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30 maggio 2005

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI 

Questa non è né una soletta pubblicitaria (a dirla tutta questo blog non è poi così appetito dagli inserzionisti, ma abbiamo affidato ad un famoso studio di marketing il compito di riposizionarci sul mercato a colpi di co-branding e customer satisfaction), né il favore ad una persona - ci piace definirlo caro amico, ma in realtà, nonostante la stima reciproca, non ci siamo mai visti di persona - che apprezziamo davvero molto.

Da qualche settimana è disponibile in tutte le librerie un bel libro di sport, "Notizie da Cialtronia - Cronache vere di un calcio finto" e l'autore è Stefano Olivari, apprezzato giornalista sportivo e, tra le tantissime altre cose, editore di quella splendida oasì di libertà - più volte citata su queste frequenze, in virtù di una visione assai simile del mondo dello sport, del giornalismo e (spariamola grossa) dell'etica - che è Indiscreto

.

Il volume, attraverso una serie di agili racconti ambientati in un mondo di fantasia, cerca di spiegare alcuni meccanismi del mondo del calcio (ma probabilmente validi per qualsiasi sport), in particolare storie di doping, corruzione, disinformazione, incompetenza, pagamenti in nero e altre porcherie.

Il nostro consiglio spassionato è quello di comprare il libro (da Feltrinelli e da Mel Bookstore è disponibile, ma si può anche ordinare on line presso Libri di Sport), anche per scoprire che magari c'è dell'altro oltre a quello che scrive - e soprattutto non scrive - la Gazzetta dello Sport.

A titolo puramente esemplificativo - vi assicuriamo che Olivari scrive molto meglio - vi regaliamo un racconto da Cialtronia, giuntoci in forma rigorosamente anonima.

Capita ogni tanto di fare brutti sogni, specie dopo una serata passata al pub a parlare di sport con gli amici e non aver resistito alla tentazione di ordinare un bel panino con salsiccia, cipolla e maionese.

A Cialtronia, paese per fortuna inesistente e in ogni caso assai diverso dall'Italia, sepppure i media riservino spazio quasi esclusivamente al calcio (non come nel nostro Bel Paese dove tutti gli sport godono di pari dignità e mai si oserebbe mandare in differita la finale olimpica dei 100 metri solo per seguire un'amichevole pallonara), è abbastanza diffusa la pallavolo.

Tantissimi anni fa, prima che la Nazionale di Cialtronia diventasse in quello sport addirittura la più forte del mondo, nella piccola e tranquilla Renona (curiosamente il volley ad alto livello a Cialtronia non è diffuso nelle metropoli, ma nei centri di medie dimensioni), al termine della stagione sportiva, conclusasi ancora una volta con lo scudetto della squadra della città, tre persone si presentarono nel negozio di articoli sportivi che forniva il materiale tecnico alla squadra.

Si trattava addirittura dell'allenatore straniero Venceremos (guru anche di alcuni salotti progressisti), del famoso centrale Muroni e di un giovane di belle speranze. I tre si fecero ricevere dal titolare del negozio con una sporta di scarpe mai utilizzate e che avevano ricevuto, ovviamente in omaggio, dalla società durante l'anno. Chiesero al titolare cosa potevano farne e il simpatico e gentile imprenditore, pensando di dover fare solo da tramite a quella curiosa richiesta, rispose che potevano esser tranquillamente regalate a qualche squadra locale oppure date come ricompensa ai ragazzini che pulivano il campo ogni domenica. Venceremos,
Muroni e l'altro, che, pur non arrivando ai guadagni dei colleghi calciatori, avevano soldi sufficienti per comprare più paia dell'ultimissimo e costoso modello di Swix (la marca ai piedi di tutti i giovani alla moda di Cialtronia) per sè, per i figli e per i figli delle amanti, si spiegarono allora meglio e domandarono senza la minima vergogna se il rivenditore era disponibile a riprendersi quelle scarpe a metà prezzo.

Per fortuna queste cose in Italia non succedono e gli atleti sono perfettamente consapevoli di essere dei privilegiati a non dover timbrare il cartellino ogni mattina in fabbrica.


26 maggio 2005

ALTRI ADDII 

A noi le persone intelligenti son sempre piaciute. E tante cose si possono dire di Giuseppe Cormio, ma non che non sia una persona estremamente intelligente.

Dotato di una dialettica molto forte e di un bagaglio infinito di aneddoti, raccontati tra l'altro con il prezioso bonus del simpatico e inconfondibile accento marchigiano, il buon Beppe lascia Padova per assumere lo stesso incarico - quello di general manager - in quel di Trento. Farà un certo che vedere le sue proteste (negli annali del campionato rimarrà indelebile il vano tentativo, di fronte ad un arbitro particolarmente pignolo, di far giocare Garghella con il suo maglione di cachemire) dall'altra parte della rete, ma siamo sicuri che nei confronti dei bianconeri non sarà mai animato sul campo da quella rivalità rancorosa che invece riserva ad altre sue ex squadre.

