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24 ottobre 2005

ZERO ATTENUANTI 

Quasi sempre in questo blog cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno delle vicende pallavolistiche spesso tormentate del Sempre Volley, ma di fronte a prestazioni come quella offerta dai nostri ragazzi contro l'Acqua Paradiso Montichiari risulta oltremodo difficile - e forse suonerebbe anche un po' offensivo verso l'intelligenza di chi ci legge - scorgere qualche segnale positivo cui appigliarsi.

Il tre a zero di ieri del PalaBernhardsson non è certo frutto di una prestazione mostruosa da parte dei bresciani, anzi agli uomini di Simoni è bastato svolgere il minimo indispensabile per portare a casa agevolmente il bottino pieno. In campo patavino da sottolineare nuovamente l'incapacità di calarsi immediatamente nel clima di ciascun set (le partenze con rincorsa stanno diventando una brutta costante e questa volta non c'era nemmeno l'attenuante di trovare dall'altra parte della rete una pretendente per lo scudetto) e una sorta di paralisi tecnica e caratteriale che attanaglia gli uomini Giotto quando si giocano i punti decisivi. Gli unici sorrisi arrivano dal buon apporto (comunque vanificato poi da due sciagurati turni di servizio) fornito a gara iniziata da Marco Piscopo e dall'ennesima conferma di Peter Veres, pur sconfitto nel derby magiaro con l'amico e ex di turno Domotor Meszaros, come punto di riferimento bianconero.



Si potrebbe dire che i nostri hanno sentito troppo il peso della pressione, ma anche questa sarebbe una scusante piuttosto risibile: in fondo, per chi decide di dedicarsi all'attività sportiva in maniera professionistica, situazioni di questo tipo diventano un elemento ricorrente nel corso della carriera. Ciò che continua a stupire è il deficit caratteriale di questa formazione: molti addetti ai lavori concordano nell'affermare che la somma dei valori individuali e l'impostazione collettiva della squadra non si rispecchiano affatto nel desolante ultimo posto in classifica, ma appare evidente ai più - basta osservare i volti privi di mordente dei giocatori - che quando il tabellone dei punteggi indica l'approssimarsi delle fasi finali di un set a farla da padrone sono soprattutto la paura e lo smarrimento.

A nostro avviso è ancora troppo presto per recitare il de profundis. Sicuramente occore un cambiamento di rotta e pure repentino perché le giornate passano e le avversarie macinano punti. La nostra fiducia nel lavoro del coach è però massima e siamo certi che la settimana in palestra servirà a chiarire molti aspetti. Poi il campo, e solo quello, giudicherà il tasso tecnico della squadra: il verdetto potrebbe anche non esser favorevole - è una variabile del gioco - ma di sicuro sia il pubblico patavino che chi investe a vario titolo in questa realtà risorse non indifferenti (umane e materiali) meritano un altro tipo di spettacolo. Di sicuro d'ora in poi chi scenderà in campo con la maglia stellata dovrà farlo col coltello fra i denti, consapevole di tutte le difficoltà del caso, ma sempre con grande orgoglio.

Nell'amarezza generale risulta pure complicato raccontare con un sorriso sulle labbra della tradizionale scelta del MFP - most figo player (già, siamo ridotti a questo...) - da parte della dottoressa Paola Pavan (lei sì esempio della possibilità di coniugare doti professionali con un atteggiamento sempre positivo), che durante la partita, non trovando più una sponda né nel palettaro né nel fisioterapista per il suo irrefrenabile desiderio di comunicare in panchina, scambia bigliettini segreti con la segretaria Stefania Bottaro in Santuz per eleggere il giocatore più affascinante del match. Il prestigioso premio questa settimana è andato a Jeroncic (la giuria aveva avanzato anche la candidatura Perazzolo), nonostante abbia abbandonato lo stile "passione di Cristo" con cui si era presentato nel corso del pre-campionato. Per accontentare chi non ha potuto ammirare Gregor in quella versione pubblichiamo un primo piano estivo del giocatore: potesse servire, in tema di miracoli...


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