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06 dicembre 2004

DERBYSSIMO 

In qualche storia - non molte, ma ogni tanto capita - Paperino riesce ad avere la meglio sul cugino ricco, fortunato e un po' antipatico Gastone. Ed è quello che è incredibilmente successo ieri pomeriggio al San Lazzaro, dove l'Edilbasso ha schiantato la Sisley Treviso con un tre a zero tanto bello quanto inatteso.

Già, perchè mentre i bianconeri erano reduci da un periodo non proprio brillante, i trevigiani guardavano tutti, al solito, dall'alto della classifica. Gli dei dell'Olimpo però ogni tanto si divertono a mischiare gli elementi e hanno fatto sì che sembrasse Padova la squadra schiacciasassi e Treviso la vittima predestinata. Di sicuro a rendere assai più elettrica l'atmosfera ci hanno pensato anche i 4.000 spettatori, accorsi certo per vedere i campioni della Nazionale in maglia orogranata, ma anche per restituire al Palasport quelle caratteristiche di inviolabilità che nelle ultime uscite casalinghe si erano un po' affievolite.

Marco Meoni distribuiva magicamente palloni a tutte le sue bocche da fuoco e il muro della Sisley non poteva far altro che alzare, smarrito, bandiera bianca. Krystof Stelmach, il "nonno", sembrava un ragazzino indemoniato: il muro a uno su Fei e un attacco da seconda linea su una difesa spettacolare le perle di una prestazione da incorniciare. Si mormora che l'antidoping sia già sulle sue tracce. Ma proprio nessuno - i centrali Golas e Bontje efficaci in attacco per tutta la partita, Vicini preciso in ricezione, Morsut e Simeonov col proprio consueto sostanzioso bottino di punti - ha mancato di fornire il suo preziosissimo contributo e anche Andrea Garghella ha firmato un momento importante del match, segnando un ace fondamentale con la sua sempre insidiosissima battuta.

Quando l'ultimo pallone è caduto a terra si è scatenata la festa. Ammettiamo che l'esultanza disordinata, sbracata e un po' eccessiva di giocatori e staff assomiglia più a quella della Longobarda di Auronzo Canà che all'atteggiamento rispettoso degli avversari che si dovrebbe mantenere in questi casi, ma, scomodando Lucio Seneca, semel in anno licet insanire. Per la Sisley questo probabilmente rimarrà un piccolo incidente di percorso e verrà dimenticato in fretta, allontanato da nuove vittorie sulla strada di altri trofei da conquistare. Nemmeno noi vogliamo che vittorie come questa siano casi isolati e eccezionali, ma almeno per questa settimana lasciate che il piccolo Davide possa bearsi di aver sconfitto il gigante Golia.

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