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05 novembre 2006

TRA I MONTI E IL SAHARA 

Finisce in parità la doppia sfida amichevole tra Antonveneta Padova e la nazionale tunisina, di passaggio in Italia per preparare al meglio l'imminente mondiale nipponico. In molti ci chiedono se è giusto che una formazione che con tutta probabilità potrebbe ambire al massimo ad un onesto campionato di metà classifica in serie A/2 debba partecipare ad una delle più prestigiose competizioni del nostro sport: ovviamente sì, perché da sempre il bello di queste manifestazioni è il loro carattere cosmopolita e l'opportunità per tutti i continenti di affacciarsi sul proscenio mondiale. Che fascino avrebbe una gara di mezzofondo alle Olimpiadi con solo una ventina di kenioti a contendersi l'oro?

Quindi, con la consueta simpatia istintiva che accompagna chi si incontra durante una parte del proprio cammino, auguriamo agli uomini di coach Antonio Giacobbe di vivere al massimo delle proprie possibilità i giorni in Giappone, anche se oggettivamente la loro parte sarà quella di avere il privilegio di assistere ai Mondiali da dentro il campo anziché dagli spalti o dalla televisione.

Si diceva delle due amichevoli. Mercoledì sera a Este è andata in scena la prima sfida e gli africani si sono imposti per tre a uno. Duecento spettatori al PalEste (bell'impianto a dispetto di un nome che rievoca un calembour non dei più riusciti) e spettacolo a dire il vero alquanto modesto. L'Antonveneta è arrivata all'appuntamento un po' appesantita, complice la fresca ripresa della preparazione dopo una settimana di stop; la Tunisia, invece, ha pagato dazio all'incredibile mole di amichevoli ravvicinate (in pratica una al giorno: Montichiari, Schio, Padova...) con alle spalle l'uscita dal periodo di ramadan. Comunque qualche sprazzo di bel gioco c'è stato: i ragazzi di Tunisi e dintorni hanno brillato in battuta e a muro, mentre tra i bianconeri, oltre ad un volonteroso Jago, merita un cenno l'esordio di tre giovanissimi: Matteo Cattapan, Francesco Mario e Luca Gottardo. A leggere gli anni di nascita di questi baldi atleti ci si accorge davvero del tempo che passa: forse nemmeno conoscevano l'esistenza di un oscuro gioco da bar chiamato flipper, cui coach Schiavon si è dedicato con avidità, magari cercando qualche parallellismo fra l'andamento della pallina impazzita e nuovi schemi di gioco da inventare...



La rivincita di sabato ha invece arriso ai bianconeri ed è stata, al di là del risultato favorevole, una gara assai più interessante. Si è giocato in quel di Fiera di Primiero, proprio ai piedi delle celebri Pale di San Martino. Giusto macinare tanti chilometri in pullman per un semplice incontro amichevole? Certamente, specie se la comunità montana del Primiero è la località di villeggiatura prediletta dal Presidente. Se Berlusconi, con rara eleganza, si permette dal sito del Milan di infangare con incredibile astio la figura di un campione e di una testa pensante come Gianni Rivera, figurarsi se il lider maximo del SempreVolley non può togliersi lo sfizio di uscire di casa il sabato pomeriggio col piumino per andare a gustarsi qualche schiacciata dei suoi ragazzi.

Accompagnati in campo da uno sbarbato (questo il dazio imposto da capitan Tovo per l'esordio in panchina) Matteo Zenato, fisioterapista in seconda promosso ai vertici causa vacanza del titolare della "cattedra" e altro nuovo grande acquisto - tanto sotto il profilo delle competenze che dello spessore umano (ci si chiede se è semplice fortuna o esiste una sorta di magnetismo a scovare costantemente belle persone) - della famiglia bianconera, i ragazzi dell'Antonveneta hanno vinto con un rotondo tre a zero. Appassionante e combattuto il primo parziale, ma poi non c'è stata proprio storia: eccellente Jago, ma bene anche Tamburo, specie quando acquisisce sicurezza dei propri mezzi, e Quarti. Di ritorno dal colleggiale azzurro si è rivisto anche Marco Piscopo, mentre il giovane aggregato di turno, subito apprezzato dalle fans di montagna a caccia di foto ricordo, è stato Andrea Bordin.

Doverosa una tirata d'orecchi per gli aficionados del tifo: pare impossibile, ma anche in un ameno paesaggio con in lontananza cime imbiancate e contro una squadra che proviene dalle parti del deserto del Sahara, i nostri hanno dovuto subire il rumoroso supporto a favore degli avversari: una sparuta, ma pittoresca e simpaticissima, rapresentanza di lavoratori nord-africani della zona non ha fatto infatti mancare il proprio incitamento a Taouarghi, Trabelsi, Belaid e Karamosly. Ora manca davvero solo che in un'amichevole contro la Lapponia si presenti una squadra di pinguini con tamburi e striscioni pro Eschimesi...

E oggi? Tutti a seguire Piscopo e Esko all'All Star Game. Il campionato è ancora lontano all'orizzonte.

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