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21 marzo 2005

PALAVERDE BIANCONERO 

Alla notizia che Venceslav Simeonov non sarebbe stato della partita, i più pessimisti tra i tifosi bianconeri, alla stregua dei più smaliziati trader borsistici, si sono affrettati a pronosticare l'ennesima facile vittoria della Sisley al Palaverde contro i poveri cugini padovani, vittime predestinate dei campioni d'Italia. Senza sapere che anche gli orogranata dovevano fare il conto con qualche "leggerissima" assenza: Gustavo, Fei e Cisolla hanno infatti seguito sin dall'inizio la gara dalla panchina, mentre nell'ultimo set - quando si dice che piove sul bagnato - anche capitan Papi ha dovuto alzare bandiera bianca per un piccolo accenno di crampi. Che i trevigiani abbiano una panchina lunghssima è cosa risaputa, ma senza dubbio in pochi potevano prevedere che in campionato Gravina, Gaspar, Kovacevic e Casoli sarebbero mai stati in campo contemporaneamente.

Attenzione però a non ridurre la bella vittoria dell'Edilbasso ad una mera serie di circostanze fortunate. Chi conosce da vicino l'ambiente trevigiano sa benissimo che la secca sconfitta dell'andata non è ancora stata digerita dai dirigenti della Ghirada e quindi - nonostante la Sisley possa permettersi senza troppe ripercussioni in classifica ogni tanto delle sconfitte in regular season, specie durante i periodi di maggior carico fisico - non si è trattato, come forse tutta l'Italia pallavolistica immaginerà, di un gentile regalo. Le percentuali finali di Padova fotografano comunque una squadra in salute, attenta in ricezione, presente a muro e efficace in attacco. E, comunque sia, anche cogliere le eventuali disgrazie e disattenzioni altrui è segno di forza e di maturità: quante volte infatti ci siam trovati a rimpiangere le occasioni favorevoli perse per strada? E invece questa volta il palazzetto di Villorba è capitolato in quattro set, per la gioia dei tanti tifosi giunti sino a Treviso per sgolarsi e poter raccontare un giorno di esserci stati quella volta che Padova conquistò sei punti su sei (!!!) nei due derby stagionali. Immaginiamo anche il sorriso larghissimo dei supporter della "curva Somec" questa mattina alla macchinetta del caffé: soddisfazione doppia aver vinto proprio in territorio ben noto, dato che l'azienda si trova in provincia di Treviso.

Il lungo elenco di assenze non ha inficiato i contenuti tecnici della sfida, sebbene sarebbe stato interessante vedere un faccia a faccia diretto tra i due opposti candidati a vestire la maglia azzurra in vista del prossimo ciclo olimpico. Il giovane Orel, alla sua prima esperienza assoluta da titolare, ha retto il campo dignitosamente: le percentuali di attacco alla fine non sono favolose, ma non spiegano del tutto l'intelligenza di alcuni colpi (meglio permettere una rigiocata sul proprio campo che farsi murare sonoramente) e l'attenzione nella tattica di muro. Strepitosa in tutti i sensi, invece, la prova di Leonardo Morsut: il riposo, più o meno forzato, di Palma di Maiorca inizia a dare i suoi frutti. Leo ha guidato da vero condottiero la squadra nei momenti di difficoltà, prendendosi anche la responsabilità degli attacchi decisivi nei momenti topici dei diversi parziali. Da capogiro poi le combinazioni fra capitan Meoni e i due centrali: Golas e Bontjie hanno messo giù praticamente (il polacco invero letteralmente: dieci su dieci!) ogni pallone passatogli tra le mani, a dimostrazione che per vincere una partita che sulla carta si è già messa bene, poi gli attacchi bisogna davvero metterli a terra. A corrente un po' alternata, ma cresciuto alla distanza e con sprazzi da campionissimo, la prestazione di Meszaros. Alla fine, però, il vero quesito degli addetti ai lavori era questo: va bene il tre a uno finale, ma con Stelmach in campo non si sarebbe vinto assai più agevolmente?

Di bene in Megius. Con un titolo degno del Guerin Sportivo degli anni d'oro (nella nostra infanzia siamo stati folgorati da un insuperabile "Mal di Pancev", secondo solo ad un mitico "La coscienza di Zeman"), doverosa parentesi finale dedicata alle ragazze del Volley Club Padova. Non solo le rappresentanti del volley cittadino sotto l'altra metà del cielo stanno conducendo con pieno merito il campionato di A/2, ma hanno anche conquistato, contemporaneamente alla nostra vittoria nel derby, l'accesso alla finalissima della Coppa Italia di categoria. Martedì sera alle otto e mezza saremo quindi sicuramente - sia che ci venga o meno generosamente elargito un accredito stampa - al Palasport Arcella a tifare calorosamente per il Megius, nella speranza che la società di Lino Borgo e Romeo Zilio (uno che in quanto a vulcanicità assomiglia molto ad un Presidente che conosciamo assai bene) possa portare a casa la prima di una lunga serie di meritatissime soddisfazioni. Spinato e compagne di sicuro arriveranno all'appuntamento preparate al meglio: lo può confermare un vecchio allievo di coach-professor Daniele Rampazzo.

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