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13 dicembre 2004

PANDORO INDIGESTO 

Sarebbe stato troppo facile (e piacevole), dopo aver scherzato sul radicchio, tornare da Verona con una bella indigestione di pandoro, invece dalla città scaligera i nostri portano a casa unicamente una sonora sconfitta. Inutile, dopo undici gare di campionato e un eloquente record di 8-3, continuare a parlare della Marmi Lanza come di una bella sorpresa: per quanto ci sia un notevole balzo qualitativo tra A/1 e A/2 non si vincono trenta gare su trenta per caso e l'ossatura dei gialloblù era sin dall'anno scorso quella di una buona formazione della massima serie.

Campionato assai strano questo, con tante squadre racchiuse in un paio di punti e che lottano indistintamente per la zona salvezza e l'accesso alle final eight di coppa Italia. In questo momento l'Edilbasso & Partners è dentro il lotto delle magnifiche otto, ma è necessario far punti contro Perugia e Latina (trasferta natalizia storicamente molto ostica per i bianconeri) per non perdere questo importante traguardo.

Poco da dire sul match di ieri: secondo set a parte, la squadra ha giocato alla pari, ma è mancata nei momenti topici e Verona ha dimostrato in quei frangenti di meritare ampiamente la posta piena: Granvorka, alleggerito della responsabilità di essere il martello principale di una squadra, pare un altro giocatore rispetto a quello di Padova, Lasko è molto più che una giovane promessa, Howard e Semenzato sono una coppia di centrali di sicuro valore e Nuti il classico palleggiatore affidabile, sempre ignorato in carriera - senza un motivo preciso - dai grandi giri di mercato.

Un particolare dispacere nel non poter dedicare una bella vittoria a Sandro Camporese, il team manager ieri assente per motivi familiari. Abbiamo provato in tre a sostituirlo (incredibile: per una volta, al ritorno, abbiamo fatto davvero il dirigente accompagnatore!), ma non siamo nemmeno riusciti ad organizzare la cena post-partita. L'idea di tornare al Mandrillo è stata, chissa perché, scartata all'unanimità.


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