si è svolto per il meglio.

La giornata di sabato ha visto di fronte nella semifinale del pomeriggio il Sempre Volley all'Acqua Paradiso Gabeca Montichiari dei tanti ex: Erardo Meggiolaro, cui auguriamo di sfruttare al meglio questa opportunità nella massima serie (lo spazio non dovrebbe mancare, dato che in estate i bresciani hanno contattato qualsiasi palleggiatore in attività - forse anche Vullo, Santuz e Rebaudengo - pur di rimpiazzare Boninfante); Gregor Jeroncic, sfoggiante un inedito look alla passione-di-Cristo e sorprendentemente escluso dalla gara per scelta tecnica a favore di Vito Insalata e Domotor Meszaros, nella sua nuova versione iper (troppo?) palestrato. Ha senza dubbio stupito la relativa facilità con cui Padova ha chiuso la gara per tre a zero, forte di un Pampel costante, di un Esko preciso e di un Andrae molto presente in battuta e in attacco. Tolti i meriti del Giotto non si può non pensare ad una Montichiari notevolmente appesantita dai carichi di lavoro, anche se la fase di preparazione estiva volge ormai al termine.

Pur non dimenticando le ammirevoli finalità benefiche del torneo di Suzzara, non possiamo esimerci dal commentare il colpo di genio degli organizzatori, che hanno pensato bene di collocare la finale alle 20.30 di domenica. Cioè l'orario della finale degli Europei di volley. Che si svolgevano a Roma. Che erano in diretta tv. In chiaro, in prima serata. Con l'Italia in finale. Un vero e prorio errore strategico, ancor più grave considerando il fatto che il pubblico della pallavolo, a differenza di quello di altri sport, è composto in larghissima parte di praticanti e addetti ai lavori. E l'appeal di Giotto Padova-Marmi Lanza Verona, con tutta la buona volontà, non è certo lo stesso di Russia-Italia...

La lunga attesa della finale, depurata dagli obblighi di carattere tecnico (come l'allenamento mattutino, di cui segnaliamo una divertente partita di calcetto con Veres goleador, e la sessione di video), è stata sfiancante (da qualche anno a questa parte la visione di un Gran Premio di Formula Uno non può certo definirsi uno spettacolo emozionante) e ha un po' affievolito la carica agonistica dei nostri. L'avvio della finale è stato infatti assai balbettante per i bianconeri (nell'inedita divisa-pigiama grigia), sia in termini di gioco che di atteggiamento. Rispetto all'altra amichevole contro gli scaligeri, i veronesi hanno recuperato il loro uomo di punta, Ramon Gato, ma non può essere solo questa sostituzione ad aver spostato gli equilibri. Perso il primo set, i padovani sono rientati in carreggiata nel secondo e assai più combattuto parziale, perso però ai vantaggi e con almeno quattro-decisoni-quattro che definire dubbie è senza dubbio fare un favore agli arbitri. Il Giotto ha vinto bene il set successivo e si portava sul 2-1, ma la rimonta si fermava qui, senza riuscire a portare la gara al tie-break. Prima sconfitta stagionale, quindi, e nel complesso alcune valutazioni che, da semplici impressioni iniziali, iniziano ad avere una certa consistenza. Le principali note positive arrivano dalla diagonale Esko-Pampel: il finlandese, oltre a confermare di possedere una palla spinta estremamente interessante, si è anche distinto per intelligenza tattica e capacità di lettura delle diverse situazioni di gioco, mentre il tedesco ha garantito, grazie alla notevole varietà di colpi del suo repertorio, una costanza di rendimento vicino all'eccellenza anche nei momenti in cui la squadra sembrava perdersi. In chiaroscuro invece il weekend di Bjorn Andrae, probabile MVP al sabato e oggetto misterioso la domenica, della ricezione e dell'apporto complessivo dei centrali. Il rendimento del martello di Berlino sarà una delle chiavi importanti del campionato del Giotto: già nelle precedenti esperienze italiane Andrae ha alternato picchi di rendimento molto alti a periodi pittosto lunghi di appannamento e compito dello staff tecnico sarà quello di stabilizzare questa curva, ovviamente in prossimità dei livelli più elevati.