Quando Cormio arrivò a Padova per il suo secondo "mandato" (aveva già lavorato per il Petrarca ai tempi del Charro) si lamentò del fatto che quasi tutti i media locali avessere pescato in archivio delle foto in cui appariva inevitabilmente più giovane. Noi, per omaggiarlo, abbiamo scovato, grazie ad un infiltrato della Questura (sezione osservazione gruppi extraparlamentari), questa immagine, risalente con tutta probabilità a tempi in cui invece che inveire contro arbitri e avversari lanciava molotov alle forze dell'ordine...



Ci auguriamo che Beppe continui a seguire con un occhio di simpatia le vicende di una società sicuramente importante per la sua crescita professionale e che di tanto in tanto torni anche a bazzicare in questo blog, magari permettendosi qui la libertà di abbandonare la seriosità e la scontatezza delle vesti e delle dichiarazioni ufficiali. Mal che vada, per non essere scoperto, può sempre celarsi dietro uno pseudonimo. Nell'NBA si ritirano le maglie dei giocatori che hanno fatto la storia di una franchigia, noi potremmo fare altrettanto inibendo a chichessia l'utilizzo di nicknames quali krigor o bobo...

Nel frattempo qualcuno ci ha rimproverato di non aver dedicato nemmeno mezza parola relativamente alla cessione - a Piacenza, dove tra l'altro incontrerà di nuovo Pupo come allenatore - di Venceslav Simeonov. A dire il vero non abbiamo molto da aggiungere rispetto alla notizia nuda e cruda: il sacrifico era nell'aria da molto tempo e, anzi, arriva forse con un anno di ritardo. Perché - per quanto sia inutile piangere su ciò che non è stato - se quella clamorosa offerta della Sisley fosse stata accettata, ora forse si discuterebbe del futuro di Padova in ben altri termini. Di sicuro rimpiangeremo le capacità tecniche e atletiche dell'italo-bulgaro, ma, sia detto in tutta sincerità, poco altro. E poi, sicuramente sbagliando, riteniamo che il tassello dell'opposto sia quello relativamente meno problematico da sostituire sul mercato.



A legger di tutti questi saluti pare proprio che il bel puzzle del Sempre Volley, costruito con tanta fatica, perda via via tutti i pezzi. Per quanto triste, ciò è innegabile e ci sembra proprio che i sacrifici non siano nemmeno finiti: questo non significa affatto smobilitare, ma semplicemente ricalibrarsi su quelli che sono i reali orizzonti di una realtà come Padova. Dispiace anche per quei tifosi che sicuramente saranno ancora una volta in trincea a soffrire, ma che avevano accarezzato, come noi, il sogno che le porte dei vertici del volley nazionale si aprissero: l'urlo è stato, ancora una volta, un ululato alla luna.

TOTO ALLENATORE 

Mentre tutti si affannano a parlare del mercato in uscita del Sempre Volley (purtroppo a Padova non esiste una solida realtà finanziaria alle spalle in grado di coprire le perdite di ogni stagione sportiva: facile essere bravi come Galliani - 17 bilanci in rosso in 18 anni, giusto per la cronaca... - quando la proprietà ripiana a suon di miliardi qualsiasi buco di bilancio), i tifosi si domandano anche quale volto assumerà la formazione patavina nel prossimo campionato.

Il primo tassello da sistemare è quello relativo all'allenatore. Molti nomi e molte voci si rincorrono in questi giorni: non tutte corrispondono al vero, anche perché è triste consuetudine del nostro paese (ma forse avviene ovunque così) diffondere notizie prive di fondamento, solo per favorire i propri amici o i propri assistiti oppure per innescare reazioni a catena in altri giri di mercato.

La rosa dei papabili pare comunque esser ristretta attorno a non più di quattro/cinque nomi. In primis si parla con insistenza del possibile arrivo di Luca Moretti: l'ex libero della disgraziata European Padova (ricordato non solo per aver interpretato il ruolo già con l'ottica dell'allenatore in campo, ma anche per la celebre magliettina azzurra, forse la più brutta divisa della storia dello sport mondiale) sarebbe l'ennesima e rischiosa scommessa della nostra società. A favore di Luca giocano sia i buoni risultati a Bolzano (soprattutto) e Bologna (un po' meno) che la conoscenza dell'ambiente, mentre difetta l'esperienza ad alto livello e qualcuno teme che la sua impostazione sia comunque più quella dell'ex giocatore che dell'allenatore. Rammentiamo ai più distratti com'è andata a finire con il referenziatissimo Babini...

Un altro nome in qualche modo riconducibile al passato bianconero è quello di Gigi Schiavon: le squadre del professore di Trebaseleghe hanno sempre espresso un gioco spumeggiante e piacevole per gli spettatori e inoltre è sicuramente un maestro nel lavorare con un gruppo di giovani. Anche lui però è da qualche anno lontano dai campionati di vertice.

