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21 ottobre 2005

L'ALTRO LATO DELLA PANCHINA 3
La mentalità vincente
 

Cari amici,
scusate il ritardo, ma fra partite viaggi e... sala parto gli ultimi giorni sono stati abbastanza intensi. Nel mio ultimo intervento avevo un figlio e 0 punti in classifica. Oggi ho 2 figli e 4 punti: la vita cambia in fretta!

Prima di tutto permettetemi di porgere il mio benvenuto a Beatrice che, per la precisione, si chiama Beatrice Athina nella speranza che il suo secondo nome (omaggio alla capitale greca dove ho vissuto due anni della mia vita e soprattutto l'incredibile ed indimenticabile esperienza dei Giochi Olimpici) possa accompagnarla verso una vita di sogni enormi da realizzare come è successo a me nell'estate del 2004. Bea è arrivata qualche giorno prima del previsto e purtroppo fino ad ora l'ho potuta tenere fra le braccia solo pochi minuti, ma recupererò.

Per ciò che riguarda la pallavolo siamo quasi al termine di un periodo molto intenso, fatto di partite ravvicinate. Sapevamo che avremmo dovuto incominciare bene questo periodo e lo abbiamo fatto con un bel 3-0 a Verona che ci ha portato i primi punti in classifica. Partita non straordinaria, ad essere onesti, ma molto intelligente, dove siamo stati capaci prima di far giocare male i nostri avversari tenendoli costantemente sotto pressione. Latina doveva essere la partita della conferma del nostro buon momento e, per alcuni versi, lo è stata. I "numeri" del match non spiegano infatti la nostra sconfitta: 108 punti per noi, 100 per loro; attacco nettamente migliore del loro; ricezione migliore della loro; un numero inferiore di errori... Eppure un solo punto in classifica e una sconfitta al tie-break. Misteri del volley, dove quello che conta è la continuità della qualità del gioco che esprimi, il saper mantenere il cuore caldo e la mente lucida soprattutto in certi momenti del set o del match. Ma da Latina siamo tornati con la consapevolezza che possiamo giocare alla pari contro un numero di squadre forse più ampio del previsto, in casa come fuori. Su questo punto non dovremo più tornare indietro. Mi auguro davvero che la trasferta di Latina oltre al nostro quarto punto in classifica ci abbia regalato la consapevolezza della necessità di farsi trovare pronti quando, contro qualunque squadra e in qualunque campo, si presenteranno delle occasioni.

La mentalità vincente, a mio giudizio, è fatta da due cose: la prima è la volontà assoluta di andare in palestra tutti i giorni con l'obiettivo di migliorare (individualmente e collettivamente) qualcosa. Magari una piccola cosa, un dettaglio, ma ogni singolo giorno. La seconda cosa è proprio la capacità di essere pronti quando quell'occasione (che sempre arriva, che sempre si presenta) passa davanti a te e tu devi acciuffarla. Bisogna rallegrarsi quando gli avversari sono difficili da battere perchè quello è l'unico motore che ti costringe a migliorare, ogni giorno che si ha davanti. Se i tuoi avversari sono difficili da battere tu sei costretto a dare in ogni partita, in ogni allenamento il tuo 110%. Il tuo orizzonte diventa un dettaglio che sta davanti a te, che ti serve per fare un piccolo miglioramento. E la somma di piccoli miglioramenti diventano grandi miglioramenti. Pensate a chi va in montagna e conquista le vette più difficili concentrandosi in maniera esclusiva sull'appiglio successivo o, se preferite, pensate alla Formula 1: la Ferrari è stata un esempio incredibile di mentalità vincente per anni e anni, quando pur vincendo (e senza troppa resistenza da parte dei propri avversari) il team continuava a sviluppare un'inesauribile volontà di lavorare sui dettagli magari riducendo il peso di un bullone di qualche milligrammo. Ma, poi, dato che anche i vincenti fanno errori, alla prima occasione un giovanissimo spagnolo si è fatto trovare pronto. E Alonso si è mangiato il "cannibale" Schumacher.

Alla prossima!
Mauro

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