06 dicembre 2005
POSITIVITA'
Non si può andare a dormire senza lasciare una traccia virtuale della serata appena conclusa. La gioia è davvero tanta e ci sentiamo un po' più leggeri, anche se, come al solito, a rivederci in tv a esultare in maniera così smodata un po' ci si vergogna. La situazione nel suo complesso non cambia di molto, è vero, ma era importante fornire un segnale di un certo tipo: il Sempre Volley c'è.
E' stato il Giotto che non ti aspetti: tutti a ironizzare sulla partita dall'esito scontato ("un'ora e tutti a casa" era la previsione più gettonata) ed eccoci invece di fronte alla prestazione più bella dell'anno degli uomini con la casacca stellata. Si dirà che non ci voleva molto a superare in qualità il grigio cammino sin qui di Botti & C., ma la gara contro Cuneo del PalaBernhardsson è di quelle che davvero rinconciliano il pubblico patavino con la pallavolo.
Non poteva esserci esordio più felice in panchina per Luigi Schiavon, mentre si conferma il recente rapporto negativo del professor Silvano Prandi con lo scatolone di via San Marco. Non ci si venga a dire che gli inaspettati tre punti - il primo piccolo mattoncino di una difficile scalata: che nessuno si illuda! - sono frutto essenzialmente di una giornata storta dei piemontesi perché questa è stata una vittoria conquistata con pieno merito, costruita pallone su pallone. Ancor più significativa perché arrivata dopo aver perso un primo parziale a lungo condotto: in situazioni simili, data anche la precaria posizione di classifica, può facilmente subentrare la convinzione che non sia sufficiente nemmeno giocar bene. E' stato molto bravo Gigi a gestire il primo cambio di campo, sottolinenado quanto di buono costruito dalla squadra e invitando a perseverare nella stessa direzione, senza farsi sopraffare da un'inerzia negativa.
Per la prima volta il Giotto non ha giocato a sprazzi, ma ha mantenuto un livello medio di qualità decisamente accettabile. Dall'altra parte della rete il solo Anderson ha completamente sbagliato l'approccio alla gara, ma la Bre Banca nel complesso ha disputato, come dimostrano i numeri delle statistiche, una partita discreta, circostanza che conferma lo spessore e l'importanza di questo tre a uno.
In particolare è stata un'assoluta novità vedere funzionare in tutte le sue componenti il trio d'attacco del Giotto: Veres, dopo un avvio non facile, ha giocato ai limiti della perfezione, assumendosi tutta la responsabilità degli attacchi decisivi; Andrae ha fatto vedere il suo talento sopraffino (per questo ogni anno c'è più di qualche squadra disposta a credere in lui, convinta che sia l'anno buono per l'esplosione definitiva), alternando i colpi con una semplicità disarmante; Pampel ha disputato una gara estremamente precisa, facendosi trovare sempre pronto. Aggiungete a tutto ciò una gara maiuscola di Andrea Garghella e ecco che anche quella che personalmente consideriamo, assieme a Piacenza, la più seria alternativa allo strapotere della Sisley Treviso ha faticato e non poco per trovare il bandolo della matassa.
Non sappiamo se in queste settimane sia cambiato qualcosa. Di certo Luigi Schiavon non ha la bacchetta magica e le caratteristiche tecniche di questo gruppo non sono mutate in appena dieci giorni. A nessuno sarà però sfuggita una diversa luce negli occhi dei ragazzi e un atteggiamento decisamente più collettivo (ci è molto piaciuta la capacità di far gruppo e la pronta reazione dopo i due grossolani errori in ricostruzione con quei terzi tocchi che si sono miseramente infranti sul nastro). Vogliamo sperare che questa vittoria sia anche una decisa assunzione di responsabilità da parte di chi ha sinora deluso le aspettative e non un episodio sporadico, magari di fronte alla propria ex-squadra. Siamo convinti che anche in un salotto di Torino questa sera si sia esultato, magari facendosi tante domande (le stesse che ci facciamo noi) e uno spicchio di questi tre punti arriva pure da lì.
