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31 gennaio 2006

QUI GATO CI COVA 

"Quello che non ho è una camicia bianca", canta il veronese Massimo Bubola - uno dei nostri cantautori preferiti - in concerto proprio ieri sera a poche centinaia di metri di distanza dal PalaOlimpia. In panchina noi del Giotto invece la camicia bianca l'abbiamo eccome, ma quello che ci manca sono i punti in classifica. Contro la Marmi Lanza il Sempre Volley spreca l'ennesima occasione stagionale di portare a casa un risultato positivo e di smuovere una classifica che il passare delle giornate rende via via più complicata.

Il primo derby veneto del girone di ritorno si conclude con un tre a uno a favore dei padroni di casa al termine di una partita segnata più dalle frequenti amnesie delle due squadre che dal bel gioco. Nella generale mediocrità (i primi due set non sono certo uno spot per la bellezza del volley) si stagliano però le prestazioni mostruose di Ramon Gato e Lorenzo Bernardi: il cubano firma 9 aces e 7 muri e sembra poter piazzare i palloni nell'incrocio delle righe ad una velocità impressionante come se fosse il protagonista di un videogioco, Mister Secolo invece - antipatico e supponente quanto si vuole e senza dubbio aiutato dal cognome che porta (diciamo che per lui nelle azioni dubbie le linee del campo si dilatano di qualche centimetro e i tocchi in palleggio possono anche non essere da manuale, ma si tratta di un credito costruito sulla base di una carriera fantastica) - conclude con un eccezionale 76% in attacco.

Il Giotto dal canto suo non ha sfruttato fino in fondo lo sbandamento dopo l'uscita di scena del libero scaligero Beppe Sorcinelli, stordito dopo uno scontro con un compagno sul finire del primo parziale. A sostituirlo quel Zbigniew Bartman, le cui incertezze in ricezione sono assai note agli addetti ai lavori (per dire, ogni volta che riusciva a tenere in campo un pallone, veniva incoraggiato da Bagnoli e dagli altri della panchina, quasi si trattasse di un bambino piccolo che muove i primi passi...). Che fanno allora i nostri ragazzi... lo cercano in ricezione, no? E invece, nonostante le precise indicazioni tattiche, al servizio si è continuato a cercare Lollo Bernardi con una continuità incredibile. Ingenuità che forse non avrebbero cambiato il corso degli eventi, ma che potrebbero anche costar care.

L'amarezza della sconfitta non è certamente compensata dalla felicità per l'assegnazione delle Final Four di coppa Cev - nel weekend del 4 e del 5 marzo - a Padova. Ammettiamolo: un viaggio a Parigi non ci sarebbe affatto dispiaciuto, ma il riconoscimento della federazione internazionale è di quelli che riempiono di orgoglio e ora inizia il lavoro di tutti per organizzare al meglio quelle che in fondo sono, secondo un'azzeccatissima definizione della segretaria Stefania, le nostre personalissime Olimpiadi. Speriamo solo non venga nessuno a cercare di spegnere la fiaccola...

A margine di questo anticipo di campionato salutiamo - in un fine settimana che ci ha visto zompettare fra basket (Virtus Bologna - Armani Jeans Milano a Casalecchio: 40 euro per le curve, alla faccia della crisi dei consumi!) e volley femminile (una visita alle cugine del Megius), ma con un occhio telematico sempre rivolto all'evolversi della finale di Coppa Italia fra Bre Banca Lannutti Cuneo e Copra Berni Piacenza - il vero evento pallavolistico di questi giorni, ossia il ritorno alla vittoria di Silvano Prandi. Naturalmente le nostre simpatie pendevano per Pupo Dall'Olio (ci dispiace anche per Zlatanov e Simeonov: eh, come no...), ma non possiamo nascondere il nostro debole estetico per le squadre condotte dal Professore, l'anno scorso esonerato in quel di Trento come se fosse l'ultimo degli arrivati sul palcoscenico della pallavolo.

Fra sei giorni sarà di scena al PalaBernhardsson la Benacquista Assicurazioni Latina. D'ora in poi sì che è vietato sbagliare.

27 gennaio 2006

VERONA BY NIGHT 

Nemmeno il week-end di coppa Italia, cui il Giotto non partecipa perché leggermente al di fuori dalla zona play-off al termine del girone di andata, sarà per noi occasione di stare qualche giorno lontani dal mondo della pallavolo: lunedì sera infatti la nostra squadra sarà impegnata al PalaOlimpia di Verona per l'anticipo della quarta giornata di ritorno. In ogni caso faremo forse una puntatina a Forli tra sabato e domenica, per assistere a quella bella manifestazione che risponde al nome di VolleyLand. Ci dicono che anche quest'anno lo stand allestito dalla società patavina è fra i più accattivanti dell'intera fiera: sarà contento il cosiddetto "popolo degli zainetti" (espressione quantomai infelice per indicare la folla di giovanissimi appassionati che segue la pallavolo; a noi invece fa venire in mente solo gli italiani in viaggio all'estero col loro tristissimo Invicta sulle spalle...), sempre a caccia di gadget.

I giorni che dividono il Sempre Volley dall'impegno agonistico sono naturalmente impiegati nella preparazione tecnica (tennica, direbbe più di qualche giornalista televisivo con regolare contratto) e tattica della gara. La Marmi Lanza Verona è squadra che già ad inizio anno sulla carta non avrebbe dovuto essere invischiata nella lotta per non retrocedere (Gato e Howard potrebbero benissimo figurare in un sestetto che lotta per lo scudetto), ma solo con gli ultimi risultati - rafforzata nel frattempo dall'arrivo di Mister Secolo Bernardi (aspettiamo ancora un articolo che ci spieghi perché abbia abbandonato così repentinamente l'avventura in Grecia...) - sembra essersi definitivamente scrollata di dosso gli incubi di un campionato nei bassifondi della classifica.