Sbrigate le formalità tipiche di queste situazioni - ritirata la coppa (che da buona tradizione, sempre ottima in tempi di austerity, diventerà, con abile cambio di targhetta, un nuovo trofeo da mettere in palio), saldato ciò che c'era da saldare e incassato ciò che c'era da incassare - il capo delegazione (ormai il palettaro si sta ricollocando a tutto campo) ha dichiarato ufficialmente chiusa la trasferta. Il santino di Sandro Camporese ha fatto sì che la spedizione si svolgesse senza problema alcuno, se si eccettua l'indubbio record di riuscire a pagare un pasto nell'ambito di una cena offerta dagli organizzatori...

06 settembre 2005

AGUZZA LA VISTA 

Una delle passioni degli italiani, nonostante il bombardamento mediatico che vorrebbe spacciare il sudoku per nuovo sport nazionale, è indubbiamente "La Settimana Enigmistica", non per altro la rivista che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione. Tra i giochi più classici (ma quale gioco di questa pubblicazione non lo è?) uno dei più gettonati - prima di ridursi per disperazione e per noia a disegnare sotto l'ombrellone i baffi sulla modella della copertina - è senza dubbio "aguzza la vista", quello in cui il lettore deve confrontare due immagini vicine e trovare un numero definito di piccole, a volte minuscole, differenze.

Nelle immagini sottostanti potete vedere affiancati due fogli: a sinistra troviamo ciò che nelle stagioni passate Pupo Dall'Olio chiedeva al palettaro, a destra il suo nuovo incarico. Aguzzate la vista per trovarvi eventuali differenze e attivate l'ingegno per definire il compito più impegnativo fra i due.





Ecco quindi svelato il mistero dei fogli che tanto hanno impegnato il dirigente del Sempre Volley nell'amichevole di sabato con Verona. Per la precisione si tratta di statistiche sulla distribuzione del gioco in campo bianconero e la loro corretta interpretazione può evidenziare un gioco troppo ripetitivo e, quindi, prevedibile da parte dell'avversario. Ma allora, si chiede l'umile autore di queste righe, perché non evitare tutta questa fatica e non chiedere i dati direttamente allo scout-man dell'altra squadra?

Con questo nuovo incarico in casa Giotto si aprono però delicate questioni. Innanzitutto bisognerà trovare un modo per arginare la conversazione a 360° (moda, spettacolo, gossip, gastronomia, che tempo fa... assai raramente sport!) durante le partite della dottoressa e in secondo luogo bisognerà individuare una soluzione per conciliare questi nuovi incarichi con la storica e consolidata attività di palettaro. Tralasciamo poi, in rispetto alla particolare congiuntura, la questione economica: in verità ci è stato detto che col Presidente è meglio evitare di affrontare certi temi e di accontentarci se arriva qualche invito a cena in più. Peccato perché noi eravamo così contenti di entrare a far parte di coloro che si fanno rimborsare qualsiasi cosa dalla società: rimane storica la nota spese di un giocatore - manteniamo per decenza l'anonimato, ma è di quelli che il pubblico, come ingenuamente spesso accade, credeva capace di gettarsi tra le fiamme per la causa patavina - per una lampadina del forno del valore di un paio di migliaia di lire. Noi comunque terremo stretto lo scontrino d'acquisto dei quattro pennarelli colorati necessari per questa nuova fase di vita in panchina: bastano dieci euro per dare l'impressione di capirci qualcosa di pallavolo. Certo non arriveremo mai alla mitica tavolozza gigante in legno del maestro Roscini, ma la nostra Via Crucis è appena agli inizi...

