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17 ottobre 2005

UNA SCONFITTA DA CUI IMPARARE 

La trasferta di Latina è da sempre una delle più lunghe e stancanti dell'intero campionato: una volta giunti a Roma, praticamente ad un passo dal traguardo, bisogna affrontare l'insidioso grande raccordo anulare della Capitale - quello immortalato da Corrado Guzzanti in una grandiosa parodia di Venditti (fra l'altro se il pezzo fosse davvero dell'Antonello nazionale si tratterebbe della più bella canzone degli ultimi vent'anni del cantautore romano) - col rischio di metterci un paio d'ore per affrontare i 60 chilometri residui. Ecco perché in occasione della discesa in terra pontina molti membri dello staff tecnico e quasi tutti gli addetti ai lavori marcano visita. Se si aggiunge poi il fatto che recentemente, ultimo anno a parte, il Sempre Volley ha sempre rimediato da queste parti delle figure barbine, ecco spiegato lo scarso appeal della città di Latina.

Ci ha provato pure Mauro Berruto a non esserci, diviso com'era fra l'attesa per il secondo erede e il desiderio di votare per le primarie: decisamente sconsigliato, infatti, farlo nella città bonificata da quel tizio che faceva arrivare i treni sempre in orario ed era quindi preferibile se avesse fatto solo il capostazione. Al suo posto, comunque, sono andati davvero in parecchi.

Della partita alla fine la cosa che inganna di più è il risultato finale. Perché la sconfitta al tie-break è un verdetto sicuramente bugiardo per un Giotto Padova che, in una valutazione oggettiva, avrebbe meritato due, se non addiritura tre, punti. Una prestazione positiva soprattutto in attacco e un gioco addirittura più continuo e vario che contro Verona: se in quell'occasione, infatti, erano stati evidenti anche i demeriti dell'avversario, contro la Benacquista il Sempre Volley ha conquistato tutto con le sue forze. Veres ha confermato lo stato di grazia che lo sta accompagnando sin dalla prima partita, ma questa volta all'ungherese si sono uniti un Pampel più continuo del solito e un Andrae finalmente in palla.

Cos'è mancato allora per fare bottino pieno? Un po' di consapevolezza dei propri mezzi, specie quando un set giocato sui binari dell'equilibrio si avvia alla conclusione. In queste situazioni la squadra sembra smarrirsi, perde un po' delle caratteristiche peculiari del suo gioco e diventa facile preda di marpioni avezzi ai palloni che scottano come Biribanti e Vladimir Grbic. Tuttavia, sebbene il successo di Cagliari contro Modena non sia una bellissima notizia in chiave classifica, si torna dal Lazio con la consapevolezza di una squadra che sta pian piano assumendo una fisionomia interessante e comunque con un punto.

Inutile recriminare sull'occasione parzialmente sprecata: con i se e con i ma non si va da nessuna parte e soprattutto non si può cambiare quel che è successo. Resta solo l'amarezza per non aver potuto festeggiare brindando col liquore al cioccolato, gentilmente portato da Carlo Vettore. Il quale si è improvvisamente scoperto amante dei piaceri del cacao, tanto da recarsi a Perugia unicamente per la manifestazione di questi giorni dedicata al dolce prodotto. A volte si può far tesoro anche di un mezzo passo falso e alla lunga il lavoro paga. La strada è ancora lunga, ma questo Giotto Padova è nato per correre.

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