Ovvio quindi che il derby si presenti assai complicato. Il Giotto però deve tentare di far punti anche in queste sfide, per proseguire nella sua rincorsa salvezza e far percepire, come ha fatto in tutte le ultime occasioni, alle dirette concorrenti il proprio buono stato di salute. E se la gara dovesse proprio mettersi male, in aiuto dei ragazzi con la maglia stellata arriverebbe il supporto addirittura della legislazione italiana. Bernardi gioca troppo bene oppure Gato è immarcabile? Il muro di Howard è invalicabile? Basta puntare il mirino e sparare. La chiamano legittima difesa e pare che nel Far West-Italia ora sia tutto consentito...

22 gennaio 2006

DURA LEX, SED GLI EX 

Se mai esiste una legge degli ex, Simeonov e Dall'Olio (più Cavallini) l'hanno rispettata in pieno: son tornati a Padova e ne sono usciti vincitori alla grande.

Il tre a uno della Copra Piacenza sul Giotto Padova esprime un risultato sulla carta ampiamente preventivabile, ma lascia molto amaro in bocca per la possibilità sciupata dai bianconeri di smuovere la classifica e far sentire il proprio fiato sul collo delle varie Verona, Santa Croce, Montichiari e Latina. Un doppio rammarico perché in questa domenica pallavolistica le dirette concorrenti per la salvezza hanno segnato zero punti. Il Giotto ha dimostrato una voltà di più - ed è ormai una costante da un paio di mesi - di poter giocare alla pari con chiunque, ma alla resa dei conti l'unica cosa certa è che manca una giornata di meno alla fine del campionato e la zona tranquilla è sempre alla medesima distanza.

Nel nostro piccolo siamo convinti che almeno un punto fosse ampiamente alla portata dei ragazzi di Gigi Schiavon. E non perché il Giotto abbia sfoderato una prestazione maiuscola (anzi di quelle recenti ci è parsa, anche nel parziale vinto, quella con la minor aggressività sul piano mentale, frutto forse anche di una settimana quasi interamente dedicata - fra viaggi, partita e recupero - alla causa europea), ma per il fatto che trovare Piacenza nelle condizioni non irresistibili di questa sera è un lusso da sfruttare sino in fondo. La Copra, nonostante le potenzialità incredibili, ben note a tutti gli appassionati, non ci ha certo lasciato a bocca aperta per la qualità del gioco (insomma, con atleti simili ci si potrebbe aspettare qualche giocata spettacolare in più...): la squadra di Pupo viene però da una serie incredibili di infortuni e di sicuro determinati meccanismi funzioneranno alla perfezione solo in occasione dei veri obiettivi stagionali dei biancorossi. Prova ne è il fatto che Padova è andata in difficoltà in situazioni di gioco teoricamente poco problematiche, come i turni di battuta di Bovolenta e Cavallini...

Il Sempre Volley ha pagato fra le altre cose un momento di appannamento del libero Garghella, cui però non va certo gettata la croce addosso - anche in virtù della maturità con cui affronta da esordiente il delicato ruolo, tra l'altro in una squadra con queste caratteristiche (la gente dovrebbe considerare anche quanta porzione di campo copre un libero, perché pure noi faremmo la nostra porca figura con due tipi alla Pippi e Stelmach accanto...) - per la sconfitta. In più ancora una volta Mikko Esko, che sinora ha ampiamente dimostrato di poter dire la sua in un campionato di livello come quello italiano, ha pagato dazio all'inesperienza nei momenti caldi dei set con una distribuzione di gioco abbastanza prevedibile e qualche ingenuità di troppo. Fossimo in lui, poi, non accetteremmo mai l'atteggiamento di irriverenza di alcuni avversari, come quel Zlatanov - uno il cui volto (e il ciuffo) ci fa pensare che la fisiognomica potrebbe anche essere una scienza esatta - che gli urlava con scarso rispetto "paste, paste" dopo un grossolano errore.

Segnali positivi, oltre al fatto di aver comunque tenuto il campo con una pretendente allo scudetto, ce ne sono comunque: Botti ha messo definitivamente alle spalle le incertezze di inizio stagione e forma, assieme a Piscopo, una coppia di centrali di tutto rispetto, valida sia a muro che in attacco. In più il servizio inizia ad essere incisivo e tutto il collettivo sembra essere meno dipendente dall'estro del giocatore a turno più in forma.

In tutta sincerità ci aspettavamo un'ovazione un po' più calorosa per il ritorno al fu-Palasport San Lazzaro di due protagonisti quali Vincenzo e Pupo, ma evidentemente la stretta attualità della situazione attuale del Giotto ha fatto passare in secondo piano, anche tra i tifosi, le gioie del recente passato. Oppure il pubblico - invero un po' più caloroso del solito, ma non certo ai livelli eroici della trasferta in terra toscana (a proposito: si replica per Verona?) - era troppo distratto a seguire la pubblicità sui rotor, specie il messaggio che dava finalmente risalto all'esito dello scontro epico fra dirigenti e giornalisti...

Il campionato torna ora lunedì sera con una sorta di anticipo-posticipo (la giornata regolare sarebbe di giovedì, ma in sostanza si tratta di un normale Monday Night per due squadre che non disputano la Coppa Italia): il Giotto è atteso da una Marmi Lanza che, come è ragionevole che sia, pare stia prendendo definitivamente il largo dai bassifondi della graduatoria. Mettersi in scia degli scaligeri non sarebbe affatto una cattiva idea...

