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04 ottobre 2005

LUPI CATTIVI 

Dio è morto, Marx è morto... e neanche il Giotto Padova si sente troppo bene. Parafrasando Woody Allen ci accingiamo a descrivere l'assai poco convincente esordio casalingo del Sempre Volley, sconfitto per tre ad uno in quello che secondo alcuni era già un vero e proprio derby salvezza.

Tempo da lupi all'esterno del Palasport San Lazzaro (ultime ore per questa denominazione), ma la musica non cambia all'interno dello scatolone di via San Marco: la Codyeco Santa Croce, appunto i "lupi" della pallavolo italiana, sbrana le pecorelle con la maglia stellata, smarrite ogni qualvolta la gara presenti un passaggio delicato. La differenza è tutta qui: nell'ambito di un match sicuramente non esaltante per entrambe le squadre, i toscani hanno fornito la netta sensazione di saper gestire con maggiore tranquillità i momenti topici del match. E infatti, almeno questa è stata la nostra impressione, anche nei frangenti in cui era Padova a condurre il gioco, era piuttosto evidente che l'inerzia della gara avrebbe fatto pendere la bilancia dalla parte degli ospiti. Nelle situazioni di punto a punto, diversamente da altre in cui è invece un limite, la cartà di identità di vecchi marpioni come Held e Cantagalli diventa un fattore positivo.

Eppure il Giotto era partito bene, sulla scia di una regia brillante di Esko, della ricezione sicura di Garghella e della vena in attacco di Pampel e Veres. Anche la scelta di partire con Tovo - giusto riconoscimento ad una buona settimana di allenamenti - pareva azzeccata. Una volta messo in archivio il primo set in casa Sempre Volley si è però spenta la luce ed è mancato qualcosa in tutti i fondamentali. Da dimenticare la prova di Andrae, ma non è certo la responsabilità del singolo a spiegare la sconfitta. La stranezza più grande è che la squadra appare ancora lontana dal "berrutizzarsi": il tecnico di Torino - chi ha visto le sue squadre, piccole o grandi che fossero, lo sa bene - è abituato a trasmettere ai giocatori in campo la propria grinta e il proprio animus pugnandi, mentre da questo punto di vista i ragazzi di Padova devono ancora crescere molto. Dato che i miracoli non sono possibili e questo è il materiale a disposizione, l'unica soluzione, come ripetuto da più parti, è il lavoro. Non è certo il caso di demoralizzarsi o arrivare già ora a sentenze definitive: la scommessa Giotto è ancora tutta da giocare.

Una grossa mano dovrà però arrivare anche dal pubblico di Padova, ieri, a dire il vero, piuttosto sparuto. Nessun rimprovero comunque, le attenuanti erano tante e solide: il diluvio che si è abbattuto sulla città del Santo, la diretta televisiva di Sky e il fondato timore di rimanere imbottigliati nel traffico Ikea. Ancora quello di domenica, s'intende. Colorata e rumorosa la rappresentanza invece degli ultras biancorossi, caratterizzati dal tipico e tutto sommato simpatico vernacolo toscano.

Ora, complice il rinvio della gara con Piacenza, c'è qualche giorno in più per preparare meglio la prossima sfida, il derby casalingo contro Verona. E per onorare finalmente come si deve la memoria di Sapeva e Golas.

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