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01 dicembre 2005

AMICHEVOLE DOUBLE FACE 

Anche "Visto dalla panchina" sbaglia (in realtà succede molto spesso): l'annunciata notizia dell'arrivo di questa benedetta liberatoria per Gigi Schiavon era in realtà un clamoroso abbaglio. A questo punto fatichiamo davvero a capire a che gioco stia giocando l'Acanto Mantova, ma ci convinciamo sempre più che in quanto a stile e correttezza il Giotto Padova non è sicuramente società così poco ricca come sotto altri meno nobili aspetti.

Tuttavia, pur in mancanza dell'ufficialità, l'amichevole di ieri al PalEste - confermiamo il nostro giudizio positivo per uno degli impianti sportivi più belli della provincia padovana - contro la Marmi Lanza Verona ha rappresentato la prima uscita del Sempre Volley sotto la guida tecnica del coach di Trebaseleghe.

I primi due set hanno fornito ben pochi segnali incoraggianti a chi sperava di vedere un cambio di direzione negli uomini bianconeri, perlomeno a livello di atteggiamento: in pochissimi minuti gli scaligeri si sono aggiudicati due parziali, prendendo letteralmente a pallonate gli spaesati uomini della ricezione padovana. In certi tratti pareva di assistere alla classica amichevole estiva fra una squadra professionista e la selezione di postini e camerieri di una sperduta comunità montana...

Tra l'altro non che la Marmi Lanza abbia sfoderato chissà quale prestazione, anzi era tangibile il classico clima da partita giocata in periodo di pausa: giocatori un po' appesantiti e mancanza del furore agonistico tipico delle sfide che contano. Basti pensare che l'emozione più grande è stata l'improvvisa e rumorosissima (ma fortunatamente senza conseguenze) caduta a terra di una porta da pallamano, su cui Ramon Gato (invero sfidando le leggi della fisica con non troppa intelligenza) stava effettuando degli esercizi di allungamento con gli elastici. In perfetta forma invece la nostra dottoressa, che ha un certo punto credeva di vedere doppio, annotando proprio Gato sia in prima che in seconda linea: pronto l'intervento del palettaro, abile a spiegare che uno dei due coloured di Verona altri non era che Hernandez.

Dal due a zero in poi la musica è un po' cambiata. Certo, Bruno Bagnoli - simpatico come sempre - ha messo a riposo Gato e Sua Maestà Bernardi (pare che qualcuno sia riuscito ad avvicinarlo e a baciargli l'anello) e inserito Bartman (giocatore molto interessante, ma con grandissimi limiti in ricezione) e un convalescente Granvorka, ma in campo padovano almeno si sono finalmente riviste la voglia di giocare e la capacità di esprimersi come collettivo e non come somma di individualità. Passi il terzo set, archiviabile come il classico rilassamento della squadra in vantaggio, ma la quarta e la quinta frazione di gioco sono state combattute e hanno espresso un minimo di cifra tecnica apprezzabile (classica frase riempi-righe che fa sempre volume, ma nessuno sa in realtà cosa significhi: un po' come la definizione di centromediano metodista dei colleghi pallonari...). Prova ne è la sfuriata finale, con tanto di immediata riunione tecnica a porte chiuse, dell'allenatore ospite. In casa Giotto Esko ha iniziato a variare maggiormente il gioco e, a corrente alternata, i tedeschi Pampel e Andrae hanno mostrato qualche timido segnale di risveglio. Bene al solito Veres e bene Piscopo, soprattutto quando riesce a liberare completamente l'istinto, senza commettere enormi ingenuità tattiche, e l'innegabile dirompenza fisica.

Nessuno ha interpretato la vittoria finale come la conquista di chissà quale prestigioso traguardo o come un segnale oltremodo ottimistico, ma possiamo annotare qualche piccolo segnale di soddisfazione. In tutti è ben presente la consapevolezza che la strada maestra per provare a raddrizzare la rotta è quella del lavoro (e tanto), magari anche con qualche aggiustamento alla rosa. Il direttore sportivo Stefano Santuz ha ormai consumato le pagine degli elenchi dei giocatori sparsi per l'Italia e per il mondo alla ricerca di qualche rinforzo utile. Sottolineiamo utile, perché cambiare per cambiare non ha assolutamente senso. Sono state condotte anche trattative "clamorose" (almeno per chi considera Padova già spacciata), segno tangibile di una realtà che ancora crede fermamente nel progetto.

Ora si attende la sfida di lunedì sera alla Bre Banca Lannutti Cuneo. Fra amichevoli e campionato sinora il Giotto ha sconfitto - più volte - solo la Marmi Lanza Verona: arriverà l'ora di aggiungere qualche finalmente altro scalpo?

GIOTTO PADOVA - MARMI LANZA VERONA 3-2 (15-25, 10-25, 25-21, 25-19, 15-11)

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