20 gennaio 2006

DALLA COPPA ALLA COPRA 

Uno dice: dopo quattro giorni consecutivi con i giocatori, ne avrai anche le scatole piene di questi lungagnoni di due metri bravi, ma anche lamentosi. E invece pure oggi, nonostante la fitta nebbia (diciamo che il tepore spagnolo si è già dimostrato un lontano ricordo) non abbiamo resistito al richiamo del PalBernhardsson e siamo andati a vedere come i ragazzi, dopo un giorno interamente dedicato al viaggio di ritorno, stanno preparando la sfida con la Copra Piacenza.

La partita degli ex per eccellenza (in un colpo solo tornano a Padova Cavallini, Simeonov e Dall'Olio) è sicuramente di quelle da incasellare sotto la colonnina "missione impossibile", ma è pur vero che quella piacentina è squadra dalle caratteristiche tecniche molto sbilanciate e quindi, qualora ci si riuscisse a far emergere qualche lacuna di troppo in ricezione (a volte - sentite che battuta! - non riescono a ricevere neppure le cartoline...), non sarebbe sbagliato sperare di smuovere la classifica pure in questa giornata.

La gita a Saragozza - arricchita da un pranzo tipicamente aragonese, occasione per chi scrive (finalmente, potrà dire qualcuno, anche il palettaro sgancia qualcosa di tasca sua dopo tre anni...) di onorare come si deve le cento presenze in panca - è stata senza dubbio piacevole e, in coda a questo messaggio, alleghiamo una serie di foto dell'intera trasferta ispanica. Non che sia sempre facile e piacevole gestire un gruppo di persone al seguito, stante l'impossibilità di accontentare tutti: c'è chi vuole dormire sino all'ultimo momento possibile e chi invece sfruttare l'occasione per vedere una città nuova... L'importante, comunque, è ragionare da squadra e accettare sempre le decisioni democratiche della maggioranza. Al riguardo vi sveliamo un piccolo trucchetto: dato che i tre finnici quasi sempre si astengono per incomprensione linguistica del quesito, basta proporre per prima l'opzione meno gradita e poi affermare con sicurezza che tutti gli altri votano per l'altra scelta. Ma quante ne sa il dirigente accompagnatore?


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01 - Arrivo al Palasport di Soria.
02 - Si scalda la squadra...
03 - ...e anche lo staff: il fisioterapista Valter Daniele mostra la sua sopraffina arte di palleggio.
04 - Per i giornali spagnoli la qualificazione del Numancia sarebbe un miracolo.

05 - Mikko Esko e Massimo Botti perfezionano l'intesa.
06 - Ma i finlandesi non dovrebbero essere abituati al freddo? Simo Pekka Olli mostra un paio di improbabili guanti.
07 - Non sarà la copertina di "Abbey Road" dei Beatles, ma un po' ci assomiglia.

08 - Marco Piscopo suona la carica...
09 - ...e Peter Veres dirige!
10/11/12/13 - Atteggiamenti differenti pochi attimi prima del fischio di inizio.
14 - Presentazione delle squadre.

15/16 - Grandi battitori in salto: Bjorne Andrae e Peter Veres.
17 - Rodrigo Gil spera di dare il suo contributo.
18/22 - Marco Piscopo tenta di coordinare braccia e gambe. Si riprenderà solo dopo un Ctrl+Alt+Canc.
19/23 - Davide Tovo e Rodrigo Gil decidono di passare diversamente il tempo. Sembrano soddisfatti. (VM 18)
20 - Massimo Botti fresco come una rosa alla conclusione del match.

21/26 - Per Matti Hietanen l'accesso alle Final Four è ok e festeggia con un colorato cappellino (potrebbe mai indossarlo un dirigente serio?).
24/25 - Meritato relax per Peter Veres e Christian Pampel.
27 - Gita scolastica con foto di gruppo a Saragozza.
28 - Alla conquista dell'Europa... e del mondo.
29 - Viva Zapatero!
30 - Pranzo aragonese per il Sempre Volley.
31 - La specialità locale? Agnello al forno.
32 - Federico Cian, prima di cimentarsi in un download selvaggio, mostra soddisfatto il grado di civiltà delle città spagnole.
33 - Shopping di Mikko Esko per la fidanzata: tipici ciuccietti spagnoli.
34 - Pampel e Andrae mostrano tutto il loto interessamento per le bellezze della città.
35 - Rappresentanza Giotto di fronte a Santa Maria del Pilar, simbolo di Saragozza.

36 - Simone Roscini nel tradizionale saluto dalla scaletta dell'aereo.
37 - Davide Tovo dissimila sicurezza.
38 - Foto a tradimento.
39/40 - Gil e Botti rimpaingono già il clima mite della penisola iberica.

17 gennaio 2006

IN FINALE CEV SIAMO 

E' fatta: il Giotto Padova accede per il secondo anno consecutivo alle Final Four di coppa Cev al termine di una convincente vittoria per tre a zero ai danni del Numancia Caja Duero Soria.

La trasferta nel nord della Spagna si conclude quindi con un sorriso: la squadra - ed era forse il fattore più a rischio, dato il grande vantaggio iniziale dato dalla gara di andata - ha mantenuto alta la concentrazione per l'intera partita e soprattutto si torna in Italia senza acciaccati.

