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30 giugno 2004

MI RICORDO 

Negli anni Settanta uscì negli Stati Uniti un breve libro di memorie a firma di Joe Brainard, intitolato semplicemente "I remember". Si trattava di un elenco di ricordi dell'autore, senza un ordine o un senso preciso; un elenco di memorie di poche righe che iniziavano tutte con le parole "I remember...". L'esperimento ebbe successo, tanto che sulla scia del libro di Brainard altri scrittori si cimentarono nel gioco, avendo tanto più successo quanto più i loro scritti giocavano con la memoria collettiva dei potenziali lettori e i contesti culturali dei paesi di pubblicazione. Non abbiamo certo la presunzione di raggiungere le vette di George Perec in Francia con "Je me souviens" (libro che ci permettiamo di consigliare come godibilissima lettura sotto l'ombrellone), ma lanciamo il sasso per stimolare le memorie pallavolistiche di tutti questi anni di grande volley a Padova.

Mi ricordo quando il Sempre Volley si chiamava ancora Petrarca.
Mi ricordo la mia prima partita sulle gradinate del San Lazzaro.
Mi ricordo quando si giocava sul parquet e sul campo c'erano mille linee di colori diversi.
Mi ricordo Dametto, Castellani, Milocco, Dal Fovo e Paccagnella.
Mi ricordo Petkov rimanere sulla stessa panchina anche al cambio di campo.
Mi ricordo che sulle scalinate in alto c'era gente che fumava.
Mi ricordo che sulle scalinate in alto c'era gente.
Mi ricordo uno del pubblico che tira per la maglia Hugo Conte in battuta.
Mi ricordo la petizione per tenere Tofoli.
Mi ricordo che la Sisley ci portava sempre via i giocatori più forti.
Mi ricordo mio padre in campo scambiarsi un cinque con Giovane e l'azione non era ancora finita.
Mi ricordo che quando arrivava Fracanzani non si vinceva più.
Mi ricordo Bonati entrare solo per alzare il muro.
Mi ricordo una squadra giovanile fortissima con la scritta Transpack sulle maglie.
Mi ricordo il Tre Pini e Venceslao smoccolare quando pioveva dentro.
Mi ricordo Tovo che lancia i gavettoni ai turisti dell'Orto Botanico.
Mi ricordo che il papà di Bovolenta disse che il figlio avrebbe giocato solo a Padova.
Mi ricordo la maglia del Charro con le stelle.
Mi ricordo Youri Sapega, il poeta.
Mi ricordo la Nazionale giocare contro la Francia.
Mi ricordo Angelo Squeo telefonare da Mosca in piena notte per dire che avevamo preso Fomin.
Mi ricordo Isabella e Moira, i gioielli della segreteria prima di Stefania.
Mi ricordo un foglietto delle formazioni finito su Cuore per colpa dell'"onorevole" Verrecchia.
Mi ricordo che sono andato a vedere Gaber al Verdi con Snidero.
Mi ricordo Side Out su Diffusione Europea con Fefè De Giorgi e Beppe Cormio.
Mi ricordo che Prandi non voleva che si dicesse buon appetito a tavola.
Mi ricordo Bartek mangiare da solo a Pontecorvo.
Mi ricordo una cena di Natale con lo sciopero dei giocatori.
Mi ricordo le rivendicazioni sindacali sgrammaticate di Babini.
Mi ricordo Gomma Meneghin vincere da solo un derby.
Mi ricordo i tifosi divisi in due gruppi, il Primo Amore e la Ola Bianconera.
Mi ricordo una litigata a Parma con Flavio Greggio.
Mi ricordo Fabio Capello trattare l'acquisto di Meoni per conto della Mediolanum.
Mi ricordo l'invasione del Forum di Assago con sette corriere piene piene.
Mi ricordo Uriarte al posto di Buck.
Mi ricordo lo speaker prima di questo.
Mi ricordo le finali di Coppa Cev.
Mi ricordo il viaggio a Montpellier.
Mi ricordo Carlo Gobbi scrivere che Padova è una squadra che non può vincere perché povera.