04 settembre 2005

CAMPIONATO IN AVVICINAMENTO 

Primi piccoli frammenti di A/1 al Palasport San Lazzaro per l'incontro amichevole con la Marmi Lanza Verona: si tratta di poco più che pulviscoli, ma la buona affluenza di pubblico anche in questa occasione - nonostante il contemporaneo esordio, con diretta tv, dell'Italia agli Europei di Roma e un interessante triangolare al Pala Arcella con la Megius - dimostra che, almeno a Padova, c'è parecchia fame di volley giocato.

Gli scaligeri si sono presentati all'appuntamento assai più rodati del Giotto: gli uomini di Bruno Bagnoli sono al lavoro addirittura dalla prima settimana di agosto e - poveretti - si sono fatti pure una settimana di ritiro in quel di Courmayeur, località che noi conosciamo solo per averla sentita citare più volte da Mike Bongiorno. Al Sempre Volley invece quest'anno non è stata nemmeno concessa la più classica delle 3-giorni-3 in una pensioncina di Fiera di Primiero: comunque visto che proprio ai piedi delle Dolomiti cominciarono l'anno scorso le infine lamentele di Vincenzo Simeonov (probabilmente nell'occasione i canederli erano troppo poco salati), meglio così.

Tutto questo preambolo avrebbe potuto benissimo fungere da giustificazione per un'opaca prestazione del Giotto, i cui uomini iniziano a sentire in maniera pesante - i famosi animaletti, ben noti agli sportivi di qualsiasi livello, che ti mordono i muscoli delle gambe - il peso del carico di lavoro fisico effettuato nei primi quindici giorni di allenamento. E invece, pur con qualche inevitabile calo di lucidità e una reattività non sempre ai livelli ottimali, ne è uscita una partita dai contenuti discreti, tirata sino alla fine e portata a casa da Padova al tie-break.

E' vero che la Marmi Lanza si è presentata in campo senza quattro uomini importanti (Gato, Granvorka, Ihosvany Hernandez - sulla cui assenza si dovrebbe indagare più in stile Novella 2000 che affidarsi al comunicato stampa di routine della società veronese - e il giovanissimo Bartman), ma del Giotto, oltre al risultato, è piaciuto in particolare l'approccio alla gara contro una squadra di pari categoria. Da segnalare in campo patavino soprattutto le ottime prove di attacco dei teutonici Pampel e Andrae; menzione di merito anche per Tovo e Gil (radio-palestra, probabilmente sintonizzata male, segnalava il brasiliano, complice anche la struttura fisica imponente, come tra i più imballati), capaci di calarsi subito nel ritmo partita dalla panchina. Al di là della rete occhi puntati sull'opposto Moro, all'esordio da titolare in serie A/1 e, secondo gli esperti, vero grosso punto interrogativo del sestetto - e quindi della stagione - veronese: il giocatore di Novi Ligure ha impressionato, ma per onestà di giudizio bisogna dire che dovrebbe già trovarsi al top della sua forma, in quanto fresco reduce dalle Universiadi. Ottima la prova anche del centrale australiano Howard, giocatore per cui da parecchie stagioni stravediamo. Al San Lazzaro si è visto pure Semenzato, di ritorno dall'esclusione - ma in fondo abbastanza prevedibile - dai 12 partecipanti azzurri all'Europeo di Roma.

I più attenti fra gli spettatori avranno certamente notato un palettaro insolitamente concentrato sulla partita e impegnatissimo nel compilare misteriosi fogli, chiedendo di tanto in tanto consigli al vicino Roscini. Vi assicuriamo che non si trattava di un nuovo commento alla Divina Commedia (gli studenti delle superiori possono continuare a basarsi sull'edizione di Natalino Sapegno), né della compilazione di un maxi sistema del SuperEnalotto per risolvere definitivamente i problemi economici del Sempre Volley: chissà, forse siamo alle frontiere di una nuova era. In settimana ne sapremo di più e forse sarà proprio coach Berruto a svelare il mistero.

GIOTTO PADOVA – MARMI LANZA VERONA 3–2 (25-20, 22-25, 26-24, 23-25, 15-13).