Qualcuno potrà forse obiettare la pochezza tecnica degli avversari, eppure ci viene quasi spontaneo chiederci alla fine quali sarebbero le occasioni per essere contenti dato che quando perdiamo è inequivocabilmente colpa nostra, mentree quando vinciamo è colpa degli altri... La coppa Cev stessa potrebbe essere considerata la competizione europea dei poveri, eppure osserviamo che team più blasonati e soprattutto più ricchi cadono nei turni preliminari o addirittura non vi partecipano. In definitiva qualche fondato motivo di soddisfazione c'è eccome.

Poco da dire sulla gara del Pabellon de los Pajaritos di Soria se non che il Giotto ha sempre condotto le danze, nonostante gli iberici volessero, se non qualificarsi (impresa oggettivamente troppo ardua), senza dubbio far bella figura di fronte al migliaio di spettatori assai chiassosi: un po' come nella Toyota Cup a Tokyo di calcistica memoria, si udiva un rumore stridulo di trombette, pur senza individuarle. Oggetto delle attenzioni particolari degli spagnoli soprattutto Peter Veres, beccato per un gesto polemico dell'anno scorso quando nei play-off il suo Almeria affrontava proprio i nostri avversari. I numeri comunque parlano di una grandissima prova a muro (14 totali, equamente distribuiti fra i titolari) e di un eccezionale 81% in attacco di Christian Pampel.

La giornata di domani vedrà la comitiva di Gigi Schiavon dedicarsi al turismo culturale in quel di Saragozza, nell'attesa del volo di ritorno della sera. La trattativa con l'autista del pullman per un giretto extra si è rivelata più complicata di una trattativa di mercato con un losco procuratore bulgaro, ma alla fine con un accordo monetario - rigorosamente senza ricevuta - tutto si è risolto. Il vero problema è che non c'è Pulcione per consigliarci dove mangiare una buona paella...

BIENVENIDOS IN ESPANA 

C'è la connessione Internet wi-fi (e soprattutto a gratis) in hotel a Soria? E allora perché non sfruttarla ci chiediamo noi, senza soffermarci tanto sul fatto che in Spagna, come da tante altre parti del mondo, la connessione alla Rete viene considerato un normale servizio da offrire alla cittadinanza e non un lusso. Perché qui, sia chiaro, non siamo né a Madrid né a Barcellona, ma in un piccolo paese di poco più di 35.000 abitanti e per di più sperduto nel bel mezzo di un altipiano (ah già, ma noi abbiamo il digitale terrestre...).

La truppa del Giotto Padova ha raggiunto la penisola iberica direttamente da Firenze, dopo il (meritatissimo) riposo al termine del tie-break vittorioso ai danni della Codyeco Santa Croce. Dopo lo scalo a Madrid, gli uomini del professor Schiavon hanno proseguito il loro viaggio in pullman, puntando dritti verso nord e attraversando un paesaggio estremamente brullo e per molti versi affascinanti. Non tutti però hanno dimostrato di gradire il panorama "lunare" - l'allenatore in seconda fra questi - ma fortunatamente una radio locale è venuta incontro ai più depressi, rinfrancandoli con un bel pezzo cantato in lingua spagnola dalla Laura nazionale.

Al viaggio ha partecipato anche Valter Daniele, nonostante l'essersi accorto della mancanza di documenti validi per l'espatrio solo a poche ore dalla partenza. Solitamente è dei giocatori che bisogna prendersi cura in ogni minimo particolare, ma il fisioterapista è personaggio davvero speciale e queste uscite rientrano perfettamente nelle peculiarità del nostro.



Ad una prima occhiata dai finestrini del torpedone Soria non si è certo dimostrata così squallida come si poteva sospettare. Il palazzetto, poi, è un vero e proprio gioiellino: non troppo grande (ma a cosa servirebbe qui una cattedrale nel deserto?), ma estremamente funzionale. Ed è qui che i nostri hanno svolto, ovviamente dopo un adeguato pranzo, il leggero allenamento volto a riattivare i muscoli e a prendere confidenza col temuto pallone Mikasa. Perché, sia chiaro, nessuno è venuto sin qui con l'idea di aver la qualificazione già in tasca e per godersi qualche giorno di vacanza.

Il vantaggio dell'andata dovrebbe mettere i patavini al riparo di qualsiasi spiacevole sorpresa, ma noi, per ogni evenienza, ci recheremo domani in palestra col nostro bravo pallottoliere. Fischio d'inizio alle 20.15: non abbiamo ancora appurato la possibilità di un aggiornamento costante via Internet, ma in ogni caso al più tardi domani notte saremo qui per placare la sete di notizie degli aficionados del Sempre Volley.

Penna, carta e calamaio: si parte da +21...

15 gennaio 2006

LUPUS IN FABULA 

La centesima del palettaro non poteva essere migliore: il Giotto c'è e continua a lottare.

Poteva andare molto peggio e invece si torna - anzi, si resta (dato che domattina da Firenze partirà l'aereo alla volta della Spagna per il turno di ritorno di coppa Cev) - da Santa Croce con due punti importantissimi in chiave salvezza.

Il tre a due del Sempre Volley arriva al termine di una gara ricca di emozioni, piacevole (in sfide così delicate si rischia spesso di assistere a partite dal tasso tecnico assai deludente) e in un campo caldissimo. In vantaggio per due a zero i toscani probabilmente pensavano di essersi già sbarazzati di una diretta concorrente nella lotta per non retrocedere, invece grosso merito degli uomini di Schiavon è stato quello di rimanere costantemente aggrappati alla partita.

