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13 ottobre 2005

FINALMENTE GIOTTO 

Di questi tempi siamo un po' confusi e in tutta sincerità non sappiamo se i primi - convincentissimi - punti conquistati dal Giotto Padova siano una notizia più o meno rilevante dello stato di salute di un giovane rampollo, nemmeno troppo brillante se il risultato di tanti prestigiosi studi universitari oltreoceano sono solo delle felpe di dubbio gusto. Comunque tanto il Tg1 quanto il Tg5 (le testate che in gergo vengono definite le ammiraglie dell'informazione televisiva nazionale) hanno preferito aprire in settimana con una notizia di questo tenore piuttosto che informare sulle decine di migliaia di morti di un terremoto in Pakistan: sarà anche un discorso qualunquistico (come pure il fatto che il tossicodipendente sotto casa è un criminale da sbattere in galera, mentre Lapo un caro ragazzo da curare) e il trionfo dell'ovvio, ma a noi la cosa ha fatto abbastanza schifo.

Comunque sia a noi interessa soprattutto che il derby con la Marmi Lanza Verona ha finalmente mostrato al pubblico del "nuovo" Pala Bernhardsson il volto migliore della formazione allenata da Mauro Berruto. Peccato solo che lo spettacolo messo in scena dai ragazzi con la maglia stellata sia stato per pochi (ma sempre buoni) intimi: gli spalti erano infatti semideserti. Forse però non era lecito attendersi di più in un turno infrasettimanale - il mercoledì, tra l'altro, è spesso giorno di allenamento per tutti quei tesserati che costituiscono la spina dorsale della platea pallavolistica - e per di più con la contemporanea di una gara di serie A/1 femminile a poche centinaia di metri di distanza. Non crediamo fosse un problema insormontabile evitare queste dannose sovrapposizioni di calendario (5 in tutto l'anno!) fra Giotto e Megius, ma se la risposta, più o meno testuale, della Lega Maschile è stata "noi facciamo i calendari prima della Lega Femminile, si arrangino loro...", capite bene che è un po' come lottare contro i mulini a vento.

Ma passiamo al match che ha regalato i primi sorrisi in casa patavina. Il tecnico gialloblù Bruno Bagnoli aveva pure tentato invano di mischiare le carte, schierando in partenza al posto dell'acciaccato Granvorka (ex invero non troppo rimpianto da queste parti) il greco Karipidis e non il giovanissimo polacco Ba(r)tman, come invece aveva fatto nelle ultime gare. Peccato perché in casa Sempre Volley erà già pronta la contromossa di far scendere in campo Joker e Penguin... Ci perdoneranno gli amanti del fumetto per il terribile calembour, di cui già ci vergogniamo.

Dall'altra parte della rete una squadra viva, grintosa, divertente e reattiva. Non tanto come Martina Stella - capace di diramare, dieci minuti dopo il ricovero del manager Fiat, un comunicato stampa per precisare che si erano lasciati da tempo: amore vero, insieme nel dolore... - ma sufficientemente per piegare con un rotondo tre a zero le resistenze degli scaligeri. Ancora una volta copertina dedicata a Peter Veres, vero trascinatore del Giotto e piacevolissima sorpresa di questo avvio di campionato, ma in questo primo derby dell'anno sono in tanti a meritare una citazione di merito: da Esko che si è esibito in una regia pulita e varia, senza dare quasi mai punti di riferimento agli avversari, e ha infilato un filotto decisivo al servizio sul finire del secondo set a Botti, capitano trascinatore, passando per Gil, abilissimo nel farsi trovare pronto a rilevare Andrae e piazzare qualche colpo di finissima fattura. Il bel Rodrigo ha smentito quei maligni che lo volevano buono al massimo per fare l'attore in una telenovela messicana. E se poi Davide Tovo inizia anche a mettere a terra veloci in sequenza e pure un pallonetto (!), allora la giornata era proprio di quelle propizie...

I primi punti portano in casa Giotto, oltre all'inevitabile euforia per l'importante e meritata vittoria, anche tranquillità e consapevolezza dei propri mezzi. Il livello degli allenamenti nei prossimi giorni ne risentirà sicuramente in maniera positiva. E poi non ci poteva esser miglior regalo per Mauro Berruto, scappato al fischio finale a Torino per assistere alla nascita del secondo figlio. L'arrivo di una nuova vita è senza dubbio assai più importante di una schiacciata, di un muro o di una qualsiasi contestazione arbitrale, ma non si può certo dire che la squadra non abbia regalato a Beatrice il miglior benvenuto possibile. In questo momento ci immaginiamo comunque Mauro in sala parto a distribuire compiti allo staff di ginecologi e ostetrici e a bacchettare un infermiere per la mancanza di statistiche aggiornate.

La classifica finalmente si è mosssa. In settimana però i dirigenti di Padova avanzeranno la proposta di cambiare il sistema di attribuzione dei punteggi in classifica: 10 punti a chi batte squadre della stessa regione. I più saggi di voi obietteranno certamente che non si possono cambiare le regole del gioco a partita in corsa, men che meno per ricavarne palesemente un'utilità personale: sveglia ragazzi; siamo in Italia e se si può con la legge elettorale...

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