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29 settembre 2005

CIAO POETA 

Dopo Arkadiusz Golas, un'altra stella del firmamento pallavolistico patavino saluta tutti. Pochi istanti fa ci è infatti giunta la notizia dell'improvvisa scomparsa, in seguito ad un malore, di Youri Sapega.


Il campionissimo sovietico, oggi in forza alla Dinamo Mosca e alla federazione russa in qualità di dirigente, aveva deliziato gli spettatori del San Lazzaro per tre stagioni dal 1991 al 1994, per poi intraprendere, sempre a Padova, la carriera di allenatore. Ricordiamo ancora una telefonata nel cuore della notte dell'allora direttore generale Angelo Squeo per annunciarne, ovviamente raggiante, l'acquisto: Sapega era una colonna dell'invincibile CSKA Mosca e i suoi movimenti erano rappresentati in qualsiasi manuale della pallavolo giocata. Portarlo nella città del Santo era stato un grandissimo colpo di mercato e, se la burocrazia del vecchio regime non si fosse messa di mezzo, il suo compagno d'avventura sarebbe stato Fomin.

Centrale dotato di una tecnica sopraffina, è stato senza dubbio, assieme a Kiraly, il giocatore più forte mai sceso su un parquet italiano. Erano i tempi delle ricchissime Parma, Ravenna, Modena, Milano e Treviso e solo questo ha impedito a Youri di arricchire il suo già vastissimo palmares personale. La coppa Cev del 1994 - unico trofeo della storia del Petrarca/Sempre Volley, oltre che unico alloro continentale a squadre conquistato da una compagine cittadina - porta in ogni caso la sua indissolubile firma.

I ricordi personali che ci legano a Youri sono davvero tantissimi, anche perché, sia da giocatore che successivamente, il numero 7 petrarchino è stato uno dei pochi amici veri e intimi, almeno nel mondo del volley, del Presidente: tra i tanti, una cena nella sua casa di Albignasego (quella che per oscuri scherzi del destino sarebbe poi stata affittata al padovano doc Meoni) con un palettaro, ancora adolescente e piuttosto maldestro, che fece cadere tutte le medaglie olimpiche. Ma anche un paio di maglie CCCP ricevute in regalo, assieme ad alcune manciate di spille comuniste. E ancorale chiacchierate con la giovanissima moglie Lada e la nascita del primo figlio Sasha, cui ora ci stringiamo in un tanto virtuale quanto inutile abbraccio fortissimo.

Saremmo curiosi di vedere oggi all'opera un giocatore come Sapega; la sua ricezione ai limiti della perfezione metterebbe in seria difficoltà qualsiasi allenatore: quale pazzo lo sostituirebbe in seconda linea per inserire il libero?

Golas e Sapega, Sapega e Golas: due centrali, il passato e probabilmente il futuro della pallavolo mondiale. Col cuore affranto non possiamo fare altro che stringerci al presente per andare avanti.

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