<$BlogRSDUrl$>
Google
Web semprevolley.blogspot.com



Clicca qui per acquistare on line "Una rete una città una storia", il libro su oltre mezzo secolo di pallavolo a Padova firmato da Massimo Salmaso e Andrea Sartorati



12 settembre 2006

ANTONVENETA, ALTO TASSO DI INTERESSE 

Mentre ci chiediamo fin dove potremo spingerci con questi titoli (anche se nella più classica delle commedie statunitensi anni Ottanta - quelle con Michael J. Fox per intenderci - il CEO di una grande società ci noterebbe per caso e ci proporrebbe immediatamente il ruolo di vicepresidente), ci apprestiamo a raccontare dell'esordio casalingo del Sempre Volley Padova.

Suvvia, togliamoci subito il sassolino dalla scarpa: a dire il vero abbiamo corso il serio rischio di non essere in grado di scrivere queste righe perché accecati, come gran parte degli spettatori del PalaBernhardsson, dalla luce impazzita di un led pubblicitario fuori uso. Per fortuna Emanuele Zanini, tecnico dell'RPA Perugia, ha sollevato, dopo quelli annosi dei palloni troppo sgonfi e degli orari di allenamento per la sua squadra (un vero paladino della giustizia: nemmeno Robin Hood affrontava così tante nobili cause in due giorni...) il problema con la necessaria gravità e urgenza.

Si diceva dell'esordio dei bianconeri nel campionato 2006/07. Si può essere ampiamente soddisfatti di una sconfitta? Assolutamente sì e la risposta deve essere abbastanza condivisa se è vero che Tovo e compagni, dopo aver deposto le armi solamente sul 19-17 del quinto set, hanno ricevuto un convinto applauso da parte dei 1.300 dell'impianto di via San Marco.

La sfida tra Antonveneta e RPA è stata il classico incontro tra due formazioni con il cartello "lavori in corso" ancora appeso fuori dalla palestra: tanti errori, parecchie ingenuità e un sistema di gioco che deve essere sicuramente perfezionato.

Ciò non ha comunque impedito l'uscita di un match emozionante, divertente e a tratti spettacolare. Specie da metà del terzo set in poi, quando anche i nostri hanno deciso di gettarsi nella mischia. Sino ad allora infatti si era praticamente trattato di un monologo umbro, spiegabile non solo con l'evidente differenza di caratura tecnica fra le due squadre.

Inutile, visto anche l'andamento della partita, recriminare su un risultato che poteva essere ancora più favorevole: è vero, l'Antonveneta ha avuto a disposizione anche un match-ball - fra l'altro sprecando piuttosto malamente con una difesa maldestra la possibilità del contrattacco vincente - ma pure gli avversari avrebbero potuto chiudere col bottino pieno. Meglio tenersi ben stretto il punto conquistato (facciamo notare che in classifica sono dietro sia i campioni d'Italia che quelli d'Europa, oltre allo squadrone di Pupo Dall'Olio; ma ad esser sinceri non crediamo che saranno queste le squadre coinvolte nella lotta per la salvezza...) e godere di una prestazione confortante, specie sul piano del collettivo.

Che i segnali fossero molto buoni lo si era intuito - per quanto possano esser valide le impressioni di un singolo allenamento e di una cena in compagnia - sin dall'arrivo degli ultimi elementi della rosa domenica mattina. E infatti avevamo subito consigliato un nostro amico - perché, si sa, i tesserati non possono farlo - di scommettere sulla vittoria casalinga. I tedeschi, col vice-capitano Bjorne Andrae in primis, sono immediatamente apparsi consapevoli dell'importanza del loro ruolo, probabilmente consi di trovarsi, ognuno per diversi motivi, di fronte a snodi importanti della propria carriera.

La prima prova di regular season ha offerto qualche buon indizio anche a livello individuale. La curiosità ovviamente riguardava soprattutto i nuovi: Robert Kromm è un giocatore che, per quanto bersagliato in ricezione (sarà una costante della stagione), potrebbe rivelarsi incontenibile in attacco, specie quando raggiungerà una discreta intesa con Mikko Esko, il quale non può certo servire a un perticone di 213 centimetri la stessa palla molto spinta che forniva ad un giocatore completamente diverso come Peter Veres.

Al di là di un paio di inevitabili "piscopate", l'Antonveneta si è dimostrato un cantiere estremamente interessante. Non è mancato nemmeno l'importante apporto della panchina (salutiamo con piacere l'esordio più che positivo in serie A di Giovanni Quarti e il primo muro vincente di "Tonno" De Togni). Dall'altra parte della rete, oltre all'MVP Lebl, ci ha impressionato Damiano Pippi, libero di straordinario senso tattico, classica caratteristica che mai nessuna statistica potrà sintetizzare.

E che non manchi la buona volontà lo dimostra anche l'incredibile scena di inizio tie-break quando una ventina fra addetti e atleti erano alacremente impegnati ad asciugare il campo dopo che un tentativo di recupero di Esko aveva rovesciato sul taraflex una borraccia colma d'acqua. Se solo lo sponsor fosse stato un detergente per pavimenti, avremmo già realizzato lo spot dell'anno...

Insomma, al di là del risultato finale che poteva essere ancora migliore, al PalaBernhardsson si è ascoltata della buona musica. Merito anche del nuovo e apprezzatissimo speaker Andrea Meoni: certo, noi ne abbiamo caldeggiato l'assunzione, ma mai ci saremmo aspettati per tutta risposta di non esser nemmeno citati con un misero link a questo righe, mentre veniva (giustamente) ripetuta la trasferta dei tifosi a Modena organizzata dai ragazzi della Tana Bianconera.

Discreta la risposta del pubblico, anch'esso però in fase di rodaggio. Il problema è sempre quello - ma si potrà cambiare il DNA dell'uomo patavino? - ossia quello del silenzio che cala quando la squadra attraversa un moemtno di difficoltà.

Chiudiamo con l'annosa questione, che tanto sta appassionando il mondo del giornalismo, dei nomi sulle maglie. Non appena recuperemo il codice html potrete votare qui sotto: meglio la scelta, che a noi francamente non dispiace affatto, modernista e trendy delle sole iniziali oppure il ritorno del nome completo sulla schiena? Non vorremmo che l'unico problema fosse quello di riconoscere gli atleti: un po' come quelle penne d'oro di San Siro che, dopo lo spostamento della tribuna stampa al secondo anello, telefonavano a casa per sapere da chi stava guardando la partita in tv chi stava giocando bene...


Le maglie dell'Antonveneta Padova
Sono un tipo decisamente cool: mi piacciono le iniziali e posso credere che A.S. sia Sartoretti e non il palettaro
Sono un tipo decisamente tradizionalista: voglio il nome per intero così posso capire se quel lungagnone di 213 cm è Kromm o il palettaro
  


This page is powered by Blogger. Isn't yours? Weblog Commenting by HaloScan.com


free hit counter