Decisamente in pochi credevano alla possibilità di una vittoria di Padova. Circostanza talmente inaspettata da far scattare immediatamente il controllo anti-doping a sorpresa al termine della gara: Andrae e Tovo i sorteggiati per i bianconeri. Di positivo, per questa sera, ci basta il risultato...
E' stato il Giotto che non ti aspetti: tutti a ironizzare sulla partita dall'esito scontato ("un'ora e tutti a casa" era la previsione più gettonata) ed eccoci invece di fronte alla prestazione più bella dell'anno degli uomini con la casacca stellata. Si dirà che non ci voleva molto a superare in qualità il grigio cammino sin qui di Botti & C., ma la gara contro Cuneo del PalaBernhardsson è di quelle che davvero rinconciliano il pubblico patavino con la pallavolo.
Non poteva esserci esordio più felice in panchina per Luigi Schiavon, mentre si conferma il recente rapporto negativo del professor Silvano Prandi con lo scatolone di via San Marco. Non ci si venga a dire che gli inaspettati tre punti - il primo piccolo mattoncino di una difficile scalata: che nessuno si illuda! - sono frutto essenzialmente di una giornata storta dei piemontesi perché questa è stata una vittoria conquistata con pieno merito, costruita pallone su pallone. Ancor più significativa perché arrivata dopo aver perso un primo parziale a lungo condotto: in situazioni simili, data anche la precaria posizione di classifica, può facilmente subentrare la convinzione che non sia sufficiente nemmeno giocar bene. E' stato molto bravo Gigi a gestire il primo cambio di campo, sottolinenado quanto di buono costruito dalla squadra e invitando a perseverare nella stessa direzione, senza farsi sopraffare da un'inerzia negativa.
Per la prima volta il Giotto non ha giocato a sprazzi, ma ha mantenuto un livello medio di qualità decisamente accettabile. Dall'altra parte della rete il solo Anderson ha completamente sbagliato l'approccio alla gara, ma la Bre Banca nel complesso ha disputato, come dimostrano i numeri delle statistiche, una partita discreta, circostanza che conferma lo spessore e l'importanza di questo tre a uno.
In particolare è stata un'assoluta novità vedere funzionare in tutte le sue componenti il trio d'attacco del Giotto: Veres, dopo un avvio non facile, ha giocato ai limiti della perfezione, assumendosi tutta la responsabilità degli attacchi decisivi; Andrae ha fatto vedere il suo talento sopraffino (per questo ogni anno c'è più di qualche squadra disposta a credere in lui, convinta che sia l'anno buono per l'esplosione definitiva), alternando i colpi con una semplicità disarmante; Pampel ha disputato una gara estremamente precisa, facendosi trovare sempre pronto. Aggiungete a tutto ciò una gara maiuscola di Andrea Garghella e ecco che anche quella che personalmente consideriamo, assieme a Piacenza, la più seria alternativa allo strapotere della Sisley Treviso ha faticato e non poco per trovare il bandolo della matassa.
Non sappiamo se in queste settimane sia cambiato qualcosa. Di certo Luigi Schiavon non ha la bacchetta magica e le caratteristiche tecniche di questo gruppo non sono mutate in appena dieci giorni. A nessuno sarà però sfuggita una diversa luce negli occhi dei ragazzi e un atteggiamento decisamente più collettivo (ci è molto piaciuta la capacità di far gruppo e la pronta reazione dopo i due grossolani errori in ricostruzione con quei terzi tocchi che si sono miseramente infranti sul nastro). Vogliamo sperare che questa vittoria sia anche una decisa assunzione di responsabilità da parte di chi ha sinora deluso le aspettative e non un episodio sporadico, magari di fronte alla propria ex-squadra. Siamo convinti che anche in un salotto di Torino questa sera si sia esultato, magari facendosi tante domande (le stesse che ci facciamo noi) e uno spicchio di questi tre punti arriva pure da lì.
Decisamente in pochi credevano alla possibilità di una vittoria di Padova. Circostanza talmente inaspettata da far scattare immediatamente il controllo anti-doping a sorpresa al termine della gara: Andrae e Tovo i sorteggiati per i bianconeri. Di positivo, per questa sera, ci basta il risultato...
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