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26 maggio 2005

ALTRI ADDII 

A noi le persone intelligenti son sempre piaciute. E tante cose si possono dire di Giuseppe Cormio, ma non che non sia una persona estremamente intelligente.

Dotato di una dialettica molto forte e di un bagaglio infinito di aneddoti, raccontati tra l'altro con il prezioso bonus del simpatico e inconfondibile accento marchigiano, il buon Beppe lascia Padova per assumere lo stesso incarico - quello di general manager - in quel di Trento. Farà un certo che vedere le sue proteste (negli annali del campionato rimarrà indelebile il vano tentativo, di fronte ad un arbitro particolarmente pignolo, di far giocare Garghella con il suo maglione di cachemire) dall'altra parte della rete, ma siamo sicuri che nei confronti dei bianconeri non sarà mai animato sul campo da quella rivalità rancorosa che invece riserva ad altre sue ex squadre.

Quando Cormio arrivò a Padova per il suo secondo "mandato" (aveva già lavorato per il Petrarca ai tempi del Charro) si lamentò del fatto che quasi tutti i media locali avessere pescato in archivio delle foto in cui appariva inevitabilmente più giovane. Noi, per omaggiarlo, abbiamo scovato, grazie ad un infiltrato della Questura (sezione osservazione gruppi extraparlamentari), questa immagine, risalente con tutta probabilità a tempi in cui invece che inveire contro arbitri e avversari lanciava molotov alle forze dell'ordine...



Ci auguriamo che Beppe continui a seguire con un occhio di simpatia le vicende di una società sicuramente importante per la sua crescita professionale e che di tanto in tanto torni anche a bazzicare in questo blog, magari permettendosi qui la libertà di abbandonare la seriosità e la scontatezza delle vesti e delle dichiarazioni ufficiali. Mal che vada, per non essere scoperto, può sempre celarsi dietro uno pseudonimo. Nell'NBA si ritirano le maglie dei giocatori che hanno fatto la storia di una franchigia, noi potremmo fare altrettanto inibendo a chichessia l'utilizzo di nicknames quali krigor o bobo...

Nel frattempo qualcuno ci ha rimproverato di non aver dedicato nemmeno mezza parola relativamente alla cessione - a Piacenza, dove tra l'altro incontrerà di nuovo Pupo come allenatore - di Venceslav Simeonov. A dire il vero non abbiamo molto da aggiungere rispetto alla notizia nuda e cruda: il sacrifico era nell'aria da molto tempo e, anzi, arriva forse con un anno di ritardo. Perché - per quanto sia inutile piangere su ciò che non è stato - se quella clamorosa offerta della Sisley fosse stata accettata, ora forse si discuterebbe del futuro di Padova in ben altri termini. Di sicuro rimpiangeremo le capacità tecniche e atletiche dell'italo-bulgaro, ma, sia detto in tutta sincerità, poco altro. E poi, sicuramente sbagliando, riteniamo che il tassello dell'opposto sia quello relativamente meno problematico da sostituire sul mercato.



A legger di tutti questi saluti pare proprio che il bel puzzle del Sempre Volley, costruito con tanta fatica, perda via via tutti i pezzi. Per quanto triste, ciò è innegabile e ci sembra proprio che i sacrifici non siano nemmeno finiti: questo non significa affatto smobilitare, ma semplicemente ricalibrarsi su quelli che sono i reali orizzonti di una realtà come Padova. Dispiace anche per quei tifosi che sicuramente saranno ancora una volta in trincea a soffrire, ma che avevano accarezzato, come noi, il sogno che le porte dei vertici del volley nazionale si aprissero: l'urlo è stato, ancora una volta, un ululato alla luna.

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