"Viuuuulenzaaa" è il motto di Simone Roscini per caricare Botti e compagni a inizio partita e infatti il Giotto - con un Luca Cibin rasato azero, dopo aver subito il terribile rito nonnistico della matricola - ha iniziato bene. Il vantaggio per lunga parte del primo parziale però non si è concretizzato, causa qualche errore di troppo in contrattacco e una grande prova al di là della rete da parte di un Luca Cantagalli tornato alla forma degli anni migliori.

Il contraccolpo si è fatto sentire in inizio del secondo set - l'unica vera fase negativa del Giotto - con un distacco iniziale che i nostri non sono più stati in grado di recuperare. Ma sotto di due set, e con l'eco sinistro di qualche voce di chi ci dava con un piede e mezzo nella fossa, la squadra ha continuato a macinare il suo gioco, dimostrando che il lavoro alla fine (quasi) sempre paga.

Tra i migliori in campo Peter Veres, che, dopo un avvio particolarmente difficile, è entrato definitivamente in partita ai suoi elevatissimi livelli standard di questa stagione, Bjorn Andrae, autore di una splendida gara in attacco e in battuta, e Mikko Esko, che ha fatto viaggiare la palla ad una velocità tale da far perdere ogni punto di riferimento al muro dei Lupi. Anche Cristian Pampel e Andrea Garghella hanno veleggiato ben sopra i livelli della sufficienza. Ma i nostri personalissimi MVP sono i due centrali, cui dedichiamo volentieri qualche parola in più. Marco Piscopo era chiamato ad una prova importante in un palazzetto che lo aveva visto protagonista con la maglia biancorossa: il giovane pugliese ha risposto presente con una prestazione eccellente sia in termini numerici (addirittura superlativa nel tie-break con due muri e diversi attacchi, compreso il punto finale) che di maturità (ci sono cose che dall'esterno non si notano, ma la scelta di assumersi la responsabilità di un paio di decisioni arbitrali dubbie solo per svelenire il clima in campo è di quelle che denotano un giocatore presente in campo e molto concentrato). A favore di Massimo Botti parlano finalmente anche le cifre e noi siamo particolarmente felici perché in questi mesi il capitano, a dispetto magari di qualche prova in campo non al livello di quanto avrebbe voluto dimostrare, non ha mai smesso di incoraggiare i compagni e di mantenere un atteggiamento sempre positivo e propositivo.

Un vero monumento - ma di quelli belli, non certi obbrobri che vediamo nelle periferie delle nostre città - deve esser dedicata ai supporters del Giotto presenti al Palazzo della Sport di Santa Croce sull'Arno. Diciamo la verità: quando abbiamo saputo che le adesioni per quella che era indubbiamente una delle trasferte decisive dell'anno non raggiungevano - invero nemmeno alla lontana - le quaranta unità necessarie per realizzare un pullman, ci eravamo rimasti un po' male. Sapendo poi che la torcida padovana, tra tante qualità, non brilla però per volume della voce, pensavamo che la sfida delle curve si sarebbe risolta con una netta vittoria della Fossa dei Lupi. E invece la ventina di presenti si son dimostrati pochi, ma buonissimi: un tifo incessante, caloroso e a tratti commuovente. Loro orgogliosi di aver assistito ad uno spettacolo simile, noi orgogliosi di averlo offerto a persone così speciali.

Beato chi c'era, quindi. Ma noi ugualmente vogliamo pensare che un pezzetto di vittoria appartenga - oltre ovviamente a staff tecnico, medico e dirigenziale - anche a quel Presidente rimasto a casa (si narra che finora avesse dato forfait solo in occasione di un paio di amichevoli infrasettimanali) per un piccolo pit-stop precauzionale di natura medica. Immaginiamo aver fuso il suo Nokia e aver gioito davanti al Televideo come se fosse stato presente...

Domani si parte per Soria. Connessione telematica permettendo, tenteremo di aggiornare i nostri lettori in real-time anche dalla Numancia. Ma adesso lasciateci festeggiare, per quanto i risultati delle altre squadre ci ricordino quanto sia ancora in salita il percorso per allontanarsi dalle sabbie mobili delle zone calde della classiifica.

E partecipate anche voi alla festa, facendoci sentire la vostra vicinanza con i commenti: su precisa richiesta di Simone Roscini vogliamo vedere abbattuto il record. La strada è davvero ancora lunga, ma percorrendola insieme forse...

12 gennaio 2006

100-PALETTE-100 

La settimana scorsa Davide Tovo ci ha legittimamente rubato i riflettori con quel suo record - a quota 264 - di presenze nella storia pallavolistica padovana. Ma è innegabile che nella vita di ognuno esistono tappe importanti e numeri, magari insignificanti visti dall'esterno, che si elevano a valore di simbolo.

Per esempio ci sono i compleanni, gli anniversari, le scadenze importanti e così via. Di solito siamo fra quelli che si dimenticano senza troppi rimpianti queste ricorrenze, ma principalmente se riguardano gli altri. Abbiamo invece ben presente che domenica, in quel di Santa Croce sull'Arno, il palettaro festeggerà le 100 presenze in panchina, tutte rigorosamente alle dipendenze del Sempre Volley e sempre con il medesimo stipendio, che nel tempo non ha minimamente seguito - roba da interessare i sindacati - il corso dell'inflazione.

