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12 febbraio 2006

AD UN PASSO DAL PARADISO 

A volte si rischia di crogiolarsi sempre sui medesimi interrogativi: punto guadagnato o ennesima occasione sprecata?

A guardare il bicchiere mezzo pieno c'è da dire che se il campionato finisse in questo momento il Giotto Padova sarebbe salvo, dopo aver portato a casa un punto in trasferta contro una squadra al quarto successo consecutivo e dopo esser stata pure sotto per due set a zero.

L'altra faccia della medaglia dice però anche che iniziano ad essere davvero troppe le occasioni in cui si torna a casa con molto meno rispetto a quanto si è seminato e non sempre i complimenti degli avversari bastano per sentirsi completamente soddisfatti. Il Sempre Volley ha giocato oggettivamente meglio dell'Acqua Paradiso Montichiari, paradossalmente soprattutto nei primi due parziali, ma non è stata capace di concretizzare ampi vantaggi e situazioni di gioco piuttosto favorevoli (l'infortunio di Gavotto e la non felicissima giornata di Meszaros). Ancora una volta sono state commesse ingenuità abbastanza inusuali per una squadra del massimo campionato, ma la qualità di gioco media continua a far ben sperare per il futuro. Quello che preoccupa è piuttosto il comportamento delle cosiddette big della serie A1: come diavolo avrà fatto Modena a perdere contro una Latina priva di Biribanti e Molteni?

Difficile individuare l'MVP del PalaGeorge. Nelle fila patavine hanno brillato le stelle di Andrae e Pampel, mentre Peter Veres inizia forse a pagare l'avvio di stagione oltre ogni più rosea aspettativa.

Encomiabile una volta di più - e non lo diciamo certo per piaggeria verso chi ci legge - l'atteggiamento dei supporters del Giotto. Come a Santa Croce la sfida del tifo è stata ampiamente vinta, alimentando però un'altra volta il consueto interrogativo: com'è possibile che una trentina di volenterosi in trasferta facciano molto più rumore di tutto il pubblico del PalaBernhardsson? Urge una smentita anche fra le mura amiche.

In definitiva un'altra prova più che discreta degli uomini di Gigi Schiavon. Il traguardo della salvezza resta comunque difficile e lontano, ma almeno visibile all'orizzonte. L'importante è continuare con questo slancio. Senza rischiare di finire senza benzina. Com'è invece successo alla macchina guidata dal direttore sportivo Stefano Santuz, e nella quale noi ci trovavamo, poco dopo Verona. Davvero il massimo ritrovarsi dopo una sconfitta sul ciglio della strada, mentre accanto sfrecciano bolidi a quasi 200 km/h, a smadonnare per un computer di bordo meno affidale (segnava ancora una settantina di chilometri di autonomia) delle statistiche di certi scout-men... Per fortuna l'angelo degli automobilisti assume a volte le sembianze di un tifoso storico bianconero, giunto dopo pochi minuti con una provvidenziale tanica di gasolio. Speriamo sia di buon auspicio: il viaggio continua.

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