04 aprile 2005
TRA CORDOGLIO E IPOCRISIA
Difficile che qualcuno non lo sappia, ma ricordiamo che l'ultima giornata di regular season - con l'Edilbasso di fronte all'Icom Latina per confermare il quinto posto dell'anno scorso - si disputa questa sera alle 20.30.
In occasioni del genere - ci riferiamo ovviamente alla scomparsa del Papa, ossai una persona che, dal nostro umile punto di vista laico, si è battuta come poche altre contro le guerre e la povertà - è difficile esprimere un'opinione e probabilmente a pochi interessa sapere il nostro giudizio, tra l'altro a forte rischio fraintendimenti, sulla sospensione di tutte le manifestazioni sportive del week-end nel territorio italiano. Il dolore è una questione strettamente personale e al riguardo tutte le opinioni sono legittime. Osserviamo solo che i bar, i cinema e gli esercizi commerciali erano tutti aperti e che oggi quasi tutti i mass media allegano un supplemento (a pagamento) sulla vita del Pontefice. Poi in quasi tutti gli Stati (tranne Polonia, Messico e Filippine!) la vita è andata avanti normalmente, delegando alla sensibilità individuale - quanto ci piacerebbe che invece del cordoglio istituzionalizzato ci fosse un giocatore che in piena libertà affermasse di non sentirsela di giocare... - i momenti di riflessione e cordoglio.
Nel minuto di silenzio odierno penseremo a tante cose. Alla spettacolarizzazione del decesso di un anziano sempre sotto i riflettori, alle sue scelte controverse, alla sua coerenza, alle sue battaglie. E magari dedicheremo dieci secondi anche alle povere (in tutti i sensi e ininfluenti sullo schacchiere politico-economico del pianeta) vittime delle varie tragedie naturali del Sud-Est asiatico.
In occasioni del genere - ci riferiamo ovviamente alla scomparsa del Papa, ossai una persona che, dal nostro umile punto di vista laico, si è battuta come poche altre contro le guerre e la povertà - è difficile esprimere un'opinione e probabilmente a pochi interessa sapere il nostro giudizio, tra l'altro a forte rischio fraintendimenti, sulla sospensione di tutte le manifestazioni sportive del week-end nel territorio italiano. Il dolore è una questione strettamente personale e al riguardo tutte le opinioni sono legittime. Osserviamo solo che i bar, i cinema e gli esercizi commerciali erano tutti aperti e che oggi quasi tutti i mass media allegano un supplemento (a pagamento) sulla vita del Pontefice. Poi in quasi tutti gli Stati (tranne Polonia, Messico e Filippine!) la vita è andata avanti normalmente, delegando alla sensibilità individuale - quanto ci piacerebbe che invece del cordoglio istituzionalizzato ci fosse un giocatore che in piena libertà affermasse di non sentirsela di giocare... - i momenti di riflessione e cordoglio.
Nel minuto di silenzio odierno penseremo a tante cose. Alla spettacolarizzazione del decesso di un anziano sempre sotto i riflettori, alle sue scelte controverse, alla sua coerenza, alle sue battaglie. E magari dedicheremo dieci secondi anche alle povere (in tutti i sensi e ininfluenti sullo schacchiere politico-economico del pianeta) vittime delle varie tragedie naturali del Sud-Est asiatico.
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