Son passati più di tre anni da quel lontano e timido esordio in un pomeriggio di ottobre al PalaVerde di Treviso contro una Sisley quasi imbattibile. Fu ovviamente tre a zero per gli odiati cugini e ci vollero ben nove partite perché il dirigente accompagnatore bianconero assaporasse per la prima volta la gioia di una vittoria vissuta dalla panchina e non più dagli spalti. Allora sulle maglie di Padova non c'era alcuno sponsor (solo verso Natale di quell'anno arrivò l'Edilbasso), ci si vestiva ognuno come voleva (privilegio concesso oggi solo alla dottoressa Pavan, altra esordiente di quella stagione) e Francesco Dall'Olio chiedeva educatamente un supporto per tenere il conto dei time-out e dei cambi effettuati. In quel momento esatto scoccava una scintilla, destinata a segnare da lì in poi tutti i nostri successivi week-end (a proposito ricordiamo, per tutti i familiari e gli affini di questi malati di pallavolo, che la first lady del Sempre Volley - in qualità di moglie del Presidente, nonché mamma di chi scrive - da lustri cerca di fondare un'associazione di vedove bianche dello sport e di ottenere un sussidio statale per la sventura subita).

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. Innanzitutto 99 partite, con 42 vittorie e 57 sconfitte per un totale di 382 set (172 vinti e 210 persi) vissuti da quell'osservatorio privilegiato. Si sono alternati tre allenatori: Pupo è stato al nostro fianco in 85 occasioni, Mauro Berruto in 9 partite e Luigi Schiavon in 5. Le squadre che ci hanno visto più volte roteare nell'aere le palette per un cambio al volo sono state Piacenza (11 sfide dirette), Perugia (10) e Macerata (9). Il nostro influsso positivo si è sentito soprattutto contro Gioia del Colle (4 vittorie su 4), mentre ben poco abbiamo potuto fare contro Modena (5 sconfitte in 7 occasioni). Il risultato più visto è stato purtroppo il 3-0 a favore degli avversari (26 volte), seguito però dalle vittorie per 3-1 (17).

In mezzo a tutti questi freddi numeri, doverosi però per gli appassionati di statistiche, ci sono però tante cose in più. Dal cartellino giallo subito contro Cuneo ancora non si sa per quale motivo sino alle tre panchine saltate: una volta per far provare a Mario Rengruber l'emozione della panchina in A/1 (in un'inutile ultima giornata a Montichiari, ma Pupo non prese lo stesso bene la sostituzione dell'ultimo minuto), un'altra per motivi di traffico (a Latina e quella volta il degno usurpatore fu Sandro Camporese) e infine una terza per una banale influenza. E ancora la promozione sul campo con coach Berruto, a tenere conto della distribuzione di gioco del nostro palleggiatore: ancora oggi ci domandiamo con un po' di paura se non sia stata questa la vera causa del naufragio dell'incolpevole tecnico torinese...

E poi le emozioni per le vittorie inaspettate, le incazzature per le sconfitte senza storia, le imprese solo sfiorate e invece quelle raggiunte a sorpreaa con la forza del cuore, i campi caldi col pubblico che urla di tutto dietro le panchine, l'amarezza di una giornata storta che si stempera con un sorriso, i sentieri della burocrazia arbitrale, le panchine comode e quelle scomode, le palette lasciate sparpagliate per terra dai dirigenti avversari, le sirene e i telecomandi del time-out che non funzionano quasi mai, i giocatori che son già passati di Padova e hannpo sempre una bella parola da spendere, le ore da aspettare prima del fischio d'inizio, i bar dei palazzetti chiusi, le gradinate deserte, le maglie ancora stirate, l'odore del taraflex, le passeggiate per recuperare le statistiche tra un set e l'altro (le stampanti degli scout sono sempre di una lentezza esasperante), le borracce e gli asciugamani da passare, i tifosi storici e i volti degli amici da individuare in mezzo al pubblico, gli alberghi tutti uguali, gli Autogrill che passano veloci dal finestrino (molto più veloci se si è perso), la sbirciatina in anteprima agli articoli dei giornalisti, i commenti a caldo, quelli che ti salutano e non hai la minima idea di chi siano, quelli (molti di più) che saluti e loro non sanno chi sei...

Quest'elenco, di certo non esaustivo, potrebbe continuare pressoché all'infinito e di sicuro non appena cliccheremo sul tasto "pubblica post" ci verrà in mente qualcos'altro che potevamo aggiungere. Ma quello che ricordiamo con maggior piacere è l'aver scoperto - ancor da più vicino di quanto ci permettesse la discendenza genitoriale - un mondo luccicante sì, ma per molti versi ancora a misura d'uomo, in larga parte semplice e pulito. Un mondo di cui gli atleti sono indubbi protagonisti, ma che è popolato, animato e alimentato da tantissime altre persone che, quasi sempre per passione, fanno sì che la ruota vada avanti e giri al meglio. Sappiamo di essere privilegiati a vivere queste emozioni così da vicino e siamo sicuri che in tanti pagherebbero per essere al nostro posto. Abbiamo sempre amato - dai concerti rock alle manifestazioni politiche - le emozioni collettive e forse anche per questo, oltre che per soddisfare mai sopiti sogni personali di giornalismo, è nato il tentativo di raccontare su Internet le vicende della squadra e di tutto ciò che ci gira intorno.

Forse (forse?) la ricorrenza delle cento palette in sé non ha alcun significato particolare, ma ogni tanto bisogna pure trovare dei pretesti per fermarsi a pensare e a tirare delle somme. Noi siamo convinti di essere cambiati e di uscire di sicuro arricchiti da quest'esperienza. E di tutto questo dobbiamo ringraziare le tante persone - belle persone - che magari, mischiati anonimamente fra il pubblico e col nostro carattere riservato, mai avremmo avuto modo di conoscere. Molte di queste passano di qui e ci leggono con sorprendente regolarità: cento, cento, cento volte grazie.