Tra le new-entry del panorama pallavolistico nazionale e possibile candidato alla nostra guida c'è anche Massimo Dagioni, già vice di Montali in Nazionale e autore nei mesi scorsi di una bella rincorsa salvezza in quel di Taviano. Anche in questo caso si tratterebbe di un azzardo, ma pure Lorenzetti era praticamente un esordiente e, solo un anno dopo aver allenato Padova, il buon Angelo festeggiava lo scudetto con Modena.

Piuttosto sorprendente, specie in relazione agli storici problemi di budget del Sempre Volley, invece appare apprendere da alcuni mezzi di informazionie la possibilità che addirittura Mauro Berruto, tecnico emergente e fresco vincitore di coppa Cev, possa essere il successore di Francesco Dall'Olio: bufala, sogno o realtà?

E i tifosi/lettori del blog chi preferirebbero?


CHI SULLA PANCHINA DEL SEMPRE VOLLEY 2005/06?
Mauro Berruto
Massimo Dagioni
Luca Moretti
Luigi Schiavon
Simone Roscini & il Palettaro


24 maggio 2005

IL BICCHIERE DELL'ADDIO 

In un periodo tanto sonnacchioso, animato solo da voci di mercato più o meno fondate, il blog riapre i battenti con un abbraccio e una calorosa pacca sulla spalla per salutare un amico.

Da ieri sera Francesco "Pupo" Dall'Olio è infatti il nuovo tecnico della Copra Piacenza e siederà, almeno stando ai lanci di agenzia (come poi se questa fosse davvero una redazione e da qualche parte arrivassero i fax dell'Ansa: come chiunque altro semplicemente ci attacchiamo al Televideo e a Internet...), per due anni sulla panchina biancorossa. "Visto dalla panchina" perde così uno - se non il primo - dei suoi massimi ispiratori e compagni di viaggio: 85 partite vissute fianco a fianco, condividendone momenti felici, difficoltà, incomprensioni e tutti i piccoli e tipici psicodrammi della vita di bordo campo.

Il Sempre Volley e Francesco Dall'Olio si salutano amichevolmente dopo aver percorso un bel pezzo di strada assieme. A ripensare al giorno della presentazione, con una società al solito iscrittasi all'ultimo momento al campionato tra mille patemi d'animo e con tanti punti interrogativi dal punto di vista tecnico e un allenatore reduce da stagioni vissute sul filo della normalità in piazze di non primissimo grido, pare di ripensare a secoli fa e invece era solamente l'estate del 2002. La situazione, oggi, è fortunatamente molto diversa, segno che in questi tre anni da ambo le parti si è lavorato assai bene.

Il tecnico modenese approda in una squadra con mezzi finanziari e ambizioni decisamente diverse rispetto a quelle di Padova, ma siamo certi che in cuor suo non avrebbe certo disdegnato la permanenza all'ombra del Santo. Le leggi dello sport professionistico, però, quasi mai coincidono con quelle del cuore e i percorsi di crescita passano anche attraverso dolorosi cambi di direzione: con la Copra Pupo potrà ambire da subito allo scudetto, anche se - siamo pronti a scommetterci - le prime sagge dichiarazioni di Dall'Olio ai microfoni dei giornalisti piacentini saranno improntate alla prudenza.

Il Sempre Volley saluta un grande tecnico che in 95 panchine tra Italia e Europa ha portato questa società sino ai cancelli dei vertici della pallavolo nazionale e continentale. Non sono arrivati trofei in bacheca, ma tante vittorie di prestigio e una ritrovata credibilità. Sarebbe ipocrita negare l'assenza di qualche momento poco felice (lo stentatissimo avvio oppure la trasferta di coppa Cev in Spagna), ma la reciproca stima non è mai venuta meno.

Sappiamo che i tifosi rimpiangeranno questa partenza, specie la compoente femminile del pubblico bianconero: l'appeal di Dall'Olio, simpaticamente ribattezzato il Paul Newman de noantri, è risaputo. E con il passaggio dalla tuta alla giacca è stato sempre più difficile tenere a bada le folle di fans scatenate.

Dal punto di vista strettamente personale rimangono tantissimi ricordi, che vanno ben oltre gli abbracci rituali di fine partita, il conteggio dei time-out o l'assistenza durante le sostituzioni dei giocatori. Ma queste sono cose che, com'è giusto che sia, fanno parte della sfera privata e sono difficili da tradurre in parole. Diciamo solamente che sarà una sensazione stranissima sedere accanto ad un nuovo allenatore e magari vedere l'inconfondibile chioma argentata dall'altra parte della rete.

Niente lacrime. Solo baci, saluti, abbracci e auguri di buona fortuna. Come da tradizione irlandese si fa festa e si alza tutti insieme il bicchiere dell'addio (seguirà foto). Buon viaggio, Pupo.

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