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12 settembre 2005

NELLA TERRA DEI GONZAGA 

Il memorial "Roberto Iori" di Suzzara ha rappresentato per il Giotto Padova non solo un'ulteriore tappa di avvicinamento al campionato, ma anche la prima uscita lontana dalle mura amiche per la truppa agli ordini di Mauro Berruto: oltre ai meccanismi in campo la due giorni mantovana ha consentito quindi anche di consolidare lo spirito di gruppo e di testare le regole di condotta volute dal nuovo coach. Non ci sono stati contusi, né sono volate le sedie; si può quindi dire che tutto si è svolto per il meglio.

La giornata di sabato ha visto di fronte nella semifinale del pomeriggio il Sempre Volley all'Acqua Paradiso Gabeca Montichiari dei tanti ex: Erardo Meggiolaro, cui auguriamo di sfruttare al meglio questa opportunità nella massima serie (lo spazio non dovrebbe mancare, dato che in estate i bresciani hanno contattato qualsiasi palleggiatore in attività - forse anche Vullo, Santuz e Rebaudengo - pur di rimpiazzare Boninfante); Gregor Jeroncic, sfoggiante un inedito look alla passione-di-Cristo e sorprendentemente escluso dalla gara per scelta tecnica a favore di Vito Insalata e Domotor Meszaros, nella sua nuova versione iper (troppo?) palestrato. Ha senza dubbio stupito la relativa facilità con cui Padova ha chiuso la gara per tre a zero, forte di un Pampel costante, di un Esko preciso e di un Andrae molto presente in battuta e in attacco. Tolti i meriti del Giotto non si può non pensare ad una Montichiari notevolmente appesantita dai carichi di lavoro, anche se la fase di preparazione estiva volge ormai al termine.

Pur non dimenticando le ammirevoli finalità benefiche del torneo di Suzzara, non possiamo esimerci dal commentare il colpo di genio degli organizzatori, che hanno pensato bene di collocare la finale alle 20.30 di domenica. Cioè l'orario della finale degli Europei di volley. Che si svolgevano a Roma. Che erano in diretta tv. In chiaro, in prima serata. Con l'Italia in finale. Un vero e prorio errore strategico, ancor più grave considerando il fatto che il pubblico della pallavolo, a differenza di quello di altri sport, è composto in larghissima parte di praticanti e addetti ai lavori. E l'appeal di Giotto Padova-Marmi Lanza Verona, con tutta la buona volontà, non è certo lo stesso di Russia-Italia...

La lunga attesa della finale, depurata dagli obblighi di carattere tecnico (come l'allenamento mattutino, di cui segnaliamo una divertente partita di calcetto con Veres goleador, e la sessione di video), è stata sfiancante (da qualche anno a questa parte la visione di un Gran Premio di Formula Uno non può certo definirsi uno spettacolo emozionante) e ha un po' affievolito la carica agonistica dei nostri. L'avvio della finale è stato infatti assai balbettante per i bianconeri (nell'inedita divisa-pigiama grigia), sia in termini di gioco che di atteggiamento. Rispetto all'altra amichevole contro gli scaligeri, i veronesi hanno recuperato il loro uomo di punta, Ramon Gato, ma non può essere solo questa sostituzione ad aver spostato gli equilibri. Perso il primo set, i padovani sono rientati in carreggiata nel secondo e assai più combattuto parziale, perso però ai vantaggi e con almeno quattro-decisoni-quattro che definire dubbie è senza dubbio fare un favore agli arbitri. Il Giotto ha vinto bene il set successivo e si portava sul 2-1, ma la rimonta si fermava qui, senza riuscire a portare la gara al tie-break. Prima sconfitta stagionale, quindi, e nel complesso alcune valutazioni che, da semplici impressioni iniziali, iniziano ad avere una certa consistenza. Le principali note positive arrivano dalla diagonale Esko-Pampel: il finlandese, oltre a confermare di possedere una palla spinta estremamente interessante, si è anche distinto per intelligenza tattica e capacità di lettura delle diverse situazioni di gioco, mentre il tedesco ha garantito, grazie alla notevole varietà di colpi del suo repertorio, una costanza di rendimento vicino all'eccellenza anche nei momenti in cui la squadra sembrava perdersi. In chiaroscuro invece il weekend di Bjorn Andrae, probabile MVP al sabato e oggetto misterioso la domenica, della ricezione e dell'apporto complessivo dei centrali. Il rendimento del martello di Berlino sarà una delle chiavi importanti del campionato del Giotto: già nelle precedenti esperienze italiane Andrae ha alternato picchi di rendimento molto alti a periodi pittosto lunghi di appannamento e compito dello staff tecnico sarà quello di stabilizzare questa curva, ovviamente in prossimità dei livelli più elevati.

Sbrigate le formalità tipiche di queste situazioni - ritirata la coppa (che da buona tradizione, sempre ottima in tempi di austerity, diventerà, con abile cambio di targhetta, un nuovo trofeo da mettere in palio), saldato ciò che c'era da saldare e incassato ciò che c'era da incassare - il capo delegazione (ormai il palettaro si sta ricollocando a tutto campo) ha dichiarato ufficialmente chiusa la trasferta. Il santino di Sandro Camporese ha fatto sì che la spedizione si svolgesse senza problema alcuno, se si eccettua l'indubbio record di riuscire a pagare un pasto nell'ambito di una cena offerta dagli organizzatori...

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