10 ottobre 2005
LA MACCHINA SPARA-PALLONI
Tra i tanti tratti caratteristici particolari del nuovo allenatore patavino (non deve essere invece considerata una rarità assoluta un esponente del mondo sportivo che estenda le sue letture a qualcosa oltre la Gazzetta dello Sport: ricordiamo con estremo piacere Massimo Tomalino portare in pullman la sua bella copia di Diario) vi è anche il non lasciar nulla di intentato, ricorrendo agli stratagemmi più curiosi e strambi per allenare al meglio la sua squadra, nemmeno si trattasse di Wile Coyote alla ricerca del modo per acciuffare l'odiosissimo bip-bip.
A conferma di ciò da qualche settimana ha fatto comparsa in palestra un aggeggio strano e quasi diabolico: la temutissima macchina spara-palloni. In sostanza è un dispositivo elettrico che, tramite due rulli che girano a velocità variabile, simula con efficacia tanto la battuta in salto quanto quella flottante. Due i principali vantaggi: da un lato si risparmia un giocatore al servizio (sicuramente Pupo Dall'Olio, stante la pochezza della panchina dello scorso anno, ne avrebbe richiesto l'utilizzo anche in partita), dall'altro si raggiungono volumi di lavoro altrimenti impossibili. I destinatari (o le vittime, fate voi) di questa meraviglia della tecnica sono Garghella, Veres, Andrae e Gil. I quali tornano a casa con grossi lividi sulle braccia, tanto che le rispettive fidanzate si chiedono se Berruto maltratti i loro ragazzi anziché allenarli. I quattro ricevitori diventeranno presto fanatici seguaci del luddismo, quel movimento che, agli albori della Rivoluzione Industriale, incitava alla distruzione delle macchine?
Come si può evincere dalla foto a lato, ai comandi dell'attrezzo, in qualità di bombardiere, si pone Simone Roscini. Questo blog è sempre stato, come il suo autore, a palese vocazione pacifista. Ma quest'arma ci è subito sembrata simpatica. Lo sarà ancora di più quando da spara-palloni diventerà acchiappa-punti.
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