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11 aprile 2004

UOVA DI PASQUA 

Nell'uovo di Pasqua l'Edilbasso non ha trovato la sorpresa più bella. L'avventura finisce qui, probabilmente con una prestazione che ha ben poco a vedere con tutto quanto di buono si è visto durante la stagione. Un tre a zero netto che proietta meritatamente Piacenza dritta verso la finale: con tutta l'amicizia verso Tomalino, alla luce di quanto visto, il turno con l'RPA Perugia appare poco più che una semplice formalità.

Una volta di più gli acciacchi hanno limitato il potenziale degli uomini bianconeri, ma a tutti va dato atto di aver stretto i denti pur di esser presenti a questa importante sfida: Morsut e Simeonov hanno giocato nonostante i fastidi muscolari della settimana, Stelmach non si è tirato indietro malgrado fosse tornato da poco in palestra e Jeroncic ha stupito tutti con la sua incredibile velocità di recupero. Ma tutto questo non è bastato, specie quando al di là della rete si trova un Nikola Grbic capace di smistare il gioco alla perfezione e di utilizzare nel momento più opportuno i propri uomini.

Prima della partita aveva suscitato qualche stupore la scelta dei Lupi Bianconeri di piazzarsi dalla parte opposta del Palazzetto rispetto a quella abituale: seguendo la più masochistica tradizione dei partiti progressisti, si era infatti consumata una scissione all'interno della tifoseria a causa della poco gradita ingerenza di alcuni supporters di stampo calcistico. Era solo grazie all'intervento del dg Giuseppe Cormio che, ben attento a non sfiorare nessuno col braccio, la frattura veniva risanata con un patto di desistenza.

La sfida di ieri è sempre stata nelle mani della CoprAsystel, anzi i primi due set dei padovani sono stati forse i peggiori dell'anno tra le mura amiche. Eppure, nonostante tutto, qualche segnale di buona speranza c'era stato: come quando Krystof ha messo a segno tre attacchi consecutivi oppure quando a Tovo son riusciti un paio di pallonetti (a giorni sapremo se quelle azioni hanno provocato qualche cortocircuito nel centrale - si temevano fiammate simili a quelle del motore McLaren - e vi terremo informati sulla sua condizione neurologica). In quegli attimi sembrava davvero che la sorte potesse sorriderci anche ieri sera.

Qualche confusione di troppo anche in panchina: e chi era più abituato a gestire una rosa di addirittura dodici uomini? In aggiunta ci si è messa pure la doverosa attenzione da porre alla regola dei tre stranieri in campo: ad un certo punto Pupo non sapeva chi far uscire per rispettarla. In settimana, infatti, il tecnico si era imbattuto in alcuni temi scolastici delle superiori dei nostri ragazzi e aveva iniziato a dubitare sul passaporto italiano di molti di loro.

Il risultato così netto a favore degli avversari lascia un ulteriore rammarico, oltre naturalmente all'eliminazione dai playoff e cioè il non aver potuto salutare adeguatamente, con lo spirito giusto, il pubblico che per un anno era stato compagno e complice di questa straordinaria avventura. Anche la Federazione ha compiuto un piccolo sgarbo, tradendo le aspettative di chi sperava - giornalisti e dirigenti in primis - nella designazione di affascinanti refertiste al tavolo.

Un paio d'ore dopo la conclusione dell'incontro la delusione lasciava però pian piano spazio alla consapevolezza di quanto di buono fatto in questa stagione. Le riflessioni amare venivano gradualmente accantonate a favore di sorrisi, scherzi e sogni fantapallavolistici, nonostante la segretaria Samuela cercasse di rovinare tutto con la pizza più terrificante della storia alimentare (ricotta, piselli e emmenthal!).

Il campionato del Sempre Volley è finito, ma "Visto dalla panchina" non chiude certo qui. Già fervono i progetti per le iniziative del prossimo anno (per quanto il palettaro aspetti ancora un segnale dalla società circa la riconferma nel ruolo), comunque il blog terrà aperti i battenti nelle prossime settimane. Anzi, ora le già scarse considerazioni tecniche possono lasciare il campo definitivamente al cazzeggio più sfrenato. In pratica ciò che ci riesce meglio.

E ora sotto con le uova di cioccolato. L'Edilbasso forse non vi ha regalato la sorpresa sperata. Ma se guardate bene c'è un grazie. Grande grande, sincero e profondo.

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