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09 aprile 2007

DENTRO L'UOVO 

Raramente una sconfitta è stata accolta con così tanta soddisfazione. Non tanto per la convincente prova collettiva del gruppo Antonveneta in quel di Piacenza, quanto per la dote che porta con sè: un inaspettato punto tanto pesante quanto prezioso.

I nostri ricordi di catechismo ci riportano piuttosto indietro nel tempo (e, francamente, di quegli anni ci è rimasta di più impressa la formazione del Milan di Sacchi: Galli, Tassotti, Maldini, Colombo...), ma speriamo di non essere né blasfemi né teologicamente in errore se diciamo che tra i vari significati della Pasqua vi è anche quello di salvezza. Certo, il messaggio evangelico non si riferiva al campionato di volley, ma - sia quel che sia - se il campionato finisse oggi, il Sempre Volley avrebbe pieno diritto a disputare il campionato di massima serie pure nella prossima stagione.

Abbiamo ancora nelle orecchie le fastidiosissime polemiche sull'ultima giornata dello scorso campionato: in assenza dei play-out (possibile soluzione ai rischi di gare poco eque dal punto di vista sportivo), tanto vale sospendere il campionato qui e congelare le posizioni di classifica attuali...

Battute a parte, il punto fondamentale è che l'Antonveneta si è conquistata sul campo il privilegio - non da poco - di poter legare i propri destini unicamente al risultato della propria gara con la nuova capolista del campionato. Infatti in caso di vittoria piena, leggasi tre punti, con Roma, non ci sarà nemmeno da soffrire a seguire col batticuore i risultati dagli altri campi (Taranto - Verona e Vibo - Macerata). L'impresa è assolutamente titanica, ma se consideriamo che c'era già chi, pure tra gli aficionados locali, aveva già iniziato a porgere i fiori sulla tomba bianconera...

Tale situazione è maturata grazie ad una buonissima prova presso il PalaBanca, sede delle gare casalinghe della Copra Piacenza. Il risultato finale parla dell'ennesima sconfitta al tie-break (la quinta su altrettanti tentativi), ma non si è certo trattato di un gentile regalo della squadra degli ex Pupo Dall'Olio, Simeonov e Botti. Anzi se il tecnico dagli affascinanti capelli brizzolati (invero piuttosto lievitato da quando ha lasciato la città del Santo) avesse perseverato nella scelta tattica - dall'esterno francamente incomprensibile - di escludere Venceslav, poi devastante, a favore del modesto Dunnes, forse ora il quadro sarebbe addirittura più roseo.

L'Antonveneta, dopo aver conquistato il primo set, è stata pure sul punto di ammainare bandiera bianca, ma sul 21-17 del quarto parziale ha azzannato con i denti il match e costretto i biancorossi a lasciare sul piatto un punto. Le altre gare erano già finite da un pezzo e gli dei del volley hanno forse voluto premiare la squadra che nella giornata di sabato ha dimostrato maggior tenacia.

Questo rende ancora più significativa l'impresa dei ragazzi agli ordini di Gigi Schiavon e fuga ogni dubbio sulle loro qualità caratteriali. Qui ci sentiamo assolutamente in dovere di aprire una parentesi: delle squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere, Padova è senza dubbio quella che manca di individualità in grado di risolvere da soli una partita. Eppure i dodici, tranne qualche rarissimo passaggio a vuoto, hanno mantenuto un rendimento assai lineare e ad ogni inizio settimana si sono sempre rituffati in palestra col massimo impegno, anche quando la serie di sconfitte iniziava ad essere pesante. E vi assicuriamo, per noi che viviamo questa realtà da dentro e che quindi abbiamo la fortuna di poter fondare il nostro giudizio su un'osservazione quotidiana, che Tovo & company hanno trovato questa forza dentro di sè, senza bisogno di stimoli o forzature esterne. Pare facile, ma per un gruppo tanto giovane e inesperto (e che quindi inevitabilmente non ha nel proprio curriculum l'aver già vissuto situazioni analoghe) si tratta senza dubbio di una dimostrazione di maturità non indifferente. Per questo, comunque vada a finire, noi non ci sentiremo mai di puntare il dito contro la truppa.

Se proprio dobbiamo fare un nome per firmare la bella prova con la Copra, spendiamo volentieri qualche riga per Christian Pampel. Mikko Esko gli ha servito la bellezza di 51 (!) palloni e il tedesco, pur saltando ogni volta, stremato, qualche millimetro in meno, ha sino alla fine messo a segno i punti decisivi. Il teutonico ha così potuto ribadire sul campo la felicità per la notizia che ha girato a staff e compagni di squadra durante la trasferta in pullman: " se tutto fa bene fra sei mesi difenterò papa". Noi all'inizio abbiamo gioito perché Ratzinger ci pare in effetti troppo reazionario per i nostri gusti, poi abbiamo compreso che si parlava di paternità...

La gioia per i destini bianconeri pare esser stata condivisa anche dal correttissimo pubblico di Piacenza: i Lupi Biancorossi, che sappiamo figurare tra i nostri lettori, hanno tributato un lungo applauso e ci hanno salutato col migliore augurio possibile: arrivederci all'anno prossimo!

Ci spiace solo che all'applauso finale non sia stato presente di persona il Presidente (circostanza che non accadeva da un'amichevole infrasettimanale a San Giorgio in Bosco nel 1992), reduce da una trasferta lavorativa a Mosca. I cui biglietti aerei, si sa, erano stati acquistati con la cessione di Veres...

Ora non c'è diretta di Bayern-Milan che tenga. Mercoledì sera il PalaBernhardsson deve essere pieno come un uovo (per farvi capire: al limite siamo pronti ad aggiungere una biglietteria come quella - unica e tristemente vera, vedi foto - di Taranto) e il pubblico padovano deve sostenere la volata finale come non mai.

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