01 settembre 2005

PEZZI DI VOLLEY GIOCATO 

Dalle parti di Roma, quando dalle parole si passa ai fatti, si dice che le chiacchiere stanno a zero. Il Sempre Volley supera il fiume, tipicamente estivo, degli scenari solo immaginati, delle impressioni virtuali e dei sogni da ombrellone con la prima amichevole della stagione, giocata al San Lazzaro contro il Bassano Volley, squadra di A/2 con fondate ambizioni di play-off per la promozione nella massima serie.

Primo e doverosissimo applauso per i non pochi volonterosi (come per ogni manifestazione che si rispetti, gli organizzatori parlano con enfasi di mille presenti, mentre la Questura minimizza l'affluenza, stimandola in dieci spettatori: in verità eravamo circa in duecento, praticamente un record - come potrà certificare Massimo Salmaso, memoria storica della pallavolo cittadina - per un incontro di questo tipo) che hanno affrontato l'afa del palazzetto patavino per animare le tribune in occasione della prima uscita del Giotto. Sin dalle prime cessioni di giugno abbiamo sostenuto la tesi che la consolidata competenza del pubblico padovana può rivelarsi un'arma a favore di questa ennesima rifondazione sotto rete dei colori bianconeri: gli spettatori padovani sanno giudicare con intelligente occhio critico e, soprattutto, sono in grado di calibrare i propri giudizi in base del materiale a disposizione. Non è un caso che i vecchi sestetti di Gigi Schiavon e Angelo Lorenzetti, entrambi salvatisi non con pochi affanni, abbiano ricevuto applausi fragorosi e notevoli apprezzamenti. Di sicuro si tratta di un credito da conquistare e non già dovuto, ma gli uomini di Berruto appaiono motivatissimi a raccogliere la sfida.

L'amichevole si è conclusa con un perentorio 5-0 a favore del Giotto: un risultato molto netto, frutto anche di un avversario non propriamente irresistibile nonostante la presenza di un ex dal ricco curriculum come Daniele Desiderio (anni fa MVP del campionato spagnolo proprio come il nostro Peter Veres: speriamo bene...), ma anche di parecchie buone cose viste nella metà campo di Padova: la palla dietro di Esko viaggia molto veloce (sull'alzata avanti invece bisogna ancora lavorare un po') e Pampel è opposto forse non esplosivo come altri, ma di rara capacità tecnica. Non mancano certo i meccanismi da perfezionare - l'intesa con i centrali, per esempio - e il duro lavoro in palestra della prima settimana di allenamenti non è solo un alibi di comodo, ma un'assoluta verità. Gli automatismi di gioco sono ancora ben lontani dal realizzarsi con scioltezza e nella pallavolo non ci si può nemmeno appellare, come fanno nel calcio i Galliani di turno, alle cattive condizioni del campo di gioco: pare che su ogni mattonella del San Lazzaro il pallone rimbalzasse regolarmente.



Da sottolineare anche il positivo apporto, a partire dal terzo set, di quelle che ingiustamente vengono definite seconde linee: tra tanti fattori di ridimensionamento si può almeno dire che la panchina di Padova ha acquistato in ricchezza e qualità rispetto a quella dello scorso anno. Cibin e Hietanen, seppur in ruoli diversissimi, hanno impressionato per la tranquillità e la naturalezza con cui hanno bagnato il loro esordio in un contesto estremamente diverso rispetto a quello cui erano abituati sinora. Merito anche di un gruppo giovane, affiatato e omogeneo, in cui sono lontanissimi gli atteggiamenti da prime donne.

Appuntamento a sabato con la seconda uscita stagionale. Quello contro Verona sarà senza dubbio un test ancora più significativo, per quanto in questa fase di preparazione i risultati abbiano un'importanza marginale. Ma il clan Berruto vuole conquistare rapidamente sicurezza e consensi: il primo aggancio con la platea è senza dubbio riuscito alla perfezione.

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