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19 settembre 2004

NUVOLE VERONESI 

Le amichevoli estive avranno anche un valore relativo, ma certo il cappotto subito a Verona a otto giorni dal debutto in campionato desta qualche legittima preoccupazione. Può anche essersi trattato di una semplice giornata storta, ma la Marmi Lanza ha spadroneggiato in tutti i fondamentali e nell'Edilbasso non ha funzionato proprio nulla. Come si diceva in pullman sulla strada del ritorno, urge al più presto ritrovare l'ottimismo, che, come insegna Tonino Guerra - un giorno qualcuno ci spiegherà come un grande poeta possa perdere la dignità in questo modo- è il sale della vita.

L'unica consolazione è di tipo storico-scaramantico: nella scorsa stagione fu un'imbarazzante prestazione amichevole al PalaOlimpia della città scaligera a dare il via alla splendida stagione di Simeonov e compagni. In quel caso l'incontro terminò addirittura 4-0, i veronesi giocavano in serie A/2 e nessuno dopo quella gara avrebbe pensato alle imminenti vittorie casalinghe contro le corazzate Macerata e Piacenza.

Spesso, da fuori, mi viene ricordata la fortuna di operare all'interno di una società sportiva di alto livello: stare a stretto contatto con dei campioni e vivere da un osservatorio privilegiato le vicende di una squadra. Sono il primo a riconoscere che quello del dirigente accompagnatore è un ruolo che porta un contributo infinitesimale, se non nullo, alla causa e la figura del palettaro è nulla più che un semplice divertissement. Nonostante ciò il tutto viene portato avanti con la massima umiltà e tutto l'impegno possibile (così, en passant, vorremmo ricordare che solitamente i figli dei presidenti siedono senza merito direttamente nei ruoli di comando e girano con macchinoni e puttanoni di plastica al seguito) e non mi sarei certo aspettato che un giocatore - probabilmente intento a guardare sovente se stesso - non si fosse mai accorto della mia presenza dopo un anno intero in panchina. La classica ciliegina sulla torta di una giornata sportiva da dimenticare.

Ora però massima attenzione sulla trasferta a Gioia del Colle. Armati metaforicamente di elmetti e corazze, i nostri sono pronti all'attacco.


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