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29 novembre 2004

COSCIENZA SOCIALE 

Spesso i massimi protagonisti del mondo dello sport vengono accusati di vivere un po' fuori dal mondo e di non interessarsi mai a ciò che accade al di fuori del proprio universo dorato. Ma non sempre è così e i ragazzi dell'Edilbasso, forse reduci dalla visione di una pellicola di Ken Loach e sapendo che martedì non avrebbero goduto della medesima cornice di pubblico e risonanza mediatica, hanno deciso nel bel mezzo della partita con la Copra Piacenza di manifestare la propria adesione allo sciopero generale contro la Finanziaria del Governo. Ecco perché, dopo un primo set vinto un'altra volta in scioltezza come contro Vibo e Modena, Meoni e compagni hanno incrociato metaforicamente le braccia e offerto l'ennesima prova incolore.

Sarebbe abbastanza sciocco giustificare la terza sconfitta consecutiva chiamando in causa l'assenza di Domotor Meszaros, dato che nemmeno i piacentini sono scesi al San Lazzaro con la loro formazione migliore. Anzi, sono stati proprio gli ex padovani Cavallini e Batte a rimpiazzare al meglio i titolari di reparto Botti e Anderson. L'inviolabilità dello scatolone di via San Marco pare ormai un lontano ricordo, ma ciò che spaventa maggiormente è che la squadra pare vittima di una preoccupante involuzione a livello di gioco e, soprattutto, atteggiamento. Il calendario offre ora, in rapida sequenza, i due derby veneti: prima in casa con la Sisley Treviso e poi contro Verona. Due sfide delicate e da cui, con tutta probabilità, dipenderanno sia l'accesso alla fase finale della Coppa Italia (ricordiamo che sono ammesse le prime otto al termine del girone d'andata) che il profilo complessivo della stagione bianconera. I giocatori, solitamente piuttosto suscettibili quando vengono punzecchiati sotto l'aspetto caratteriale, hanno pertanto due buone occasioni di riscatto: nessuno pretende i sei punti, ma semplicemente la certezza di non aver lasciato nulla di intentato.

Al termine del match comprensibilissimo l'atteggiamento piuttosto spazientito del pubblico. A dire il vero ci saremmo aspettati pure qualche fischio in più dagli spalti, invece molti hanno preferito raggiungere il prima possibile la macchina al parcheggio e recarsi a casa per gustarsi un assai più spettacolare Juventus-Inter. Meno comprensibile invece sentire, da personaggi completamente estranei alla società ma non al mondo del volley, interpretazioni piuttosto fantasiose sui motivi di certi infortuni e dell'atteggiamento complessivo della squadra. Le cassandre e le malelingue esistono in tutti gli ambienti di lavoro, ma forse sarebbe il caso di prestare più attenzione, tenendo per sè alcune impressioni e non spacciandole per verità, a certe leggerezze oppure trarre, in base alla propria coscienza individuale, le conseguenze del caso.

Chiudiamo con una riflessione extra-pallavolistica, ma che riguarda comunque il mondo dello sport. Di notte, magari dopo aver mangiato una pizza particolarmente pesante, ci capita a volte di avere degli incubi. Questa settimana, per dire, ci siamo sognati che veniva condannato per frode sportiva (in sostanza aver cercato di alterare i risultati con mezzi illeciti) il medico della società sportiva più titolata dello sport più seguito del nostro Belpaese. Ma davvero di incubo doveva trattarsi perché il giorno dopo su Gazzetta, Corriere della Sera (un'autentica coincidenza che la proprietà sia la stessa della squadra in questione) e nelle aperture dei principali telegiornali di quella notizia così sconvolgente o non si parlava oppure addirittura si blaterava di assoluzione quasi piena per i soggetti coinvolti. Ci consola sapere che, al di là delle Alpi, i giornalisti francesi dell'Equipe (quello sì, un vero quotidiano sportivo) avevano avuto una nottata analoga alla nostra e in un bel pezzo di commento sostenevano che c'era gran poco da star allegri. In Italia, invece, segnaliamo, trovandoci d'accordo con ogni singola parola ivi scritta sull'argomento, l'informazione senza censura del sito Indiscreto, gestito dal giornalista e caro amico Stefano Olivari.

Per la Juventus non ci sarà certo la gogna mediatica - non siamo mica di fronte all'uomo nero Ben Johnson o al cattivo e sbandato Maradona - né saranno riscritti gli albi d'oro delle varie competizioni. Tanto meno qualcuno presenterà delle scuse a Zeman, reo solo di aver osservato, come avrebbe fatto qualsiasi persona di buon senso, che Vialli e Del Piero assomigliavano più all'omino Michelin che a dei giocatori di calcio. In fondo in Italia la linea difensiva del "tutti colpevoli, nessun colpevole" paga sempre e tutto rimarrà come prima: ci chiediamo se il dottor Agricola non eserciterà più e verrà, come sarebbe normale, licenziato e se verranno sollevati dall'incarico quei dirigenti che, sentenza alla mano, hanno avvallato senza accorgersi di nulla e senza porre alcuna domanda spese farmaceutiche esorbitanti e pratiche di dubbia legalità. Per non parlare dell'allenatore che ora siede addirittura sulla panchina della Nazionale: nemmeno lui si è mai accorto di nulla. "Il gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è ambientato nella Sicilia all'epoca dello sbarco dei Mille, ma il suo celeberrimo "cambiare per non cambiare" è attuale come non mai.

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