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20 marzo 2006

VISTO DA UN'ALTRA PANCHINA 

L'attesa della partita odierna fra Giotto Padova e Cimone Modena - per nulla confortata dai risultati degli altri campi: stante la vittoria di Santa Croce a Cagliari, la corsa è su Latina, ma è necessario iniziare a pensare di far punti in tutte le tre gare residue - è stata riempita nel week-end ancora da (e come poteva essere diversamente?) pallavolo!

Rinunciando al classico sabato pomeriggio in tuta a fare zapping tra una gara di Premier League del Manchester United, l'anticipo di campionato fra Treviso e Montichiari e la sfida al vertice di basket fra l'amata Armani Milano e la Montepaschi Siena (in queste circostanze è assolutamente provato che i gol e le azioni più emozionanti si realizzano quando si è sintonizzati su un altro canale), il palettaro ha fatto il proprio esordio in serie C per seguire da vicino le giovani promesse del vivaio del Sempre Volley.

Anche il Somec, come i fratelli maggiori della serie A, naviga nelle zone basse della classifica e ogni punto risulta prezioso nella complicata sfida salvezza. Alla palestra Gozzano della Guizza (potenzialmente non avremmo dovuto nemmeno fare la fatica di prendere la macchina) il nucleo dell'under 20 bianconera ha affrontato l'Olimpia di San Giovanni Lupatoto, uscendone sconfitta al tie break dopo esser stata in vantaggio per due a zero. Va bene lo spirito di emulazione e prendere come esempio la prima squadra, ma non era certo il caso di imitare così bene le gesta di Botti & c. in quel di Cuneo...

Ci è molto piaciuto vivere dall'interno l'atmosfera dei campionati cosiddetti "minori" e di sicuro non mancheremo di avvicinarci nuovamente ai vari Pippo, Fede, Alberto, Fabrizio, Edoardo, Pietro e Davide. Non abbiamo notato particolari differenze con il palcoscenico maggiore: l'atmosfera in panchina è quella elettrica si sempre e la grinta, l'attaccamento ai colori e l'entusiasmo degli allenatori Mariella Cavallaro (siamo pronti a scommettere che non ha chiuso occhio per la sconfitta, ripensando come in un incubo all'incredibile sequenza di murate presa dai suoi giocatori...) e Michele Meoni non hanno nulla di diverso da quella di Gigi Schiavon e Simone Roscini. Ok, non ci sono le palette, le borracce, il tabellone coi nomi e i time-out tecnici, ma l'odore (buono) del campo è il medesimo.

Certo, la crisi generale del movimento pallavolistico ha reso queste serie simili più ad un cimitero degli elefanti che a serbatoi di giovani promesse e in quest'ottica per il Sempre Volley è sicuramente più importante la valorizzazione e la crescita in prospettiva futura degli atleti che il risultato immediato. Gli scaligeri con un pizzico di esperienza in più e qualche colpo da marpioni hanno avuto la meglio e regalato a noi la possibilità di passare all'incasso per il kebab che rappresentava il ricco premio partita promesso ai giovani bianconeri in caso di vittoria. Dai tempi della mitica formazione giovanile con Meoni, Tovo, Vianello, Baggio, Baroldi, Padovani, Marini e Levorin forse non è cambiato molto, se non che allora ci sembrava che ci fosse un po' più spirito di squadra. Ci dicono che non esistono più le pizze a fine gara e così ci siamo ritrovati a dare una mano al custode - non ce ne vogliano i lavoratori socialmente utili, ma abbiamo capito perché le società insistono tanto per gestire in prima persona le palestre... - a smontare la rete e sistemare i pali. Ma forse anche questa dimensione casereccia e un po' improvvisata ha un suo fascino e emana odore di sport autentico. Quello (ancora) lontano dai contratti professionistici e da tutte le sue problematiche.

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