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02 giugno 2004

CIAO CAPITANO 

Si celebra oggi la Festa della Repubblica. Come ormai triste abitudine da quando il Presidente Ciampi - impegnato in questi giorni a distribuire onoreficenze, nemmeno fossero i premi di un gratta e vinci: passi per Guccini, Vecchioni e Battiato (che piacciono pure al Palettaro), ma quale sarà il contributo alla nazione di Milly Carlucci? - ha insistito per il ripristino di questa festività, le istituzioni decidono di celebrarla attraverso una parata militare per le strade di Roma. Peccato, perché ci sembrava che l'Italia si fondasse sul lavoro e che l'articolo 11 della Costituzione recitasse qualcosa sul ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei problemi: evidentemente oggi il nostro Paese non ha nulla di meglio da mettere in mostra che una sciocca e anacronistica celebrazione dei mezzi militari.

Noi, nel nostro piccolo, preferiamo approfittare del giorno festivo per celebrare un giocatore che con tutta probabilità l'anno prossimo non farà parte della rosa Edilbasso. Si tratta di Lorenzo Cavallini, il centralone di Correggio a Padova dal 2001. Ci mancherà parecchio il Capitano. Davvero tanto.

A volte il mondo dello sport obbliga a scelte in cui le ragioni del cuore devono necessariamente lasciare spazio a considerazioni di altro tipo: magari le squadre si potessero costruire solo sulla base della simpatia e delle doti umane dimostrate! In quel caso un posto per Cava nel sestetto sarebbe sempre garantito. Ma ciò non significa nemmeno sottovalutare l'apporto tecnico offerto da Lorenzo in queste tre stagioni: un rendimento sempre in linea con le attese e una lunga serie di prestazioni da incorniciare. Cava - e con umiltà e intelligenza è il primo ad ammetterlo - non ha il talento naturale di Fei o l'infinita classe di Sapega né le doti fisiche di Martinelli, ma senza dubbio entra di diritto nella galleria di centrali che hanno fatto la storia pallavolistica di Padova. Sempre un po' trascurato nelle considerazioni di inizio anno di sedicenti addetti ai lavori, Lorenzo ha sempre chiuso le sue stagioni ai vertici delle classifiche di rendimento di ruolo. Non dimenticheremo nemmeno la sua grinta, la sua umiltà, il suo saper trasmettere - a seconda delle occasioni, interpretando alla perfezione il ruolo di faro della squadra - grinta oppure tranquillità ai compagni.

Quest'anno, complice qualche fastidio fisico di troppo, si è seduto in panchina con più frequenza che in passato, ma non per questo ha lesinato consigli a chi lo sostituiva o non si è sentito parte fondamentale della splendida stagione della squadra. La sua simpatia (finalmente qualche cena post-partita in cui veniva bandito l'argomento pallavolo!) e l'immensa disponibilità al di fuori del campo di gioco ne hanno gisutamente determinato l'elezione a idolo assoluto dei tifosi. Personalmente voglio ricordare anche la telefonata, inattesa e sincera, a poche ore dalla partenza della mia prima maratona. E poi l'aver acccettato due estati fa di rimanere a Padova nonostante offerte migliori per riconoscenza verso la sereita dell'amnbiente o ancora il non aver espresso alcuna forma di rancore pubblico ala notizia che i programmi societari erano altri: piccole cose, ma che valgono forse più di un muro decisivo o di una veloce positiva.

Le strade tra il Sempre Volley e Lorenzo Cavallini si dividono, ma a volte esistono fili dell'anima - invisibili, ma molto resistenti - che legano al di là dei vincoli ufficiali. Uno di questi è già teso: ciao, Capitano, e un immenso in bocca al lupo per una carriera e una vita ancora ricchissima di soddisfazioni.

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