11 gennaio 2006

HOLA, HOLA: SORIA MATADO 

A sole 48 ore dall'intenso appuntamento agonistico con l'Itas Diatec Trentino, il Giotto Padova è sceso nuovamente in campo al PalaBernhardsson per affrontare gli spagnoli del Numancia Soria nella sfida di andata dei quarti finale di coppa Cev.

Azzeccata e da apprezzare l'intuizione dei dirigenti della formazione iberica di chiamare a raccolta al palasport patavino gli studenti della loro zona che stanno frequentando l'Erasmus (quell'ininterrotto party di più mesi all'estero mascherato da esperienza universitaria) all'ombra del Santo: si sono presentati in poco meno di una decina e così, anche in coppa Cev, si è quasi rischiato di giocare fuori casa... Invece bisogna ammettere che i pochi supporter del Sempre Volley presenti (la Banda Bassotti non è nemmeno stata sfiorata dall'idea di rubare l'incasso della serata) hanno regalato un po' di calore alle gradinate semi-deserte.

La gara non ha offerto molti spunti interessanti, com'era ampiamente prevedibile fra due formazioni che guardano soprattutto al campionato nazionale, seppur con ambizioni diverse (il Soria veleggia nelle zone alte della classifica con 28 punti in 16 giornate... a soli due punti dalla vetta, ma anche poco sopra le ultime: sembra un paradosso, ma bisogna spiegare che da quelle parti si assegnano due punti per la vittoria e uno per la sconfitta, determinando così una classifica cortissima), come priorità stagionale. Tuttavia fra una vittoria netta e un'affermazione stentata è sempre preferibile la prima opzione e così il tre a zero rifilato al Numancia deve essere archiviato senza dubbio nella casellina degli eventi positivi. Il netto divario di punti (+21: siamo già pronti col pallottoliere per la trasferta in Spagna) dovrebbe mettere al riparo Botti & C. da qualsiasi sorpresa nella gara di ritorno, ma bisogna sorridere soprattutto alla rapida conclusione del match, che consente di non sprecare preziose energie fisiche e enrvose in vista della delicata trasferta di Santa Croce.

Il risultato così schiacciante va comunque senza dubbio rapportato al valore degli avversari (difficilmente in Italia si vincerebbe così facilmente nonostante la scarsa vena di Peter Veres, ossia lo schiacciatore di punta dell'attacco del Giotto), presentatisi invero con ben altre credenziali. Il problema di questi incontri è che non si hanno quasi mai le idee chiare circa le reali potenzialità dell'avversario. Certo, ci si procura in giro per il mondo qualche filmato, ma si tratta sempre di valutazioni che non hanno un termine di paragone oggettivo. Anche chi vedesse le immagini della sfida di domenica fra giornalisti e dirigenti potrebbe giungere a conclusioni errate, vedendo una squadra dominare in maniera così netta l'altra in tutti i fondamentali...




09 gennaio 2006

PUNTO FATTO O PUNTI PERSI? 

Punto guadagnato nela difficile corsa salvezza o imperdonabile occasione gettata al vento? E' questo il dubbio amletico (atletico, secondo qualche giocatore a digiuno di nozioni shackespeariane) che in molti si ponevano al termine del tie break perso con l'Itas Diatec Trento al termine di una gara intensa e, per lunghi tratti, saldamente in mano ai ragazzi del Giotto Padova. I quali però non hanno saputo sferrare al momento giusto il classico colpo del ko.

Di sicuro, a guardare il bicchiere mezzo pieno, c'è la consapevolezza che questa squadra venderà cara - anzi carissima - la pelle prima di alzare eventualmente bandiera bianca. Il professor Schiavon è riuscito a trasmettere nel gruppo la voglia di crederci e di divertirsi nel giocare a pallavolo e tutto ciò si è trasformato in una migliore qualità degli allenamenti e, di conseguenza, del gioco in partita. La mano degli allenatori (ricordiamo sempre anche il preziosissimo contributo di Simone Roscini) non può però arrivare a cancellare alcune ingenuità che, più che errori del momento, ormai sembrano proprio congenite con la natura di questo gruppo giovane e inesperto. Non ci riferiamo solo al madornale errore di Piscopo durante il quarto set, ma ad una trasformazione generale che rende i volti dei nostri impauriti e smarriti durante i punti decisivi. La gara con l'Itas - un avversario sulla carta comunque di categoria superiore - offre sicuramente tanti spunti positivi, ma ripropone pure alcuni limiti di fondo. Qui però non bisogna fare né filosofia né estetica pallavolistica e l'imperativo è riuscire a mettere un paio di squadre dietro di sé.

A vedere l'altra faccia della medaglia bisogna però constatare che manca una giornata di meno per recuperare e la classifica, nonostante il punticino rosicchiato nei confronti delle inseguitrici, continua ad essere deficitaria. Il calendario offre però nel giro di pochissime settimane una serie di incontri che svelerà definitivamente il colore della stagione bianconera. Per questo ci auguriamo un calore e un affetto del pubblico sino al termine della stagione, al di là di qualche possibile passo falso.