Mi ricordo lo striscione "meglio poveri... che gobbi".
Mi ricordo che nessuno capiva cosa dicesse Pittera.
Mi ricordo che Pittera ha vinto l'unico trofeo internazionale della storia sportiva cittadina.
Mi ricordo il tifoso numero uno di Cuneo.
Mi ricordo Gigi Schiavon in giacca e cravatta solo per la foto sul giornale.
Mi ricordo Mushenko prendere in braccio il figlio.
Mi ricordo le partite di quattro ore con Pippi e Stelmach che tiravan su tutto e non buttavan giù niente.
Mi ricordo Federica Fontana fare la prima battuta.
Mi ricordo in che stato ha lasciato la casa Vladimir Grbic.
Mi ricordo Colom parlare del Museo Gugghenheim di Bilbao.
Mi ricordo Pasinato vincere due bici Esperia contro la Maxicono.
Mi ricordo i baffi di Plamen.
Mi ricordo le scarpe Kaepa.
Mi ricordo la lunghissima trasferta in pullman a Napoli.
Mi ricordo Nereo Baliello russare in pullman.
Mi ricordo Fei e Salvador al centro e Franceschi opposto.
Mi ricordo Vianello e Modica telefonare da Catania per fare gli auguri di Natale.
Mi ricordo che alcuni si stupivano che avevamo preso Van de Goor.
Mi ricordo che tanti non sapevano che Bas Van de Goor avesse un fratello.
Mi ricordo l'urlo di Meszaros quando si è infortunato all'esordio.
Mi ricordo gli occhi rossi dei dirigenti per il dolore di Dumi.
Mi ricordo una signora dire che i dirigenti vendono i giocatori per comprarsi la macchina nuova.
Mi ricordo che volevo buttare di sotto una signora.
Mi ricordo che tutti pensavano che il cappellino McLaren me l'avesse regalato Gavrilov.
Mi ricordo gli scudetti al fantavolley.
Mi ricordo quando ho mostrato 5.000 lire a Recine e gli ho chiesto se voleva rubare pure quelle.
Mi ricordo il cornetto rosso di un finto presidente.
Mi ricordo Tomalino leggere Diario in trasferta.
Mi ricordo le ragazze pon-pon più tristi della storia.
Mi ricordo le partite viste con Leonardo Favaro, pensando che io sarei diventato presidente e lui direttore sportivo.
Mi ricordo la maglia azzurra di Moretti.
Mi ricordo la mia prima panchina al PalaVerde.
Mi ricordo l'antidoping infinito di Zagumny.
Mi ricordo le presentazioni in Comune.
Mi ricordo i fischi a Giustina Destro.
Mi ricordo Marquet fumare in autogrill.
Mi ricordo una tifosa che mi ha chiesto se ero io quello a vedere Springsteen a Bologna.
Mi ricordo un cartellino giallo.
Mi ricordo il primo messaggio del blog.
Mi ricordo che volevo far il giornalista.
Mi ricordo la refertista che mi fa i complimenti per il sito.
Mi ricordo quando al Palazzetto mi fermano e mi domandano dove credo di andare.
Mi ricordo la dottoressa che mi chiede dove ha già visto quel giocatore lì.
Mi ricordo Vicini dimenticarsi di rientrare in campo.
Mi ricordo Simeonov appoggiarsi per fare stretching.
Mi ricordo Roscini perdere le puntine in campo.
Mi ricordo il pubblico tutto in piedi prima dell'ace dell'ultimo derby casalingo.
Mi ricordo Cavallini telefonare la sera prima della maratona.
Mi ricordo una scommessa con Morsut su chi avrebbe risolto un enigma logico-matematico.
Mi ricordo tutti gli amici che in questi anni sono entrati gratis al San lazzaro.
Mi ricordo che solo uno poi ha fatto l'abbonamento.
Mi ricordo che due tifosi fedeli mandano i fiori a casa ad ogni ricorrenza.
Mi ricordo i giocatori entrare con le bandiere della pace.
Mi ricordo Pupo che mi chiede quanti time out abbiamo ancora.
Mi ricordo che purtroppo prima o poi questo messaggio deve finire.

Alla fine, semplicemente: ricordatevi di ricordare. Fa bene all'anima.

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