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31 gennaio 2005

ODISSEA TARANTINA 

Ci dispiace molto per l'influenzato Marco Vicini, ma quando venerdì pomeriggio ci è giunta notizia che avremmo preso il suo posto, sia all'andata che al ritorno, nel trasferimento aereo per la trasferta di Taranto abbiamo subito egoisticamente pensato all'aver scampato un massacrante e interminabile viaggio in macchina. E invece - mai esultare prima del dovuto - alle due e mezza di notte (appena sei ore abbondanti oltre la conclusione del match) una ciurma di ragazzoni alti oltre due metri e con la tuta bianconera ancora si aggirava per l'aereoporto di Orio al Serio in attesa di recuperare i bagagli e salire sul pullman che li avrebbe riportati a Padova solamente alle prime ore dell'alba.

La vera fortuna in tutta questa odissea è stata che il morale della truppa era comunque altissimo, conseguenza della bella vittoria per tre a uno nella città bimare. Un'altra prestazione da incorniciare che, comprendendo la coppa Cev, porta a sette le vittorie dell'Edilbasso nelle ultime otto partite. E fortuna che c'è chi, dopo lo stop di Macerata, ha parlato pure di momento di crisi...

Al PalaMazzola tutti si sono espressi egregiamente, ma una parola in più deve essere necessariamente spesa per Garghella. E' stato infatti il giovane Andrea a vestire la maglia rossa del libero (e pensare che quando - vedi sopra - ci era stato detto di prendere il posto di Vicini pensavamo finalmente anche ad un nostro debutto in campo) e ancora una volta il ragazzo si è calato alla perfezione nel nuovo ruolo. A questo punto, inutile stupirsi o considerare l'evento come qualcosa di straordinario: Garghy ha qualità tecniche e caratteriali ben precise ed ora sta a lui decidere se divertirsi ancora qualche anno a buttar giù palloni in attacco o se dedicarsi del tutto a questa specializzazione che lo può davvero lanciare come uno dei prospetti più interessanti del panorama pallavolistico nostrano.

Non solo Garghella, comunque: Meszaros e Simeonov hanno attaccato un'infinità di palloni con percentuali mostruose (non fidatevi delle statistiche di Lega: anche qui, come a Gioia del Colle, gli addetti pugliesi non hanno certo brillato per precisione); Golas e Bontjie hanno fornito il loro prezioso contributo in attacco e crescono di partita in partita a muro; Meoni (ne avremmo in ogni caso parlato bene: grazie mille per il passaggio fino a casa!) è il consueto regista dalle mani d'oro. E poi ci piace ricordare l'apporto fornito alla causa ieri da Filippo Strenghetto: in tutti e quattro i finali di set è entrato in battuta e il suo servizio ha sempre messo in estrema difficoltà la ricezione tarantina. E' mancato solo l'ace per far scattare in piedi tutta la panchina a cantare il coretto a lui dedicato.

Dall'altra parte della rete una formazione che con questa sconfitta mette mezzo piede in serie A/2, anche a fronte di un calendario futuro non proprio agevolissimo. La prestazione assai opaca di Cantagalli non ci toglie dalla testa la convinzione che certi giocatori rischiano di compromettere il ricordo del loro esaltante passato con l'incapacità di appendere le scarpe al chiodo prima che la parabola discendente della loro carriera diventi ripidissima. In questo il confronto con Andrea Zorzi, lì presente come commentatore per Sky, è impietoso.

La gara è sempre stata condotta piuttosto agevolmente da Padova, la cui furia agonistica si spiega anche forse con il timore di non raggiungere in tempo l'aereoporto di Brindisi (e chi sapeva che lì ci si sarebbe fermati per "sole" quattro ore e mezza?) per il volo di ritorno. Da parte nostra abbiamo barato dicendo un paio di volte a Pupo che non aveva più time out a disposizione; il solo Davide Tovo ha deciso di aggiungere un po' di pepe allla partita, vanificando con uno scontro frontale con Stelmach (come ai bei tempi delle giovanili il centrale rodigino vagava infatti per il campo travolgendo chiunque gli si parasse nelle vicinanze) il set point del secondo parziale, poi immancabilmente perso. Bella e calorosa - ma nei limiti della correttezza - l'atmosfera del nuovo (e bello) impianto di gioco tarantino, a dimostrazione che qualche innocuo fischio è comunque preferibile a partite giocate in silenziosissime cattedrali nel deserto.

Ma al solito, al di là degli aspetti tecnici, una due giorni di full immersion con il Sempre Volley permette di arricchire il già ricco campionario di episodi divertenti e aneddoti vari. A parte il solito telecomando mancante (è forse in atto un boicottaggio?) nelle sedute di video meeting di coach Dall'Olio e la cura maniacale nelle scelte gastronomiche da parte del team manager (già impegnato a verificare, in visa della trasferta spagnola di Cev, l'esatta dizione di los gamberones e di bucatinos all'amatricianas), si registra una new entry per quel che riguarda la casistica dei riti scaramantici pre-match. Novità per l'Edilbasso, ma a dire il vero un autentico classico tra le cose che, secondo la saggezza popolare, portano bene. Non volendo addentrarci, stante l'argomento, in dettagli troppo approfonditi vi diciamo soltanto che, scendendo dal pullman prima dell'allenamento di rifinitura della domenica mattina, Francesco Dall'Olio - distratto o più probabilmente già concentratissimo sul lavoro che lo attendeva - ha posato la sua Nike non esattamente sopra un piatto di lenticchie. Avrà voglia il coach di ripetere l'odorosa esperienza ad ogni trasferta? I possessori di cagnolini di Vibo Valentia possono già prepararsi ad una passeggiata nelle vicinanze del palasport...

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