"Che spettacolo" urlavano i tifosi trentini a più riprese durante la partita. Ma a noi, sinceramente, la squadra di Radames non ha impressionato più di tanto - se non per la solita incommensurabile classe di capitan Meoni - e il vero show lo hanno offerto proprio quei tifosi, capaci di trasformare il palasport di Padova in una succursale del PalaGhiaie. A dire il vero - ma qui la colpa, al solito, non è dei pochi aficionados presenti, ma di quelli che proprio non riescono ad appassionarsi alla massima realtà sportiva cittadina - non è una grandissima impresa sovrastare in decibel il pubblico del PalaBernhardsson, ma, tra tanti modi di fare il tifo, quello della torcida gialloblù ci è parso rumoroso nella giusta misura e corretto allo stesso tempo. Pur non avendo capito bene cosa sia successo, ci è invece un po' dispiaciuto assistere dietro le quinte a qualche battibecco di troppo tra sostenitori del Giotto da una parte e giocatori e staff dall'altra. Di sicuro a fine gara la delusione per il risultato si è sommmata alla stanchezza, creando un mix di scarsa lucidità, ma ribadiamo da sempre che l'acquisto del biglietto o dell'abbonamento non deve autorizzare nessuno ad andare oltre un confine di rispetto del lavoro altrui. Esiste la critica, certo, ma al solito ci chiediamo chi si permetterebbe di ingiuriare alla stessa maniera un fornaio per un paio di rosette riuscite male... Insomma, non giustifichiamo fino in fondo chi come Premier assestò un destro alla Tyson ad uno spettatore poco rispettoso della madre del cestista, ma rimaniamo convinti della necessità del rispetto dei ruoli.

Alla luce del probabile silenzio dei media sull'argomento, segnaliamo per chiudere che prima di Giotto - Itas si è svolta la tradizionale sfida tra dirigenti bianconeri e giornalisti. Questi ultimi, seppur giustificati da qualche problema di formazione, non hanno potuto evitare un nettissimo tre a zero. Stante la loro potenza mediatica, forse vi racconteranno una storia diversa, ma questa è l'unica verità, fra l'altro testimoniabile da un imparzialissimo Stefano Santuz nelle vesti di arbitro. La gara si è svolta di fronte ad un solo spettatore (Luca Cibin, nell'attesa di scendere in campo con l'under 20) e ha visto chi scrive indossare con orgoglio la maglia del neo-recordman di presenze bianconere Davide Tovo. A dire il vero in poche cose assomigliamo al centralone del Sempre Volley: forse, giusto solo in come andiamo - ad altezze molto diverse - entrambi scomposti a muro... Questa comunque la formazione vincitrice: Mezzalira, Barbagelata, Daniele, Sartorati, Graziani, Traversi, Pavan, Cian, Zagarese, Benetello, Bottaro.

05 gennaio 2006

AMARCORD 

Il nuovo anno inizia all'insegna dell'amarcord per il Giotto Padova: domenica al PalaBernhardsson arriva l'Itas Trentino di Marco Meoni, Leonardo Morsut e Giuseppe Cormio. Tre personaggi che hanno segnato a più riprese e in modi diversi la storia della nostra compagine, ma tutti amati e apprezzatti con la medesima intensità.

La corsa alla salvezza, però, non permette di abbandonarsi troppo ai sentimentalismi e il Sempre Volley tenterà di strappare qualche punto ad una squadra dalle potenzialità molto elevate, ma assai ballerina nel rendimento. La chiave della partita? Senza dubbio la ricezione, vero tallone d'Achille della formazione di patron Mosna: per tutto il girone di andata il buon Meoni - che fra l'altro ora sfoggia un baffo molto meno pittoresco di quello del suo presidente - ha dovuto macinare non pochi chilometri per servire palloni decenti agli attaccanti.

Le prime gare del girone di ritorno diranno molto circa le possibilità del Giotto di mettere almeno un paio di squadre sotto di sè in classifica (non serve fare tanta filosofia: questo è l'imperativo!) e per questo la società sta cercando di curare ogni minimo dettaglio affinché l'ardua sfida venga affrontata nelle migliori condizioni possibili. In quest'ottica rientra anche la speranza di portare a Santa Croce, in quello che sarà un match chiave, un nutrito gruppo di tifosi: sono già aperte le iscrizioni per prenotare il pacchetto viaggio in pullmann più biglietto alla modica - un giorno parleremo delle odiosissime pubblicità che dicono sempre a "soli" x euro, come se la vagonata di inutili prodotti che il sistema mediatico ci propina (pensiamo soprattutto alle assurde collezioni a fascicoli in edicola) meritassero davvero quelle cifre - cifra di 20 euro (dai 14 ai 17 anni 15 Euro; fino ai 13 anni 10 euro). La partenza è prevista alle 13.30. Le adesioni dovranno pervenire allo 049 603331 (dalle 9 alle 16) entro giovedì 12 gennaio in numero non inferiore a 40 unità perché la trasferta venga effettuata. E’ possibile prenotare il proprio posto anche al Palasport domenica prossima alle casse prima dell'incontro Giotto – Itas Diatec Trentino.

Che poi la salvezza è mica cosa da poco e non la si ottiene certo gratis. Per questo la prossima settimana, quando tutti gli uffici riapriranno (e quindi noi, come qualsiasi sito Internet, torneremo ad avere il consueto numero di accessi: viva l'Italia, l'Italia che lavora), sarà lanciata da "Visto della Panchina" una sorta di contratto con gli italiani (per quanto assurdo possa sembrare, pare che la cosa in alcuni campi abbia pure portato bene). Preparatevi quindi a lavorare di fantasia e a mettere sul piatto qualche impegno serio e concreto. La parola d'ordine sarà "se il Giotto si salva, io...": sembra che un dirigente prometterà addirittura di mettersi l'orecchino, coronando così un sogno adolescenziale mai realizzato.

Questa comunque non sarà l'unica novità 2006 del blog. A breve partirà anche un'interessante iniziativa benefica, sempre rivolta a tifosi e appassionati, con la possibilità di portare a casa qualche gadget della squadra e di fare contemporaneamente del bene.

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