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08 aprile 2005

L'EQUILIBRIO 

Dobbiamo ammetterlo: aspettavamo con tanta ansia l'inizio di questi play-off, ma si è partiti proprio col piede sbagliato. E non ci riferiamo all'esito sportivo, ma alla delusione per la mancanza di una manciata di secondi in ricordo del Principe Ranieri: eppure Alberto di Monaco amava così tanto la pallavolo... Ora ci auguriamo solamente che la folla di lettori di Gente e Oggi che certamente affollerà il Principato per dare l'estremo saluto al regnante non blocchi gli eleganti boulevards di Montecarlo alla ricerca di una bella foto-ricordo (o feticcio di cattivissimo e poco rispettoso gusto?) con la salma.

Al termine di un viaggio snervante - sia per la squadra che ha percorso la trafficatissima autostrada che per la dirigenza che ha invece optato per i crateri (un evidente omaggio dell'Anas alle formazioni rocciose di origine vulcanica che costeggiano la carreggiata) della superstrada E45 - è andato ieri in scena a Perugia il primo atto della sfida di quarti di finale dei play-off scudetto 2005. E, tra due squadre che hanno finito la stagione regolare con gli stessi punti e che sia la gran parte degli addetti ai lavori e i bookmakers giudicano di caratura assai simile, non poteva che finire al tie-break: secondo molti tutta la serie si snoderà lungo il filo di un estremo equilibrio.

A spuntarla è stata l'RPA LuigiBacchi.it (si discute tanto della carenza di sponsor a Padova, ma non è che in Umbria se la passino tanto meglio, se lo spazio principale della maglia è appannaggio di un rivenditore locale di autocarri), ma non nella maniera netta di appena una settimana fa. Anzi, si può tranquillamente parlare di gentile concessione dell'Edilbasso, che in almeno due parziali - ma soprattutto nel quinto e decisivo set - ha dilapidato un vantaggio consistente, gestendo in maniera non ottimale gli attacchi decisivi. Simeonov a parte, infatti, le bocche da fuoco bianconere sono incappate in una giornata non troppo brillante, evidenziando forse anche un'inedita, almeno nella nostra metà campo, paura di vincere o meglio quello che viene definito, con gergo poco tecnico ma senza dubbio efficace, il braccino.

Non mancano tuttavia i motivi per guardare con fiducia all'immediata rivincita di domenica pomeriggio: la compagine di Fefè De Giorgi si è confermata formazione ampiamente alla portata dei nostri, a patto di non farsi sopraffare dalla delusione per l'occasione mancata. E' quindi necessario raccogliere a sè tutte le forze, di natura sia fisica che morale. In questo sarà fondamentale anche l'apporto del pubblico e ci si aspetta, nonostante il blocco del traffico, un Palasport San Lazzaro gremito come in occasione delle partite di cartello. La società ha saggiamente deciso di ritoccare addirittura al ribasso i prezzi dei biglietti, nella speranza di non ripetere il mezzo flop commerciale dello scorso anno, quando la gara di quarti di finale contro Piacenza fu vista essenzialmente dai soliti encomiabili fedelissimi e poco più. Al PalaEvangelisti per creare calore attorno alla squadra i tifosi ricorrono perugini al mezzuccio (tra l'altro espressamente vietato dal regolamento, ma evidentemente i delegati tecnici chiudono un occhio... e anche un orecchio!) di collegare i tamburi a degli amplificatori, così quattro gatti fanno fittiziamente lo stesso rumore di una gradinata piena; dimostriamo che a Padova, solo con mani, voce e cuore, è possibile ricreare il clima di una torcida brasiliana.

Un piccolo appunto sul percorso motivazionale che ha condotto al match di ieri sera. Qualcuno aveva mosso qualche critica - probabilmente anche corretta - al timing delle recenti esternazioni presidenziali (quelle, per intenderci, indirizzate al "silenzio assordante" delle istituzioni cittadine), giunte proprio alla vigilia della sfida che poteva valere il quarto posto assoluto in classifica. Con coerenza dobbiamo però segnalare che non è stato il massimo nemmeno leggere nella mattinata di ieri, proprio alla vigilia della partita, le affermazioni di coach Dall'Olio, quando dice che "d'ora in avanti è tutto guadagnato": frasi forse poco consone a creare un clima carico per un evento di questa importanza. A meno che la sconfitta per tre a due non vada letta come un bel punto guadagnato in chiave salvezza...

Musi lungi, anzi lunghissimi, nella strada del ritorno a Padova. E forse anche esagerati perché una squadra che vuole iscriversi a pieno titolo nel registro delle grandi deve implementare anche una certa cultura della sconfitta, senza passare senza mezzi termini dall'esaltazione sfrenata alla delusione più cupa. Noi rimaniamo estremamente fiduciosi per il proseguio della serie. E, a dire il vero, anche oltre. Tanto che proprio da questo blog partirà a breve, se tutto dovesse andare bene, una nuova iniziativa: giocatori, dirigenti, tifosi e simpatizzanti si preparino a mettere sul piatto una loro promessa/impegno nel caso in cui...

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