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03 ottobre 2005

L'ALTRO LATO DELLA PANCHINA 1
Il profumo del sudore
 

Cari amici,
eccomi qua. Il coach. Anzi, l'allenatore. Anzi, no. Mauro.

Perché questi miei interventi sul blog di Andrea saranno "personali", come in ogni blog che si rispetti. Non aspettatevi quindi classiche dichiarazioni da allenatore. Non aspettatevi l'elenco degli infortuni o valutazioni su muro e ricezione. Non aspettatavi di leggere che la partita di domenica sará "decisiva" e che "faremo del nostro meglio". Non aspettatevi di leggere che i giocatori che incontreremo sono "grandi campioni" e che "non sará facile ma con il sostegno del nostro pubblico...". Tutte queste cose, se le volete leggere, le trovate sui giornali sportivi o su chi mi intervista in maniera ufficiale. Tra l'altro, se le volete leggere, quelle cose le trovate anche quando non parlo io, ma qualche altro mio collega, perché in fondo diciamo tutti le stesse cose. Le domande sono uguali per tutti ma, soprattutto, le risposte che quei giornali si aspettano sono le stesse. Anzi, direi che devono essere le stesse. Giusto per non turbare troppo l'ordine costituito. Quindi Berruto, Bagnoli, De Giorgi o Prandi non fa differenza. Prendete un articolo, fate il taglia & incolla dei nomi e della denominazione della squadra, mescolate con situazione di classifica e risultato della settimana precedente e avrete le vostre belle dichiarazioni ufficiali. Sempre uguali: dopo la vittoria, dopo la sconfitta; prima del match importante, dopo la finale. Non le troverete qui quelle dichiarazioni. Le lascio con piacere, prevedibili, scontate e poco intelligenti, a chi le vuole così. E chi le vuole così di solito vuole uno sport prevedibile, scontato e poco intelligente dove il calciatore esce con la velina per far felici quegli stessi guardoni che scannerizzano il suo labiale per farne prova televisiva, dove il campione non può sbagliare il rigore "con tutti i soldi che guadagna".

Qui, una volta alla settimana (ma anche la scansione degli interventi non sara’ preconfezionata, vero Andrea?), parla Mauro. Che, fra le altre cose, di professione fa l'allenatore della Giotto Padova. E quindi parla del suo lavoro e della sua squadra, facendo riferimenti ad altri punti cardinali. Spero li scoprirete piano piano e, così facendo, scoprirete anche me. E devo anche ringraziare il contributo di una persona che non conosco che ha scritto un commento su questo blog facedomi ribollire il sangue. É anche grazie a lui che ho deciso (raccogliendo l’invito di Andrea che è e resta il "titolare" del blog...) di parlare direttamente con la mia voce. Così chi entrerà sul blog del palettaro troverà direttamente le mie parole. Così evitiamo le interpretazioni, il virgolettato, il "pensavo che tu volessi dire che...", ecc. Qui trovate direttamente quello che penso. Ed io, di solito, quello che penso lo scrivo.

Così, tanto per incominciare, scrivo che se qualcuno mi mette in bocca che (o pensa di aver capito da non meglio precisate dichiarazioni) che mi arrendo, che mi sento battuto in partenza o che sto mettendo le "mani avanti" diciamo, giusto per fare un esempio, è come se insultasse mia moglie. Tutto chiaro? Spero di sì, come spero sia chiaro il mio invito che ribadisco a chiare lettere. Spero di incontrare lunedì sera tanta, tantissima gente a cui piace il pane duro, a cui piace lottare e sentire, alla fine, il profumo del sudore. Proprio così: il profumo del sudore.


Alla prossima!
Mauro


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