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14 marzo 2005

SEGNALI DI RIPRESA 

Di questi tempi in casa Edilbasso & Partners bisogna accontentarsi dei segnali e se qualcuno cercava una risposta positiva, soprattutto in termini di atteggiamento del gruppo, al deludentissimo week-end di Coppa Cev, a Piacenza ha visto una squadra viva, battagliera e in grado di lottare per lunghi tratti ad armi pari con la capolista. Nel nostro piccolo già sabato, dopo aver assistito ad un allenamento di rifinitura molto buono, avevamo colto nell'aria qualche segnale di pronto riscatto ed eravamo pronti a scommettere su un dignitoso esito della sfida a Cavallini & C.

Tutti aspetti positivi che però, a fronte del tre a uno finale per i padroni di casa, non portano punti in classifica: a quattro giornate dalla fine della regular season c'è un affollato assembramento di squadre dal quarto al decimo posto e bastano una vittoria inaspettata o un inatteso passo falso a creare fluttuazioni improvvise tra i quartieri nobilissimi della graduatoria e la zona anonima di chi non disputerà nemmeno i play-off. Eventualità che sembra alquanto improbabile - immaginiamo che i nostri circa cento lettori maschili siano a contatto con circa duecento oggetti scaramantici - per Padova, visti anche gli incroci del calendario, a patto di giocare come ieri anche contro avversari sulla carta alla portata dei bianconeri.

La sfida del nuovissimo PalaBanca (un impianto costruito in fretta e furia e che, con l'inevitabile usura del tempo, concorrerà col San Lazzaro per il titolo di più brutto palasport d'Italia) sarà a lungo ricordata per il più incredibile errore arbitrale cui abbiamo mai assistito. Chi ci conosce bene è perfettamente a conoscenza del nostro rifuggire qualsiasi forma di vittimismo legata alle decisioni errate dei direttori di gioco, ma sicuramente una svista clamorosa - una palla out di almeno mezzo metro - in occasione di un set point di un parziale ai vantaggi (25-24 del secondo set con i nostri già avanti per un set a zero) non può avere lo stesso peso specifico di un errore in una fase più tranquilla della partita. Stigmatizziamo sia l'aggressivo capannello dei giocatori attorno al segnalinee che la successiva e prolungata reazione veemente del Presidente (i cui atteggiamenti, degni eredi dei migliori exploit dei vari Costantino Rozzi, Romeo Anconetani e Luciano Gaucci, potranno pure essere autentici e piacere al popolino per la loro sanguigna genuinità, ma gran poco rispecchiano l'insieme di valori sportivi che il Sempre Volley vuole trasmettere all'esterno), ma non possiamo domandarci come mai i due arbitri non abbiano avuto il coraggio di invertire un'indicazione così palesemente errata del giudice di linea. Portato a casa il regalo, la Copra ha potuto poi sfruttare il nervosismo in campo patavino e far suo abbastanza agevolmente il terzo set: le partite non si fanno con i se e con i ma, però sul due a zero la musica sarebbe probabilmente stata assai differente...

Ciò che ci fa sorrider - un sorriso amaro, ovviamente, com'è nel nostro stile - maggiormente è che certe lezioni di stile e bon ton arrivino dai dirigenti della Copra Piacenza. Persone, per esempio, abituate a sbraitare sistematicamente (quindi non in buona fede, ma, per intenderci, alla Recine) su ogni pallone dubbio e che farebbero meglio a pensare all'atteggiamento dei propri ragazzi prima di attribuire lezioni di galateo da non si sa quale cattedra. Sempre un piacere poi vedere un tipo come il direttore generale biancorosso Giorgio Varacca (uno da cui non compreremmo neppure una bicicletta usata: in primo luogo perché di sicuro ci rifilerebbe un rottame e poi chissà a quanto la fatturerebbe...) ridersela sotto i baffi: immaginiamo, perché in Italia lo sport è una faccenda seria, che si tratti solo di una curiosa omonimia col dirigente coinvolto in un paio di crac finanziari nella defunta Maxicono Parma.

A questo punto sarebbe davvero stimolante ritrovare la Copra, magari proprio al primo turno dei play-off. I piacentini hanno senza dubbio una squadra molto valida e spettacolare, ma con precisi e ben identificabili punti deboli. Padova può ripartire da questa buona prestazione per prendere lo slancio necessario per affrontare al meglio il rush finale di fine stagione: la prossima tappa, praticamente impossibile, è quella del Palaverde. Ma chissà che, oltre ai segnali, non arrivi da Treviso anche un insperato punticino.

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