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01 settembre 2005

PEZZI DI VOLLEY GIOCATO 

Dalle parti di Roma, quando dalle parole si passa ai fatti, si dice che le chiacchiere stanno a zero. Il Sempre Volley supera il fiume, tipicamente estivo, degli scenari solo immaginati, delle impressioni virtuali e dei sogni da ombrellone con la prima amichevole della stagione, giocata al San Lazzaro contro il Bassano Volley, squadra di A/2 con fondate ambizioni di play-off per la promozione nella massima serie.

Primo e doverosissimo applauso per i non pochi volonterosi (come per ogni manifestazione che si rispetti, gli organizzatori parlano con enfasi di mille presenti, mentre la Questura minimizza l'affluenza, stimandola in dieci spettatori: in verità eravamo circa in duecento, praticamente un record - come potrà certificare Massimo Salmaso, memoria storica della pallavolo cittadina - per un incontro di questo tipo) che hanno affrontato l'afa del palazzetto patavino per animare le tribune in occasione della prima uscita del Giotto. Sin dalle prime cessioni di giugno abbiamo sostenuto la tesi che la consolidata competenza del pubblico padovana può rivelarsi un'arma a favore di questa ennesima rifondazione sotto rete dei colori bianconeri: gli spettatori padovani sanno giudicare con intelligente occhio critico e, soprattutto, sono in grado di calibrare i propri giudizi in base del materiale a disposizione. Non è un caso che i vecchi sestetti di Gigi Schiavon e Angelo Lorenzetti, entrambi salvatisi non con pochi affanni, abbiano ricevuto applausi fragorosi e notevoli apprezzamenti. Di sicuro si tratta di un credito da conquistare e non già dovuto, ma gli uomini di Berruto appaiono motivatissimi a raccogliere la sfida.

L'amichevole si è conclusa con un perentorio 5-0 a favore del Giotto: un risultato molto netto, frutto anche di un avversario non propriamente irresistibile nonostante la presenza di un ex dal ricco curriculum come Daniele Desiderio (anni fa MVP del campionato spagnolo proprio come il nostro Peter Veres: speriamo bene...), ma anche di parecchie buone cose viste nella metà campo di Padova: la palla dietro di Esko viaggia molto veloce (sull'alzata avanti invece bisogna ancora lavorare un po') e Pampel è opposto forse non esplosivo come altri, ma di rara capacità tecnica. Non mancano certo i meccanismi da perfezionare - l'intesa con i centrali, per esempio - e il duro lavoro in palestra della prima settimana di allenamenti non è solo un alibi di comodo, ma un'assoluta verità. Gli automatismi di gioco sono ancora ben lontani dal realizzarsi con scioltezza e nella pallavolo non ci si può nemmeno appellare, come fanno nel calcio i Galliani di turno, alle cattive condizioni del campo di gioco: pare che su ogni mattonella del San Lazzaro il pallone rimbalzasse regolarmente.



Da sottolineare anche il positivo apporto, a partire dal terzo set, di quelle che ingiustamente vengono definite seconde linee: tra tanti fattori di ridimensionamento si può almeno dire che la panchina di Padova ha acquistato in ricchezza e qualità rispetto a quella dello scorso anno. Cibin e Hietanen, seppur in ruoli diversissimi, hanno impressionato per la tranquillità e la naturalezza con cui hanno bagnato il loro esordio in un contesto estremamente diverso rispetto a quello cui erano abituati sinora. Merito anche di un gruppo giovane, affiatato e omogeneo, in cui sono lontanissimi gli atteggiamenti da prime donne.

Appuntamento a sabato con la seconda uscita stagionale. Quello contro Verona sarà senza dubbio un test ancora più significativo, per quanto in questa fase di preparazione i risultati abbiano un'importanza marginale. Ma il clan Berruto vuole conquistare rapidamente sicurezza e consensi: il primo aggancio con la platea è senza dubbio riuscito alla perfezione.

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