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02 ottobre 2006

VIBO, MORTO O X (PIU' FORTI DEL BLACK-OUT) 

Per qualcuno, probabilmente esagerando, la sfida dell'Antonveneta alla Tonno Callipo Vibo Valentia era già di quelle - e siamo ad ottobre!!! - che valgono una stagione: dentro o fuori, vivi o morti. In qualsiasi caso il Sempre Volley torna dalla Calabria con tre punti molto importanti - e molto convincenti - in valigia.

A regalare la prima vittoria stagionale - e la prima della storia contro la squadra di Pippo Callipo - agli uomini di Gigi Schiavon ci pensa una prova corale di altissimo livello e, soprattutto, un Christian Pampel che risponde con numeri da extraterrestre alle prestazioni deludenti delle ultime prove: un opposto che chiude col 72% in attacco tappa la bocca a qualsiasi detrattore. Ma è tutta l'Antonveneta, confermando una solidità caratteriale che non è venuta meno nemmeno nelle uscite meno felici, ad esser piaciuta. Bjorne Andrae si sta cucendo addosso i panni del leader, reclamando i palloni più importanti e spronando i suoi nei passaggi più difficili. Mikko Esko, cui si chiede di stringere i denti ancora un paio di settimane prima di respirare un attimo, ha potuto sviluppare il suo gioco preferito, quello imprevedibile e ad una velocità folle, il tutto grazie ad una ricezione molto precisa. Noi la buttiamo lì: l'insistenza con cui gli avversari cercano in battuta Kromm non li porta ad un numero incredibile di errori oppure a tirare più piano?

Mikko ha utilizzato assai poco i centrali, ma - per quanto possa sembrare strano - questa volta la scelta tattica si è rivelata azzeccata e intelligente: non perché De Togni e Piscopo avessero le polveri bagnate, ma perché i centrali del team di De Rocco continuavano a saltare sulle finte dei nostri, regalando così un più agevole muro a uno agli schiacciatori. Per poter parlare di perfezione è mancato forse solo un muro più presente, per quanto gli attaccanti giallorossi abbiano subito 7-stampate-7.

La trasferta calabra sarà comunque ricordata soprattutto per il black-out che ha interrotto il gioco sull'undici pari del quarto set con l'inerzia del match, guarda caso, a favore degli ospiti. Fidarsi è bene, ma appena è saltata la luce Gigi Schaivon ha recuperato il suo preziosissimo (anche perché contiene tutte le varianti di divise degli ultimi 40 anni di volley) zaino e lo ha portato accanto a sé. Da buon meridionale (e se lo dice lui...) Piscopo ha affermato di conoscere assai bene questi mezzucci, ma noi, che fondamentalmente crediamo alla buona fede della gente, preferiamo attenerci alla tesi ufficiale del calo di tensione elettrica in tutta la città...

A quel punto i nostri sono tornati in campo ancora più carichi e hanno sbrigato la pratica in una decina di minuti. Meglio così, anche perché il countdown per raggiungere a tutta birra l'aereoporto di Lamezia Terme per il volo di ritorno scorreva inesorabile...

In questa due giorni calabra ci ha fatto molto piacere salutare Lorenzo Cavallini, ex capitano bianconero e persona fra le più squisite del mondo della pallavolo. Cava è stato designato capitano anche da Stelio De Rocco, ma dice di avere accettato solo per poter scambiare due chiacchiere in più con l'amico Tovo durante il classico lancio della monetina ad inzio match.

Per il resto tutto si è svolto secondo copione. Giorgio De Togni, durante il volo di andata, ha finito in men che non si dica il suo volume sul sudoku (e poi dicono che gli atleti non leggono: l'alternativa era la rivista Tuttocellulari), trovando alla fine un po' arida la trama del libro. Il menù in albergo era al solito di altissimo livello, mentre l'allenamento mattutino ha visto il solito goffo - ma lodevole - tentativo dello staff al completo di improvvisarsi racattapalle: sarà stato qualche postumo di sonno non ancora smaltito oppure il piede non esattamente educato, ma una svirgolata dello scout Federico Cian ha rischiato di mettere fuori uso le caviglie di mezza squadra. Il fisioterapista Valter Daniele ha salutato con calore alcune sue amiche del posto: insomma, come si diceva, non cambia mai nulla.

Da parte nostra durante lo zapping pomeridiano, cercando di battere la crescente ansia pre-partita, ci è capitato di imbatterci in Buona Domenica e ci è scesa un po' di tristezza sulla deriva culturale del mondo occidentale. Anche se l'ex fidanzata di Cassano aveva i suoi perchè...

La gara contro il Tonno Callipo regala agli annali anche l'esordio nella massima serie di Michele Baggio. Per lui solo due battute, ma pure l'importante rottura del ghiaccio. Un giusto riconoscimento per un ragazzo che sta vivendo con entusiasmo incredibile e applicazione assoluta questa avventura. E forse anche una sorta di riconoscimento familiare, dopo che il fratello Valter - ah, dove sarebbe arrivato se avesse deciso di fare il libero... - è stato una punta di una delle più belle squadre di sempre del settore giovanile petrarchino in quella nidiata di campioni (Meoni, Vianello, Tovo, Baroldi, Marini, Padovani, Levorin) che il Presidente considerava al tempo una sorta di seconda famiglia.

Al ritorno la soddisfazione era davvero tanta, anche perché si sono ricevute confortanti risposte ad alcuni quesiti. Nel solito pub, luogo del dopo gara a notte fondissima, lo staff tecnico ha fatto l'ultimo brindisi seduto al tavolo con la bandiera canadese. Stelio De Rocco, però, non aveva nulla da festeggiare...

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