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20 giugno 2006

THE WAITING IS THE HARDEST THING 

L'arrivo, da Mantova via Sisley, di Giorgio de Togni alla corte del SempreVolley non ha certo suscitato reazioni clamorose, ma si tratta pur sempre di un primo tassello sistemato in vista della nuova stagione. Qualcuno, osservando la giovane età del centrale ferrarese, avanza legittimi dubbi sul rischio di affidarsi a giocatori così inesperti, ma noi, francamente, abbiamo sempre preferito le scommesse futuribili - che, certo, si possono anche perdere - agli anonimi giocatori già sul viale del tramonto. Sull'esperienza, poi, abbiamo da sempre una nostra teoria: meglio avere in squadra Maradona e Ronaldinho a sedici anni oppure affidarsi a dei Pestalozzi e Cherubini (al momento, causa afa, non ci vengono in mente i componenti dell'undici della Longobarda guidata da Auronzo Canà) qualsiasi?

Il giocatore nativo di Ferrara sarà presentato alla stampa non appena l'operazione vedrà l'ufficializzazione con l'apposizione della firma del contratto (per questo, giustamente, il sito ufficiale non riporta la news). Coerentemente con un certo basso profilo, non arriverà di certo in sede in elicottero. Forse in treno. Nel caso potrebbe davvero prenotare la carrozza reale. Quella, ce lo auguriamo davvero di cuore, rimarrà disponibile per un bel po' di tempo.

Ci stupisce invece, nonostante il clima vacanziero e l'oggettiva scarsità di notizie succose (insomma, ci sentiamo un po' come la Rai che trasmette da sessanta estati sempre l'identico ciclo di film con Totò), l'interesse continuo attorno a queste pagine: il termometro delle visite non ha subito scossoni sensibili al ribasso e lo spazio dei commenti è sempre vivo e animato. Ci fosse un inserzionista interessato...

Comunque, come cantava Tom Petty, l'attesa è sempre la parte più difficile del tutto.

Sul fronte degli arrivi sono in corso diverse trattative per colmare il buco lasciato libero dalla partenza di Peter Veres (ricordiamo che il magiaro lotterà per lo scudetto in quel di Montichiari, col divin Julio in panchina). Si sondano mercati tradizionalmente poco battuti dai marpioni del mercato (pure qualche lungagnone dimenticato in panchina a Germania 2006: tutto fa brodo!), ma soprattutto bisogna inevitabilmente aspettare le mosse delle big. Una volta completati i sestetti delle squadre principali, a cascata si apre la danza di tutte le altre società.

La regola che guida sempre i movimenti del direttore sportivo Stefano Santuz (il cui budget, tanto per farvi capire come siamo messi, varia a seconda che a pranzo prenda un trancio di margherita o di pizza farcita...) è quella del cambiare solo per migliorare o in presenza di offerte economiche irrinunciabili. In definitiva, nessun gusto gattopardesco per la novità fine a se stessa. Per questo non sappiamo ancora dirvi, per esempio, se Pampel vestirà ancora la maglia stellata nel campionato 2006-07: noi, per saperlo in anteprima, consultiamo - pur con tutti i nostri limiti circa la comprensione dell'idioma teutonico - regolarmente la sua homepage, addobbata di volta in volta, con una celerità incredibile, con i colori delle maglie cui Christian presta i propri servigi (il giorno dopo Sisley-Giotto campeggiava già il bianco-rosso dell'Olympiakos Pireo, ora spiccano i toni della bandiera tedesca).

A margine di questo inutile post segnaliamo la volontà chiarificatrice, espressa in una lunga e piacevole telefonata, di Massimo Botti. L'ex capitano patavino ci tiene a precisare di non aver mai espresso alcun giudizio negativo sull'esperienza all'ombra del Santo, anzi di essersi trovato molto bene e di volere a tutti i costi lasciare un ricordo positivo in un ambiente in cui si è trovato a suo agio. Noi non avevamo dubbi al riguardo (e speriamo non li avessero nemmeno i nostri lettori, ma con tutta la buona volontà facciamo già fatica a farci carico dei nostri miseri dilemmi, figurarsi quelli altrui) e volevamo solo annotare la distortura giornalistica di una dichiarazione oggettivamente uscita molto male (sarà un difetto o una nostra scarsa attenzione agli aspetti più concreti della vita, ma - sempre fedeli alla lezione di Don Milani - non riusciamo proprio a non dare un peso importante alle parole), però registriamo questa volontà di mettere i puntini sulle i come il comportamento di una persona intelligente, attenta e sensibile.

Ci auguriamo solo che tante attenzioni e legittime rimostranze siano rivolte anche a chi ha compilato in maniera sbrigativa l'articolo incriminato, perché noi sinceramente, fra chi riporta un virgolettato non rispondente al vero e chi invece su quello fonda la sua opinione, ci incazzeremmo molto di più col primo. Se no si entra in quell'assurdo ragionamento secondo cui le intercettazioni - oggi tanto di moda - sono a priori sbagliate: come se, aprendo distrattamente una porta e scoprendo un omicidio, il problema principale fosse quello di dover prima bussare...

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